La meretrice di Babilonia:
il Processo
 

di Miguel Martinez




Questo è il terzo di una serie di articoli su impero e tortura.

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Quando la Croce Rossa visitò il carcere di Abu Ghraib lo scorso ottobre, un mese prima che la resistenza irachena diventasse rivolta generale, i suoi uomini trovarono uomini che venivano tenuti completamente nudi, in celle spoglie fatte di cemento armato, nel buio totale. Ad alcuni, non si sa se definirli privilegiati o meno, veniva concesso di indossare un unico capo di abbigliamento: mutande femminili.

La Croce Rossa chiese spiegazioni, e si sentì rispondere da un ufficiale che tali pratiche erano "part of the process", facevano "parte del processo." [1]

Costanzo Preve, nel Bombardamento Etico, ha definito l'intero sistema americano sostanzialmente come un processo:

""Per gli americani, la 'frontiera' non è mai un limite, ma è sempre e solo una linea di oltrepassamento, ed è per questo che simbolicamente l'unica frontiera americana è il mondo intero economicamente e culturalmente unito."
Il Processo è un sistema gigantesco, in cui non esistono i netti confini che conosciamo in Europa. L'impresa privata, lo Stato, la pubblicità, lo spionaggio, l'esercito, la diplomazia, gli aiuti, lo spettacolo… costituiscono tutti un unico organismo in perenne, vivace movimento, alla ricerca incessante di soluzioni tecniche per superare gli ostacoli al dominio. È qui che assumono un ruolo enorme le fondazioni, le catene di imprese che elaborano le tecniche del dominio, documentate nell'ottimo libro L'impero invisibile. [2]

Su Libero del 21 maggio leggiamo un articolo ammirato che ci mostra come la tecnica dello spettacolo coincida in pieno con la tecnica del dominio:

"Un milione di dollari e un reality per combattere i nemici degli Usa.

I prodotti e la cultura americana sono in forte in crisi. Lo dimostra uno studio commissionato dalla Dwa-Globaleyes (l'osservatorio internazionale per la pubblicità). Per combattere questa preoccupante tendenza, che inibisce anche i commerci a stelle e strisce con il resto del mondo, una nuova organizzazione di società di marketing e pubblicità si sta preparando ad investire un capitale iniziale di 1 milione di dollari. La cifra servirà a finanziare varie iniziative volte a sconfiggere l'anti-americanismo diffuso all'estero. Del gruppo fanno parte circa 150 membri. L'associazione vorrebbe inoltre raccogliere, in un secondo tempo, altri 2 milioni di dollari per uno studio globale approfondito per categorie e marchi. Tra le ipotesi per rilanciare il made in Usa, le società di media, hanno pensato di produrre dei programmi che rappresentino al meglio come vivono veramente gli americani, piuttosto dei soliti stereotipi tipo Baywatch, insieme a programmi Usa che rendono gli americani più consapevoli di altre culture e delle ragioni del sentimento antiamericano. Si sta infatti valutando un programma pilota per un reality show in onda sulla tv americana, con americani in età da college espatriati che cercano di affrontare le difficoltà del lavoro presso società straniere mentre degli stranieri affrontano qui la stessa situazione."



"Thank Jesus you're alive!"

The Independent [3] racconta come i prigionieri iracheni venivano sistematicamente costretti a mangiare carne di maiale e bere alcol, per colpirli nei loro principi religiosi

"Ameen Saeed al-Sheikh […] dice che i soldati gli hanno spezzato una gamba, ordinandogli di maledire l'Islam. "Mi hanno ordinato di ringraziare Gesù di essere ancora vivo".

Non ci potrebbe essere simbolo migliore della cultura dei cristianisti, per i quali il cristianesimo non è una fede né un'etica, ma la bandiera di un'area geografica (che non è nemmeno quella in cui è nato il cristianesimo).




"Lo so che Gesù mi ama"

Le violenze sessuali, la nudità, i cibi gettati tra gli escrementi servivano tutti a umiliare i detenuti arabi nel loro senso dell'onore, in base ad alcune notizie elementari di "psicologia araba". Che non provenivano certamente dagli individui primitivi incaricati di eseguire le torture:

"Emergono prove sempre più decisive che indicano che la responsabilità degli abusi si trova al Pentagono, dove una 'black operation' ultrasegreta è stata costituita per dirigere il processo degli interrogatori. Questa unità, sotto la direzione di Stephen Cambone, il sottosegretario alla difesa per l'intelligence, avrebbe usato le teorie sviluppate da un accademico per guidare la tortura dei detenuti."

L'accademico in questione è il defunto Raphael Patai. Patai è stato un grande studioso della mistica ebraica e del cabalismo. Patai ha fatto più di tutti per farci conoscere il culto della dea nell'antico Tempio di Gerusalemme e lo straordinario mito di Matronit, il volto femminile della divinità, la "vergine meretrice", la sposa del Figlio, con cui si accoppiava nel Santo dei Santi del Tempio, generando l'armonia cosmica. Il suo libro The Hebrew Goddess occupa un posto d'onore nella mia biblioteca.

Questo splendido autore aveva un lato tenebroso, come la stessa Matronit: fu l'autore anche di un libro sulla "mente araba", The Arab Mind. Un libro che spicca sugli scaffali di Michael Ledeen quando viene intervistato in televisione.

Un libro con un titolo così razzista non può essere del tutto innocente. Ma non l'ho letto e non mi permetto di giudicarne il contenuto, che conosco solo per alcune citazioni in testi certamente razzisti, come quelli del predicatore cristianosionista Ramon Bennett, un personaggio nettamente più arabofobo di Oriana Fallaci che ha recentemente compiuto una tournée in Italia. Forse Patai voleva solo fare alcune generalizzazioni un po' superficiali su "gli arabi", del genere, "i napoletani sono vivaci, simpatici e inaffidabili".

Fatto sta che il Processo sfrutta tutto, anche libri di studiosi della Qabbalà. Come la psicologia di Freud negli Stati Uniti si è trasformata in tecnica per ottenere guarigione e prosperità istantanee, le generalizzazioni di Patai non vengono vissute filosoficamente, ma come strumento di dominio.

La tortura come impresa

L'occupazione di un altro paese è un Processo molto complesso, condotto da migliaia di organismi intrecciati tra di loro. Tutti in concorrenza per ottenere premi e schivare punizioni.

Come in ogni impresa - nel doppio senso, bellico ed economico -, chi sta in alto premia due cose: la velocità di consegna e le statistiche.

Torturando le persone, otterrò qualcosa di molto più importante delle informazioni vere. Dimostrerò l'efficacia del mio settore in termini statisticamente dimostrabili: il mio reparto produce un numero sempre crescente di arresti e un numero sempre crescente di confessioni.

Il capitalismo estremo moltiplica quindi all'infinito un meccanismo che esisteva già da secoli.

Il primo a scoprirlo fu Napoleone, che volle liberare la Spagna da un regime arcaico, ma che non minacciava nessuno. Nonostante stragi di inaudita ferocia, i guerrilleros commemorati da Goya inflissero all'imperatore la prima significativa sconfitta della sua carriera.



Francisco Goya non c'è più speranza


Poi furono in tanti a fare le stesse cose. Si potrebbe fare una lista molto lunga, ma bastano pochi esempi per rendere un'idea della varietà delle situazioni: americani nelle Filippine, belgi nel Congo, tedeschi in Namibia, inglesi in Sudan, un po' tutti (italiani compresi) in Cina contro la ribellione dei Boxer, inglesi di nuovo in Iraq, francesi in Siria, italiani in Libia e in Etiopia, francesi di nuovo in Algeria, inglesi in Kenya, americani in Vietnam, francesi nel Madagascar, sovietici in Asia Centrale, giapponesi in Cina.

E come sappiamo tutti, regola che conferma la regola, tedeschi durante la seconda guerra mondiale in mezza Europa. I quali non fecero né più né meno di quello che gli europei avevano già fatto a mezzo mondo, solo che ebbero il cattivo gusto di farlo in Europa.

Il Processo è un evento immenso, dove la sete di possesso di ogni impresa moltiplica quella di tutte le altre, dove la selezione naturale premia squali sempre più grossi e famelici. È una tempesta che spazza il mondo, e non da oggi.

Nell'Ottocento, in poche decine di anni, una delle più grandi superfici del nostro pianeta - l'Ovest degli Stati Uniti - divenne un'immensa fabbrica per l'estrazione del legname e per l'allevamento del bestiame.

Un episodio di trasformazione violenta senza precedenti nella storia umana. Ma l'americanismo unisce sempre il virtuale al reale il processo fu poi rappresentato, infatti, come l'epopea hollywoodiana di uomini rozzi ma liberi alla conquista del West. Il fatto che l'allevamento fosse un'industria, che i mandriani erano mercenari di imprenditori di un mercato gigantesco, l'inserimento della devastazione dell'Ovest nel grande ingranaggio del capitalismo planetario… tutto questo non emerge mai nei film. E quindi ci è ignoto.

Il Processo è fatto di cose, di numeri, di denaro; ma le cose, i numeri e il denaro, si incarnano nelle persone.

"Alla Oracle non dovevamo solo cercare di battere un concorrente, ma dovevamo distruggerlo… Anche quando era già a terra, dovevamo continuare a colpirlo. E se muoveva ancora un dito, bisognava schiaccargli la mano". [4]

Il Processo non può fare altro che cercare il dominio del mondo:

"Noi siamo al centro del mondo e intendiamo restarci […]. Gli Stati Uniti devono dirigere il mondo portandovi la fiaccola morale, politica e militare del diritto e della forza, e servire da esempio a tutti i popoli".

Parole di Jesse Helms, già presidente della Commissione per gli affari esteri del senato, in un discorso alla Heritage Foundation, il principale think tank della destra americana [5].

I tecnici dell'Impero sono una moltitudine senza fine. Quindici anni fa, 12 milioni di persone lavoravano nell'esercito americano o nel suo immenso indotto; e l'esercito è solo una parte della costellazione che si muove attorno alla realizzazione dell'Impero, e non solo all'interno degli Stati Uniti.

Oggi le cose sono molto cambiate, con la trasformazione dell'esercito in una struttura di mercenari - americani e non - sostenuti da una rete inestricabile di "servizi" privati, che comprendono a loro volta interi eserciti. Ma rimane, anzi si esaspera, la natura di una macchina di tecnici, dove anche l'ultimo soldato è in qualche modo uno specialista del proprio mestiere, al servizio delle macchine che deve saper far funzionare.

I tecnici dei missili, i tecnici della trasformazione culturale, i tecnici della propaganda, i tecnici della logistica, i tecnici dello spionaggio. E i tecnici della tortura. Gli esperti, per studio o per pratica, della scienza di R2I, "Resistance to interrogation" - nell'infinita classificazione delle cose, ogni tecnica ha bisogno di una propria asettica sigla.


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NOTE

[1] "Red Cross Was Told Iraq Abuse 'Part of the Process'"

[2] Mauro Bulgarelli e Umberto Zona, L'impero invisibile, Rimini, edizioni NdA, 2003, p. 134, con prefazione di Marco D'Eramo.

[3] "Abu Ghraib: inmates raped, ridden like animals, and forced to eat pork". By Andrew Buncombe in Washington, Justin Huggler in Baghdad and Leonard Doyle, 22 maggio 2004.

[4] Un dirigente della Oracle, citato in Jean Ziegler, La privatizzazione del mondo, Miano, Marco Tropea Editore, 2003, p. 78.

[5] Ziegler, p. 36. Il fondatore della Heritage Foundation, Paul Weyrich, si è anche degnato di minacciare la piccola organizzazione italiana del Campo Antimperialista, come racconto altrove su questo stesso sito.


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