Multilevel e manipolazione
II parte
 



di Perseo Vallelata

05 gennaio 2005



Questo è il secondo di una serie di quattro articoli sulla Star Service International SSI e dintorni, maestri di manipolazione positiva, e sui subdoli effetti negativi della positiva pseudo-cultura New Age.

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Manipolazione

Ma quando ha avuto origine questo sistema di manipolazione? Sembra che la manipolazione del consumatore in relazione alla vendita di prodotti, abbia avuto inizio con l’introduzione del televisore. Ho trovato in un libro di Wallace e Wallechinsky “The People’s Almanac” un indizio significativo:

“Dopo la II Guerra Mondiale, fiorì la televisione ... psicologi ed i sociologi vennero portati a studiare la natura umana in relazione alla vendita; in altre parole per scoprire come manipolare le persone senza che si sentissero manipolate. Il Dott. Ernest Ditcher, presidente dell'Istituto per la Ricerca Motivazionale, fece una dichiarazione nel 1941... ‘le agenzie di successo nell'ambito pubblicitario manipolano le motivazioni e i desideri, e sviluppano un'esigenza delle merci con cui il pubblico non aveva ancora mai familiarizzato – e verso la quale non ne aveva neanche il desiderio'. Discutendo sull'influenza della televisione, Daniel Boorstin scrisse "qui, alla fine, c’è un supermercato di esperienza surrogata. La programmazione di successo offre intrattenimento - sotto l'apparenza di istruzione; istruzione - sotto l'apparenza di intrattenimento; persuasione politica - con il richiamo della pubblicità; e la pubblicità - con il ricorso al dramma ". [...] la televisione programmata serve a spargere non soltanto l'acquiescenza e la conformità, ma rappresenta un deliberato approccio industriale.”
Il termine “manipolazione” è sinonimo di raccontare bugie o mezze verità. Per meglio esser manipolati un qualcosa deve essere inventato per fare in modo che la propria capacità di criticare quello che vediamo e ascoltiamo, sia in qualche modo bypassata. Alla radice del discernimento critico c’è la capacità di distinguere tra esperienze positive e negative, e la conoscenza del fatto che molto spesso questa nostra società funziona a rovescio e che spesso le cose negative sono fatti brutalmente reali, senza la consapevolezza dei quali a volte si rischia anche la vita, e quello che cataloghiamo positivo a volte è solo ciò che ci piace sentire che venga detto o fatto.

Nel corso si cercava inoltre di aprire una breccia sulla questione, nel tentativo di assuefare lo scolaro al termine manipolazione. “La manipolazione è positiva quando per entrambi i soggetti il risultato è positivo minimo al 51%. Nella nostra attività non esiste una manipolazione negativa – è addirittura illegale!”. E’ come dire: c’è una legge che vieta certe cose, rigiriamo il tutto a nostro favore spezzandola in due, consideriamo poi solo la parte che ci interessa e dimentichiamoci il punto di partenza. Manipolazioni su manipolazioni, e intanto la legge viene riscritta a nostro piacimento senza rispettare più l’originale. Se ci crediamo allora niente sarà più illegale (?!?).

In un mondo in cui "azzerare gli insuccessi" è diventato il motto principale della persona in carriera, in cerca di un'autorealizzazione basata esclusivamente sul tanto utile quanto indispensabile Dio denaro, è più che plausibile che sempre più gente trovi riparo, in quanto vittima, sotto ogni sorta di occupazione che mira verso la tanto agognata fusione della sfera lavorativa con quella morale. Ma in questo caso, molto spesso, ci si ritrova solo all'inseguimento di un'essenza artificiale, vista la difficoltà di inquadrare il proprio ruolo nella vita, trovandone un significato.

Questa spinta è in verità un male, la via facile travestita da problema da risolvere, il crearsi una realtà propria ad ogni costo, poiché la realtà oggettiva dei fatti è terribile, ed il denaro così dannatamente necessario per sopravvivere.

Non si ha tempo per pensare, trovata l'occasione bisogna coglierla al volo. Sembrerebbe una scelta conscia e volontaria questa, una decisione, un muoversi, l'avere uno scopo, quando in realtà si è pilotati.

La manipolazione funziona benissimo. E questo per il fatto che è la manipolazione stessa a dettare le regole, è lei a creare le scelte, necessarie per far credere all'ingenuo di turno che la decisione è stata presa volontariamente. La scelta, fondamento del libero arbitrio, viene contraffatta, l'ingenuo è felice perché crede fermamente che la scelta sia sua, mentre invece la vera scelta l'ha fatta un altro, ovverosia colui che detta le regole all'interno di un mondo vituale a tutti gli effetti, quello della percezione limitata delle sue vittime, il cui unico peccato è quello di essere ignoranti.

In un sistema di vendita piramidale, dove l'ignoranza è d'obbligo per i venditori del livello inferiore, la partita si gioca appunto sotto la spinta dell'invidia, vista come un meccanismo a pressione positiva evocatrice di un futuro tutto oro e gioielli, che spinge il giocatore a salire sempre più in alto per essere invidiato a sua volta.

"[...]Tutta la comunicazione riservata, intermedia, per addetti ai lavori, si presta alla manipolazione, proprio perché è abbastanza facile sottrarla al controllo e alla consapevolezza di un'opinione pubblica sia generica che qualificata. Nei diversi aspetti della comunicazione, più che nelle notizie e negli annunci che appaiono sui media, la manipolazione non avviene solo a senso unico, ma in un rapporto di rete che si sviluppa in più direzioni e livelli, perché ogni manipolato può a sua volta essere manipolante, in quanto ogni destinatario subito dopo può diventare emittente."

[Umberto Santucci "La comunicazione fra pubblicita' e informazione: persuasione, manipolazione, trasparenza?"]





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