Bucalo!

Terza parte
 



Alla prima parte
Alla parte successiva



Bucalo! contiene un forte elemento erotico, cruciale in tutte le forme di propaganda di guerra.

Nella poesiola, Regalo delle donne di Tripoli, la faccenda ci si presenta nella sua forma più ferocemente biologica, con le stesse logiche che governano i gruppi di babbuini.

Prima, si cacciano i maschi concorrenti:

"L'Italia, turco mio, la 'un si balocca:
Dacci Tripoli e i' rresto colle bone,
Sennò senza bisogno di' cannone,
Ti s'agguanta pe i' ccollo e ti s'annocca!"

E poi ci si impossessa delle loro donne, le quali - esattamente come le babbuine - sono contentissime di unirsi al maschio che si è dimostrato più forte:

"Perché scommetto quelle morettine,
quando veggan e nostri versaglieri,
le li daranno un monte di cosine…"



Illustrazione da Bucalo!

Il Canto della Tripolina è, se possibile ancora più esplicito. La morettina in questo caso si offre di diventare "la balia del reggimento inter", che "a tutti chi vien qui, mai voglio dir di no!"

"Vieni, italiano, spicciati
vieni sopra il mio seno,
miralo com'è pieno,
pieno d'amor per te!"



Illustrazione da Bucalo!

Se i giornalisti guerrafondai (i Carlo Panella e i Magdi Allam hanno una lunga storia alle spalle) avevano spacciato ai capitalisti italiani inesistenti "miniere di zolfo" e perfino di diamanti, alle povere reclute facevano vagheggiare soddisfazioni molto più semplici.

Per sottolineare la faccenda, Bucalo! presenta due immagini improbabili, ma - per i tempi - decisamente esplicite di "morettine" pronte a dare un monte di cosine.

Per i cultori del melodramma, cioè i lettori medi dei quotidiani dell'epoca, esisteva un altro tipo di pornografia politica che - per nostra fortuna - si è nel frattempo estinto. In parlamento, l'ineffabile onorevole De Marinis, già nel 1902, declamava ai suoi colleghi:

"La leggenda ricorda, e Plinio ripete, che da quel mare delle Sirti, le Sirene chiamavano i naviganti con la voce armoniosa, così come Euplea dalla nostra Mergellina".




continua






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