"Io, musulmano, non mi sento offeso dal crocifisso"
 




Da Il Nuovo, Martedì, 28 Ottobre 2003.

di Gaia Cesare.

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"L'indiano cattivo" - la storia di Adel Smith

Comunicato dell'Unione Musulmani d'Italia con alcune interessanti precisazioni

Croci crociati e vampiri

Ecco i cristianisti



Hamza Piccardo, segretario nazionale dell'UCOII - Unione delle comunità e organizzazioni islamiche italiane a ilNuovo.it: il sentimento religioso degli italiani non va offeso. Tutti gli integralismi vanno perseguiti.

Definisce la sentenza del tribunale dell'Aquila, che stabilisce l'eliminazione dei crocifissi dalle aule scolastiche, "un attacco al sentimento religioso", "un pretesto politico per dimostrare tesi precostituite". E quando gli si chiede se Adel Smith, presidente dell'Unione musulmani d'Italia, stia cavalcando un sentimento diffuso tra i seguaci dell'Islam, risponde implacabile: "Smith cavalca solo le sue nevrosi".

Hamza Piccardo, segretario nazionale dell'Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii), una delle principali associazioni musulmane in Italia, non ci sta a questo gioco al massacro. "Sono italiano, sono stato cresciuto da cristiano, ho frequentato l'azione cattolica, poi ho avuto una crisi religiosa che mi ha portato all'Islam. Ma sono in grado di capire entrambi i punti di vista", riferisce al telefono.




Non crede che molti musulmani possano essere soddisfatti della sentenza?

No, non credo. E non condivido la scelta perché la trovo un attacco al sentimento religioso, che alla fine ci riguarda tutti, perché tocca la nostra intimità. Poi provo un certo disagio politico: abbiamo considerato conseguenze, reazioni e controreazioni. Molti ne approfitteranno per colpire il proprio nemico politico, per dimostrare una tesi pre-costutuita. L'integralismo è sempre una mancanza di equilibrio. Di qualunque genere esso sia: laico, cattolico, islamico. E questa sentenza fa in modo che i sentimenti religiosi si scontrino. Noi siamo una comunità debole e come parte debole pagheremo un prezzo più alto.

Ma lei ha dei figli? Come ha spiegato loro la presenza del crocifisso nell'aula scolastica?

Ai miei figli ho sempre detto che quel simbolo rappresenta per i cristiani il profeta Gesù. Noi non crediamo che sia morto in quel modo. Ma rispettiamo i nostri colleghi, compagni di scuola, amici. Rispettiamo quello che il crocifisso significa per loro. E poi entrambi, cristiani e musulmani, ma anche chi non ha tradizione religiosa, condivide i valori che quell'uomo ha predicato.

Forse, però, Adel Smith ha cavalcato un sentimento che serpeggia tra i musulmani. Qualcuno si sente offeso dai simboli cristiani.

Solo lui si sente offeso. Smith cavalca le sue nevrosi. Il sentimento non è generalizzato. Le persone che intendono la religione in maniera identitaria sono poche. E' come il laziale che vorrebbe che i negozi dei romanisti fallissero e il romanista che vorrebbe che le macchine dei laziali prendessero fuoco.

Non sente di fare un torto ai suoi "fratelli" in questo modo? In fondo si sta difendendo lo Stato laico.

Noi abbiamo un ordine nel Corano: con ebrei e cristiani non parlate se non nella maniera migliore. Siamo fautori di uno stato laico. Riteniamo che lo stato laico sia equidistante e imparziale, nei confronti di tutti, credenti e non credenti. E crediamo che tutti possano essere quello che vogliono. Non ci dovrebbero essere simboli religiosi. Ma popoli e nazioni hanno un passato. Noi viviamo in un Paese in cui anche i comunisti portavano in figli in chiesa a battezzarsi. Combattere contro il simbolo in sé significa non affrontare i problemi reali.

E' così che si può affrontare il tema della multiculturalità e della tolleranza religiosa?

Vorremmo che a scuola ci fossero tutte le religioni, che fosse insegnata la storia delle religioni. Molti cristiani si rendono conto che il crocefisso è lì quando decidiamo di toglierlo. E il problema andrebbe affrontato come stiamo facendo noi, moltiplicando le occasioni di incontro e non quelle di scontro. Facendo in modo che i nostri ragazzi possano frequentare l'oratorio, per esempio.

In Germania e Francia il dibattito sul ">velo islamico è ancora aperto. E' anche quello un simbolo religioso...

Sì, certo. E sulla scorta della sentenza italiana potrebbe essere vietato di andare a scuola con i foulard. Se si vuole "sterilizzare" lo spazio pubblico dai simboli, significa che si vuole toccare la realtà spirituale. E questo non mi pare affatto giusto.

Come si pone nei confronti della Lega e dei suoi elettori?

Noi non ci poniamo, sono loro che si pongono. L'anti-islamismo mi sembra sia diventato per alcuni l'unico argomento di cui parlare. La Lega nasce antifascista...e va con Fini, è anti-capitalista e sta con Berlusconi. Non mi sembrano molto coerenti.

Lunedì 27 è cominciato il Ramadan, il mese di digiuno per i musulmani. Cosa sente di consigliare ai seguaci dell'Islam?

Vorrei ricordare la pazienza, e ancora la pazienza. Sopportare per amore di dio queste prove difficili che stiamo provando e che a causa di qualcuno di noi diventano a volte più difficili. Ricordare che dio ci dice: i più vicini all'amore per i credenti sono nazareni, cioè cristiani. Il rapporto col mondo cristiano e cattolico è un punto importante del nostro lavoro. Con i cattolici condividiamo la stragrande maggioranza dei valori etici e sociali: moralità, impegno, desiderio di giustizia.

(28 OTTOBRE 2003, ORE 8:15)


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