La politica al Convegno

INTRODUZIONE

Anche la politica ha avuto un suo ruolo nei lavori del Convegno del CESNUR e non poteva essere altrimenti visto il tema trattato e le sue implicazioni, anche alla luce dei recenti Rapporti Parlamentari belga e francese, alle prese di posizione del Governo tedesco nei riguardi di alcune "minoranze religiose", al recente rapporto del Ministero degli Interni Italiano, ecc.

Questo tema è stato trattato da alcuni relatori, che hanno avuto modo di criticare anche in modo radicale le conclusioni dei rapporti Parlamentari belga e francese, ma ci sono stati anche interventi di esponenti politici italiani degni di nota.

Era prevista la presenza, all’apertura dei lavori, dell’Assessore alla cultura della Regione Piemonte, Giampiero Leo. L’assessore, assente al mattino per una indisposizione, ha tuttavia salutato i Convegnisti durante i lavori delle sessioni pomeridiane accompagnato dal direttore del CESNUR, Massimo Introvigne, che ha sottolineato come l’assessorato abbia dato un notevole contributo alla realizzazione del Convegno. Nel suo saluto Giampiero Leo si scusava per non essere intervenuto al mattino come previsto, sottolineava l’internazionalità del Convegno, la presenza di personalità di spicco coinvolte e dichiarava di essere molto contento per questi due motivi:

" … Per la possibilità di dialogo che è la cosa più importante che vi sia al mondo, solo così si evitano tragedie, e poi per l’altissimo livello culturale. Trovare una intelligenza del cuore, una intelligenza della cultura insieme così è formidabile. Per questa ragione è stata una delle iniziative alle quali come assessorato abbiamo dato più credito. C’è infine la stima personale per me enorme per Massimo Introvigne che è uno dei massimi esperti mondiali, ma che ha raccolto intorno a sé in questo Convegno veramente personalità. Io conto che questi Atti siano un patrimonio preziosissimo per tutte le persone di cultura e di buona volontà. Grazie infinite per essere qui e buon lavoro" (1).

Ci sono stati, inoltre, due interventi di un certo rilievo, quello dell’On. Ernesto Caccavale (esponente attivo nella discussione al parlamento Europeo a proposito di un documento sulle "sette") e quello dell’On. Domenico Maselli (che è stato relatore del progetto di legge del governo italiano sulla libertà religiosa) durante il Banchetto "La politica della libertà religiosa".  
 
 

L’EUROPA E LE "MINORANZE RELIGIOSE"

Relazione dell’On. Caccavale (2)

Nella sua relazione, l’On. Caccavale, parlando a braccio, ha trattato il tema "Il Parlamento Europeo e il problema delle "sette". Deputato al Parlamento europeo da quattro anni ha espresso le sue posizioni politiche rispetto al tema delle "minoranze religiose".

Egli ha illustrato il suo punto di vista sugli ultimi avvenimenti che in Europa hanno riguardato il fenomeno delle "minoranze religiose". Gli episodi dei suicidi collettivi hanno provocato una grande ondata di emozione non solo nei paesi nei quali si sono verificati, ma anche nel Parlamento Europeo. I Rapporti delle commissioni parlamentari belga e francese sono anch’essi frutto di questa reazione emotiva scatenata dai suicidi/omicidi collettivi. Tali rapporti hanno purtroppo avuto come risultato quello di produrre liste che assomigliano a liste di proscrizione, che sono state criticate anche dalle Conferenze Episcopali.

Al Parlamento Europeo la reazione emotiva ha dato l’impulso per l’approvazione di una risoluzione, quella del 29 Febbraio 1996, nella quale è stata costituita una commissione, la Commissione delle Libertà Pubbliche, con l’incarico di studiare il fenomeno e proporre riflessioni e conclusioni. La relazione finale della Commissione, che è stata affidata a una esponente parlamentare austriaca, Berger, ha avuto un’ iter travagliatissimo. La Commissione doveva presentare la risoluzione alla sessione plenaria del Parlamento Europeo, ma, dopo due anni e mezzo di lavori, nei quali la risoluzione è stata discussa ed emendata dai membri della Commissione, i 630 membri del Parlamento Europeo non l’ hanno mai votata. 

L’On Caccavale, che è un membro della Commissione incaricata dal Parlamento Europeo, attribuisce questo ritardo alla diatriba che si è scatenata intorno a questo argomento e a pressioni non ben precisate, ma attribuite ai tedeschi. All’interno della Commissione ci sarebbero state tentazioni liberticide alle quali lui e altri membri hanno cercato di resistere. Egli ha affermato:

"Tutti quelli che come me erano preoccupati della svolta liberticida hanno sottolineato che la categoria di setta è tanto generica da prestarsi ad ambiguità ed abusi o ad essere usata per proporre discriminazioni sottili e non, e quindi a violazioni della libertà religiosa. Non voglio dire che non ci siano organizzazioni criminali, ma il fatto stesso che ci sia qualcuno che possa incaricarsi, anche la persona più in buona fede, di fare una lista nella quale mettere quelli pericolosi e non pericolosi, voi capite che questo diventa un’ arma letale nelle mani di una concezione etica dello Stato. Cosa che è l’opposto di ciò che dovrebbe essere lo Stato. Lo Stato moderno è liberale e non etico, che stabilisce, in base a concetti generici e ambigui, quello che va bene e quello che non va bene… io aggiungo che i cristiani prima dei primi secoli romani erano considerati delle sette clandestine fuorilegge. Il rischio che si compilino le liste nelle quali vengono messi tra i pericolosi quelli che hanno il solo torto di essere diversi o comunque minoritari è un pericolo che va sventato. Qual’ è la soluzione? Non c’è, ma l’unica è andare a scandagliare ad uno ad uno cosa fanno questi movimenti. E’ troppo facile fare le liste di proscrizione... Gli Stati dell’Unione Europea danno grande importanza alla libertà di religione e anche questo è stato fortemente richiamato dalla collega Berger per determinare quali organizzazioni si richiamano a giusto titolo alla libertà di religione e quali no…".

Il primo problema che si è presentato alla Commissione è stato quello di definire la parola "setta", parola che assume sempre valenza negativa. C’è anche chi unisce inevitabilmente la parola "setta" alla parola "satanica". Il fatto di distinguere le cosiddette "sette" dalle organizzazioni malavitose che violano le leggi è molto difficile. Dopo il problema della definizione, cioè di intendersi sulle parole da usare, c’è anche quello di prendere delle iniziative, decidere, cioè, in che modo gli Stati possono o debbono intervenire in vicende che coinvolgono le libertà individuali e specialmente la libertà di religione nei singoli Stati. 

L’On. Caccavale ha poi fornito alcuni dati sulla situazione dei diversi Paesi Europei. In Grecia non esistono dati concreti e l’unica setta riconosciuta sono i Testimoni di Geova, in Svezia non esistono dati concreti, in Portogallo ci sono dati riguardanti solo una setta proveniente dal Brasile che ha destato una certa attenzione, in Austria, secondo i dati forniti dalla commissione austriaca, 50.000 persone appartengono a una setta mentre 200.000 vanno ascritte a movimenti religiosi di vario genere. In Olanda non ci sono dati concreti, in Inghilterra ci sono pochi dati, ma si sta pensando di fare una ricerca sull’influenza dei massoni nella politica e nel diritto. In Spagna sono segnalate 40 o 50 sette, ma non è possibile fornire il numero degli aderenti. In un’altra pubblicazione si parla di un totale di 300 e 600 sette che sono quelle che Introvigne definisce le "religioni fai da te", che avrebbero tra 150.000 e 300.000 aderenti. Il Parlamento Spagnolo parla di 700.000 giovani vicini a questi movimenti religiosi. Più notizie si hanno per quanto riguarda la Germania, il Belgio la Francia e la Danimarca. In questi paesi ci sono state più polemiche e le reazioni emotive, dopo gli eventi del 1994 e 1995, sono state più forti. La Commissione Parlamentare tedesca ha affermato che ci sono 820.000 persone che appartengono a questi movimenti religiosi e ideologici, ma scarse sono le notizie sul tipo di gruppo, le denominazioni e le caratteristiche. Questa commissione ha respinto la classificazione dei gruppi in base alle denominazioni. 

Secondo i dati da essa forniti, l’1,7 % delle persone intervistate ha ammesso di aver partecipato una volta nella vita a manifestazioni di NMR o ideologici o di aver fatto ricorso alle loro proposte come meditazioni, training spirituali, corsi di assistenza, ecc. La cifra complessiva è di 1.200.000 persone. Le caratteristiche di queste persone sono: istruzione superiore, classe sociale medio-alta con un reddito nella media di 3000 marchi tedeschi (circa 3.000.000 di lire), fascia di mezza età, abitanti di grandi città. 

La Commissione Belga ha censito 157 sette che dovrebbero essere sorvegliate senza indicare quanti sono gli appartenenti e cosa fanno. In Francia è stata stilata un’ altra lista che ha suscitato preoccupazione : 172 sette sarebbero le organizzazioni madre e le filiali sarebbero 800, gli aderenti 160.000, i simpatizzanti 100.000. Tutti questi dati sono stati reperiti da Berger con molta fatica. 

L’ On. Caccavale ha concluso con due considerazioni politiche : la prima è che fare le liste è insufficiente e pericoloso, un’analisi va fatta caso per caso, deve andare a fondo e basarsi su tutte le informazioni, ascoltando cioè sia chi è soddisfatto del gruppo a cui appartiene sia chi non lo è. Se la politica intende occuparsi di questo tema non può che farlo avendo il massimo delle informazioni possibili. Spesso, invece, queste commissioni parlamentari non hanno avuto un largo spettro di fonti, privilegiando le associazioni di difesa, le associazioni antisetta. Alla base di questi rapporti c’ è il resoconto degli ex membri, quelli ostili, sostanzialmente. Per far comprendere l’errore delle Commissioni che hanno utilizzato queste fonti l’On. Caccavale ha fatto questo paragone: "E’ come se volessimo giudicare la Chiesa Cattolica sulla base dei resoconti degli ex preti".

Un altro problema è quello dei reati che vengono ascritti alle nuove organizzazioni religiose. A questo proposito l’Onorevole ha affermato:

"Essi sono reati inquietanti, perchè si pongono sul piano psichico e non su quello obiettivo. Anche la Berger, nel suo rapporto, sotto la pressione fortissima dei tedeschi, compie questo errore, quello di parlare esplicitamente di integrità fisica o psichica. Se fosse arrivato in plenaria questo rapporto, io avevo già presentato un emendamento per cancellare la parola "psichico" dal rapporto, perchè quando si parla di integrità psichica è facile arrivare alle teorie del lavaggio del cervello. Il lavaggio del cervello esisteva nell’ordinamento giuridico italiano e si chiamava "plagio". La Corte Costituzionale lo ha eliminato, perché è incompatibile con una costituzione democratica, nel 1981. Sulla base dell’esperienza italiana introdurre norme che parlano di lavaggio del cervello e quindi di manipolazioni mentali è assolutamente inopportuno. Sono colpe sfuggenti, difficili da definire, sono colpe di cui possono essere accusati facilmente coloro che non sono dalla parte dei vincitori e dei giusti, e quindi le minoranze e i diversi. E’ quello che avveniva nei gulag… Io credo che esistono già nei nostri codici italiani ed europei gli strumenti giuridici normali … per i quali non è necessario, anzi è controproducente e pericoloso creare nuovi reati così vaghi, senza voler minimizzare le tecniche di propaganda disoneste e truffaldine da parte di questi movimenti. Ogni volta che lo Stato vuole intervenire nella sfera individuale della persona rischia di compiere un rimedio che è peggiore del male". 
 

Riflessioni 

La relazione dell’On. Caccavale, perfettamente in linea con la prospettiva del Convegno, ci ha dato l’occasione di approfondire alcuni temi interessanti. 

Tralasciamo molte delle questioni accennate dall’Onorevole perché su di esse ci siamo soffermati in altra sede, come per esempio la critica alle commissioni parlamentari Belga e Francese, e dedichiamo qualche breve considerazione, invece, all’abolizione del reato di plagio da parte della Corte Costituzionale Italiana (sentenza del 9 aprile 1981, n.96, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 158 dell’8 Giugno 1981) che dichiarò l’illegittimità costituzionale dell’art. 603 del Codice Penale. Con questa sentenza la Corte eliminava il plagio dal novero dei crimini previsti dal nostro c.p.

Per evitare fraintendimenti riguardo a questa sentenza citata molto spesso quando si parla di reati ascrivibili al cosiddetto "lavaggio del cervello", abbiamo pensato di chiarificare qualche aspetto della vicenda utilizzando gli atti del Convegno "La persuasione socialmente accettata, il plagio e il lavaggio del cervello" svoltosi nel 1990. 

Sceglieremo solo qualche brano tratto da alcune relazioni che ci aiuteranno a fare un po’ di luce sugli avvenimenti che portarono alla decisione della Corte Costituzionale. Il dott. Pietro Sarteschi, nella sua Introduzione riporta una parte della sentenza nella quale si affermava: "l’esame dettagliato delle varie e contrastanti interpretazioni date dall’art. 603 del C. P. nella dottrina e nella giurisprudenza, mostra chiaramente l’imprecisione e l’indeterminatezza della norma, l’impossibilità di attribuire ad essa un contenuto oggettivo, coerente e razionale, e pertanto la assoluta arbitrarietà della sua concreta applicazione. Giustamente essa è stata paragonata ad una mina vagante nel nostro ordinamento, potendo essere applicata a qualsiasi fatto che implichi dipendenza di un essere umano da un altro essere umano, mancando qualsiasi sicuro parametro per accertarne l’intensità" (3).

E’ evidente, da queste parole, che l’abolizione del reato di plagio non è stata motivata dalla considerazione della inesistenza di forme di condizionamento psicologico (di diverso tipo e intensità), materia riservata agli specialisti e non certo di competenza della Corte Costituzionale, ma dal fatto che questo reato, così come era definito, si prestava ad equivoci ed ad arbitrarie interpretazioni.

L’allora Presidente della Corte Costituzionale, Dott. Leonetto Amadei, è intervenuto al Convegno ed ha presieduto la prima giornata dei lavori. Egli, difendendo la sentenza ha affermato: "La Corte Costituzionale ha rilevato che, ai fini della tutela di quel sommo bene che è la libertà personale, la legge incriminatrice deve farsi carico di determinare la fattispecie criminosa con connotati precisi in modo da mettere il giudice nella condizione di poter esprimere un giudizio di corrispondenza tra il fatto e la norma di legge. … Detta norma, così come descritta, è stata dalla Corte giustamente considerata come imprecisa ed indeterminata , tale da rendere impossibile di attribuirle un contenuto oggettivo coerente e razionale, con la conseguenza che arbitraria apparirebbe una sua concreta applicazione" (4).

Se il reato di plagio è stato dichiarato "costituzionalmente illegittimo" è, dunque, perché si presentava in modo impreciso ed indeterminato. Ma, come era effettivamente interpretato questo reato? Cosa si intendeva con la parola "plagio"? Secondo il Dott. Giovanni Flora, quando era in vigore l’art. 603 del c.p. "erano state elaborate in via interpretativa tre diverse concezioni di plagio…". Egli afferma che la giurisprudenza era orientata ad interpretarlo come la … "instaurazione di un dominio psichico, indotto mediante suggestione … con conseguente eterodirezione della volontà e, secondo alcuni, determinazione di uno stato di incapacità di intendere e di volere… " (5) Flora aggiunge, inoltre, che dopo l’ abolizione dell’art. 603 (che ha comunque lasciato inalterate tutte le problematiche penalistiche relative al plagio) si pone il problema di " …tutelare penalmente l’integrità della persona psichica da determinate condotte aggressive …" (6) e quindi è necessario pensare alla definizione di un reato che abbia caratteristiche tali di determinatezza e comprensibilità che siano tali non solo per il giudice ma anche per il cittadino. 

Anche il Dott. De Fazio ha evidenziato, nella sua relazione, come molte polemiche abbiano fatto seguito alla abolizione del reato di plagio a causa della contrapposizione di tesi favorevoli e sfavorevoli alla sentenza della Corte Costituzionale. Egli afferma che "… la cancellazione del reato di plagio, così come era formulato dall’art. 603 C.p. , non può essere ovviamente intesa come negazione del plagio sul piano fenomenico" (7).  Egli tra l’altro ribadisce l’attualità del problema che è "... una realtà sul piano dei rapporti interpersonali, con concreti rischi nei confronti della libertà individuale ed in particolare nei confronti della salvaguardia dell’identità personale. La questione è dunque ‘aperta’…" (8)

Intervenendo sul tema della "circonvenzione di incapace", attualmente presente nel codice penale, precisava che esso rientra, a differenza del reato di plagio, tra i delitti contro il patrimonio mediante frode , al pari della truffa ecc. Esso prevede" … vari e diversi meccanismi di coazione della volontà e di captazione del consenso, volti a indurre una persona a compiere un atto che comporti qualsiasi effetto giuridico per sé o per gli altri dannoso" (9).

Il Dott. De Fazio concludeva la sua relazione con questa considerazione interessante e, a nostro avviso, anche equilibrata : "Con la sentenza n. 98 dell’8.6.1981 della Corte Costituzionale, sono stati infatti celebrati irrevocabilmente i funerali dell’art. 603 C.p., ovvero del reato di plagio ma non del plagio, che resta una realtà nell’ambito dei rapporti interpersonali. Senza alcun rimpianto per la fattispecie abolita, che era giuridicamente evanescente ed insostenibile e fonte di possibili errori ed abusi in sede giudiziaria, occorre dunque riconoscere che si è realizzato un vuoto di tutela della personalità nei riguardi delle dinamiche plagiarie, vuoto che andrebbe in qualche misura colmato …" (10)

La vicenda dell’abolizione di questo reato va inquadrata, dunque, in un contesto molto più complesso di quello che appare dalle parole dell’On. Caccavale. I fattori che hanno portato all’abolizione del reato sono molteplici, successivi anche ad una sentenza clamorosa nei riguardi del cosiddetto "caso Braibanti", e il fatto dell’abolizione del reato non annulla le problematiche inerenti a quel reato e ai processi di condizionamento psicologico che si verificano effettivamente, e oltre ogni ragionevole dubbio, in molti settori delle relazioni interpersonali, tra i quali c’è anche il particolare tipo di relazione psicologica che intercorre tra adepto e leader carismatico.

Una seconda considerazione ci preme farla a proposito del paragone che l’onorevole fa quando, criticando le Commissioni Parlamentari che avrebbero dato troppo spazio alle testimonianze degli ex membri divenuti ostili ai gruppi che hanno lasciato, dice :" E’ come se volessimo giudicare la Chiesa Cattolica sulla base dei resoconti degli ex preti". Ci soffermiamo su questo paragone poiché ci è capitato di leggerlo e sentirlo ripetere spesso, ma a noi non sembra affatto "calzante".

Se fosse possibile intervistare i giovani e meno giovani che hanno lasciato il sacerdozio cattolico, ci viene il serio dubbio che le loro "lamentele" sarebbero dello stesso tenore di quelle dei cosiddetti "apostati". Ci è capitato anche di parlare con qualche "ex prete" ed abbiamo sentito da loro delle considerazioni pacate riguardo alla loro incapacità di accettare la legge del celibato, oppure la difficoltà di rendere obbedienza al proprio vescovo, oppure il problema di dedicarsi al ministero senza interruzioni, o anche semplicemente il riconoscimento che la strada indicata non era quella giusta. Alcuni criticano anche la gestione dei seminari, le regole da osservare nella vita comunitaria, che possono essere viste come limitative, e così via. Dunque, anche se si volesse "giudicare" la Chiesa Cattolica utilizzando  SOLO le testimonianze degli "ex preti" non ci sembra che ne verrebbe fuori una immagine di Chiesa come quella di un culto "distruttivo" che condiziona i suoi membri attraverso un reclutamento truffaldino, o tenendoli dentro l’organizzazione con minacce e punizioni, o che impedisce loro di andare via attraverso ricatti affettivi o materiali. Quando un giovane varca la soglia di un seminario sa dove sta andando e cosa lo aspetta, sa che gli sarà richiesto il celibato e una vita dedicata a Dio e al prossimo, sa che dovrà rispettare delle regole e vivere una vita cristiana per essere esempio dei suoi fratelli, sa che dovrà essere sempre a disposizione per amministrare i sacramenti senza limitazioni di tempo, sa in quale dottrina dovrà credere e come dovrà annunciarla, sa anche che la sua vita non è finita e che la sua scelta definitiva dovrà essere sorretta dalla preghiera, dall’impegno e dal sacrificio. Se tutto questo non sarà sufficiente egli potrà ritirarsi e nessuno lo farà oggetto di "rappresaglie" per questo.

Certamente intervistare solo ex preti non darebbe una immagine del tutto positiva della Chiesa Cattolica, o meglio della esperienza che di essa l’ex prete ha fatto. Ma per quanto essa sia negativa non sarebbe mai paragonabile a quella che viene fuori dai racconti degli ex membri che decidono di testimoniare abusi a loro avviso subiti nel gruppo del quale facevano parte. E’ di importanza vitale, comunque, quando si vuole conoscere a fondo una organizzazione, qualunque essa sia, prestare attenzione a tutti i racconti, sia di coloro che sono nel movimento sia di coloro che ne sono usciti, facendo attenzione a non sottovalutare quelle informazioni supportate da prove e documentazioni certe che gli "apostati" producono contestualmente alle loro testimonianze e che gli altri membri e i vertici delle organizzazioni potrebbero, invece, avere interesse a negare e nascondere.

In quanto all’affermazione secondo la quale anche i cristiani erano considerati membri di una setta clandestina fuorilegge e che non bisogna assolutamente fare gli stessi errori di 2000 anni fa nei riguardi di quella che allora era una "minoranza religiosa", ci permettiamo di far osservare che il paragone, ancora una volta, non è pertinente. Infatti, è vero che i primi cristiani erano una setta, nel senso che erano un gruppo minoritario staccatosi dalla radice giudaica e seguaci di Gesù di Nazaret, da loro creduto il Messia atteso da secoli dal popolo d’Israele. E’ anche vero che vennero perseguitati ingiustamente e sacrificati cruentemente, e, come loro, la storia ci ha "regalato" altri massacri di uomini inermi colpevoli solo di essere diversi, cioè minoranze etniche, religiose o politiche che, lungi dal nuocere alla società ,sono state "usate" da uomini di potere al servizio di una strategia della violenza e della sopraffazione che qualche volta ci fa vergognare di essere tutti della stessa razza, quella umana...

... ma cosa c’entra questo con le cosiddette persecuzioni delle quali sarebbero oggi oggetto le "minoranze religiose" di cui l’onorevole sta parlando? 

C’è un enorme divario, infatti, tra i due termini di paragone e una profonda differenza tra i contesti storici messi in parallelo. La storia è memoria vivente ed esige rispetto, specialmente quando è memoria drammatica di ingiustizie e massacri di vittime innocenti.

 

"POLITICA" E "LIBERTA' RELIGIOSA" A BANCHETTO

Venerdì 11 Settembre 1998 si è tenuto il Banchetto "La politica della libertà religiosa", un momento particolarmente importante del Convegno Internazionale del CESNUR, al quale ho partecipato volentieri e durante il quale ho avuto modo di gustare, tra le altre cose, anche una cena veramente ottima. E’ stata per me un’ occasione per fare conoscenza e scambiare esperienze con le persone con le quali ho avuto il piacere di sedere allo stesso tavolo, tra le quali c’era anche lo staff del CESNUR.

Al Banchetto hanno partecipato, oltre a Massimo Introvigne, Direttore del CESNUR, che ha fatto gli onori di casa, L’On. Maselli, che ha presentato la sua relazione, lo staff del Cesnur, alcuni illustri Relatori del Convegno, il portavoce della Chiesa di Scientology in Italia Fabio Amicarelli, rappresentanti di "minoranze religiose", osservatori, curiosi e semplici convegnisti. 

Lo scopo era quello di informare i partecipanti circa lo stato attuale della legislazione italiana a proposito di difesa della libertà religiosa e dei suoi possibili futuri sviluppi.

Raimonda Casari, Consigliere Regionale, avrebbe dovuto introdurre e presiedere il banchetto, ma era assente. Ha inviato, però, una relazione che è stata letta (11). In questa relazione, si ribadiva l’impegno della Regione Piemonte a sostenere con fondi pubblici le iniziative del CESNUR sempre significative e di alto livello culturale. Il Consigliere riaffermava anche la sua fiducia nei riguardi del CESNUR e del suo direttore M. Introvigne, nonostante certi attacchi rivolti recentemente al CESNUR secondo i quali esso sarebbe una organizzazione di difesa dei culti e farebbe parte di chissà quali complotti. Queste accuse gratuite non venivano prese in alcuna considerazione, anzi si ribadiva la fiducia al CESNUR e si formulavano i migliori auguri sia per il proseguimento del Convegno sia per le attività che sarebbero state intraprese in futuro.

L’ intervento dell’On. Maselli era sul tema : "La nuova legge italiana sulla libertà religiosa". Egli, parlando a braccio, ha annunciato che entro la fine di Settembre sarebbe stata siglata l’intesa con i Testimoni di Geova e i Buddisti. Questa intesa doveva essere siglata il 22 Luglio e non lo è stata semplicemente per motivi tecnici, perchè la persona incaricata non era disponibile. La firma definitiva ci sarà entro Dicembre 1998.

L’On. Maselli ha mostrato molto entusiasmo nei riguardi di questa iniziativa finalmente portata a termine dopo le intese già firmate con i Valdesi, le Assemblee di Dio e gli altri. Poi ha raccontato questo episodio : ai tempi del governo Berlusconi, durante una visita del Presidente Clinton, quando non ancora era stata siglata l’intesa con i Battisti, l’On. Maselli aveva sollecitato una celere chiusura della trattativa e scherzando con l’On Berlusconi ricordava di avergli detto: "Ma come, viene Clinton, e noi non abbiamo ancora definito l’intesa con i Battisti? Siamo ancora a questo punto?" Berlusconi, secondo il racconto dell’On. Maselli, si sarebbe subito affrettato a concludere questa intesa nel più breve tempo possibile. Naturalmente gli illustri ospiti, specialmente quelli stranieri, si sono divertiti molto ad ascoltare questo "aneddoto".

L’onorevole ha poi dato alcune informazioni riguardo alla legge sulla libertà religiosa, in corso di discussione nel Parlamento italiano. Essa si compone di tre parti ed è stata descritta come una legge molto aperta e tollerante, la più tollerante in Europa. E’ stato anche sottolineato il fatto molto importante che, prima di proseguire nell’iter legislativo, era necessario realizzare le intese definitive con i diversi gruppi. Riguardo al tema della libertà religiosa l’On. Maselli ha affermato, inoltre, che sia lo schieramento di destra che quello di sinistra sono pienamente d’accordo nell’approvazione di questa legge perchè su questa questione di principio (la libertà religiosa) non si possono fare "beghe" di partito. 

Nel Parlamento ci sono solo alcuni dissensi da parte di singoli parlamentari, ma essi non coinvolgono gli schieramenti politici.

L’On. Maselli ha fatto anche la storia di questa legge a partire dalla fine degli anni 80 e ha detto che essa sarà semplificata ulteriormente perché nella sua forma attuale risulta troppo ampia. 

Successivamente verrà sottoposta, per essere esaminata, alle rappresentanze delle varie confessioni religiose presenti in Italia, e ognuna di esse farà i suoi rilievi e le sue proposte in base alle proprie esigenze. Questa legge tiene fermo il principio della libertà dei genitori di decidere della educazione religiosa dei propri figli ma porrà delle condizioni per quanto riguarda la salute dei minori, tutelerà la loro salute che non sarà un patrimonio esclusivo dei genitori. Lo Stato se ne farà carico perché questo è stabilito per diritto costituzionale. 

L’On. Maselli ha annunciato, inoltre, che ci saranno degli altri cambiamenti. Ha richiesto, infatti, che l’osservatorio sui culti, che attualmente è di competenza del Ministero degli Interni, passi ad un altro Ente. Le indagini sui culti, quindi, dovrebbero essere effettuate non più dalle Questure, ma dalle Prefetture, in modo da togliere a queste indagini il loro carattere poliziesco che non rispetta il pluralismo religioso. 

Ha accennato ad una proposta, fatta anche da M. Introvigne, di modificare la procedura per ottenere le nuove Intese. Esse dovrebbero prevedere il coinvolgimento di una Commissione di persone tra le quali ci siano anche degli esperti (a questo punto, l’Onorevole si è volto significativamente verso Introvigne). 

La commissione è in via di costituzione, ed è guidata da un professore dell’Università di Firenze.
 

 
"L'ALTRA VOCE"

Non si possono non apprezzare gli sforzi degli uomini di governo di tutto il mondo per promuovere e difendere la libertà religiosa delle minoranze. 

Spesso a sostegno di questa battaglia viene citata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. In una pubblicazione che era a disposizione dei Convegnisti, insieme a tante altre, compaiono in Appendice alcuni stralci di questa celeberrima Dichiarazione.

L’ Art.18 recita : "Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, tale diritto include la libertà di cambiare di religione o credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti" (12).

Questo diritto di ogni essere umano non può ammettere eccezioni, e quindi va salvaguardato anche per coloro che, dopo aver aderito ad una "minoranza religiosa" decidano liberamente di dissociarsi da essa. 

Dispiace dover segnalare che, invece, spesse volte, si verifichino episodi di intolleranza verso queste persone da parte di esponenti del gruppo di cui facevano parte i quali evidentemente ritengono che l’art. 18 prima citato debba essere applicato solo al loro gruppo e non a chi decide di lasciarlo. 

Visto che si sta citando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, è opportuno fare riferimento anche ad altri articoli citati nella pubblicazione a cui facciamo riferimento :

Art.19 : " Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo di frontiere" (13)

Art.20 § 2 : " Nessuno può essere costretto a far parte di una associazione"(14)

Riteniamo che qualsiasi commento a questi articoli sia superfluo e che nessuna persona in buona fede possa dissentire dai principi espressi nella Dichiarazione. 

Per questo motivo desideriamo lasciare al lettore un eventuale commento sulle citazioni che seguono.
Esse sono tratte da pubblicazioni di vario genere provenienti da organizzazioni comunemente incluse tra le "minoranze religiose":
 
 

"Infatti le Scritture indicano che allo scopo di proteggere gli interessi della causa di Dio, è giusto nascondere la verità ai nemici di Dio …Questo sarebbe incluso nel termine ‘strategia di guerra’, come fu spiegato nella Torre di Guardia del 1° agosto1956" (15)

"Dire e dimostrare che un’altra religione è falsa non è una forma di persecuzione religiosa per nessuno. Non è persecuzione religiosa il fatto che una persona informata smascheri pubblicamente una certa religione(...); è un servizio di pubblica utilità" (16)

"Per di più, nella misura in cui questi fanatici religiosi credono nell’ecumenismo, sono costretti a non prendere troppo sul serio le divergenze dottrinali" (17)
 

"Voglio che i miei Comandanti Nazionali si rendano conto che non stanno dirigendo la ‘razza eletta’, perché non esistono razze elette. Stanno soltanto conducendo alcuni semi della Sesta Sottorazza, misti a una gran quantità di sterco ... ma lo sterco è fertilizzante e i semi ne hanno bisogno" (18)

"... oggi non sono né Stalin né Hitler a minacciare il mondo, ma il Sant’Uffizio, come i suoi equivalenti nelle diverse religioni, che promuovono, al di là delle parole di compromesso davanti all’opinione pubblica, le persecuzioni di scrittori, gli attentati terroristici, i bombardamenti genocidi di civili e le interferenze nei campi scientifici e politici con i loro ‘tabù’ che impediscono la libertà individuale e collettiva, familiare e sociale.

Qui inizia una nuova avventura !

CHE BELLO E GIOVANE E’ ESSERE ACROPOLITANO !

Il vostro M. M. [Mando Maximo, Comandante Supremo]" (19)
 

"Non si trovano persone critiche verso Scientology che non abbiano un passato criminale. Più e più volte ne abbiamo avuto la prova"(20)

"Data una società di persone non aberrate, data una cultura dalla quale è stata eliminata ogni irragionevolezza, allora e solo allora l'Uomo sarà veramente responsabile delle sue azioni; allora e solo allora! Ma proprio per questo fatto è necessario che noi ora ci aggrappiamo almeno alla sua ombra. Un uomo non deve per nessun motivo arrendersi ai suoi engram. Forse in un lontano futuro i diritti civili di fronte alla legge saranno concessi solo alle persone non aberrate. Forse l'obiettivo sarà raggiunto in un lontano futuro quando solo le persone non aberrate potranno godere e beneficiare della cittadinanza. Questi sono obiettivi desiderabili che produrrebbero un notevole aumento delle capacità di sopravvivenza della felicità dell'Uomo" (21)

 
 

Nota: sul rapporto tra Introvigne e i Testimoni di Geova, si veda anche "La Società Torre di Guardia smercia i libri di Introvigne".



NOTE

1) Questa frase è la fedele trascrizione della registrazione di quanto detto dall’assessore.

2) Il resoconto di questa relazione è tratto da una registrazione. Le parti citate tra virgolette sono la fedele trascrizione di quanto detto dal relatore. 

3) Mario Di Fiorino, a cura di, La persuasione socialmente accettata, il plagio e il lavaggio del cervello, vol.1, Psichiatria e Territorio, Forte dei Marmi, 1990, p.17

4) Ibid, p. 24

5) Ibid, p.31- 32

6) Ibid, p. 34

7) Ibid, p. 39

8) Ibid, p. 39 

9) Ibid, p. 40

10) Ibid, p. 44 (l’evidenziazione è nostra)

11) L’accenno che faccio al contenuto degli interventi della Dott. Casari e dell’On Maselli si fonda unicamente sulla mia memoria. Pertanto potrebbero esserci lievi imprecisioni. 

12) "Il ripristino e la salvaguardia della libertà di religione" a cura di "Ufficio Europeo per i Diritti Umani e gli Affari Pubblici della Chiesa di Scientology", p.32 (l’evidenziazione è nostra).

13) Ibid.

14) Ibid.

15) La Torre di Guardia, 15-12-1960, p. 762-763. 
La citazione è tratta dalla rubrica "Domande dai lettori".

16) La Torre di Guardia, 15.6.64, pag. 368, in Lorenzo Minuti, I testimoni di Geova non hanno la Bibbia, Coletti a San Pietro, Roma, 1997, p.145

17) La Torre di Guardia, 1.4.86, p.30, in Lorenzo Minuti, I testimoni di Geova non hanno la Bibbia, Coletti a San Pietro, Roma, 1997, p.154

18) Miguel Martinez, Storia di un imperatore : Jorge Angel Livraga Rizzi, in "Religioni e Sette nel Mondo" N. 11, p. 106.

19) Ibid., p. 129.

20) HCO Bull. 27 agosto 1987, originariamente pubblicato come articolo in Ability, 199, nel 1967, in Mario Di Fiorino, L’illusione comunitaria, Moretti e Vitali, Bergamo, 1998, p.102.

21) L. Ron Hubbard, Dianetics - La forza del pensiero sul corpo New Era Publications Italia srl. Milano, 1995, p.529.


     





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