L'Indesiderato
 

Una testimonianza, forse un po' ingenua, ma interessante, di come una persona tranquilla possa venire prelevata in casa prima dell'alba per venire poi espulsa dall'Italia. Senza processo e senza prove. Pur avendo tutte le carte in regola.

Questa "Lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana, al ministro Pisanu e a tutti gli italiani" è tratta dal sito di Islam Online ed è stato scritto da Patrizia Khadigia Dal Monte.

Seguendo il link, troverete un'antologia di casi di presunto "terrorismo islamico", violentemente mediatizzati e poi rivelatisi bufale.



Tra pochi giorni avrà luogo l'udienza per Said Bouchraa, espulso dall'Italia, con altri sei, "come indesiderato", in un freddo mattino di novembre, mese di Ramadan, dell'anno scorso. Quella mattina Said, si preparava per andare a pregare alla moschea, prima di andare al lavoro, aveva trovato posto in quelle società di intermediazione che gestiscono la manutenzione degli autobus… Era molto felice del suo nuovo impiego, forse gli sembrava di avere fatto un salto di qualità, perché per molti anni si era rotto la schiena a pulire le stalle… Anzi voleva prendere la patente degli autobus, quella poi gli sembrava il massimo…!

Said Bouchraa viveva in Italia come uomo semplice, da 12 anni, prima a Torino, poi a Reggio Emilia, e come ogni uomo semplice aveva semplici pretese: una moglie, dei figli, una casa dove ripararsi e incontrare gli amici… aveva poi una passione che non è molta diffusa tra il mondo arabo. Amava gli animali …

Forse aveva un difetto. Quando parlava diceva più di quello che realmente pensava … mostrava una rigidità che il cuore non aveva … bastava vedere come la sua casa si era riempita di uccellini e di coniglietti, di come sapeva amare la moglie, da cui pretendeva il velo radicale, ma che amava, accettava, sosteneva, rendeva felice… che non ha abbandonato quando ha scoperto che era malata, di una malattia grave che le condiziona per sempre l'esistenza… anzi ne ha condiviso il dolore e con i suoi pochi soldi di operaio l'ha portata dai medici migliori…

Quel mattino, Said Bouchraa pensava di essere fortunato, nonostante tutto, perché gli era nata una piccola bimba, Habiba, nome della madre , che significa amore, ed era sana e bella, nonostante le possibilità per lei di essere compromessa dalla malattia della madre, dal cortisone che era obbligata a prendere anche in gravidanza per alzarsi dal letto.

Ma, alle 5.30 di quella mattina, resa pungente dal freddo e dal digiuno, sono arrivate delle persone alla porta, hanno bussato e hanno detto che volevano fare una perquisizione…Sono entrate hanno rovistato ovunque, poi hanno sequestrato delle cassette che Said registrava da Al Jazeera, e una polvere nera dentro un sacchettino: il kohl, il trucco per gli occhi che le donne arabe si mettono per farsi belle davanti al marito… Ancora Said scherzava, non capiva la gravità di quello che stava capitando… nessuno poi di noi che lo conoscevamo lo potevamo sospettare… Rideva e diceva: " State attenti quella è una bomba (il Kohl), perché lui era tanto lontano da quel mondo di cui lo hanno accusato di far parte, che ci faceva dell'ironia… ma loro non scherzavano.

L'hanno preso, l'hanno portato alla Questura , con gli abiti da lavoro, senza neanche la possibilità di vestirsi, hanno bloccato il suo telefono, non ha più potuto parlare neanche con la moglie, l'unica telefonata che poteva fare l'ha fatta a noi… Io ho preso la telefonata e sono rimasta sbigottita, non era possibile che ciò accadesse a lui, non a lui che non era uno sheick, che quando parlava infilava la parola scusa ogni due termini che esprimeva… Non era possibile… eravamo in Italia, terra civile e democratica, qui non potevano succedere queste cose..

Sì perché anche io, facendomi compagnia con la televisione mi ero formata l'idea che coloro ai quali succedevano tali cose, in qualche modo lo dovevano meritare… Tali cose, mi sembrava potessero avvenire solo in altri paesi, in quelli totalitari, arretrati.. E invece no … qualcosa non quadrava più. E invece sì, è capitato proprio a lui…. Lo hanno interrogato e lui che fino all'ultimo, nella sua innocenza, nella sua semplicità che sconfinava qualche volta nella testardaggine, non voleva parlare, non sapeva che cosa dire, ripeteva qualche frase presa dal Corano o chissà da quale libro…

Said Bouchraa, dopo poco fu portato a Torino, dove aveva abitato con un compaesano, sospettato di non so più che cosa…Lì gli hanno detto che "a loro lui non piaceva e che non volevano più" e lo hanno imbarcato in un aereo per il Marocco… espulsione politica si chiama, se ne sono liberati, "indesiderato" in un paese grande e generoso, ma che in tale gesto ha espresso la sua pochezza… la sua avarizia di comprensione, soprattutto il suo disinteresse, la sua superficialità per l'essere umano…. a cui ogni uomo e ogni donna appartengono, anche se stranieri...

Non c'è stato processo, non ci sono state prove… solo indizi, cassette che esprimevano un'attenzione per coloro che protestano, anche violentemente è vero, intercettazioni telefoniche che provavano cosa? L'amicizia con qualcuno con cui aveva vissuto, la cui famiglia era dello stesso suo paese?

Presidente della repubblica, presidente di noi italiani, Ministro Pisanu, lei ha messo quella firma, per questo a lei mi rivolgo, senza odio, senza spirito di vendetta, solo con un groppo nella gola, perché non è giusto, quello che è capitato a Said Bouchraa, non è giusto.. non è giusto per lui e per noi italiani, noi siamo meglio di così… non è giusto davanti a Dio, dal quale io e lei, penso che abbiamo più meno la stessa età, dobbiamo presentarci tra poco…la vita è breve e passa in fretta, ma ciò che facciamo, quello che scriviamo resta, e ha delle conseguenze per noi e per gli altri.

Io le conseguenze di quella piccola firma, (era il giorno dei funerali degli italiani a Nassirya, è stato un atto punitivo?), le ho viste con i miei occhi, per questo non posso tacere. Ho visto una giovane donna, che non era mai uscita di casa senza il marito, cadere per terra, svenuta dal dolore, ho visto una piccola bimba affacciarsi alla vita senza un padre che la potesse accogliere e con una madre confusa e malata, che non sapeva cosa fare e cosa pensare… ho visto un uomo che nonostante quello che lei può aver pensato, e anche di più di quello che lui stesso ha pensato, amava l'Italia e gli italiani, e che dopo dieci anni di onesto lavoro si è visto buttato via come uno straccio come una cosa che non serve più….

Le chiedo un gesto di giustizia e verità e di coscienza, là dove arriva solo l'Altissimo davanti al quale lei, Berlusconi e il povero Said sono uguali, creature di questo mondo che ci è stato affidato perché lo coltivassimo, ognuno al proprio posto, con uguale dignità e diritto.

Per la fiducia che ho ancora nell'italianità nonostante tutto e la possibilità di un governo democratico di correggere i propri errori, e la Giustizia di Dio che può illuminare chiunque, le chiedo e le chiediamo : permetta a quel povero uomo innocente di lavorare in pace in Italia, ha due bambini e una moglie malata e se la gente rischia la vita per venire qua, vuol dire semplicemente che là, non è facile vivere e SOPRA OGNI COSA NON SI PUO' TRATTARE COSI' UN ESSERE UMANO, ANCHE SE STRANIERO, CIO' NON E' DEGNO DELL'ESSERE UMANO, NON E' DEGNO DELL'ESSERE ITALIANI.

Patrizia Khadigia Dal Monte


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