TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ
Associazione cattolica o setta millenarista?




Capitolo III
Dalla TFP, associazione civica
e culturale, alla TFP Chiesa



La falsa destra - la vera destra: la TFP

Uno degli elementi essenziali per convincere un giovane - che scopre in modo graduale la TFP - che questo movimento è l'"unico" con la "U" maiuscola, è quello di demolire sistematicamente tutti gli altri movimenti, gruppi, istituzioni, o personalità riconosciuti pubblicamente come cattolici. I responsabili della TFP si impegnano a svolgere questo "compito" con abilità e convinzione e - bisogna ammetterlo - con molto successo! Ecco la loro unica argomentazione. Tutti questi movimenti che si dicono o passano per essere "di destra", fanno di fatto il gioco della sinistra allo stesso modo dei nazisti, i quali fecero avanzare il comunismo nel mondo attraverso la reazione da essi stessi provocata. La Rivoluzione è sempre abile nel suscitare un contro-movimento che sembra frenare la sua marcia in avanti. Infatti, l'essenziale per la Rivoluzione è di poter controllare in un modo o nell'altro le équipes dirigenti di questi gruppi. Così, tutti i movimenti o raggruppamenti che i "buoni cattolici" stimano, non sono che delle false destre incaricate di canalizzare ed annichilire l'energia dei loro adepti [1].





Volantinaggio della TFP americana


La prova di questa argomentazione sta proprio - secondo la TFP - nel loro fallimento (vedi Action Française, O.A.S., ecc...). Nessun movimento, nessuna istituzione, nessun opera, nessun giornale o rivista, compresi quelli di origine straniera, trova grazia agli occhi della TFP [Nota del curatore: chi conosce bene la TFP sostiene che l'Opus Dei fa da eccezione]. Sola la TFP ed esclusivamente essa, in quanto movimento costituito ed organizzato, conduce la vera battaglia cattolica controrivoluzionaria. Solo la TFP è la destra e tutto il resto non è che falsa destra. Tutti gli ex militanti della TFP e tutti i giovani che hanno conosciuto e avvicinato per un certo tempo la TFP testimoniano che quello che abbiamo or ora affermato non è affatto un'esagerazione. Al contrario, bisogna aggiungere che maldicenze, dubbi e calunnie sono sistematicamente impiegati (con un dosaggio abile e progressivo) per demolire nel futuro militante TFP ogni interesse o ammirazione per quella o quell'altra persona, o per questo o quest'altro movimento [2].

  • "Quel movimento è guidato da uomini d'affari e banchieri affiliati alla Massoneria" [3];

  • "Quel Vescovo tanto ammirato dai cattolici "tradizionalisti" non è che un burattino nelle mani di chi detiene i fili; i banchieri lo tengono ben stretto"!

  • "Quel Vescovo brasiliano non ha capito niente della TFP";

  • "Il responsabile di quella rivista ha un falso nome; si tratta di un ebreo camuffato" [4];

  • "Quella persona appartiene alla Massoneria";

  • "Quel sacerdote è equivoco, fa il doppio gioco, è l'"eresia bianca" [5];

  • "Quel sacerdote è sospetto di non mantenere il segreto in materia di confessione".

  • "Quella chiesa "tradizionalista" è un antro di eresie".

È evidente che questo genere di pratica conduce inesorabilmente a sradicare i ragazzi, polverizzando in essi ogni attaccamento che possono ancora nutrire per la loro tradizione familiare o semplicemente per sè stessi. Molti genitori hanno constatato che i loro figli, nel giro di qualche mese di contatti con la TFP, hanno iniziato a criticare violentemente questo o quest'altro movimento; alcuni di essi si sono persino rifiutati di andare ad assistere alla Messa tridentina, preferendo recarsi in una chiesa dove viene regolarmente celebrata la Messa cattolica secondo il rito orientale. Ciò si spiega chiaramente soprattutto quando si apprende che in Brasile tutti militanti TFP vanno alla Messa di rito melchita. Tale atteggiamento, unito allo spirito emulativo nei confronti dei brasiliani proprio dei giovani indottrinati dalla TFP, fa sì che questi ultimi perdano la loro tradizione nazionale e la loro personalità.

Separare il ragazzo dalla sua famiglia

Evidentemente, l'idea di falsa destra non viene unicamente applicato alle personalità e ai movimenti conosciuti. I responsabili TFP incitano gradatamente i ragazzi a giudicare i loro genitori, le loro famiglie ed i loro amici secondo le categorie di rivoluzionario e controrivoluzionario.

D'altronde, alcuni ex militanti raccontano che al termine di un periodo d'iniziazione a contatto con i brasiliani, il futuro militante finiva per definire i proprî genitori come i "miei F.M.R.", che in portoghese sta per "Fontes minha Revoluçao", ossia "la fonte della Rivoluzione in me". Ogni padre di famiglia che occupa una posto elevato nella sua vita professionale, agli occhi della TFP diventa "sospetto". "Per arrivare a quel posto, egli ha dovuto indubbiamente passare per tutta una serie di compromessi fatti con la Rivoluzione". Questo genere di riflessioni spiega anche perché alcuni militanti dicano "che essi (i ragazzi) sono mezzo di salvezza per i loro genitori quando chiedono loro con insistenza denaro per la TFP...", al fine di riparare i compromessi fatti con la Rivoluzione. La TFP spiega ai futuri militanti che molto rare sono quelle famiglie che comprendono "l'ideale TFP", poiché, senza ombra di dubbio, non si tratta dell'ideale cattolico ma dell'ideale TFP!

Nel migliore dei casi, anche quando per grazia speciale la famiglia arriva a comprendere l'ideale TFP che anima il giovane, giunge ad ammettere senza difficoltà che egli possa consacrare la sua vita a questa causa. È dunque nella logica del sistema che presto o tardi il militante in erba incontri delle difficoltà con la propria famiglia. Ciò è fuor di dubbio, ed ogni militante TFP sa che deve aspettarselo. La TFP insegna anche che "gli attacchi più duri vengono dai più vicini".

D'altronde, è caratteristico constatare con molti genitori che quando gli "attacchi della famiglia" arrivano, il militante rifiuta di ragionare e sorride dicendo: "Era già tutto previsto". Numerosi ex militanti raccontano a proposito di questo punto la storia di un brasiliano che era loro amico. Minorenne, egli conobbe e frequentò la TFP in Brasile. Ma la sua famiglia si oppose. Egli allora si dette da fare per convincere i suoi genitori a lasciarlo partire per l'Europa (dietro consiglio dei responsabili della TFP) per poter studiare e imparare il francese. Siccome egli era minorenne, la prudenza della TFP consistette nel mandarlo presso un sacerdote "tradizionalista" di Lione... In questo modo, egli non avrebbe potuto avvicinarsi alla TFP. Appena egli divenne maggiorenne, partì per raggiungere a Parigi la sede della TFP... e non fece mai nessuno studio.

Dopo qualche tempo di frequentazione della TFP, molte famiglie testimoniano di aver potuto osservare nei loro ragazzi un ripiegamento su sè stessi ed una tendenza marcata al segreto. Alcuni fatti precisi che riporteremo più avanti in questo dossier suggeriscono ulteriori spiegazioni. Aggiungiamo solo che le testimonianze dei genitori e degli ex militanti sono concordi nel constatare che ai ragazzi è stato insegnato "a giocare un gioco". Questa espressione è molto cara al Dr. Plinio e rieccheggia spesso sulla bocca dei responsabili brasiliani: "Il gioco da giocare con quella o quell'altra persona è il seguente...". Può darsi che la persona di cui si parla sia un possibile finanziatore o uno da attirare nella TFP; oppure è possibile che si tratti dei genitori, dei sacerdoti, degli amici... Due testimonianze precise chiariscono questa espressione:

  • Un ex militante della TFP assistette ad una lunga conversazione telefonica di un responsabile TFP brasiliano con la madre di un giovane militante. Quest'ultimo stava seduto di fronte al responsabile, sorridendo di fronte all'abilità con cui egli si destreggiava al telefono. Dopo oltre 20 minuti di discussione, il responsabile sembrava essere riuscito a convincere la madre a lasciar partire un'ennesima volta il figlio per il Brasile. Finita la telefonata, il brasiliano disse al giovane francese: "Ora, lei rientrerà a casa, fingendo di non essere al corrente di questa telefonata". La manovra deve avere funzionato alla perfezione, perché il giovane francese - "sempre per il suo bene della sua vita spirituale" - poco tempo dopo è effettivamente ripartito per il Brasile! Bisogna aggiungere che l'ex militante che ha riportato questo fatto preciso, lamentandosi qualche giorno dopo con un altro brasiliano per quel modo di fare, si è sentito rispondere: "Lei ha perfettamente ragione, poiché non si sa mai se un ragazzo resterà per sempre nella TFP". Come rettitudine di coscienza non c'è male!

  • Un altro giovane francese si trovava in Brasile da qualche settimana con l'approvazione dei genitori. Con il figlio, essi avevano concordato la data per il rientro. Ma il giovane, che - dietro consiglio della TFP - desiderava restare più a lungo in Brasile, ebbe una lunga conversazione con un responsabile brasiliano per mettere a punto le argomentazioni da avanzare per convincere telefonicamente i suoi genitori che si trovavano in Svizzera. Il giovane, che temeva le reazioni dei suoi genitori, in quanto proprio quel giorno e a quell'ora avrebbe dovuto trovarsi già sull'aereo di ritorno, immaginava già in presenza del brasiliano le risposte ai suoi argomenti che rischiavano di metterlo contro i suoi stessi genitori. "Questo lo può dire; quest'altro è meglio che non lo dica...", rispose il brasiliano. Dopo circa una mezz'ora di minuziosa messa a punto, il giovane telefonò ai genitori. Coloro che testimoniano questo fatto non conoscono l'esito della telefonata alla quale assistettero. I testimoni sono un ex militante ed una madre ed un padre di famiglia.

Anche alcuni ragazzi ritirati contro la loro volontà dalla Scuola tenuta dalla TFP hanno in seguito testimoniato di essere stati aizzati a ribellarsi contro i loro genitori. Spesso, accadeva che un responsabile brasiliano prendeva da parte un alunno e gli spiegava "il gioco da giocare" contro i suoi stessi genitori: "Bisogna che lei scriva in quello o in quell'altro senso ai suoi genitori...". A più riprese, i responsabili brasiliani indicavano - anche se non veniva loro richiesto - "quale condotta tenere" o "il gioco da giocare" in questa o in quell'altra circostanza. Non di rado, dopo che i ragazzi avevano parlato con i genitori, lo stesso responsabile chiedeva loro un resoconto del colloquio con relativo commento. Ecco, per esempio, quello che ha raccontato un ex militante. La vigilia della famosa riunione dei genitori del 24 marzo, convocata dal cappellano e dal Direttore degli studi, il responsabile brasiliano della TFP francese, cosciente del pericolo che rappresentava per lui e per la TFP la rivelazione dei fatti descritti in questo dossier, chiese ad un militante certamente considerato come "poco sicuro":

BRASILIANO: "Lei cosa pensa di fare"?

FRANCESE: "Penso proprio di lavarmene le mani"!

BRASILIANO: "Sì, è ciò che bisogna fare. Lei deve lavarsene le mani. D'altronde, lei non deve presenziare a questa riunione...".

FRANCESE: "Non ci andrò se non sarò invitato".

BRASILIANO: "Ma lei non lo è".

FRANCESE: "Fino ad ora, non mi ha invitato nessuno. Ma questa sera il cappellano verrà da me perché vuole parlarmi".

BRASILIANO: "Bisogna voi diciate al cappellano... (seguì una lunga spiegazione del "gioco da giocare").

FRANCESE: (tacque in silenzio facendo capire di non volere essere complice).

BRASILIANO: "La prego di telefonarmi dopo che il cappellano se ne sarà andato, a qualsiasi ora, anche se sarà già molto tardi".

Ancora una volta, il tentativo di manipolazione è evidente. Richiederebbe veramente troppo spazio e troppo tempo raccontare i numerosissimi fatti analoghi riportati dai genitori, dagli amici, dai sacerdoti e dagli alunni stessi, che confermano come la TFP sia capace di manipolare i ragazzi a partire dall'istante in cui riesce a distaccarli dalle loro famiglie.

  • La Chiesa: solamente delle strutture

  • Visione sempre negativa della Chiesa

Ancora una volta dobbiamo riconoscere alla TFP - sempre nella sua logica - una reale abilità. Poiché tutti i giovani che la TFP ha attirato erano coscienti di quel tragico fenomeno comunemente conosciuto come "crisi della Chiesa". L'indottrinamento della TFP consiste in un superamento di questa constatazione, con le conseguenze che essa implica, per insinuare nello spirito dei giovani, prima di dire loro apertamente che la Chiesa sta scomparendo, che ciò che resta di visibile non sono che le "strutture". Questa parola viene continuamente usata dal Dr. Plinio. Onde acquisire questa nuova mentalità, che d'altronde viene definita la "mentalità TFP", i dirigenti di questa associazione inculcano nei giovani che si sono affidati a loro una visione sistematicamente negativa della Chiesa... sempre comunque pretendendo di servirla (più avanti, si capirà di quale "chiesa" si tratti!!!).

I membri della Gerarchia, Papa, Cardinali, Vescovi e sacerdoti, vengono sistematicamente criticati molto più in cose inerenti la sfera personale che per la loro dottrina o per il loro insegnamento. Le dichiarazioni del Magistero conformi alla dottrina vengono passate sotto silenzio (o usate a bella posta come cavallo di Troia per le campagne TFP). Pochissimi sono gli argomenti addotti per "puntellare" la tesi della "Chiesa struttura". Quello che è molto più importante è d'indurre nel militante un dubbio globale e lancinante che conduce a poco a poco ad ammettere che la Chiesa è solo una struttura, ossia una specie d'organigramma formato da ecclesiastici la cui sola utilità è quella di far credere all'esistenza e alla perennità della Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo. Secondo la TFP, da "queste strutture" non ci deve attendere nulla, nè nutrire per esse alcuna speranza [6].

Parallelamente a questa visione sistematicamente negativa della Chiesa, la TFP sviluppa un insieme di pratiche, di devozioni e di atteggiamenti che le sono proprî e che rendono perfettamente identificabile un militante TFP anche confuso in mezzo a molti cattolici.

Le pratiche proprie della TFP

Disprezzando totalmente i tempi liturgici della Chiesa, la TFP impone ai giovani adepti le sue preghiere e le sue quanto meno strambe abitudini.

Recita del Santo Rosario durante la Messa

Tutti i genitori hanno potuto constatare che i loro ragazzi, sotto l'influsso della TFP, durante la Messa abbandonavano il loro messale e recitavano il Rosario [7]. Ancora una volta, occorre sottolineare che la TFP impone per mezzo di una pressione psicologica ai suoi giovani militanti di possedere un Rosario di grosse dimensioni, anche se il ragazzo ne possiede già uno di dimensioni normali. Alcuni ex militanti ed ex alunni testimoniano che se un ragazzo non si procurava in fretta un grosso Rosario, un suo compagno "più TFP di lui" gliene offriva uno, il che dimostra il modo indiretto ma efficace di procedere.

La Comunione quotidiana

Essa diventa molto rapidamente un obbligo. Sempre per mezzo di pressione psicologica, i responsabili brasiliani conducono lentamente il giovane a fare della Comunione quotidiana un obbligo imperativo. Bisogna sottolineare che tutti gli ex militanti, compresi quelli che furono costretti al ritiro dalla Scuola dai loro genitori, riconoscono oggi che la TFP spinge alla Comunione quotidiana, ma non dice mai una parola sulla confessione. La Comunione viene ricevuta senza assistere alla Messa in qualsiasi chiesa. Per la TFP, comunicarsi in parrocchie note per il loro progressismo - benché i suoi militanti si definiscano molto "tradizionalisti" - non è assolutamente fonte d'imbarazzo.

D'altronde, numerosi sono i sacerdoti - sia in Argentina, in Spagna o negli Stati Uniti - che possono testimoniare dell'incoerenza della TFP a proposito della Santa Messa. Quando una Messa viene celebrata al mattino in un luogo un po' distante (in provincia, per esempio), i militanti TFP - che si dicono "monaci-soldati"! - non fanno mai lo sforzo di alzarsi un po' presto per assistere a questa Messa e comunicarsi. All'ora che più gli aggrada, essi vanno dal sacerdote a chiedergli di dare loro la Comunione. Anche alla domenica, certi militanti TFP - compresi alcuni responsabili - arrivano alla Messa solamente dopo la lettura del Vangelo, e talvolta anche appena prima della Comunione. Ciò è stato osservato in Francia da alcuni genitori di militanti.

Anche certi allievi della Scuola hanno affermato che dei militanti TFP restavano fuori davanti alla porta della cappella recitando il loro Rosario e vi entravano solamente per comunicarsi. In ogni caso, tutto ciò è molto più evidente in Brasile dove è più facile osservare che nel momento in cui la Messa viene celebrata in una sede della TFP, la maggioranza dei militanti passeggia nel parco attiguo alla cappella, e solo al suono del campanello accorre per ricevere la santa Comunione. In tutta fretta, essi poi vanno a fare il ringraziamento davanti alla statua della Madonna, anche se ciò comporta il volgere le spalle alla Messa ancora in corso.

Bisogna aggiungere che in tutte le sedi della TFP brasiliana la Comunione viene distribuita dagli stessi militanti, e quindi da dei laici. L'argomento a cui ricorre la TFP per giustificare questa abitudine è la mancanza di sacerdoti. Dopo l'esperienza dei viaggi in Brasile di molti ex militanti, questa argomentazione non regge. La TFP non si è mai nemmeno sognata lontanamente di "installare" dei centri pubblici in cui la Santa Messa romana possa essere celebrata. Occorre ricercare una logica in queste diverse constatazioni. A causa della disinvoltura e noncuranza nel recarsi alla Messa - osservata da molti - tutto lascia pensare che la TFP dia più importanza al sacramento della Comunione che al Santo Sacrificio della Messa [8].

Il disprezzo per il sacerdote

La disaffezione della TFP per il Santo Sacrificio della Messa si accompagna ad un disprezzo fondamentale per il sacerdote di cui tutti i militanti della TFP sono imbevuti. Tale disprezzo si traduce come minimo in un'ironia continua che traspare dalle loro parole: "il riccioluto" ed "il piccolino" era il modo abituale di designare due Vescovi brasiliani "tradizionalisti" 9. Alcuni genitori testimoniano oggi che i loro figli, che in precedenza avevano manifestato il desiderio di diventare sacerdoti, dopo alcuni mesi di frequentazione della Scuola della TFP hanno dichiarato di avere la vocazione TFP 10. Secondo la TFP, i seminari "tradizionalisti" sono "pieni di persone che non hanno la vocazione". Questo modo di pensare getta luce sul fatto che alcuni dei principali dirigenti della TFP sono degli ex seminaristi. Tutti i sacerdoti, i seminaristi, i religiosi, le suore, ecc..., vengono qualificati, come d'altronde molti laici, come l'"eresia bianca". Tale espressione è propria della TFP che distingue due forme di eresia:

  • l'"eresia nera", che riguarda la dottrina;

  • l'"eresia bianca", che riguarda invece l'atteggiamento, le tendenze e il modo di essere.

Anche quei sacerdoti o Vescovi che, in Brasile, rendono grandi servigi alla TFP, sono oggetto di derisione ed accusati di "eresia bianca"; uno perché ha una voce troppo dolce, l'altro perché fissa gli occhi o perché guarda il cielo, l'altro ancora perché la benedizione che impartisce è data - sempre secondo loro - con un gesto troppo stretto e "striminzito". La TFP si diletta nello spiare le abitudini dei sacerdoti e trova sempre da ridire su tutto.

All'interno della Scuola, il cappellano vedeva la sua autorità contestata dai responsabili brasiliani della TFP. I corsi di spiritualità erano stati eliminati. I corsi di catechismo, che egli impose ai dirigenti TFP, ora erano di competenza dei dirigenti stessi. Tutte queste vessazioni contro il cappellano della Scuola non avrebbero comportato nulla di grave se non avessero corrisposto ad una volontà deliberata della TFP: impedire ad un sacerdote di avere dei contatti diretti con gli alunni e quindi influenzarli. Diceva un militante TFP ai suoi colleghi: "Il cappellano spia gli allievi". Un giorno, alla Scuola, un ragazzo si diresse verso la camera del cappellano. "Allora, vai a scaricarti la tua coscienza"?, gli gridò un militante TFP. Il ragazzo tornò subito indietro.

Un altro alunno ha raccontato che ogni volta che stava per salire le scale che conducevano alla camera del cappellano, egli correva più velocemente possibile per evitare di essere visto dai suoi compagni. Il cappellano aveva d'altronde ormai capito con chi aveva a che fare: un responsabile brasiliano della TFP, incaricato dell'inquadramento dei ragazzi, gli disse un giorno: "Se lei avesse conosciuto prima la TFP, non si sarebbe fatto sacerdote". Per concludere, riportiamo semplicemente le parole di un canto che alcuni militanti della TFP spagnola hanno insegnato ai giovani francesi: "Se i parroci conoscessero la batosta che stanno per ricevere, andrebbero in coro cantando "Tradizione-Famiglia-Proprietà".

Possiamo dunque dire che c'è una logica interna tra il disprezzo per la Messa, per il sacerdote e l'insegnamento della TFP, che lascia intendere con più o meno prudenza che la Chiesa non è mai stata salvata dai suoi sacerdoti e che alla fine dei tempi non ci sarà più un prete e quindi non ci sarà più la Messa. Allora rimarrà solamente la devozione alla Santa Vergine.

Il culto esclusivo alla Madonna di Fatima

Tutti i militanti TFP hanno una grande devozione per la Madonna che si fonda su quel libro d'oro di San Luigi Maria Grignon de Montfort (1673-1716) che è il Trattato della vera devozione a Maria. Essi consacrano la loro vita alla Madonna secondo la formula di consacrazione della "Santa Schiavitù". Ci rallegriamo per questa pia devozione e non possiamo che incoraggiarla. Tuttavia, bisogna precisare che in questo libro d'oro, San Luigi Maria Grignon de Montfort prende la precauzione, conformemente alla saggezza cattolica, di sviluppare "i tratti della falsa e della vera devozione a Maria", descrivendo con minuzia e precisione "i falsi devoti e le false devozioni alla Santa Vergine". Non rientra nei nostri poteri emettere un giudizio in questo campo, ma molti genitori, sacerdoti, amici di militanti ed ex militanti sono rimasti molto colpiti dalla soluzione di continuità esistente tra questa devozione fuori del comune (ed in ciò raccomandabile) ed un insieme di atteggiamenti non conformi e non coerenti con una vita imbevuta di fede cattolica. Tali attitudini verranno descritte più oltre in questo libretto. Conviene ora precisare che la devozione a Maria della TFP si riassume interamente in un culto esclusivo alla Madonna di Fatima. Alcuni ex militanti poterono osservare che alla TFP di San Paolo, un 15 agosto, festa di precetto dell'Assunzione di Maria SS.ma, non ci fu la Messa. Per contro, questo culto esclusivo alla Madonna di Fatima si traduce in una grande devozione alla "statua pellegrina" di Nostra Signora di Fatima che è in possesso della TFP brasiliana. Questa statua sarebbe miracolosa: essa avrebbe pianto a New Orleans prima che la TFP ne venisse in possesso. Ad essa si fa:

  • Una veglia di preghiera permanente, ossia giorno e notte;

  • Due militanti montano la guardia permanentemente di fronte alla statua.

A questi segni esteriori di devozione si aggiungono tutti i commenti fatti dai responsabili TFP a proposito di questa statua: analisi degli aspetti psichici della statua. Secondo gli "esperti", la bocca starebbe lentamente per aprirsi; ne sarebbe prova il fatto che oggi si intravedono i denti. Secondo i responsabili brasiliani della TFP, questo potrebbe essere il segno che indica che questa statua starebbe per parlare loro. Seguono le interpretazioni delle espressioni del volto della statua (sorridente, triste, stanca, ecc...). A mo' di testimonianza, riportiamo qui un interessante passo estratto da una lettera ricevuta da un giovane francese e scritta da un militante brasiliano in data 3 aprile 1978:

"Tra i numerosi commenti del Dr. Plinio fatti a riguardo della Sacra Statua, ce ne sono due che ritengo molto importanti per comprendere il suo valore: "Attraverso la Sacra Statua, la Madonna si degna di manifestarci le sue disposizioni e i suoi stati d'animo in modo che guardando la Sacra Statua possiamo avere l'idea precisa di ciò che la Madonna sente o vuole da noi in quello stesso momento". Il secondo commento è registrato su di un nastro che, credo, ascolterà, a Parigi".
Occorre aggiungere a questo paragrafo sul culto alla Madonna, che il cappellano della Scuola Saint-Benoît - testimonianza confermata da numerosi ex militanti TFP - ha constatato che per l'adorazione del SS.mo Sacramento la TFP manifestava molto meno zelo, tanto che in occasione delle adorazioni egli si ritrovava in cappella con non più di un paio di persone!! Se da una parte ci rifiutiamo di giudicare questi fatti in senso positivo o negativo, dall'altra riteniamo pericoloso per la psicologia dei giovani questa atmosfera "soprannaturalista" nel momento in cui essa si trasforma in pressione psicologica esercitata sui futuri militanti TFP.

Più oltre (vedi capitolo successivo), ci sforzeremo di descrivere tali pressioni morali così funeste per le anime dei ragazzi. Dunque, la TFP ha le sue preghiere e le sue abitudini che sono identiche in tutti i Paesi ove essa esiste, anche allo stato embrionale. Essa ha una sua logica interna che conduce ogni militante a non parlare più di Chiesa, ma di "struttura". Ora, com'è possibile che lo Spirito Santo possa agire all'interno di "strutture"? La Provvidenza non sa che farsene di simili "strutture". Ma la Chiesa non può scomparire poiché è scritto che "le porte dell'inferno non prevarranno mai contro di essa" (Mt 16, 18). La Chiesa non è più là dove tutti i cattolici la credono: dunque, essa è altrove.




NOTE

[1] Con ciò non si vuol dire che tale analisi sia sempre obbligatoriamente falsa. Purtroppo, più volte la Storia stessa insegna che taluni movimenti apparentemente contrari alla Rivoluzione non sono stati altro che collettori per addormentare la reazione e trasbordare ideologicamente "a sinistra" forze sane. La TFP però abusa di questo principio per erigersi ad unica detentrice della verità ed unica arca della salvezza.

[2] Per ulteriore chiarezza, va detto che questo disprezzo - ben dissimulato - per tutto ciò che non è TFP investe inevitabilmente anche quelle persone o quei gruppi che appoggiano apertamente, stimano e difendono questa associazione, ma che, ahimè, non ne fanno parte.

[3] È evidente che in questo caso l'accusa di appartenere alla setta massonica serve alla TFP unicamente per demonizzare quell'avversario o quel "concorrente". In realtà, come sottolinea la prefazione a questo dossier, la TFP si disinteressa quasi completamente della Massoneria e non tiene praticamente in nessun conto la sua azione disgregatrice evitando semplicemente di parlarne.

[4] Ciò che è stato detto a riguardo dello scarso interesse della TFP nei confronti della Massoneria nella nota precedente, vale purtroppo anche per il problema ebraico e per l'azione rivoluzionaria svolta nel corso della Storia da moltissimi illustri personaggi appartenenti a questo popolo.

[5] Circa il significato di questa espressione, vedi a pag. 29.

[6] Negli anni '70, un militante TFP disse ad un cattolico italiano - ora sacerdote - che un giorno il sacerdozio cattolico sarebbe scomparso e che, dopo l'avvento del Regno di Maria, il mondo sarebbe stato giudato dalla TFP, come il popolo ebraico lo fu al tempo dei Giudici.

[7] Bisogna precisare che di per sè non c'è nulla di male nel recitare il Rosario durante la Santa Messa. Contrariamente all'insistenza con cui i fedeli vengono ossessivamente spinti alla partecipazione comunitaria dal "magistero" del Concilio Vaticano II, la Chiesa ha sempre insegnato, e Pio XII l'ha riconconfermato nel 1947 nell'Enciclica sulla liturgia Mediator Dei, che il singolo fedele dev'essere libero di abbracciare nel corso della celebrazione qualsiasi forma di pietà cattolica, purché si unisca in spirito al Sacrificio incruento di Gesù Cristo che viene ripresentato sull'altare.

[8] Anche qui va detto che la Chiesa, contrariamente ai dettami del Concilio Vaticano II che tendono a scoraggiare la Comunione fuori dalla Messa in vista di una "partecipazione più attiva", ha sempre incoraggiato tale pratica, tanto da avere approvato un rituale proprio. Tuttavia, va aggiunto che è molto pericoloso e fuorviante disgiungere sistematicamente la Santa Messa dall'Eucarestia - la quale non è che il suo frutto - e quest'ultima dalla confessione.

[9] Con queste irriverenti espressioni, i militanti TFP designavano probabilmente Mons. Proença Sigaud, Vescovo di Diamantina e Mons de Castro Mayer, Vescovo di Campos.

[10] Un cattolico italiano - a quel tempo un laico impegnato nella Contro-Rivoluzione, ed ora sacerdote - è stato avvicinato dai militanti TFP, il quale hanno cercato di dissuaderlo ad abbracciare il sacerdozio. Un altro, ha riferito che dal momento in cui un responsabile TFP, con il quale aveva buoni rapporti e si sentiva spesso al telefono, ha saputo della sua entrata in seminario, ha rotto ogni relazione con lui.





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