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Il bambino scomparso



Bambini Rom a Foggia in fuga dalle bombe umanitarie

 
 
 


Su questo sito potete leggere anche un altro articolo che approfondisce la Leggenda della Zingara Rapitrice, partendo dal presunto rapimento di un bambino a Lecco.




È sera, Reska e Lulzim stanno rientrando al campo. Svoltano l'angolo e si trovano di fronte alle luci blu della polizia. Un gran faro è puntato sul campo; un poliziotto ferma la macchina e fa aprire il portabagagli.  

Reska chiede al poliziotto, "cosa è successo?" E quello ridendo: - "niente, è sparito un bambino". 

A Calcinato, nebbioso paesino industriale del Bresciano, dove tra l'altro lavora anche Bajram, una signora italiana chiama la polizia dicendo di aver lasciato per pochi minuti in macchina il proprio bambino di tre anni, "nel suo seggiolino agganciato ai sedili posteriori". Quando è tornata, secondo lei, il bambino non c'era più. Questa è la notizia. Nessun indizio, niente di niente. 

Il Corriere della Sera del 18 dicembre 1999, descrive il misterioso episodio, con le sue congetture: 
 

"Chi si è portato via il piccolo ha anche rovistato nel cassettino del cruscotto. Zingari? […] Nel settembre scorso, una nonna di Toscolano Maderno aveva sorpreso una nomade con la sua nipotina di venti mesi in braccio, appena prelevata dal giardino di casa. 'Ho urlato a squarciagola e quella donna ha mollato la presa', raccontò Bruna Amolini. Più triste la storia di Fabio Chele, rapito nel '62 sull'uscio di casa a Vobarno, sempre nel Bresciano. Fabio aveva solo un anno e venne ritrovato tredici mesi dopo in Sardegna, in un accampamento di zingari."
Il pezzo è firmato da Nunzia Vallini, un nome che sarebbe giusto ricordare. 


nunzia vallini

Nunzia Vallini

Il presunto furto nel cruscotto diventa una prova della colpa degli "zingari": si sa che loro per definizione rubano. E poi ci sono altre due prove schiaccianti, tanto che la Vallini non prende nemmeno in considerazione altre ipotesi. Come prima prova adduce il fatto che sembra che una volta una donna Rom abbia preso in braccio una bambina, l'abbia anzi "prelevata" dal giardino di casa. Se una donna vede una bambina smarrita per strada, che magari è riuscita a sgusciare fuori dal giardino di casa, è tanto strano che la prenda in braccio e si metta a cercarne la mamma? Ma le donne Rom non sono donne, quando prendono in braccio i bambini è per rubarli, come se non ne avessero abbastanza dei propri.  

E' un fatto che i non-Rom rapiscono da sempre i bambini dei Rom: il comune di Torino, giunta di sinistra, ha spinto la Procura presso il Tribunale dei Minori a "dichiarare adottabili" alcuni bambini Rom che hanno tanto di padre e di madre; migliaia e migliaia di bambini Rom sono stati "adottati" o istituzionalizzati in tutta Europa contro la volontà loro e dei loro genitori. Reska stessa, quando era bambina, stava per essere rapita da una banda di assistenti sociali a Gorizia ed è stata salvata appena in tempo dal padre.  

Comunque, dopo la nonna di Toscolano Maderno che ha salvato la nipotina dal rischio di essere coccolata contro uno scuro seno Rom, c'è la prova inconfutabile. 37 anni fa un bambino sarebbe stato rapito dagli "zingari." Non so nulla del caso. Ma la stessa pagina del Corriere della Sera ci informa che ci sono stati 2.412 rapimenti di bambini in Italia solo nel 1997. Prendiamo per buona questa statistica che sa di sparata giornalistica. Comunque se facciamo una media anche di mille l'anno, vuol dire che gli "zingari" sarebbero responsabili di un rapimento ogni 37.000 (pari allo 0,003%, il che ovviamente fa un 99,997% di rapimenti a opera di non "zingari"). 
 
Grazie a Dio, i poliziotti non hanno ragionato con la testa di Nunzia Vallini. Il 19 dicembre, il Corriere ha presentato un titolo un po' diverso da quello del giorno prima: "Ho ucciso mio figlio, era malato: Brescia, confessione-choc della madre del piccolo Giorgio."  

Il Corriere, così pronto a lanciare accuse criminali contro "gli zingari", tratta la madre in maniera più umana: "l'ho fatto per amore - ha dichiarato la donna -. Non sopportavo l'idea di vederlo crescere diverso dagli altri." La mamma si chiede anche, "cosa penseranno di me?" E cosa penseranno dei Rom le persone che hanno letto l'articolo della Vallini? Comunque, non c'era una sola parola di scuse per ciò che il quotidiano aveva scritto il giorno prima. La mamma peraltro sembra che fosse recidiva - il piccolo Giorgio era già stato buttato dentro un canale alcuni mesi prima ed era stato salvato da un albanese. 

 
 





 


 


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