Note critiche sul bordighismo

Contributi per una discussione da proseguire

IV parte
 



Per agevolare la lettura, questo articolo di Costanzo Preve, apparso per la prima volta sulla rivista Praxis è stato diviso in nove parti.

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Alla prima parte




9. Ed ora, ricordato doverosamente il contenzioso storico, passiamo finalmente a parlare della sola cosa veramente interessante, e cioè del bordighismo come fenomeno teorico, e come modello puro ed inarrivabile di metafisica meccanicistica che si autointerpreta con falsa coscienza necessaria come l'unico marxismo ortodosso del mondo. Esamineremo ad uno ad uno alcuni dei punti principali.

10. Il bordighismo è una forma pressoché perfetta di integralismo marxista. Ho preferito il termine "integralista" al termine "fondamentalista" per una ragione ben precisa. I "fondamenti" che il bordighismo attribuisce al marxismo non sono assolutamente quelli esatti, e ad esempio non sospetta neppure che per Marx il soggetto rivoluzionario trans-modale non è assolutamente la classe operaia di fabbrica, ma è il lavoratore collettivo cooperativo associato, dal direttore di fabbrica all'ultimo manovale. Se il bordighismo lo sapesse (ma per sua fortuna non lo saprà mai, perché non legge mai i commenti marxologici degli eretici, degli apostati e degli scismatici piccolo-borghesi) ne sarebbe certo orripilato, perché scoprirebbe un Marx interclassista insospettato. Il bordighismo è invece "integralista", nel senso dell'integralismo biblico dei predicatori protestanti americani alla Jerry Falwell, quei cialtroni assassini che odiano tutte le altre religioni del mondo (con l'eccezione del sionismo). L'integralismo accetta tutte le citazioni dei tre sacri autori di riferimento (Marx, Engels e Lenin), indipendentemente dalla data di "emissione" (per cui Marx ha sempre ragione in tutto quello che dice dal 1839 al 1883). I tre autori di riferimento sono fusi insieme in una sorta di Blocco Sacro (BS). Il Blocco Sacro è perfettamente sferico e rotondo, e non sono permesse maliziose interpretazioni critiche che lavorino su differenze e divergenze implicite o esplicite. Dunque, non c'è nessuna differenza fra il Marx giovane ed il Marx maturo, come opina la scuola di Althusser, e neppure nessuna divergenza implicita fra Marx ed Engels, come ha sempre opinato il marxismo occidentale (giovane Lukács, eccetera).

Tutto questo è molto religioso. In effetti, se Gesù di Nazareth è il figlio di Dio, e Maometto è l'inviato terreno di Allah ed il sigillo dei profeti, non ha senso considerare quello che hanno detto a venti anni e quello che hanno detto a trenta come un processo popperiano di autocorrezione anche radicale. L'autocorrezione è tipica solo degli esseri umani di ascendenza piccolo-borghese, luogo della tentazione narcisistica dell'individualismo. Ed è allora del rifiuto (apparente) del bordighismo per l'individualismo che vale la pena di parlare.

11. Il bordighismo ha spinto il suo rifiuto dell'individuo al punto di praticare l'anonimato dei suoi scritti biblico-marxisti di riferimento. Se leggiamo il Bordiga dopo il 1945, il suo stile (che ho definito poco sopra una sintesi inimitabile di Croce e di Totò) è inimitabile, ma il testo è rigorosamente anonimo. Il bordighista si alza in pubblico, ma non è la sua miserabile identità piccolo-borghese che parla. È la grande ombra della trimurti del Blocco Sacro che parla in lui. Nonostante il mio maligno stile piccolo-borghese possa farlo sembrare, non ho nessuna intenzione di fare del facile umorismo a buon mercato su questa modalità che definirei di "ispirazione positivistica", perché è per metà magica (il Blocco Sacro continua a parlare in noi) e per metà ultrascientifica (è inutile firmare con nome e cognome ciò che è oggettivo). Su questo è necessario condurre alcuni ordini di ragionamento.

12. La prima ragione di questo anonimato è naturalmente la mentalità matematica ed ingegneristica di Bordiga, ben comprensibile dal suo punto di vista. In effetti, se scrivessi la seguente frase "12 + 12 = 24, firmato: Costanzo Preve", il lettore ne trarrebbe una sensazione di straniamento e di comicità. Si firmano le opinioni discutibili, in modo da consentire all'interlocutore di rivolgersi polemicamente a chi le ha enunciate, ma non si firmano operazioni aritmetiche. Se per caso sono sbagliate, le si corregge anonimamente, senza bisogno di entrare in narcisistiche polemiche personali.

È evidente, ma in questo modo non si coglie il centro della questione. E non si può cogliere, perché come tutti i positivisti Bordiga non sospetta neppure la differenza fra esattezza, certezza e verità, e del fatto che il marxismo, se vuole recuperare la sua dimensione veritativa, non può ridurre i suoi accertamenti ad esattezza ed a certezza.

Spieghiamoci meglio, anche se ovviamente il tema merita ben altra analisi critica, che faremo altrove con l'ampiezza necessaria. Che 2 + 2 faccia 4 non è né certo né vero, ma è solo esatto. È esatto che 2 + 2 = 4. È invece certo, perché presuppone empiricamente un momento di accertamento sperimentale eventualmente falsificabile, che l'acqua comincia a diventare ghiaccio a zero gradi centigradi. Nel linguaggio comune è del tutto accettabile che si usino le parolette "esatto" e "certo" come intercambiabile, e che si dica anche che è "vero" che 2 + 2 = 4, e che l'acqua solidifica a zero gradi centigradi. Ma se vogliamo capirci veramente, allora bisogna che il termine "vero" sia inteso in modo ben più completo.

Come scrisse correttamente Hegel, il maestro filosofico di Marx, il vero è l'intero. Più esattamente, il vero è solo l'intero. Le proposizioni esatte e certe non sono dunque a rigore vere (ma neppure false, a meno che vengano assolutizzate, ed allora lo diventano, ma non per colpa loro). Dal momento che il vero è solo l'intero, ha senso cercarne il fondamento, ma questa ricerca può essere soltanto dialogica, cioè interpersonale, ed allora essendo dialogica deve essere per forza nominativa, perché ogni interlocutore ha un nome con cui viene connotato. Infatti Socrate parla con Callicle, Gorgia, Protagora, Teeteto, eccetera, non per narcisismo piccolo-borghese, ma perché sa bene che l'enunciazione anonima della verità è impossibile per natura, in quanto la verità (lo ripeto: non l'esattezza e la certezza, che possono anche essere anonime) risulta strutturalmente dal carattere dialogico della pluralità degli interlocutori. È esatto che in ogni merce c'è un valore d'uso ed un valore di scambio. È certo che l'inflazione porta con sé l'aumento dei prezzi (più esattamente, l'inflazione come aumento della massa monetaria in circolazione). Ma per sapere che il capitalismo è una forma di vita sociale ingiusta ed alienata (affermazione di per sé né esatta né certa) bisogna attingere ad una concezione logica, ontologica e dialogica di verità.

Tutto questo non è neppure lontanamente accessibile ai relativisti del "pensiero debole" oggi dominanti, ma non è neppure accessibile ai positivisti come Bordiga. Per loro tutto questo è chiacchiera filosofica piccolo-borghese su inesistenti oggettoni metafisici. Chi vuol seguirlo in questo anonimato faccia pure, ma lasci perdere Marx, il marxismo, il capitalismo ed il comunismo, e si dedichi solo alla Settimana Enigmistica, in cui la soluzione degli enigmi non è mai "personalizzata", perché o li si risolve nell'unico modo oppure non li si risolve, senza più rompere le scatole alla gente.



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