Da Antonio Gramsci a Piero Fassino:

Note introduttive per farsi una ragione e capirci qualcosa in ciò che è successo nel comunismo italiano

VIII parte
 



Per agevolare la lettura, questo articolo di Costanzo Preve è stato diviso in tredici parti, più un'introduzione.

All'introduzione

Alla parte precedente

Alla parte successiva




8. Enrico Berlinguer ed il compromesso storico del 1973

La proposta del compromesso storico, la cui forma politica non poteva che essere il governo consociativo di unità nazionale, fu fatta da Berlinguer nel 1973 prendendo spunto dalla caduta del governo di Allende in Cile. Il contesto storico è noto. Si tratta allora di dargli una valutazione storica e politica. In estrema sintesi, si tratta di un fenomeno a due facce.

Da un lato, la sua dinamica non poteva che essere quella di una integrazione dentro gli apparati dello stato capitalistico, in particolare in quelli della cosiddetta “borghesia di stato”, di cui già allora Prodi era uno dei massimi esponenti. In un certo senso l’ulivismo prodiano trova nel 1973 la sua origine. Dopo il 1973 la corsa famelica della piccola borghesia picista soprattutto romana negli apparati statali fu inarrestabile (pensiamo al TG 3), e la dinamica consociativa assunse una sua logica del tutto autonoma dagli ideologismi “progressisti” con cui fu ricoperta goffamente. In termini marxisti, si trattò di una vittoria tennistica della struttura (di integrazione consociativa subalterna) sulla sovrastruttura (gli ideologismi paragramsciani di copertura). Il marxismo universitario spartitorio si consumò in Italia fra il 1973 ed il 1983, e fu sostituito dal pensiero debole tuttora dominante nel mondo giornalistico, universitario ed editoriale.

Dall’altro, ed è giunto il momento di riconoscerlo, nell’intenzione di Berlinguer la proposta di compromesso storico era più di “sinistra” di quella di governo di alternativa alla DC. Il pensatore di riferimento di Berlinguer era soprattutto il cattolico comunista Franco Rodano, come sappiamo anche dalla recente pubblicazione dei diari del segretario di Berlinguer Tonino Tatò. Attraverso Rodano e Tatò Enrico Berlinguer aveva maturato una critica non tanto al capitalismo quanto alla società radicale dei consumi di massa e della occidentalizzazione culturale. L’alleanza con il mondo cattolico sembrava dunque a Berlinguer più sicura e strategica di quella con i socialisti ed i cosiddetti “laici”, che erano inoltre i campioni dell’atlantismo e dell’americanismo in Italia. Come è noto, tracce di questa cultura restano anche nella attuale ideologia ulivista, che identifica spesso il berlusconismo con l’americanizzazione.

Come si vede, esistono sotterranee continuità di cui è bene tener conto in una ricostruzione storica.





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