Padre Pio, gli ostaggi e uno sponsor
 




Miguel Martínez   

2 luglio 2004   





La vicenda dei bodyguard o mercenari italiani, Stefio, Agliana e Cupertino, presi prigionieri dai partigiani iracheni, ha già portato a una manifestazione assolutamente improbabile, come ho raccontato altrove su questo sito, quando le bandiere irachene garrivano al vento davanti alla cupola di San Pietro.

E non poteva che concludersi con un miracolo. In effetti, qualunque cosa sia successo è avvolto nel più fitto mistero, per cui sono ugualmente plausibili le due tesi più diffuse: che sia stato il pagamento di un riscatto da 9 milioni di Euro, oppure un intervento diretto da parte di San Padre Pio, diventato patrono delle operazioni militari di un esercito americano di fondamentalisti protestanti.



padre pio gadget


Mi ritengo laico, ma non sono lontanamente "laicista": trovo affascinanti i mille volti della religiosità e passo volentieri ore ad ascoltare messe di rito bizantino o tridentino, o i canti sciiti in onore di Ali e Fatima. Allo stesso modo, trovo estremamente interessante il racconto fondante della Chiesa - caduta, redenzione nel sangue e nell'acqua e transustanziazione del pane e del vino.

Ma è inutile, e anche pericoloso, nascondersi il fatto che il bisogno reale di sacro viene vissuto in un contesto, che è quello della società turbocapitalista e spettacolare. E viene spesso vissuto, e manipolato, da uomini che si fanno gli interessi propri.

Evaporate nelle vaghezze del Concilio Vaticano II le certezze del cattolicesimo tradizionale, il Vaticano si trasforma sempre di più nella macchina di legittimazione spettacolare del potere.

Che si tratti delle stole ai funerali dei soldati italiani morti a Nassiriya o dell'accoglienza imperiale riservata a George W. Bush in Vaticano.

Si tratta in fondo, come sogna Comunione e Liberazione, di poter incoronare il nuovo Re del Mondo, così come millesettecento anni fa, la Chiesa potè incoronare Costantino.

Nel 1948, durante le elezioni che videro contrapposti comunisti e democristiani, fu tutto un piangere di Madonne. Un coriaceo contadino toscano disse allora al suo nipotino, "beato te, che quando sarai grande non vedrai più queste cose". Oggi il ragazzo ha sessant'anni, e assicura che non farà lo stesso errore con il suo nipotino appena nato.

Un po' perché la natura umana non è affatto quella che i laici di allora pensavano. E un po' perché il miracolo si associa perfettamente ai tempi dei media. È fulminante, spettacolare, senza causa, senza riflessione... In fondo, non si sa se siano più miracolistici i comunicati contraddittori e confusi con cui le autorità hanno spiegato la liberazione degli ostaggi, oppure l'idea tutto sommato coerente, secondo cui il rabbioso frate meridionale li avrebbe portati via nel suo saio.

Cosa curiosa: il più trasgressivo di tutti gli eventi (infinitamente di più degli spettacoli di Helena Velena) è il miracolo. Viola le leggi della fisica e quella ben più terribili dell'ingiustizia, della malattia e del dolore.

Ma sembra che i miracoli di Padre Pio, almeno quelli politici, servano piuttosto a rafforzare la normalità, la banalità del dominio: insomma, favoriscano carabinieri con i pennacchi e anche le associazioni degli industriali.

Infatti, la notizia è che l'Unione Industriale Pratese ringrazia Padre Pio per aver liberato un loro concittadino, il bodyguard/mercenario Maurizio Agliana.

Anzi, in qualche modo se ne assume il merito. Padre Pio, lasciano intuire, avrebbe voluto ripagare la cittadina toscana del fatto che è stato il comprensorio industriale di Prato a preparare i paramenti - in seta e in lurex - per i "10 cardinali, 120 vescovi e 500 sacerdoti che il 1° luglio, a S. Giovanni Rotondo, parteciperanno alla cerimonia di dedicazione a San Padre Pio della nuova, grande chiesa progettata dall’architetto Renzo Piano". Anzi, gli industriali si vantano di aver regalato "a Padre Pio" [sic] un costosissimo indumento, il polistavrion, il cui tessuto, "in due versioni, è un jacquard cosiddetto 'doppio alternato a due effetti'"



abiti clericali

Campione di "Ecclesia Lurex"

Ma la fusione inscindibile tra miracoli avvenuti a Babilonia o a Falluja, tessuti fruscianti per cardinali e spettacolo globale la spiegano le ultime righe della notizia-comunicato che pubblico più sotto:

Legare il nome di Prato a grandi eventi mediatici come il Giubileo e, più recentemente, il matrimonio di Felipe di Spagna, contribuisce a dare visibilità internazione al settore tessile e ad aumentarne fama e credibilità.


tessile prato

Logo del Museo del Tessuto di Prato

Seguendo la diretta dell'inaugurazione della nuova chiesa, ho visto i curiosi cappellini gialli in stile sportivo con cui i 700 preti si sono protetti dal sole estivo. Ma le telecamere non ci hanno detto nulla dell'interazione tra il lurex e il gran numero di cavallette che - secondo un comunicato ANSA uscito un'ora e mezza prima dell'inizio della cerimonia (01 luglio 2004, ore 12:38) - avevano deciso di partecipare anche loro alla cerimonia:

''Una signora che era davanti a me - racconta una ragazza - ne aveva tre sulla schiena e improvvisamente me ne e' piombata una sui capelli''. Chi era ieri alla veglia racconta di averne viste volare a nuvole, ma anche stamattina se ne vedono moltissime raggruppate sotto gli archi esterni della chiesa e la loro presenza viene segnalata a piu' riprese dalle grida di ragazze, per lo piu' volontarie che si preparano alla cerimonia di oggi pomeriggio, che se le vedono piombare addosso. (ANSA).








Ostaggi italiani In Iraq: riscatto pagato, o miracolo di Padre Pio?

Articolo non firmato, tratto dal sito web http://www.nove.firenze.it/

Prato – «Pagato il riscatto per gli ostaggi italiani» rivela il Sunday Times, che ieri ha pubblicato un'intervista ad un miliziano iracheno e aggiunge che oltre al pagamento per la salvezza dei tre ostaggi sarebbero stati consegnati anche duecentomila dollari per avere indietro la salma del quarto italiano rapito in Iraq, Fabrizio Quattrocchi.

Il ministro Antonio Martino e Palazzo Chigi smentiscono il pagamento di un qualunque riscatto per la liberazione. Ma la reporter Hala Jaber aggiunge dettagli di autenticità, una pista siriana nella vicenda: «Il traditore pagato è scappato in Siria».

A Prato la sorella dell'ostaggio le definisce informazioni false. Dunque la liberazione si deve all'intercessione di Padre Pio, come da pellegrinaggio di grazia mostrato dalle TV italiane nei giorni scorsi?

Sta si fatto che proprio a Prato sono stati realizzati i paramenti per i 10 cardinali, 120 vescovi e 500 sacerdoti che il 1° luglio, a S. Giovanni Rotondo, parteciperanno alla cerimonia di dedicazione a San Padre Pio da Pietrelcina della nuova, grande chiesa progettata dall’architetto Renzo Piano. Dopo la Basilica di S. Pietro sarà la più grande della cristianità, privilegio finora della cattedrale di St. Paul a Londra.

Era Papa Paolo Giovanni II che in origine doveva celebrare la cerimonia, anche se ha poi incaricato di sostituirlo l’arcivescovo di Manfredonia, Domenico Umberto d’Ambrosio, delegato della Santa Sede per le Opere e il Santuario pugliese. D’Ambrosio sarà assistito da 7 diaconi e da circa 700 concelebranti. Si prevede comunque una presenza complessiva di almeno 2000 prelati. I fedeli saranno invece centinaia di migliaia.



arcivescovo di manfredonia d'ambrosio

Insediamento dell'arcivescovo D'Ambrosio di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo tra sindaci, tricolori e altro

Vastissima la copertura dei mezzi d’informazione. Rai 1 offrirà in esclusiva una diretta della cerimonia per due ore, dalle 16,30 alle 18,30, immagini acquistate dalle televisioni di decine di Paesi. Già accreditati oltre 300 giornalisti da tutto il mondo.

Carlo Longo, presidente degli industriali pratesi, commenta così l’evento: “Si tratta di un’occasione straordinaria per rendere omaggio a una grande personalità religiosa e per mostrare all’Italia e al mondo le eccezionali capacità di Prato nel settore tessile e nella moda. Queste tipologie di tessuti, così elaborate e particolari, costituiscono dal punto di vista della tecnica tessile una sfida che ci fa piacere raccogliere. Mi pare che i risultati ci diano ragione”.

Sono esattamente 1076 i metri di speciale tessuto occorsi alla sartoria liturgica X Regio di Treviso per confezionare le 200 casule e 500 stole dei prelati concelebranti, oltre alle grandi dalmatiche dei 7 diaconi. Si tratta di una tela di pura lana a quattro capi ritorti, tramata in lurex argento, realizzata con una tecnica particolarissima (è usata solo per i paramenti sacri) che impedisce alla stoffa di prendere pieghe.

Sempre prodotti a Prato, e questi donati dall'Unione Industriale Pratese, anche stoffa e confezione del Polistavrion che sarà indossato dal celebrante principale, l'arcivescovo d'Ambrosio (in origine il Papa). Si tratta di un completo, casula, stola e mitra, che prende il nome (polistavrion, in greco “molte croci”) dal particolare disegno del tessuto, appunto con molte croci.

Il tessuto, in due versioni, è un jacquard cosiddetto "doppio alternato a due effetti". I toni di colore dominanti sono il porpora e l'oro, ciascuno dei quali composto da filati (dominanti il lurex e la seta) di sfumature diverse, che conferiscono alla stoffa un effetto cangiante particolarmente raffinato. In più, gli ornati di casula e mitra, in lana e oro, sono tempestati di oltre 1850 pietre dure sfaccettate, metà corniola rossa e metà globuli e grani d'oro. Questi paramenti, oltre a quelli dell'altare e degli addobbi principali, hanno richiesto altri 120 metri di stoffa.

La ricerca iconografica sul Polistavrion è stata realizzata dallo studio Ballarin di Venezia su mosaici, affreschi, miniature e icone considerati in un periodo di tempo di sette secoli, dal più antico, 1191, alla metà del secolo XIX.

Il tessuto è dono dell’Unione Industriale Pratese a Padre Pio in questa circostanza, destinata a coinvolgere l’intero mondo cristiano; l’Unione Industriale ricorda che Prato è il maggior distretto tessile e della moda in Europa. La produzione è di elevatissima qualità e si caratterizza per creatività e alto contenuto moda. Tessuti e filati pratesi sono da sempre protagonisti assoluti di alta moda, prêt à porter, maglieria. Legare il nome di Prato a grandi eventi mediatici come il Giubileo e, più recentemente, il matrimonio di Felipe di Spagna, contribuisce a dare visibilità internazione al settore tessile e ad aumentarne fama e credibilità.

Cronaca - a4.06.28.13.00






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