Satana in Italia

Lupi mannari a Bologna



Miguel Martínez

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Il caso Dimitri

La vicenda fiorentina è quindi in bilico: una tesi plausibile rischia di essere stravolta e potrebbe addirittura trasformarsi in un nuovo caso Dimitri. Marco Dimitri, una guardia giurata bolognese che si era per un certo periodo reso noto con la "Bambini di Satana Corporation", sfruttando proprio il tipo di malsana curiosità in materia che abbiamo visto negli scritti di Mago Alex.



Marco Dimitri dei Bambini di Satana

Marco Dimitri con un teschio presumibilmente di plastica


Nel gennaio del 1996, i carabinieri arrestarono Marco Dimitri, Piergiorgio Bonora e Gennaro Luongo. Le imputazioni: "ratto a fine di libidine e violenza carnale", compiuto nei confronti di una sedicenne, nota come "Simonetta", un'accusa improbabile per la coppia omosessuale costituita da Dimitri e Bonora. La giovane accusatrice formulerà accuse sempre più gravi: dallo stupro iniziale, passerà a descrivere gli omicidi rituali di un immigrato africano, ucciso a coltellate, e di un bimbo rom. Le fantasie della ragazza finiscono per innestarsi su un'altra vicenda. Il 22 febbraio del 1996, compare sulla scena "Federico", un bambino di appena tre anni che, dopo una serie di esorcismi, testimonia di essere stato "trascinato in una messa nera nel corso della quale lo avrebbero fatto stendere in una piccola cassa da morto o in una tomba nella quale c'era un teschio".

L'esorcista, tal padre Clemente, ammise in seguito di aver raccontato alla madre di "Federico" storie di abusi rituali satanici e stabilito per primo un collegamento con la vicenda di "Simonetta". La stessa "Simonetta" è stata più volte esorcizzata (anche i carabinieri, nel corso dell'inchiesta, si sono rivolti a un certo padre Francesco, "esperto di messe nere" della parrocchia di S. Lucia, Firenze, per perizie e consulenze). Il Sostituto Procuratore, Lucia Musti, racconta la vicenda di Federico a Simonetta, la quale solo allora si ricorda di aver partecipato anche lei al rito, reggendo per i piedi il bambino mentre veniva calato nella bara.

Al di là degli aspetti grotteschi del caso, ciò che colpisce è la reciproca legittimazione che caratterizza il rapporto tra satanismo e antisatanismo. Per i media, un qualsiasi piccolo operatore bolognese si trasforma in una figura titanica e minacciosa. Ecco come il giornalista Biagio Marsiglia descrive la dottoressa, incaricata delle indagini:

"Gli occhi del Diavolo. Si addormenta scacciandoli, si sveglia sfidandoli. Se li sente addosso tutto il giorno, ma non li teme. Perché lei li combatte [...] Agli occhi del Maligno oppone i suoi, quelli di una donna con la toga addosso [...] Oggi andrà in carcere assieme al gip Grazia Nart per l'interrogatorio di rito. Due donne contro gli occhi del Diavolo".[1]
Fortunatamente, Marco Dimitri è stato assolto, ma il caso indica i rischi che si corrono quando si scatenano tutte le fantasie sul satanismo.


bestia



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NOTA

Biagio Marsiglia, "La mia battaglia con Satana", Il Resto del Carlino, 10 giugno 1996.



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