ANCH'IO! ANCH'IO!
L'Italia viene ammessa a fare la guerra
 



Miguel Martínez   



"Anch'io! Anch'io!"   

Cinque di novembre, anno duemilauno.   

Per la seconda volta in sessant'anni, l'Italia ce l'ha fatta a convincere un alleato potente ma piuttosto diffidente a farla entrare in guerra.   

Probabilmente è per motivi storici, o se si vuole semplicemente superstiziosi, che il potente alleato non è molto convinto della petulante vocina che grida, "anch'io! anch'io!" Nella Seconda Guerra Mondiale, per dirla tutta, Mussolini ha portato una gran jella al suo collega nordico.   

Comunque le cose sono un po' diverse oggi.   

Nell'estate del 1940, la Francia era in agonia, ma era pur sempre la Francia, spalleggiata dal potente impero inglese; mentre gli Stati Uniti simpatizzavano per il nemico e la Russia era un dubbio alleato.   

L'Italia di oggi si è fatta certamente più furba: prima di chiedere di essere ammessa nella banda dei vincitori, si è accertata che oltre ai vecchi alleati tedeschi e giapponesi, questa volta ci fossero anche gli americani, i russi, i francesi, gli inglesi, i cinesi e - per buona misura - anche Islam Karimov, il mostruoso dittatore dell'Uzbekistan. Scommetterei anch'io che ce la faranno contro l'Afghanistan.   

Un'altra importante differenza è che ad annunciare la guerra non è stato Benito Mussolini a Piazza Venezia, ma Bruno Vespa a Porta a Porta.   

E siccome non siamo in dittatura, Bruno Vespa si è assicurato la presenza sia di un esponente del governo - Rocco Buttiglione - che di uno dell'opposizione - Massimo Cacciari. I quali hanno fatto ciò che si fa in ogni democrazia: hanno detto le stesse cose.

Bruno Vespa ha aperto la serata con la drammatica notizia che la guerra era già cominciata: ad Agrigento ci sarebbe stato un attentato islamico contro i monumenti della Valle dei Templi. Pian piano, l'offensiva del Male Planetario ha assunto contorni più netti. Sembra che si sia trattato di una bombola di gas da campeggio. fatta esplodere ai piedi del Tempio della Concordia, con accanto un lenzuolo, con le seguenti parole, in purissimo italiano: "Siamo con i fratelli dell'Afghanistan. Non ci arrenderemo fino a quando non vi sottometterete all' unico vero Dio Allah".

Le reazioni dei politici presenti in sala? Sia Buttiglione che Cacciari hanno lasciato aperta la possibilità che si trattasse solo del gesto di un "isolato"; Buttiglione ha rammentato ai musulmani che se non fosse stato per Avicenna, la filosofia greca non si sarebbe conservata in Occidente, mentre Cacciari ha affermato che "l'Islam ha molti volti."   

Bene, anche l'Occidente ha molti volti, tra cui quelli di Buttiglione e Cacciari, che - per i motivi che vedremo - si possono tranquillamente definire complici degli attentatori di Agrigento.   


il vernacoliere su berlusconi e la guerra



Un rappresentante molto convincente   

Quando abitavo a Siracusa, un'agenzia di metronotte era solita mandare in giro un rappresentante, cortese e incravattato come tutti i rappresentanti, a prospettare i suoi servizi. Il rappresentante veniva congedato da molti negozianti che non erano particolarmente interessati a pagare per avere una persona che passasse una sola volta durante la chiusura a infilare un bigliettino nella saracinesca.   

Due notti dopo, una piccola bomba esplodeva davanti al negozio. Nulla di grave, per carità... ma la mattina seguente, lo stesso rappresentante si presentava al negozio, con un'espressione di partecipe simpatia, dicendo di aver letto sul giornale dell'attentato e chiedendo se per caso il negoziante non volesse prendere di nuovo in considerazione la proposta che era stata fatta pochi giorni prima.   

Insomma, non è sempre chiaro perché scoppiano le bombe... in particolare ad Agrigento: due o tre anni fa, Vittorio Sgarbi conduceva le proteste degli abusivi le cui case erano state distrutte perché interferivano con l'estetica del Tempio della Concordia. E quando qualcuno ha subito la demolizione della propria casa, nulla di strano che covi propositi di vendetta.   

La Nonna di Toscolano Maderno   

Tutto questo rientrerebbe nella fisiologia della vita di provincia, se non si aggiungesse una miscela esplosiva di manipolazione e paure ataviche.   

Tempo fa, vicino a Brescia, una signora si recò dalla polizia, sostenendo di aver lasciato il proprio bambino in macchina il tempo di scendere a fare la spesa; al suo ritorno, il piccolo non c'era più. Ecco cosa ipotizzò una certa Nunzia Vallini sul Corriere della Sera del 18 dicembre 1999:.   

"Chi si è portato via il piccolo ha anche rovistato nel cassettino del cruscotto. Zingari? [] Nel settembre scorso, una nonna di Toscolano Maderno aveva sorpreso una nomade con la sua nipotina di venti mesi in braccio, appena prelevata dal giardino di casa. 'Ho urlato a squarciagola e quella donna ha mollato la presa', raccontò Bruna Amolini."
  Il presunto furto nel cruscotto è diventato la prova della colpa degli "zingari": si sa che loro per definizione rubano. E poi c'è un'altra prova talmente convincente che la Vallini non prende nemmeno in considerazione altre ipotesi: una volta, si narra, una donna Rom avrebbe preso in braccio una bambina. Se una donna vede una bambina smarrita per strada, che magari è riuscita a sgusciare fuori dal giardino di casa, è tanto strano che la prenda in braccio e si metta a cercarne la mamma? Ma le donne Rom non sono donne, quando prendono in braccio i bambini è per rubarli, come se non ne avessero abbastanza dei propri.   

Grazie a Dio, i poliziotti non hanno ragionato con la testa di Nunza Vallini. Il 19 dicembre, il Corriere ha presentato un titolo un po' diverso da quello del giorno prima: "Ho ucciso mio figlio, era malato: Brescia, confessione-choc della madre del piccolo Giorgio."   

I giornalisti cialtroni, come gli uomini veri, non chiedono mai scusa. Il Corriere, così pronto a lanciare accuse criminali contro "gli zingari", trattò la madre in maniera più umana: "l'ho fatto per amore - ha dichiarato la donna -. Non sopportavo l'idea di vederlo crescere diverso dagli altri." La mamma si chiede anche, "cosa penseranno di me?" E cosa penseranno dei Rom le persone che hanno letto l'articolo della Vallini? La mamma peraltro sembra che fosse recidiva - il piccolo Giorgio era già stato buttato dentro un canale alcuni mesi prima ed era stato salvato da un albanese.   

A quei tempi, esistevano ancora forme di comportamento civile in Italia. Ma dopo l'undici settembre, i politici come Buttiglione e Cacciari e gli uomini-media come Bruno Vespa, hanno sistematicamente inculcato nella testa degli italiani una serie di affermazioni false, e qui l'immenso potenziale paranoico delle masse si sposa perfettamente con le menzogne dei potenti.   

Ad esempio, ci dicono che gli islamisti vogliono distruggere la cultura dell'Occidente. Oriana Fallaci è arrivata persino a dire che ci vogliono togliere il cognacchino e farci bere latte di cammella.   

Ora, in realtà degli islamisti si può pensare tutto il male che si vuole, ma non si può negare che si pongono problemi molto concreti: come reagire alle basi militari americane in Arabia Saudita, alla presenza israeliana in Palestina, all'embargo sull'Iraq, alle stragi russe in Cecenia, all'esercito indiano che occupa il Kashmir. Sostanzialmente, stanno dicendo, in maniera assai brutale e rumorosa, lasciateci in pace. Però se si prestasse ascolto a questo messaggio, qualcuno qui potrebbe chiedersi, ma allora perché non li lasciamo in pace davvero? Togliamo i bombardieri dal cielo dell'Iraq, smettiamo di dare soldi e armi a Sharon, permettiamo al regime saudita di crollare come una sedia tarlata e lasciamo che tutti i dittatori da quelle parti facciano i conti con i loro popoli inferociti.   

Ovviamente questo non si può dire senza rinunciare all'Impero, quindi la menzogna diventa strutturale alla conservazione del potere.   

La seconda grande menzogna è più specifica. Per motivi di lavoro, ho conosciuto recentemente un imprenditore che un tempo lavorava per la "polizia" - il concetto negli Stati Uniti è molto più ampio che da noi - nel Centro Mondiale del Commercio. Mi ha raccontato che ben otto piani di uno dei grattacieli custodivano uffici di "sicurezza" di vario tipo, un concetto che comprende tutto dal controllo del traffico stradale ad attività dei servizi segreti. Secondo lui, gli attentatori avrebbero colpito le Torri proprio a causa della presenza di questi uffici.   

Non so se sia vero. Ma il punto è importante: i due bersagli degli attacchi dell'11 settembre erano bersagli militari - il Centro Mondiale del Commercio era proprio ciò che dice il nome, e come chiunque sa l'esercito è per definizione l'ancella degli affari; mentre tutti conoscono la funzione del Pentagono, l'altro obiettivo di cui non si parla mai.   

La Mole Antonelliana e altri obiettivi strategici   

Che i bersagli dell'11 settembre fossero di tipo "militare" e non "civile" è un fatto che può essere interpretato in vario modo: personalmente non ritengo che alcun bersaglio militare meriti un solo morto innocente, e a mio avviso i morti innocenti comprendono per definizione anche militari di leva e poliziotti di mestiere.   

Ma per drammatizzare la vittimizzazione degli Stati Uniti, e quindi per giustificare la vendetta, si è scelto deliberatamente di ribaltare quello che era successo. L'attacco ai punti di forza militare di una potenza occupante è stato trasformato in un attacco ai presunti simboli di una cultura moralmente superiore.    

So benissimo che è poco elegante definire gli attacchi dell'11 settembre "attacchi contro obiettivi militari." Intanto perché le migliaia di vittime non avevano alcuna coscienza di costituire un obiettivo militare, né probabilmente la maggior parte di loro era cosciente di trovarsi in una guerra che viene condotta da anni contro innumerevoli popoli, e non solo del Vicino Oriente o musulmani. E poi, motivo meno nobile, perché in Occidente è considerato perfettamente lecito attaccare qualunque cosa i comunicati stampa dell'esercito americano decidono di chiamare "obiettivi militari", quindi usare lo stesso termine, o legittima l'attentato dell'11 settembre, oppure delegittima le stragi compiute dalle forze armate del Bene.   

Ma, come ogni menzogna, negare la realtà porta prima a sprechi di energia, e poi a vere e proprie aberrazioni. Con i nostri soldi, è stata rafforzata la sicurezza agli Uffizi e persino a quel triste oggetto che è la Mole Antonelliana, in base alla fantastica nozione secondo cui persone che "ci odiano" sarebbero pronte a suicidarsi pur di distruggere i "nostri simboli". In termini strategici, più sicurezza ai monumenti significa togliere personale alla difesa dei pochissimi obiettivi per cui un islamista darebbe la vita, ad esempio le basi navali in cui vengono custoditi i portaerei che potrebbero bombardare località del Vicino Oriente.    

Ma a simili sciocchezze, fanno seguito inevitabilmente cose peggiori.   

Tutti sanno benissimo che il Tempio della Concordia è un oggetto che non fa male a nessuno. Noi lo conosciamo poco, figuriamoci i musulmani... Ogni tanto, è vero, ci guardiamo allo specchio e borbottiamo qualcosa a proposito del fatto che siamo "gli eredi della civiltà greca". Ma questo lo sappiamo noi, mica gli egiziani o i sauditi.   

Siamo perfettamente consapevoli che nessun musulmano scriverebbe frasi del tipo che si leggevano sul lenzuolo di Agrigento. Anzi, bisogna avere il coraggio di trasformare in affermazione la negazione: tutti sanno che solo un italiano, e un italiano particolarmente ignorante, avrebbe potuto scrivere una frase del genere.   

Tutti sanno che è solo grazie al clima di caccia al musulmano che a qualcuno poteva venire in mente di fare un attentato come quello, o almeno di rivendicarlo in quella maniera.   

Il clima di caccia alle streghe che si respira in Italia ha un unico precedente, quello delle leggi razziali nel 1938. Ma è, anche vero che, mentre all'epoca un discreto numero di giovani laureati guardava con aria famelica le cattedre che quelle leggi rendevano libere, le grandi masse erano assolutamente indifferenti. La democrazia attuale, si vede, riesce a mobilitarle meglio. I politici, i giornalisti e tutti gli altri che in questo periodo hanno alimentato un clima di menzogna e di maccartismo hanno colpe dirette. Colpe che in questo caso si avvicinano a una vera e propria complicità con gli attentatori di Agrigento: indicando una pista palesemente falsa, sviano le indagini, mentre diffondono l'odio per gli innocenti.   

Tutti ricordiamo come, quando lo scorso febbraio una giovane di Novi Ligure, aiutata dal fidanzato, fece fuori madre e fratellino, essa abbia incolpato presunti "rapinatori albanesi". Forse non tutti ricordano come vi fosse anche un testimone, un giovane operaio marocchino, che vide i ragazzi uscire di casa appena dopo il delitto, con i pantaloni sporchi di sangue. Non si presentò però subito alla polizia, per timore di essere implicato, in quanto uno straniero è sempre sospettato.   

Non so se il giovane nordafricano abbia fatto bene o no a non rivolgersi alle forze dell'ordine. Ma oggi sarebbe davvero difficile dargli torto. Immaginatevi i titoli:   

"Musulmano uccide catechista cattolica con 97 coltellate. 'Martire della fede', dice il Cardinale Giacomo Biffi, mentre in chiesa abbraccia la figlia Erika. Il parere dell'esperto, Massimo Cacciari: 'l'Islam ha molti volti". 
  Nota: nella stessa trasmissione, Bruno Vespa ha anche presentato un un certo Adel Smith dell'Unione Musulmani d'Italia, che ha recitato il ruolo dell'indiano cattivo, speculare a quello dell'indiano buono recitato da Massimo "Abdul Hadi" Palazzi. Per sapere chi è in realtà il musulmano di Vespa, potete trovare qui un ampio articolo su Adel Smith. 


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