La reazione della TFP: l'invenzione del "complotto anti-sètte"  

di Miguel Martinez


Come abbiamo visto, la TFP (Tradizione Famiglia e Proprietà) si è trovata sotto attacco come "sètta" in entrambi i sensi: come piccolo gruppo religioso eretico e come gruppo chiuso che pratica il controllo mentale. Con critiche provenienti da teologi, genitori ed ex-membri, in maniera non dissimile ad esempio da Scientology. 

Molti ex-membri avevano iniziato a rivelare aspetti discutibili del gruppo. La TFP reagì pubblicando un testo con il titolo La nuova inquisizione atea e psichiatrica chiama coloro che vuole distruggere 'Sètte' (Gustavo Antonio and Luís Sérgio Solimeo, ed. Société Française pour la Defense de la Tradition, Famille et Propriété, Paris 1991, traduzione di un testo in spagnolo del 1985). Nello stesso anno, la TFP colombiana pubblicò un libretto intitolato "Lavaggio del cervello: Che cos'è? Un congegno machiavellico? Satanico?", che ovviamente citava varie fonti per dimostrare che il "lavaggio del cervello" non esiste. 

L'opposizione a questa "nuova inquisizione", attribuita (nel primo dei testi appena citati) a una "alleanza tra politici socialisti e psichiatri freudiani", richiede una coalizione anche con coloro il cui destino nel futuro medioevo sarà una "inesorabile punizione", cioè con altri gruppi accusati di essere 'sètte'. 

Ciò implica anche l'invenzione di un nemico inesistente: il "movimento anti-sètte laicista", che agirebbe per fini ideologici e antireligiosi. Ovviamente esistono critici delle sètte; ma quasi sempre, le loro organizzazioni sono state fondate da persone che avevano un problema familiare immediato e non avevano alcun progetto ideologico. Inoltre, gli "psichiatri e i socialisti" conoscono poco la TFP: le critiche più documentate provengono dai cattolici tradizionalisti, per il semplice fatto che fanno parte dello stesso ambiente. 

Non sono riuscito a rintracciare questi libretti, quindi non so quale rapporto abbiano con un libretto che invece sono riuscito a procurarmi e che è di decisiva importanza per la comprensione della guerra di Introvigne contro il "movimento anti-sètte", come vediamo già dal titolo: Brainwashing: A Myth Exploited by the New 'Therapeutic Inquisition', "Lavaggio del cervello, un mito sfruttato dalla nuova 'Inquisizione terapeutica'". Il libro risale a quello che abbiamo visto è stato un anno decisivo, il 1985.  

(clicca sull'immagine per la foto intera) 
 

Anche se in forma ancora relativamente primitiva, questo libretto contiene tutte le idee che Introvigne avrebbe poi sviluppato: costituisce in maniera evidente l'archetipo stesso di tutti i suoi scritti successivi.

L'unica differenza sta nel fatto che non pretende di essere il frutto di una ricerca accademica. Come la maggior parte delle pubblicazioni estremiste, è anonima, firmata unicamente da "The American Society for the Defense of Tradition, Family and Property (TFP) and the Foundation for a Christian Civilization, Inc." Il frontespizio specifica inoltre che "questo studio è stato pubblicato in Colombia e in Brasile". Non è facile capire l'origine del testo: anche se i contenuti sono certamente statunitensi, il libro è una traduzione dal portoghese brasiliano.

Il testo è diviso in due parti distinte: una premessa di Plinio Corrêa de Oliveira, che stabilisce le linee guida ideologiche per la guerra contro il "movimento anti-sètte" e una parte più ampia, anonima, che consiste essenzialmente nella raccolta di citazioni di varie personalità, tese tutte a dimostrare che qualcosa che si chiami "lavaggio del cervello" non esiste. Le citazioni sono, come vedremo, piuttosto inconsistenti; ma ci pongono la domanda, come ha fatto questa organizzazione brasiliana a trovare tante citazioni di accademici statunitensi al suo primo ingresso in questo campo? Un esperto brasiliano delle profezie di Fatima non saprebbe nemmeno dove andare a cercare, ad esempio, un articolo di Faber, Harlow and West in "Sociometry, vol. 20, no. 4, December 1957, pp. 271-285", per citare un tipico riferimento bibliografico. Si tratta di una pura ipotesi, ma viene il sospetto che questo testo sia stato copiato da qualche altra pubblicazione di un gruppo statunitense, forse la Chiesa dell'Unificazione, che ha avuto molta più esperienza nel ribattere alle accuse di essere un culto. Probabilmente non sarebbe difficile trovare l'originale. 

La premessa del Dottore, già nel titolo, stabilisce l'approccio che Introvigne avrebbe seguito ancora oltre un decennio dopo: "Lavaggio del cervello e sètta: due espressioni indefinibili che stanno preparando la strada verso una tirannide mondiale e la persecuzione religiosa".

Nel mondo, stanno sorgendo diverse organizzazioni "stravaganti".

"Il desiderio di fermare la criminalità provocata da alcune organizzazioni e di preservare la società moderna dall'influenza di gruppi i cui fini dichiarati, pur non essendo criminali di per sé, differiscono drammaticamente da quelli generalmente accettati, ha dato origine a un diffuso movimento anti-sètte che è particolarmente attivo negli Stati Uniti". 
(p. 7)


Possiamo vedere quindi chi ha inventato il "movimento anti-sètte" di Introvigne. Plinio tende a distinguere nettamente tra una minoranza di gruppi delinquenti e altri che vengono repressi semplicemente perché, come dice ripetutamente, sono "stravaganti":
 
 
"Una questione molto più delicata è quella della repressione legale di sètte che sono semplicemente stravaganti e che, di per sé, non conducono ad atti criminali; in tali casi, agirebbero entro la legge […]. Dal punto di vista della mentalità laica e neutrale della società moderna, se qualcuno indossasse un tricorno in pubblico, cosa normale ai tempi di Luigi XV, o camminasse per strada indossando le scarpe di un maragià, in che modo potrebbe violare le nozioni attuali di legge? E se due o più persone dovessero indossare abiti insoliti e camminare per strada cantando versi privi di senso, la loro azione potrebbe essere censurata se il loro canto non disturbasse la quiete pubblica né offendesse il buoncostume?  

Quando sostiene che lo stato debba legiferare su tali comportamenti stravaganti, il movimento anti-sètte pone molte questioni legali delicate e complesse, tutte, si noti bene, con implicazioni per l'ordine morale e religioso […]. Con il pretesto di impedire la stravaganza, lo Stato moderno pretenderebbe di avere il diritto di formare, definire e imporre un'opinione ufficiale in quasi ogni aspetto della vita umana, assieme al diritto di reprimere tutti coloro che non vivono né pensano secondo quella opinione ufficiale" 

(pp. 8-9)


Il tutto è piuttosto ovvio, tranne per un particolare. Nessun movimento contro la "stravaganza" esiste realmente. Nessun critico dei culti, ad esempio, si è mai lamentato dicendo che gli scientologisti indossano tricorni. Si lamentano (a ragione o a torto, non ci interessa) che tolgono il denaro alla gente.

Come Introvigne nel suo discorso su Jonestown, Plinio aggiunge:

"Curiosamente, esistono organizzazioni anti-sètte che hanno esteso i loro attacchi in ogni direzione tranne che in quella del socialismo e del comunismo. Perché non li considerano sètte filosofiche? Perché non considerano stravaganti le aberrazioni del movimento hippie e rock (anche se tali movimenti sono apertamente satanici in molti loro rituali)? Perché? È sintomatico il fatto che essi spesso attaccano i nemici che il comunismo vorrebbe rovesciare. È impossibile non trarre la conclusione che, nell'ordine pratico, questi gruppi anti-sètte preparano la strada verso il comunismo e conducono verso il totalitarismo globale. 

Così, le organizzazioni anti-sètte e il socialcomunismo sembrano essere complementari l'uno alle altre." 

(p. 10)


L'errore nel ragionamento sarà evidente a chiunque abbia anche una minima conoscenza dei cosiddetti "movimenti anti-sètte". Innanzitutto, il "socialismo e il comunismo", come d'altronde il fascismo o la Chiesa cattolica, non rientrano nei criteri piuttosto rigorosi adoperati per definire un culto. In secondo luogo, i critici dei culti hanno sempre preso nota dei movimenti comunisti, cattolici o altri che rientrano in tali criteri. Per questo certi gruppi marxisti-leninisti o l'Opus Dei sono stati presi di mira, e non la Chiesa o il comunismo in generale (se a ragione o a torto è tutt'altra faccenda). Il movimento rock non viene preso di mira, proprio perché è "stravagante" e non può certo essere considerato un "culto che esercita il controllo mentale".

Plinio passa poi a discutere del "lavaggio del cervello":

"Negli Stati Uniti, il termine lavaggio del cervello ha avuto un profondo impatto sull'opinione pubblica. È stato adoperato per la prima volta nel 1950 dal giornalista Edward Hunter Jr., in una serie di articoli per il Miami Daily News e per la Leader Magazine, in cui descriveva le torture a cui erano stati sottoposti gli americani durante la guerra di Corea quando caddero in mano al nemico" 
(p. 11)


Detto così, sembra che un giornalista abbia inventato il termine. In realtà, "lavaggio del cervello" (hse nao) nacque come termine positivo nella Cina comunista, anche se fu effettivamente introdotto in Occidente dal giornalista Edward Hunter nel suo libro, Brainwashing in Red China. Ma già nel 1956, quasi trent'anni prima che Plinio scrivesse le righe che abbiamo appena citato, Lifton aveva introdotto un nuovo termine, "Riforma del pensiero" (anch'esso di origine cinese) e verso il 1980 si è cominciato ad adoperare il termine "Controllo mentale": Margaret Singer, uno dei massimi critici dei culti negli Stati Uniti, introdusse la lunga espressione "manipolazione sistematica dell'influenza psicologica e sociale" nel 1982 (vedere Margaret Thaler Singer, Cults in Our Midst: The Hidden Menace in Our Everyday Lives, Jossey-Bass, San Francisco 1994). Possiamo certamente perdonare Plinio per non averlo saputo; ma questi fatti sono importanti perché il "movimento anti-sètte" ha generalmente distinto in modo chiaro tra il "lavaggio del cervello", cioè l'imposizione violenta di un cambiamento di opinione in condizioni di costrizione fisica, e metodi di "riforma del pensiero" basati sull'uso sistematico di ogni possibile chiave psicologica per conservare il controllo sugli individui, senza però l'utilizzo di forza fisica. I giornalisti ovviamente continuano a usare il termine "lavaggio del cervello", ma i "movimenti anti-sètte" raramente lo fanno, né lo facevano quando scriveva Plinio. Non intendo prendere posizione qui su questa difficile questione; ma Plinio sta chiaramente combattendo contro un nemico inesistente.

Attaccando il lavaggio del cervello, Plinio sfonda una porta aperta: il lavaggio del cervello significa una manipolazione effettuata tramite coercizione fisica; esistono poche occasioni nei culti occidentali moderni per esercitare una coercizione fisica di tipo cinese, e quindi tutta la teoria del lavaggio del cervello è sbagliata. Il problema con questo ragionamento è che qualunque persona sensata che fosse critica verso i culti sarebbe d'accordo con lui. Infatti, il libretto cita lo psichiatra Louis Jolyon West con favore, per aver criticato il concetto di "lavaggio del cervello". Ciò che l'autore dimentica è che West è certamente uno dei critici più noti del controllo esercitato dai culti.

Una questione assai diversa è, se l'ambiente sociale può essere o no estremamente persuasivo; a prescindere completamente dalla questione dei culti, ogni tentativo di negazione in questo caso è destinato a fallire. Un esempio estremo ma ovvio sono stati i sacrifici umani tra gli aztechi; che il singolo sacerdote provasse o no piacere nell'affondare il coltello di ossidiana, è difficilmente dubitare che egli fosse socialmente persuaso di fare una cosa altamente morale, anzi, il non farlo sarebbe stata una grave inadempienza morale.

Comunque, come abbiamo visto, il "lavaggio del cervello" (lavado de cerebro) era certamente una pratica di cui un gruppo è stato esplicitamente accusato: la TFP di Plinio.

Il vero motivo dietro l'improvviso interesse di Plinio per il "lavaggio del cervello", le "sètte" e il "movimento anti-sètte" compare, con un'oscurità degna di Introvigne, soltanto alla fine della sua premessa al libro. Dopo aver detto che l'unico rimedio per il "comportamento stravagante" è il ritorno delle pecore smarrite "nell'ovile della Santa Chiesa Cattolica", egli dice:
 
 

"Questo ideale, per cui combattiamo, fornisce un altro importante motivo per la preparazione e la pubblicazione di questo studio. 

All'unisono, non solo i comunisti stessi, ma i loro 'utili idioti', i sinistrorsi di ogni tipo e in particolare la 'sinistra cattolica', classificano molti gruppi cattolici fedeli all'insegnamento tradizionale del Supremo Magistero della Chiesa come 'sètte'. 

Sommando l'insulto all'offesa, accusano tali cattolici di adoperare il 'lavaggio del cervello' sui propri proseliti. 

L'obiettivo di questo lavoro, quindi, è di respingere questa offensiva e disarmare coloro che l'hanno lanciata: i comunisti e i loro 'compagni di viaggio' e 'utili idioti'" 

(pp. 12-13)


La maggior parte del libretto, come abbiamo detto, è dedicato alla citazione di critiche al concetto di lavaggio del cervello e alla sua applicabilità ai culti odierni.

Una citazione è però sorprendente; prima comunque di scagliare accuse di malafede contro gli autori della TFP, è giusto ricordare che si tratta probabilmente soltanto di una compilazione di materiali raccolti da altri. A pagina 18, il libretto presenta una lunga citazione da Thought Reform and the Psychology of Totalism di Robert J. Lifton, che denuncia l'abuso del termine "lavaggio del cervello" in contesti diversi da quello della costrizione fisica. Ciò che il raccoglitore di questo materiale probabilmente non sapeva è che questa critica faceva parte di una proposta, fatta di Lifton, di adoperare una terminologia completamente diversa per descrivere le manipolazioni non violente; e i suggerimenti di Lifton hanno costituito le fondamenta teoretiche delle riflessioni di tutto il "movimento anti-sètte" sulla persuasione e (per adoperare un termine posteriore) sul controllo mentale. Persino Introvigne ha dovuto riconoscere questo fatto, senza però tradire gli ordini del Dottor Plinio: il compromesso tra queste due opposte esigenze lo ha portato a parlare di "teorie del lavaggio del cervello di seconda generazione".


  



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