zingari, rom, kosovo, profughi


 
La donna che non esiste


 Foto di Theo Fründt

 
 
 
Ramiza è la più grande dei figli. I fratelli ne parlano con affettuosa compassione, come la più sprovveduta di tutta la famiglia, analfabeta, sposata con un uomo poverissimo e buono che vive raccogliendo cartoni in Macedonia, nei pressi di Skopje, nel campo più grande del mondo, Birimbej-Ilinden. Ramiza ogni tanto telefona con la voce rotta dal pianto. Racconta di un grande vento che arriva dal Kosovo, dove i cadaveri giacerebbero insepolti, un vento che fa ammalare i Rom, un'epidemia che colpisce bambini e adulti. E non riesce a capire perché i suoi parenti, che vivono nella ricca Italia, non possono aiutare lei e i suoi quattro figli. 

Sono i Rom più invisibili d'Europa: per alcune strane perversioni giuridiche, la Macedonia non ha dato i documenti a circa 5.000 Rom nati in altre parti della Jugoslavia. Ramiza non esiste. 

Non conosco bene la situazione. So solo che la Macedonia forse esploderà tra poco, visto che ha vinto le elezioni un'incomprensibile coalizione tra l'ala estremista albanese e i nazionalisti macedoni. So anche che la fonte principale di sopravvivenza dei Rom, il commercio ambulante, è stata stroncata dal governo. Dicono che un paese in cui la gente è libera di vendere camicie e cibo per strada non è degno di entrare in Europa. Inutile dire che l'Europa si basa proprio sul libero commercio, ma per chi è già ricco.  

 





 


 


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