Il presente di Costanzo Preve

III parte
 



Pubblichiamo qui la controreplica diGiuseppe Bailone, nella discussione sul modo generale con cui Costanzo Preve mette in relazione filosofia e politica. Al di là della specifica disputa, pensiamo che possa offrire alcuni spunti interessanti e (come dice la vecchia frase) "stimolare un dibattito".

Il testo è stato diviso in tre parti:

  • La critica di Giuseppe Bailone

  • La replica di Costanzo Preve

  • La replica di Giuseppe Bailone

    Fare clic sul link per vedere altri articoli e una nota su Costanzo Preve.



    Replica di Costanzo Preve a Giuseppe Bailone

    Torino, 2 febbraio 05

    RISPOSTA DI GIUSEPPE BAILONE

    Talete è il primo filosofo greco. Di lui si sa poco e non ci sono rimasti scritti. Resta una figura indeterminata, su cui i filosofi successivi hanno potuto fare le loro proiezioni. Platone ci dice che Talete, perso nella contemplazione del cielo, cadde in un pozzo, suscitando il riso di una servetta trace. Aristotele dice, invece, che, avendo previsto, grazie ai suoi studi astronomici, un abbondante raccolto di olive, fece affari d'oro. Aristotele, poi, osserva che la scienza non è inutile, ma che di solito gli scienziati non se ne servono.

    Pitagora, dice Cicerone nelle Tusculane (V,9), avrebbe usato per primo la parola filosofia, paragonando la vita alle grandi feste di Olimpia, dove alcuni convengono per gareggiare, altri per affari, altri ancora, e sono i filosofi, per vedere ciò che avviene.

    Platone, Aristotele e Cicerone segnalano tutti il distacco contemplativo della filosofia. E lo fanno all'interno di una cultura che credeva nell'ozio come alla sua condizione fondamentale. Tra noi e loro c'è di mezzo la cultura cristiana, caratterizzata dal primato della fede e dalla funzione pastorale degli uomini di cultura.

    Negli ultimi secoli, il cristianesimo ha subito una forte secolarizzazione e la funzione pastorale è diventata, soprattutto nell'ultimo secolo, impegno politico.

    Preve propone il modello culturale di Atene. Nel viaggio di ritorno ad Atene, dobbiamo portarci dietro tutto il bagaglio dell'impegno novecentesco degli intellettuali?

    Terapeutica, politica, teologica, epistemologica. Sono le quattro "principali" concezioni della filosofia, secondo Preve. Tutte quattro assegnano alla filosofia una funzione, un compito, un impegno, la mettono a servizio.

    Credo che la filosofia possa rendere buoni servizi alla salute, alla politica, alla teologia e alla scienza. Credo però che la filosofia abbia in se stessa la propria ragion d'essere, poeticamente espressa nelle stelle di Talete, nel vedere olimpico di Pitagora. Solo una buona cura di questa sua ragion d'essere mette la filosofia in condizioni di rendere buoni servizi, senza diventare servile.

    All'interno dell'ozio della cultura classica antica, la filosofia è nata con un ulteriore e più profondo distacco, si è votata alla contemplazione del cielo, non solo trascurando gli affari, ma diventando addirittura maldestra, fino a suscitare il riso di chi, invece di guardare le stelle, guarda dove mette i piedi.

    Le idee, quelle che attraversano i secoli, vengono dal cielo.

    Una minuziosa ricostruzione storica della genesi di Platone ci dice che Platone era figlio del suo tempo, come tutti quelli del suo tempo. Non ci dice perché Platone, e solo Platone e non tutti gli altri, sono diventati Platone. Preve parla di "eccedenza veritativa" che le idee avrebbero "al di là e oltre la genesi storica che le ha prodotte".

    E' proprio quest'eccedenza che interessa a Preve, credo. Ma essa, riconosce Preve, non si spiega con metodo genetico storico.

    E' creazione libera e gratuita. Viene dal cielo! Da dove, se no?

    L'antipatia per Hegel e Marx

    Ho studiato Hegel come un classico, ma non ne ho mai fatto un mio autore. Ammiro la sua straordinaria capacita di coniugare sintesi felici e analisi minuziose, la sua capacità di architetto della filosofia, ma nel suo sistema mi manca il respiro. Trovo giusta la distinzione tra morale ed etica, ma penso che ci sia una morale ulteriore, dopo l'etica. E' vero che l'individuo, entrando nelle istituzioni etiche, incontra la morale oggettivata nella famiglia, nelle corporazioni professionali, nello Stato, ma le incontra, appunto, ci fa i conti e ridefinisce la sua morale, non si consegna alle istituzioni. So bene che come padre, professore e cittadino ho dei doveri istituzionali, ma è la mia, personale, coscienza morale che decide come assolverli e che cosa fare in caso di conflitti. Insomma, dopo Hegel, si può tornare alla teoria morale di Kant, che è un classico, ma anche un mio autore. "I dogmi indiscutibili" che Preve mi attribuisce su Hegel non sono miei. Lui lo sa perché ne abbiamo parlato tante volte. P

    reve ha ragione a dire che in Marx c'è poca filosofia, giovanile e presto abbandonata. Giudico non molto buona quella filosofia, ma non ho mai avuto antipatia per Marx, che ho amato negli anni della militanza politica totale in Lotta Continua.

    Adesso vedo in Marx dei limiti che non avevo visto. Il più grave, quello che ho fatto più fatica a vedere, è la presentazione del suo giudizio e delle sue proposte morali e politiche sulla realtà sociale e politica come sentenza scientifica. Si tratta di una grave mistificazione, riconducibile al clima positivistico del suo tempo, ma grave.

    "Marx - dice Preve - è un pensatore della descrizione, non della prescrizione". E' vero. Ma nelle sue descrizioni c'è una condanna morale e politica globale della totalità sociale che egli studia e c'è la necessità della rivoluzione. Non nego agli scienziati il diritto di fare valutazioni morali e politiche e di proporre norme, ma spacciare valutazioni e norme morali e politiche per descrizioni scientifiche è offesa alla scienza, alla morale e alla politica.

    Abbagnano e Sofri

    Abbagnano l'ho incontrato all'università, dopo che, negli anni di liceo avevo già letto molto di Croce e un po' di Gentile. (Nei primi tempi, qualche compagno mi prendeva in giro per la mia formazione idealistica. A Torino, nei primi anni Sessanta, faceva un po' ridere leggere Croce e Gentile, di cui Abbagnano parlava poco, ma che Guzzo criticava spesso e accusava di aver esercitato dittatura filosofica, finalmente finita).

    Ho molto ammirato Abbagnano per la straordinaria chiarezza e per la lettura diretta e attenta dei classici. Mi ha insegnato a leggerli, aprendone le pagine, senza troppe premure introduttive ingombranti. Sofri l'ho molto amato negli anni di Lotta Continua. Ho espresso il mio dissenso radicale dalle sue posizioni al congresso del 1976. Gli ho scritto il mio radicale dissenso dalla gestione che ha fatto del processo. Spesso non sono d'accordo con le cose che scrive. Ma non l'ho mai considerato spregiativamente un capetto. Preve lo sa e un po' di attenzione alla nostra amicizia gli dovrebbe consigliare cautela.

    Gerusalemme e Atene

    Se Giove e Mosè sono per me "parimenti espressione simboliche di significati umani", perché non possono esserlo anche per Preve? Non mi pare che lui creda nel Dio biblico e che debba, quindi, "interpretare più o meno profeticamente le intenzioni e i giudizi di Dio". Può lasciare questo compito a chi ci creda e riservare per sé libertà ermeneutica. Non ci sono censure.

    Abbiamo libertà ermeneutica su Giove, in cui i greci antichi, non tutti certo, credevano, e in cui noi, sicuramente e tutti, non crediamo. Perché non possiamo fare la stessa cosa con il Dio biblico?

    Non ce lo impedisce la fede, che non abbiamo. Rispettiamo chi ci crede e muoviamoci liberamente. Ma, perché urtare la sensibilità di una comunità di fedeli, dicendo di trovare "ripugnante" un dio legato solo al suo popolo?

    Se anche così fosse, ma ho forti dubbi, non sarebbe l'unico caso nella storia. E, se non rende aggressivo il "suo" popolo, potrebbe anche essere simpatico, come Zeus, solo greco, mi pare.

    All'inizio




    Gli articoli apparsi originariamente su questo sito possono essere riprodotti liberamente,
    sia in formato elettronico che su carta, a condizione che
    non si cambi nulla, che si specifichi la fonte - il sito web Kelebek http://www.kelebekler.com -
    e che si pubblichi anche questa precisazione
    Per gli articoli ripresi da altre fonti, si consultino i rispettivi siti o autori




    e-mail


    Visitate anche il blog di Kelebek

    Home | Il curatore del sito | Oriente, occidente, scontro di civiltà | Le "sette" e i think tank della destra in Italia | La cacciata dei Rom o "zingari" dal Kosovo | Il Prodotto Oriana Fallaci | Antologia sui neoconservatori | Testi di Costanzo Preve | Motore di ricerca




  •