Il telepatico Adel Smith
ossia, l'indiano cattivo




Miguel Martinez



Luglio 2004 - Un nuovo aggiornamento a questo articolo su Adel Smith è inevitabile dopo aver visto il suo libro, Iddio maledica l'America - Carchitti (RM), Edizioni Alethes, 2003. A mano a mano che sfogliavo la copia che mi aveva prestato un amico, notavo qualcosa di familiare. Infatti, a pagina 172 Adel Smith scrive:

"L'impegno dei cosiddetti "cristianosionisti", che raccolgono circa cinquanta milioni di simpatizzanti all'interno dell'unica potenza rimasta attualmente sulla terra, assume molte forme, dalla pressione sistematica sui candidati..."
Somiglia in maniera sorprendente a questo mio brano, che si trova sul mio sito:
"L'impegno dei cosiddetti "cristianosionisti", che raccolgono circa cinquanta milioni di simpatizzanti all'interno dell'unica potenza rimasta attualmente sulla terra, assume molte forme, dalla pressione sistematica sui candidati..."
Da pagina 171 a pagina 177, il testo di Adel Smith coincide con il mio anche nelle virgole. Da pagina 179 a 187, coincide invece con un articolo di Roberto Giammanco, sempre sul mio sito. Poi per due pagine, ri-coincide con il mio articolo...

Ora, queste pagine non citano mai nè la fonte nè l'autore. Eppure sono corredate di tante note a piè di pagina... che coincidono con quelle a piè di pagina del mio sito.

Ora, i casi sono tre.

Prima ipotesi: telepatia. Sarebbe un caso davvero notevole - nemmeno Uri Geller si è mai vantato di saper trasmettere 16 pagine con il pensiero, senza sbagliare una virgola.

Seconda ipotesi: io e Giammanco abbiamo plagiato il testo di Adel Smith. Non so se una persona sana di mente lo farebbe, comunque tutto è possibile. Solo che i nostri articoli sono usciti entrambi su riviste, prima di venire messo sul sito; il mio è comparso su Movimenti Religiosi Alternativi", n. 29. Dovrei controllare la data, comunque si tratta più o meno del 1998. L'articolo di Roberto Giammanco è uscito invece su Hortus Musicus, No. III, anno 2002. Il libro di Adel Smith è uscito nel mese di aprile 2003.

Terza ipotesi. Siccome Adel Smith è un cultore delle denunce, non potrei mai pensare che possa aver plagiato dei testi senza citare nè la fonte nè l'autore, spacciandoli per suoi.

Per cui l'unica possibilità è proprio la telepatia.

Comunque, questi brani non sono affatto gli unici a sembrarmi familiari.

Propongo a tutti coloro che possiedono il libro di Adel Smith di partecipare a un concorso sul tema "trova la fonte segreta". Si prega di citare le pagine precise del libro di Smith e quelle della fonte, con autore, edizione e data. Possono partecipare anche i lettori del libro di Adel Smith appena uscito, dal caratteristico titolo Il dovere di odiare Israele.

A chi manda il brano più lungo verrà offerta una cena presso l'ottima trattoria Vini e Commestibili di Ofena. Ordinate quello che volete. Voi anticipate i soldi, noi vi rimborseremo. Il rimborso avverrà esclusivamente per via telepatica: se non vi dovessero arrivare i soldi, vuol dire che dovete migliorare le vostre prestazioni paranormali.




La sera in cui l'Italia è entrata in guerra con l'Afghanistan, Bruno Vespa alla trasmissione Porta a Porta non ha solo denunciato un curioso attentato ma ci ha anche presentato un certo Adel Smith dell'Unione Musulmani d'Italia, che ha recitato con maestria il ruolo dell'indiano cattivo, speculare a quello dell'indiano buono recitato da Massimo "Abdul Hadi" Palazzi. Ma vediamo chi è il Fratello Smith che ha criticato il crocifisso... e come lo ha fatto in realtà.





adel smith

Adel Smith


Molto tempo è passato dalla prima stesura di questo articolo, e Adel Smith è diventato un personaggio noto. Per cui sorvolo sulla sua denuncia contro il Papa; sulla famosa querelle del crocifisso di Ofena, o sullo scontro in diretta TV con lo spocchioso narcisista-liberista Carlo Pelanda, o l'aggressione contro di lui compiuta, sempre in diretta TV, da militanti di Forza Nuova.

Adel Smith è diventato una sorta di antagonista globale su cui la società italiana misura le proprie follie, un attore indispensabile nello spettacolo generalizzato. Per tanti telespettatori, i suoi discorsi sembravano infatti confermare i peggiori timori di tanti italiani, magari non particolarmente religiosi, ma comunque atavicamente legati al cristianesimo: lo scopo fondamentale dell'Islam, dichiarato proprio dal dirigente dell'Unione Musulmani d'Italia - che presumibilmente rappresenta tutti i musulmani d'Italia - consisterebbe nel condurre una guerra contro la "nostra" religione.

Come vedremo, non tutte le colpe sono di Adel Smith, che è una persona piuttosto gentile e sorprendentemente rigorosa nelle discussioni. Bisogna ammettere che qualche ragione ce l'ha nell'ottantina di denunce per diffamazione che ha fatto in questi mesi - alcune contengono una dose di sottile umorismo: ad esempio, ha denunciato Forza Nuova per averlo paragonato a Gianfranco Fini.

Gli sono state poi mosse le accuse più assurde: Oriana Fallaci si è addirittura inventata una condanna a morte nei propri confronti, lanciata da Smith. Nessun quotidiano italiano ha pubblicato la rettifica dell'Unione Musulmani d'Italia, che pubblichiamo qui: il comunicato era stato ripreso, onore al merito, dal pittoresco ma leale e spesso coraggioso sito, Dagospia.

È però innegabile che Smith si sia andato a cercare la fama di cui gode attualmente. Un volantino cristianista distribuito a Verona fa vedere la foto di una manifestazione in cui Adel Smith guida alcuni manifestanti davanti al Castello Sforzesco di Milano che inalberano cartelli contro "L'Eucarestia: rito antropofago" e che commentano, profondamente, "L'Islam? Sempre più su... Cristianesimo? Sempre più giù." Gli autori del volantino commentano "Ecco il vero Islam!" e aggiungono alla lista dei terroristi islamici, per buona misura, anche il Genova Social Forum, il presidente Ciampi e ... Giovanni Paolo II.


unione musulmani d'Italia

Il volantino che attacca Adel Smith, Ciampi e il papa.
Fare clic qui per ingrandire 


Ciampi a parte, quanta ragione hanno i nostri cristianisti nel definire Adel Smith un rappresentante del "vero" Islam?

Intanto, una premessa tecnica: l'Islam non ha alcun capo o alcuna organizzazione o alcuna gerarchia. Dire che qualcuno "rappresenta" i musulmani è un po' come dire che qualcuno "rappresenta" i laici. Nessuno puo' parlare a nome di tutti i musulmani, un fatto che peraltro sta ritardando l'intesa tra lo Stato italiano e... e migliaia di individui che non hanno alcuna intenzione di costituirsi in chiesa.

Secondo, l'enorme maggioranza dei musulmani in Italia è ancora oggi composta da individui di nazionalità extraeuropee, anche se ovviamente la cosa cambierà nel giro di una generazione. I musulmani italiani sono pochi - in ambienti curiali girano ogni tanto cifre ridicole, ho sentito addirittura parlare di "centomila italiani convertiti all'islam". La cifra andrebbe divisa per mille, o quasi.

Alcuni italiani sono persone serie; ad esempio Ali Schutz di Milano, oppure Hamza Roberto Piccardo dell'Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII), che rappresentano posizioni molto diverse ma entrambe rispettabili. Pur ribadendo il concetto che nessuno puo' rappresentare "i musulmani" nel loro complesso, l'UCOII è comunque l'organizzazione che raccoglie più consensi tra musulmani di varia provenienza.

Alcuni italiani sono invece individui assai particolari. Tra questi, Adel Smith. Cittadino italiano, il padre è di lontane origini scozzesi, la madre invece è egiziana, risiede nel piccolo e tranquillo comune abruzzese di Ofena, dove ovviamente costituisce un notevole punto di interesse per la vita locale. Caratteristica fondamentale di Smith è l'astio che nutre per il cristianesimo in cui è cresciuto.

Dopo una lunga permanenza in Albania, Smith è ricomparso in Italia - e a Ofena - nel 2000, cercando di presentare i propri testi anticristiani agli incontri di varie organizzazioni islamiche in Italia e venendo gentilmente messo alla porta da tutte. A parte attaccare di tanto in tanto il cristianesimo, non sembra che faccia molto altro: alcuni hanno quindi ipotizzato che Smith facesse di mestiere l'agente provocatore, ma pare improbabile, visto che tutti coloro che lo hanno conosciuto sono rimasti colpiti dalla sua indubbia buona fede.

Comunque Smith è riuscito ad agganciare un altro individuo, che per certi versi sarebbe anche simpatico, un donchisciotte romanaccio venditore di materassi. Si tratta di Massimo, in arte "Abdul Haqq", che trascorse un breve periodo in carcere, da giovanissimo, come fiancheggiatore delle Brigate Rosse (senza alcuna imputazione per reati di sangue). Quando scoppiò la Guerra del Golfo, senza saperne nulla di Islam, decise di farsi musulmano. Aveva un piccolo seguito di borgatari romani, tre o quattro di numero, che però sembra che lo abbiano già abbandonato. Se mi si concede un tocco di colore, mi ricordo Abdul Haqq una volta mentre adocchiava una bella cameriera: "anvedi che morettina..." poi distolse lo sguardo, aggiungendo, "eh già, er Profeta disse che nun le devi guardà... e c'aveva pure raggione, tanto quanno l'hai guardata, nun è che c'hai fatto niente."





Lo scudiero di Smith dopo lo scontro in TV
con una banda di seguaci di Forza Nuova

Smith e Abdul Haqq insieme hanno costituito l'Unione Musulmani d'Italia, che nello statuto non si presenta come un'associazione, bensì come un partito politico: come tale, venne fondato nel salone di un albergo romano, alla presenza di una quindicina di persone, di cui cinque o sei appartenenti ai servizi di vari paesi arabi e qualcuno, si può essere sicuri, anche ai servizi italiani, più almeno due o tre curiosi, per cui il numero di militanti effettivi è facile da calcolare. Anche se bisogna dire che le forze poi sono cresciute, con l'adesione di un'infermiera di Niguarda a Milano, tale Rosa Fatima Petrone, che avrebbe guadagnato un bel po' di pubblicità agli smithisti per aver protestato contro la presenza di un crocifisso sul suo posto di lavoro.

Recentemente, Mario Borghezio, eurodeputato della Lega, si è reso ridicolo chiedendo lo scioglimento del partito di Smith (La Padania del 8 novembre 2001), da lui descritto come «leader indiscusso di un neonato movimento di musulmani italiani». Date le sue dimensioni, non sorprende che Smith ne sia leader indiscusso; incuriosisce piuttosto la scarsa coerenza di Borghezio, già militante di un'area politica che si lamenta spesso e volentieri delle vessazioni che subisce in nome della Legge Scelba e della Legge Mancino.

Un giorno, Smith e il suo seguace scoprirono, chissà come o da chi, che nel Duomo di Bologna c'era un affresco medievale che rappresentava Muhammad all'inferno, presumo tratto dalla Divina Commedia. E qui hanno trovato un'occasione straordinaria di pubblicità gratuita per la loro non-organizzazione, chiedendo la distruzione dell'affresco: una richiesta condannata immediatamente da tutte le organizzazioni islamiche in Italia. Alzi la mano chi si ricorda di aver letto tali smentite sulla nostra stampa.

Il 14 ottobre 2001, Smith - approfittando dell'attentato di New York - ha tenuto un comizio al Parco del Castello a Milano, in cui ha inveito contro l'affresco davanti a una minuscola folla di curiosi. Un fatto però davvero strano: nella foto pubblicata su L'Avvenire, si vedono quattro o cinque persone dall'aspetto balcanico, proprio quelle che tengono in mano gli ormai famosi cartelli (la foto si può vedere sempre sul volantino cristianista). Qualche musulmano in vena di complottismo ha notato che questi albanesi erano privi di barba, per cui certamente non erano "fondamentalisti islamici". Gli ipercomplottisti hanno anche trovato strano il fatto che un gruppo di immigrati si esponesse in maniera così clamorosa alle attenzioni della DIGOS: che non avessero nulla da temere?

I razzisti nostrani non nascondono la loro gratitudine ad Adel Smith. Ecco cosa dice un certo Alberto Indelicato ("Musulmani: cittadini, ma non italiani", Il Giornale, 20 settembre 2002) - notate con che furbizia aggira il problema della rappresentatività numerica del movimento di Smith:

Gli italiani ignorano quanto dovrebbero essere grati ad una certa "Unione dei Musulmani d'Italia", che sempre più spesso fanno parlare di sé. Non sappiamo quanti islamici raggruppi e rappresenti, ma la sua importanza prescinde dal dato strettamente numerico per le ragioni che non mancheremo di illustrare tra poco. Per intanto ricordiamo che dai suoi rappresentanti è venuta l'indignata segnalazione dell'affresco che nella chiesa bolognese di San Petronio rappresenta Maometto nei tormenti dell'Inferno e la richiesta di sopprimerlo. In realtà pochi lo avevano notato e pochissimi lo avevano messo in rapporto con il canto dantesco relativo ai seminatori di scisma e di discordia.

Nel gioco degli specchi, ogni mossa del disoccupato di Ofena fa alzare la posta dall'altra parte. Esilarante la campagna della signora Silvia Ferretto Clementi, Presidente della commissione consiliare "Cultura, formazione professionale, commercio, sport, informazione" della Regione Lombardia, per mettere fuorilegge il micropartito di Adel Smith e del suo solitario seguace. La grintosa signora, militante missina dall'età di sedici anni e moglie del noto esponente di Alleanza Nazionale Riccardo Decorato, ha promosso una raccolta di firme con le seguenti motivazioni:

PETIZIONE al Presidente della Repubblica e al Parlamento

I SOTTOSCRITTI CITTADINI ITALIANI, FORTEMENTE PREOCCUPATI PER IL DILAGARE DEL FONDAMENTALISMO ISLAMICO CHIEDONO:

-CHE IL PARTITO ISLAMICO FONDATO DA ADEL SMITH VENGA SCIOLTO,

-CHE NESSUNA ASSOCIAZIONE ISLAMICA POSSA USUFRUIRE DEL CONTRIBUTO DELL’8 per mille FINO A QUANDO NON PRENDA UNA NETTA E CHIARA PRESA DI POSIZIONE CONTRO LA VIOLENZA, IL FANATISMO E LA GUERRA SANTA

- CHE NON SIA PERMESSA LA COSTITUZIONE DI PARTITI ISPIRATI A PRINCIPI PALESEMENTE ANTIDEMOCRATICI E IN APERTA VIOLAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO

La petizione mostra certamente l'entusiasmo vivace della sua autrice; ma anche una forma ricorrente di ipocrisia: i neofascisti tendono a lamentarsi quando vengono emanate leggi repressive nei loro confronti, ma spesso sono i primi a chiedere leggi simili contro gli altri. La storia della trave e della pagliuzza, insomma. Tra parentesi, nelle pagine che il sito della signora dedica ad Adel Smith, ci sono link ad alcuni articolo, ma a un unico sito esterno, qualcosa che si chiama "Coranoislam". Questo sito è un'ammucchiata confusa di islamofobia di ogni sorta, rigorosamente anonima (manca persino un recapito e-mail). I link di questo sito ci portano però in un pellegrinaggio attraverso mondi meravigliosi:

  • qualche altro sito anonimo
  • un sito evangelico che ci spiega perché il cristianesimo (loro) è meglio
  • un certo Andrea Fracassi di Gaggiano con un sito dedicato a scandali, canzonette, la Storia del Grande Fratello 2001, Miss Italia, ma anche feroci attacchi all'islam
  • Dulcis in fundo, il sito di Arrigo Muscio che riporta le testimonianze di anime dannate dall'aldilà e le confessioni di diavoli cacciati durante esorcismi. Ci sono addirittura le foto dall'inferno. Che noi vi risparmieremo, presentandovi invece quella della signora Ferretto Clementi.



  • silvia ferretto clementi alleanza nazionale

    Silvia Ferretto Clementi, con basco da parà, collana di perle e bandierone 

    Gli attacchi a Smith non sono sempre stati corretti. Le persone più moderate lo accusano di aver definito il crocifisso - durante la famosa trasmissione da Vespa - un "cadaverino"; ma girano anche forme assai più barocche: su it.cultura.religioni.cristiane, una certa Barby chiede:

    "Come mai i sinistri e i cattocomunisti non dicono niente quando qualche islamico in televisione viene a parlare del Crocifisso come un "ammasso di carne putrida?"

    Ecco in realtà cosa ha detto Smith, peraltro in risposta a una precisa domanda di Vespa:

    "«…Senza voler offendere nessuno…per un bambino che guarda e viene a chiedere che cosa rappresenta, gli si può dire che questo rappresenta il cadavere di un uomo nudo affisso su un pezzo di legno usato dai romani per punire i peggiori criminali dell’epoca…per chi vede questa cosa per la prima volta non è piacevole vedere un cadavere in miniatura… raffigura un cadavere in miniatura, ed è tale…»."

    Un'affermazione forse poco opportuna, ma identica nella sostanza a quella fatta il 19 aprile del 2003 da Gad Lerner, durante la trasmissione L'Infedele. Ora, come sottolinea un comunicato della stessa Unione Musulmani d'Italia, che ripubblichiamo qui a puro scopo informativo, al programma di Lerner erano presenti - e consenzienti - alcune delle persone che avevano aggredito con più ferocia Smith: Baget Bozzo e Renato Farina, il vicedirettore di quell'ineffabile giornale che si chiama Libero.





    Smith-mania: la Confraternita della Madonna Santissima del Rosario di San Giorgio Molara (BN) marcia su Ofena per piantare una croce alta ben tre metri - 1 novembre 2003

    Personalmente non credo che Adel Smith sia pagato per recitare il ruolo del musulmano che tutti i crociati e guerrafondai di questo momento sognano. C'è una spiegazione più semplice - e forse anche più preoccupante - di questo caso così assurdo.

    Le informazioni sono libere, in una società democratica, per permettere a ogni cittadino di arrivare a una decisione ragionata. Ma cosa succede se le informazioni diventano semplicemente uno spettacolo, che da una parte impone la volontà del dominante sul suddito, però dall'altra si prostituisce al cittadino stesso, conformandosi a tutti i suoi desideri di divertimento, di eccitazione, di paura?

    In questo caso, l'informazione è semplicemente un gioco e una merce. Alcuni devono faticare da matti per inserirsi nel gioco, e quasi tutti finiscono sospinti nell'anonimato.





    Adel Smith nell'immaginario collettivo assume forme straordinarie

    Ci sono però alcuni attori poveri, che sanno come inserirsi in questo gioco, ottenendo risultati a volte incredibili. Il trucco sta nel parassitare eventi maggiori, presentandosi come il cattivo perfetto. È quello che fa Adel Smith, cavalcando l'islamofobia, l'isterismo bellico, il razzismo, il "cristianismo", il suprematismo occidentale che in questi giorni si stanno scatenando in una folle sabba, che unisce tutto il gusto di una guerra ben fatta all'assenza assoluta di pericolo reale: la guerra di Disneyland, che riporta innumerevoli migliaia di afghani alla polvere e alla pietra, ma che per noi è soltanto un agitarsi di bandiere e sani istinti omicidi.

    Adel Smith, che normalmente sarebbe solo il personaggio più pittoresco di Ofena, uno tra mille e mille eccentrici d'Italia - dal caro vecchio Pierluigi Ighina che bombarda la Luna con cannoni di cartapesta, a Carl William Brown che spamma tutto Internet con le sue opere poetiche e i suoi aforismi - diventa il Capro Espiatorio della nazione, trascinato alla distruzione, ma intanto viene addobbato di nastrini mentre si avvia verso la rupe da cui verrà scagliato giù, le-'Azazel, "per il demone Azazele", affinché si distragga e non porti testimonianza contro Israele.

    Ma evidentemente basta un nastrino per rendere felici certe capre.

    In appendice: un articolo che racconta di come Smith fu cacciato dalla Moschea di Roma (vedere però la nota in fondo allo stesso articolo) e uno splendido intervento di Cacciari in merito.



    P.S. Il 9 novembre, Adel Smith è stato cacciato dalla Moschea di Roma dai semplici fedeli. Ecco il resoconto in un comunicato di agenzia:

    ISLAM: ADEL SMITH CACCIATO DALLA MOSCHEA DI ROMA - UN TESTIMONE, CHE SEI VENUTO A FARE? MEGLIO CHE TE NE VAI!

    Roma, 9 nov. - (Adnkronos) - Adel Smith è stato cacciato senza troppi complimenti stamane dalla moschea di Roma, dove era andato a vendere i suoi libri contro il Cristianesimo e la Chiesa cattolica. L'episodio, avvenuto intorno alle 10.30 e reso noto da alcuni testimoni, è stato confermato dai vertici della Lega Musulmana Mondiale che ha sede nella moschea. Unanime condanna è stata espressa dalla comunità islamica nei giorni scorsi per le offese espresse da Smith contro il Cristianesimo durante un'infuocata puntata di "Porta a Porta".

    "Si è presentato con il suo banchetto di libri intorno alle 10.30" racconta O.H., di nazionalità araba, che chiede l'anonimato. "Era venuto altre volte, anche in passato, ma noi stavolta non abbiamo avuto dubbi: appena l'abbiamo visto tirare fuori i suoi soliti libri, contro il Crocifisso, la Chiesa e il Vaticano, gli abbiamo detto subito di andarsene. 'Se vuoi, gli ho detto, vai a pregare in moschea. Altrimenti è meglio che te ne vai: noi qua non ti vogliamo e poi questi tuoi libri non ci interessano'".

    "Eravamo - dice ancora - una quindicina: lui era venuto al mattino per avere più gente al momento della preghiera delle 12.30 e magari farsi intervistare, perché qui il venerdì è pieno di giornalisti. Ma tutti quanti gli abbiamo detto che non era proprio il caso dopo quello che ha fatto l'altra sera da Vespa. Smith non ha neanche ribattuto: ha ripiegato il banchetto e si è allontanato. Ma siete voi giornalisti che date importanza a questa gente: per noi non ha mai rappresentato nessuno se non se stesso che date importanza a questa gente; per noi non ha mai rappresentato nessuno se non se stesso e il suo segretario".

    (Mbr/Zn/Adnkronos)
    09-NOV-01 17:43


    Nota: a proposito di questo episodio Adel Smith - che mi aveva evidentemente scambiato per l'autore di questo dispaccio di agenzia - mi ha recentemente scritto quanto segue:

    "Quel giorno, poi, io stavo ad Ofena, perché ero intrattenuto, fino alle ore tredici e trenta circa, da un giornalista di una TV abruzzese (la Tv7) che mi intervistava; e l'intervista è stata pure mandata in onda nella serata del medesimo giorno. Informati al riguardo. Come potevo essere ad Ofena e contemporaneamente a Roma nell'orario della preghiera? Dimmelo tu!"

    Cacciari: "Smith? Lo aspetto all'inferno"

    Il filosofo e deputato della Margherita, è stato il primo ad aver polemizzato con l'integralista di Ofena. "Fu bravo Vespa a crearlo. Adesso però le tv sfruttano solo la sua distorsione".

    di Simone Navarra

    ROMA - "Ma che cosa vuole Adel Smith? E' un povero mentecatto. Se lo devo incontrare un'altra volta?

    Sarà all'inferno. Se fossi stato al posto di Pelanda non so come avrei reagito, ma certo non sarebbe stato facile tenermi...". Massimo Cacciari, filosofo di fama, testa pensante dell'Ulivo e deputato della Margherita, perde tutto il suo aplomb quando gli si nomina "l'integralista di Ofena". "E' un soggetto a uso e consumo delle telecamere di provincia in cerca di audience e notorietà. Una roba da ridere".

    Lei fu il protagonista della prima rissa con Smith. Era collegato con uno studio esterno ed evitò il contatto fisico, cosa le viene in mente di quella serata?

    La professionalità di Bruno Vespa, che fu bravo a mischiare le carte. Smith è stata una sua invenzione anche se successivamente, dopo l'infamante definizione del crocefisso, disse di aver sbagliato ad invitarlo. L'unica considerazione è che errare è umano ma perseverare è malefico. Quanto è accaduto è inaudito.

    Colpa quindi di Serenissima Tv se oggi si parla ancora di certe cose?

    Certamente. E di tutti quelli che in totale malafede, nuocendo all'immagine dell'Islam, propongono l'integralista che vuole convertire il Papa e chiama Geronimo, uno come Osama Bin Laden. Dio non deve perdonare quelli che lo invitano e lo propongono come rappresentativo di un mondo che l'ha sconfessato in tutte le occasioni.

    Pelanda ha sicuramente sbagliato a reagire...

    Ma non so quello che ha fatto Pelanda. Le persone con un po' di sale in zucca non vedono certe trasmissioni. Sicuramente ha sbagliato a rispondere con le sberle, però certe volte negli studi televisivi la tensione è enorme. Io spero di non incontrare Smith mai più nella vita e se deve essere, che sia all'Inferno sempre che entrambe andiamo a finire nello stesso posto.

    (http://www.ilnuovo.it, 7 GENNAIO 2003; ORE 16:30)


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