L’Islam in Italia
 



Un’indagine sulle organizzazioni islamiche nel nostro paese rivela diverse finzioni e qualche realtà    


A cura dell’Istituto Dialogo Mediterraneo (IDM)   

25 marzo 2002   

P.S. Si consiglia di vedere anche gli articoli riguardanti Magdi Allam e Dimitri Buffa.




Dell’Islam in generale, il lettore non specializzato non sa molto. Figuriamoci dell’Islam in Italia, un universo di "719 mila persone, compresi i clandestini e i convertiti, di etnie diverse concentrati in maggioranza al Nord e soprattutto in Lombardia".(1) Gli italiani convertiti all’Islam sono invece stimati in circa 30mila.

Visto e considerato che in quello che l’autorevole studioso Renzo Guolo ha definito il "campo verde" negli ultimi tempi (in specie dopo l’11 settembre) si è assistito a tutto un agitarsi di sigle e personaggi tra i più curiosi, sarà bene fare il punto della situazione su quest’argomento, affinché non si finisca per cadere in uno dei veri e propri "specchietti per le allodole" messi in quel campo proprio per abbindolare ‘italici volatili’.

 

Le organizzazioni islamiche in Italia

 

UCOII - Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia

via Quattro Fontane 109, 00184 Roma

e-mail: ucoii@uno.it; sito web: http://islam-ucoii.it

Ispirata ai Fratelli Musulmani, nasce ad Ancona nel 1990, proseguendo idealmente l’attività dell’USMI (Unione degli studenti Musulmani in Italia). Nel panorama dell’Islam italiano, l’UCOII gode di un discreto primato, tanto che l’Enciclopedia delle religioni in Italia (Edizioni Elledici, Leumann 2001) curata dal Cesnur - un organismo che per il suo solido legame con "Alleanza Cattolica" non è certo sospettabile di simpatie per un Islam militante quale è quello rappresentato dall’UCOII - riconosce che essa è "la realtà musulmana italiana più diffusa e radicata sul territorio",(2) alla quale sono affiliati la gran maggioranza delle moschee e dei centri islamici in Italia (circa l’80%).

Tra queste si ricordano il Centro Islamico di Milano e Lombardia (v. di seguito per dettagli), la Comunità Islamica della Liguria, l’Istituto Islamico di Viale Giulio Cesare e la moschea ‘Umar ibn al-Khattab a Torino, la Comunità islamica di Brescia e provincia (una delle più numerose), la moschea e il Centro culturale "La Scaletta" a Ravenna, e altre moschee in Umbria e Toscana (tra cui la moschea di Firenze di Via Ghibellina). A Roma, all’UCOII è federata la seconda moschea della città, quella di Centocelle (Associazione Islamica d’Italia - moschea al-Huda), mentre a Napoli vi sono quelle di Corso Lucci e di San Marcellino. Scendendo lungo la penisola la presenza dell’UCOII si rarefà, ma anche a Catania sia la moschea di Via Serravalle che quella di Via Calì rientrano nell’organizzazione.

L’UCOII, presieduta dal Dott. Mohamed Nour Dachan, organizza attività di mediazione culturale, convegni, congressi e campeggi; fornisce orientamento tecnico-legale e amministrativo ai musulmani.

La rivista dell’UCOII Il Musulmano ha interrotto le pubblicazioni dopo quindici di numeri nel periodo 1993-1994. La casa editrice "Al-Hikma", fondata dal segretario dell’UCOII Hamza Roberto Piccardo, è invece autonoma, ma ha curato una versione in italiano dei "significati del Corano" (si parla di "significati" perché i musulmani ritengono intraducibile il testo arabo originale) rivista dottrinalmente dalla stessa Unione,(3) più alcuni testi islamici tra cui I Giardini dei devoti, raccolta di hadith dell’imam an-Nawawi.

hamza piccardo

Hamza Roberto Piccardo

Centro Islamico di Milano e Lombardia

Via Cassanese 3, Milano 2, 20090 Segrate (MI); tel: 02 2137080 - fax: 02 2137270; e-mail: centroislam@digibank.it; sito web: http://www.islam.it

Fondato da ‘Ali Abu Shuwayma e ‘Abdur-Rahman Rosario Pasquini, gestisce la moschea di Segrate, la prima in Italia con cupola e minareto) e pubblica Il messaggero dell'Islam dal 1982 (tel. e fax 02 29527706). Esso anima anche una casa editrice, le "Edizioni del Calamo", che ha pubblicato testi sull’abbigliamento e le regole alimentari islamiche, sulle donne nell’ordinamento islamico della società.

 

Jamâ‘at al-Da‘wa wa al-Tablîgh - Comunità dell'Appello e dell'Annuncio

La "Tablîgh", presieduta da Muhammad Omrani, non è tanto un’organizzazione quanto un movimento: rappresenta il cosiddetto "Islam apolitico", propendendo per una islamizzazione dal basso tramite la "chiamata" all'Islam. Poche le moschee ad essa affiliate: una a Milano, una a Roma e un paio nel Veneto.

 

UMI - Unione Musulmani d'Italia

Fondata da qualche mese dopo l’esperienza dell’Istituto Culturale Islamico Romano: il presidente è Adel Smith ed il segretario Massimo Zucchi, i quali, del resto, assieme a pochissimi altri ne sono gli unici appartenenti. In aperta e virulenta polemica anticristiana,(4) si è resa protagonista della recente manifestazione di Milano e della vicenda dell'affresco cosiddetto "offensivo" della basilica di San Petronio a Bologna (‘curiosa’ la presenza di elementi balcanici al comizio che lo Smith tenne per l’occasione), per non parlare della famosa performance a "Porta a Porta".

 

CoReIs - Comunità Religiosa Islamica Italiana

Via Meda 9, 20136 Milano; Tel: 02 8393340 - fax: 02 8393350; e-mail: coreis@iol.it; sito web: http://www.coreis.it

Dall’"Associazione Internazionale per l’Informazione sull’Islam" (AIII), nata a Milano nel 1993 per fornire - nell’intento dei fondatori - una rappresentanza islamica per il dialogo interreligioso in grado di mostrare il lato contemplativo della religione islamica, si costituisce nel 1997 la CoReIs, che intende proporre un Islam "pienamente compatibile con la società e con l’ordinamento giuridico italiano".

D'ispirazione guénoniana, raccoglie alcune decine di seguaci, per lo più residenti a Milano e - ci tiene a precisarlo - tutti cittadini italiani. La CoReIs, di cui è presidente ‘Abdel-Wâhid Pallavicini, pubblica l'inserto L'Islam in Europa, ospitato dalla rivista As-Sadâkah, che sebbene rivendichi la sua ragion d’essere nella promozione del dialogo islamo-cristiano dà l’impressione di curare molto anche più prosaici terreni argomenti economico-diplomatici; la troviamo difatti in tutte le ambasciate arabe e ciascun numero funge da vetrina per una di esse o per qualche Ente pubblico o privato che intende pubblicizzare le sue relazioni con qualche realtà arabo-islamica.

La CoReIs ha dato vita anche ad un "Institut des Hautes Etudes Islamiques" (IHEI) e ad un "Centro Studi Metafisici", il cui organo è la rivista Il Messaggio. Gestirà la futura moschea di Via Meda a Milano: il 22 marzo dello scorso anno è stato presentato a Roma un progetto per la sua costruzione, il quale prevede una capienza di circa 150 persone. Inoltre, grazie agli ottimi rapporti che vanta negli ambienti ministeriali, la Comunità rappresenta ufficialmente l’Italia nei raduni islamici mondiali organizzati periodicamente dal Re del Marocco, dall’Università Islamica Al-Azhar del Cairo e dalla Lega Islamica Mondiale.


'Abdel-Wâhed Pallavicini, con una vistosa croce sull'abito, mentre viene iniziato a un autoproclamato "Ordine dei Cavalieri di Malta". Curiosamente, l'appartenenza alla chiesa cattolica è una condizione imprescindibile per l'adesione al vero Ordine dei Cavalieri di Malta.

Istituto Culturale Islamico

Viale Jenner 50, 20159 Milano; tel: 026071856 / 0266802999 - fax: 0266802777

L’Istituto presieduto dal libico ‘Abdel-Hamid Sha‘ari (mentre l’imam è Abu ‘Imad) è una realtà indipendente, talvolta in contrasto con l'UCOII, di cui critica la linea "moderata". Per l’ICI inoltre, nell’UCOII sarebbe eccessiva la presenza di convertiti italiani tra i quadri dirigenti. Ad esso fanno capo anche la moschea di Via Quaranta a Milano e un altro paio di moschee. Molto frequentato malgrado si sia trovato spesso al centro di indagini, le quali tuttavia non ne hanno mai determinato la chiusura, né tanto meno la sua collusione con il "terrorismo islamico".

Ahl al-Bayt - Gente della Casa

Via Confalone, 7 80136 Napoli Italia; Tel./Fax (+39) 081 544 1587; sito web: http://digilander.iol.it/ahlalbait ; e-mail: ilpuroislam@iol.it

L’Associazione, presieduta da ‘Ammar Luigi de Martino, conta qualche decina di persone, tutti italiani fautori dell’originario messaggio della rivoluzione khomeynista. Pubblica dal 1991 Il puro Islam. Tuttavia, l'Ambasciata Iraniana, tramite il periodico del suo Istituto Culturale, "Lettere Persiane", sta cercando di tenere le distanze, in virtù del corso moderato avviato da Khatami.

AMI - Associazione Musulmani Italiani

Si tratta di una ventina di persone - somali ed italiani - che si presentano come il "vero Islam sunnita", in aperta polemica sia con l’UCOII, a loro dire "fondamentalista", che con la CoReIs, che per essi costituisce una deviazione sufica dell’Islam.

Su questa organizzazione esiste un interessante (e divertente) sito critico.

L’Associazione, di cui è presidente l'ex-ambasciatore del dittatore somalo Siad Barre presso la Santa Sede, Ali Moallim Hussen, ed è segretario Abdul-Hadi Massimo Palazzi, gestisce un Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana con sede a Roma in Via Muzio Scevola. Si è messa in mostra di recente quando, in occasione della partecipazione di Yusuf al-Qaradawi ad un incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, alcuni suoi aderenti, tra cui lo stesso Palazzi, hanno inscenato una rumorosa protesta, peraltro amplificata da alcuni organi di stampa. Gli stessi organi che attualmente stanno sponsorizzando l’AMI (forte dei suoi legami con il Sismi, secondo quanto documenta essa stessa) come soggetto privilegiato per una "mediazione islamica italiana" nella Somalia post- "guerra al terrorismo".

Il dato curioso dell’AMI è che essa sostiene pedissequamente le campagne propagandistiche dello Stato d’Israele (comprese quelle dei gruppi ebrei più oltranzisti) e del Dipartimento di Stato statunitense, per non parlare dei virulenti attacchi a mezzo stampa portati alle posizioni del Pontefice sul dialogo interreligioso e di incomprensibili derive magico-ufologiche.

Nota importante: Nell'agosto del 2003, l'AMI ha cambiato decisamente linea, abbandonando gli aspetti politici. I personaggi più discussi, come Palazzi, sono stati allontanati. Palazzi ha continuato a proclamarsi "Segretario" dell'AMI. Dopo ripetute diffide da parte dell'AMI, Palazzi ha creato la "Associazione Musulmana Italiana, in modo da conservare la sigla AMI. Tale associazione non ha nulla a che vedere con l'Associazione Musulmani Italiani.

Lega Musulmana Mondiale - sezione italiana

Viale della Moschea, 00197 Roma; tel: 0680690187; e-mail: lmm.italia@flashnet.it; sito web: http://www.lega-musulmana.it

E' l'Islam della moschea di Monte Antenne. Si tratta della sezione italiana (fondata nel 1998) dell’omonima organizzazione wahhabita che ha sede in Arabia Saudita. L’organizzazione di cui è Presidente l’ex Ambasciatore italiano in Arabia Saudita Mario Scialoja (mentre il segretario è Omar Camilletti) non è tuttavia riuscita a creare attorno a sé una rete di moschee e centri islamici cooptando dissidenti dell’UCOII, nei cui confronti mantiene un atteggiamento un po' critico. I locali adiacenti alla moschea ospitano una ricca ma fin qui non molto frequentata biblioteca.

Centro Islamico Culturale d’Italia

Viale della Moschea, 00197 Roma; tel.: 06 8088258 / 8082167 - fax: 06 8079515

Il Consiglio d’amministrazione di questa organizzazione, che ha sede presso la stessa moschea di Monte Antenne, è formato da ambasciatori accreditati presso lo Stato Italiano e la Santa Sede. E’ il cosiddetto "Islam degli Stati", sostenuto dalla Lega Musulmana Mondiale, che ha sede in Arabia Saudita. Del CCId’I è Presidente l’ambasciatore dell’Arabia Saudita Muhammad ibn Nawâf, segretario il marocchino Abdellah Radouan.

Associazione Zayd Ibn Thâbit

Via Corradino di Svevia 7-11, 80142 Napoli; tel: 0815538637 - fax: 0815560002

Gli animatori principali sono Hamza Massimiliano Boccolini e Ahmad Michelangelo Guida. Originariamente impegnata a creare, cooptando dissidenti dell’UCOII, una rete di moschee e centri islamici per la Lega Musulmana Mondiale, l’Associazione ha oggi preso le distanze da quell’organizzazione.

"al-Mujâhida"

Un ristretto ambiente che ruota attorno all’omonima rivista, animata a Carmagnola da Aisha Barbara Farina e Abdul-Qadir Fall Mamour. Fautori del jihâd ad oltranza, si schierano apertamente con tutto l'Islam militante.

Islam delle confraternite

In Italia le più importanti confraternite sono la Muridiyya e la Tijaniyya, che riuniscono i musulmani senegalesi. Tra quelle composte da italiani si segnala la Jerrahi Halveti (Milano - pres. Gabriele Mandel Khan), sezione di una confraternita con sede in Turchia.

Associazioni e centri culturali

Ve ne sono molti, ma qui siamo talvolta al di fuori del discorso prettamente religioso. Il Centro Culturale Islamico Europeo fa capo all’Ambasciata iraniana e ha prodotto molte pubblicazioni sull’Islam sciita. Segnaliamo, su un versante prettamente culturale, la "Dar al-Hikma" di Torino, presieduta dallo scrittore iracheno Younis Tawfiq (contempla una biblioteca, una caffetteria, un hammâm ed altri servizi) e il "Fondaco dei Mori", un circolo culturale con ristorante presieduto da Ali Schutz.

Il rapporto con lo Stato italiano e la questione dell’"intesa"

E’ innanzitutto da ricordare il tentativo - peraltro già abortito - di presentare come "controparte per l'intesa" con lo Stato italiano un Consiglio Islamico d’Italia, fondato nel 1998, il quale includeva l'UCOII (da sempre attiva in tal senso),(5) la Sezione Italiana della Lega Musulmana Mondiale e il Centro Islamico Culturale d’Italia, il cosiddetto "Islam degli Stati". L'AMI, l'ICCII, la Scuola Islamica di Roma (realtà piuttosto marginali ma ‘spregiudicate’, come abbiamo visto, nella scelta della linea da seguire) e la CoReIs hanno però rifiutato di partecipare ad un "Consiglio" o a qualsivoglia iniziativa cui aderissero elementi legati ai Fratelli Musulmani, a loro dire preponderanti nell’UCOII: visto il numero risibile degli aderenti alla Sezione Italiana della Lega Musulmana Mondiale, l'egemonia dell'UCOII nel "Consiglio" - sostenevano assieme ad alcuni ambasciatori del Centro Islamico Culturale d’Italia - sarebbe stata totale. Ma il progetto è fallito soprattutto per le proteste degli ambasciatori della Lega Araba (un ambiente islamico gradito in vasti settori della Chiesa), in particolare del suo decano, l'allora Ambasciatore del Marocco, che nel suo incontro con l'ex-Presidente Scalfaro ribadì come il discorso sull'intesa concerna i cittadini italiani, non gli immigrati, e come i Fratelli Musulmani siano illegali in quanto considerati "eversivi" nella maggioranza dei paesi islamici (cosa, com’è facile immaginare, del tutto contestabile nonché arbitraria). Conseguentemente, l'allora presidente Scalfaro rifiutò di ricevere al Quirinale una delegazione del "Consiglio" e il governo D'Alema non provvide all'incontro in programma. Da allora, alcuni membri della direzione hanno abbandonato l’incarico, e del "Consiglio" è rimasta traccia soltanto sulla carta ed in qualche sito internet.

Una nota sulle moschee: in Italia le vere e proprie moschee con cupola e minareto sono solo due, quella di Monte Antenne a Roma e quella del Misericordioso a Segrate, mentre quella di Catania pare non essere più in uso.

Conclusioni

Da quanto esposto, e considerata la nota introduttiva, si evince un dato piuttosto evidente. Esiste in Italia un Islam reale, presente sul territorio con numerose moschee e centri islamici, che è quello affiliato all’UCOII.

Il resto pare essere più che altro

  • espressione della ‘concorrenza’, che servendosi di organizzazioni spesso esistenti solo sulla carta spera di togliere spazio all’UCOII;
  • gruppi nati attorno a qualche personaggio ‘carismatico’ o che gode di buone credenziali preso ambienti che contano;
  • nei casi peggiori: emanazione di ambienti che con l’Islam hanno ben poco a che fare.
  • E’ ovvio che la corsa al riconoscimento come controparte dello Stato italiano ha scatenato tutta una serie scontri e di appetiti, in più d’un caso attizzati dall’esterno del mondo islamico. La posta in gioco - anche senza tirare in ballo l’importante questione dell’8 per mille - in effetti non è di poco conto; si pensi alla nomina di insegnanti, di assistenti sociali, di imâm eccetera. Meglio sarebbe non procedere ad alcuna intesa, per non giungere ad una sorta di "Chiesa islamica", dato che quelle che ci sono già bastano ed avanzano ad influenzare la politica dello Stato Italiano. Ma tant’è, le regole in Italia sono queste, per cui vi è da osservare che l’eventuale intesa dello Stato con organizzazioni poco rappresentative o addirittura create ad hoc recherebbe grave pregiudizio alla maggioranza dei musulmani in Italia, che nell’UCOII trovano un soggetto sicuramente indipendente dalla logica dell’"Islam degli Stati". Stati che sappiamo essere in troppi casi vere e proprie strutture di oppressione dei loro cittadini.



Note   

(1) Magdi Allam, La paura dei musulmani d'Italia. Viaggio nell'inquietudine dei 700 mila islamici del nostro Paese, "La Repubblica", 30 settembre 2001. Vedi anche il dossier consultabile all'indirizzo http://www.cestim.org/02.islam.htm.

(2) Cesnur (a cura di), Enciclopedia delle religioni in Italia, Edizioni Elledici, Leumann 2001, p. 437.

(3) Dopo la prima, ne sono uscite altre cinque edizioni ("Grandi tascabili Newton Compton" e "Mondolibri") per un totale di oltre 100.000 copie.

(4) Cfr. alcune pubblicazioni: Cfr. alcune pubblicazioni: Un dio mai crocifisso; Il dio che non c'è; Confutazione della dottrina trinitaria; I segreti scomodi dei Vangeli.

(5) E' senz'altro istruttiva - alla luce del senno di poi - la lettura del seguente articolo: "Incontro con il Sottosegretario di Grazia e Giustizia On. Mario Borghezio," Il Musulmano, n. 5-6, giugno-luglio 1994, p. 3.

   


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