Le saponette dell'Impero
VIII e ultima parte
 

di Miguel Martinez




Questo è l'ultimo di una serie di otto articoli su Amway, i cristianisti o "theocon" e l'Impero americano.

All'articolo introduttivo





Il sorriso di Paul Tibbets

Il termine "identità" mi lascia molto perplesso. Non è vero che non esistono le identità, o che siano un volgare trucco dei padroni o dei preti per ingannarci. Solo che penso che siano unicamente i grandi romanzieri, come ad esempio Orhan Pamuk, a poterne dire qualcosa. I politici che cercano di farlo generano mostri, quando non sono mostri loro stessi: basta pensare a Mario Borghezio e ci capiamo subito.

Però esiste davvero qualcosa che minaccia di annientare la nostra stessa identità umana. Si tratta proprio del flusso puro e quantitativo del capitale, dove "tutto ha valore solo nella misura in cui si può scambiare, e non in quanto è qualcosa in se stesso", dove "il paesaggio si riduce a fungere da sfondo di cartelli e insegne". Ho citato Adorno, ma avrei potuto citare innumerevoli altre autori che colgono il sottile orrore dei nostri tempi, da punti di vista molto diversi.

Ma siccome mi ispiro a ciò che sto leggendo, è sempre Adorno, o Adorno e Horkheimer, a descriverci, nella Dialettica dell'illuminismo, la demoniaca caricatura della democrazia che ci offre l'americanismo. Che non ci offre liberi e vivi esseri umani, nella loro straordinaria varietà, ma il tipo medio, the average guy:

"L'apoteosi del tipo medio rientra nel culto di ciò che è a buon mercato. Gli attori cinematografici meglio pagati sembrano immagini pubblicitarie di ignoti articoli di marca. Non per nulla sono scelti dalla réclame, dalla bellezza d'uso".
Dialettica dell'illuminismo, p. 168




Ronald Reagan, presidente attore


Viviamo la contemporaneità senza profondità e senza storia dello spettacolo, la violenza pura del più forte, la malefica nozione secondo cui Dio benedice i dominatori e vuole lo sterminio dei dominati.

Tutto questo non è colpa di chi nasce negli Stati Uniti (come una parte dei miei antenati); non è colpa del suolo o della natura dell'America, perché le radici si trovano nella storia affascinante ma anche criminale dell'Europa, o se preferiamo nella nostra natura caduta, o nella natura di un ciclo storico; ma tutto questo si riassume come mai prima nella storia nell'Impero americano.

Se dovessimo riassumere tutto in un'unica immagine, potremmo usare quella del pilota Paul Tibbets, mentre si accinge a bombardare Hiroshima, sul suo aereo, dedicato - con americana libertà - alla mamma, la signora Enola Gay. Nessun essere umano, né prima né dopo, ha mai ucciso con un solo gesto un numero più grande dei suoi simili. Senza altro motivo che dimostrare la propria feroce superiorità (certo, si può sempre trovare un Bertinotti pronto a dire che l'atomica lanciata ad agosto del 1945 doveva servire a fermare Hitler, morto tre mesi prima).




Paul Tibbets parte sull'Enola Gay



Paul Tibbets oggi ha un proprio sito web (non metto il link, ma non è difficile da trovare), dove potrete leggere come sia poi diventato direttore generale di una ditta di aerotaxi, è stato insignito di ben undici medaglie e viene onorato (in che maniera non viene precisato) nel National Aviation Hall of Fame. Sul sito, potete anche finanziare la vecchiaia del signor Tibbets, acquistando un modellino della bomba atomica, per 250 dollari, con l'autografo del protagonista, "spedizione e assicurazione comprese". Sempre a proposito di valori della famiglia, ricordiamo che la bomba si chiamava Little Boy.



La bomba del signor Tibbets (l'autografo si trova sulla piastra a sinistra)


Non si tratta di un individuo mostruoso. Non c'è nulla di più diabolico in lui che in qualunque entusiasta venditore di un sistema piramidale, o se è per questo, in un giovane discotecaro.

Il sorriso di Paul Tibbets è un simbolo universale: si tratta dell'espressione ultima dell'amusement. È il sorriso di fronte allo spettacolo più esaltante di tutti i tempi, l'abbrustolimento di centomila esseri umani. Con un accenno perverso ai valori della famiglia, esattamente nell'istante in cui si sta per sterminare migliaia e migliaia di famiglie.







Famiglia irachena


Perché tutto torni, almeno simbolicamente, possiamo contrapporre a Paul Tibbets un uomo morto nel 767, proprio in Iraq:
"Fu Abu Hanifa, un eminente giurista di stirpe persiana, fondatore di un'accademia giuridica di Baghdad, che per primo proibì l'uccisione di donne, vecchi, bambini, malati, monaci e altri non combattenti. Egli condannò anche lo stupro e l'uccisione degli ostaggi." Sven Lindqvist, Sei morto: il secolo delle bombe, Ponte alle Grazie, 2001, p. 25.
Satana è stato abusato in mille modi, per suscitare angosce di fronte all'ignoto, per imporre discipline, per escludere la necessità di ragionare, o per condannare per sempre chi si ribellava all'ingiustizia.

Ma credo che possiamo definire il ghigno di Paul Tibbets davvero satanico, perché nel suo stupido sorriso si spegne l'ultima somiglianza tra l'intelletto umano e quello che i teologi attribuiscono al divino.

È questo il satanismo impenitente, perbenista, assolutamente sicuro di sé, che è il cuore dell'americanismo. Quello che Costanzo Preve chiama il "bombardamento etico", un terribile ossimoro - una "menzogna evidente" - tra il linguaggio moralista, religioso, pubblicitario che giustifica tutto, e la natura assassina di ciò che gli assassini fanno.

Quando il bombardamento etico diventa teologia, abbiamo la bestemmia ultima. Abbiamo l'Acton Institute e i cristianisti e/o teocon. Abbiamo la teologia di sangue e soldi di don Gianni Baget Bozzo. Abbiamo il cardinale Camillo Ruini che benedice la guerra planetaria.

Ma mentre Satana, con le sue dita caprine e i suoi strani gusti in materia di fuoco, è qualcosa di decisamente alieno, altro, la malvagità perbenista ci fa pensare a un'altra figura archetipica, quella dell'Anticristo; e di riflesso, ai tempi apocalittici in cui le varie narrazioni - cristiana, islamica, ebraica, ma anche induista - ne collocano l'avvento.

Sono temi che interessano poco l'Italia, dove la religione è associata al placido dominio della Madre Chiesa e dove invece i grandi drammi storici vengono sempre letti in chiave di ideologie politiche molto laiche. Tanto che molti, anche cattolici, confondono Satana, l'angelo decaduto che in ogni era combatte contro Dio, e l'Anticristo, che è invece un uomo in carne ed ossa, che imiterà per molti versi lo stesso Cristo, giungendo a dominare l'intero mondo alla fine dei tempi, prima di venire sconfitto dal vero Cristo.

Ma nel mondo evangelico, in quello islamico e in gran parte di quello ebraico, i nostri tempi vengono letti spesso proprio in questa chiave. Un po' perché è da oltre venti secoli che taluni vanno assiduamente a caccia dei segni della fine dei tempi; e un po' perché i nostri tempi sono davvero particolari.





Nikolaj Roerich, "Il libro della colomba"


Non è difficile capirne il motivo: il dramma, ai tempi dei mass media, entra in ogni casa, ci presenta immagini sconvolgenti apparentemente prive di causa; la guerra imperiale viene descritta - per quanto abusivamente - come uno "scontro di religioni"; e si focalizza sul luogo simbolico dove i testi delle tre religioni prevedono che si svolgerà il dramma finale, cioè Gerusalemme e la Terra Santa. Infine, è oggi davvero diventato possibile dominare l'intero mondo.

Qualche eco confusa arriva anche da noi. Un certo Gaetano Saya, che si autodefinisce massone ed ex-agente di "Stay Behind" nell'ambito della NATO ("in sonno" comunque su entrambi i fronti), nonché "capo assoluto" di un partito dal nome Destra Nazionale (il simbolo è copiato da quello della CIA), inneggia a Oriana Fallaci e proclama:

Dio benedica George W. Bush
Dio benedica gli Stati Uniti d'America
Il male sceso tra noi trova in uomini come George Bush in America,
in uomini come Gaetano Saya in Italia, un baluardo inespugnabile.
Uomini timorati di Dio, uomini duri e puri che illuminati
per volontà Divina, sono scesi nella valle oscura della morte
per difendere la Fede Giudeo Cristiana e l'Occidente.
Il bene che questi uomini rappresentano sconfiggerà l'Anticristo.
Dio è con loro
Il male verrà ricacciato dagli inferi da cui è uscito.
Simbolo e volto di Gaetano Saya, uomo duro e puro


Il signor Saya, benché sia Capo Assoluto (e anche Presidente Onorario dell'Unione Nazionale Forze di Polizia), ci perdonerà se segnaliamo che commette due errori, di cui uno lieve e l'altro grave.

Quello lieve - è certamente ingiusto metterlo sullo stesso piano di George W. Bush: siamo infatti certi che Gaetano Saya non sia responsabile di centomila omicidi in Iraq (come ha calcolato un recente studio del Lancet).

L'errore grave invece riguarda l'uso del termine Anticristo.

Infatti, l'Anticristo non è affatto l'Altro. Non ha nulla a che vedere con le angosce dell'Occidente, con il feroce Saladino, con il comunista che non vuole il crocifissomangiapreti, con l'inquietante omosessuale.

No, l'Anticristo, ci dicono tutti i testi, non è colui che ci fa paura, ma è proprio il seduttore, quello che ci conforta nelle nostre certezze acquisite, ci rassicura nella nostra mediocrità. L'Anticristo siamo noi allo specchio, la parodia di quello che noi stessi avremmo voluto essere. Solo la combinazione tra spirito di ribellione ed estrema sensibilità ci permette di riconoscere il marchio del demonio.

L'esoterista francese René Guénon ne diede un esempio, sottolineando come in arabo, i termini che indicano il Messia - al-Masîh - e l'Anticristo - al-Masîkh (più precisamente colui che guasta, distorce, falsifica) - si distinguano nella scrittura araba letteralmente solo per un puntino:

Il Messia - المسيح
L'Anticristo - المسيخ

In questo c'è una meravigliosa saggezza, che può benissimo essere letta laicamente.

Non è certo necessario conoscere la scrittura araba per cogliere quel puntino di differenza. L'elemento che ci svela il volto dell'inganno sarà proprio la natura di imitazione, di falsificazione, che ci richedono di infantilizzarci di fronte a parole che ci rassicurano, mentre veniamo coinvolti in un unico, atroce delitto.

Ovviamente questo Anticristo - se così lo vogliamo chiamare - è un intero, immenso sistema, non è certo un individuo; eppure sembra di intravederne qualcosa negli urlati richiami che sentiamo in ogni momento all'acquisto, alla difesa dell'Occidente, nella fantasia di una perfetta felicità acquistabile per sempre da Amway o da Scientology, nella legittimazione del massacro.

Ma siamo anche di fronte al primo caso di dominio mondiale della storia umana, ed è inevitabile che qualcuno si ricordi i brani dell'Apocalisse che paventano proprio questo. Un dominio che si regge sui pilastri del Total Information Awareness dello spionaggio e del Full Spectrum Dominance dei militari: un affascinante richiamo all'onniscienza e all'onnipotenza dei teologi.

Eppure, per cogliere la portata della falsificazione, basterebbe pensare per un istante a qualcosa di vero. Se vogliamo restare in ambito religioso, al crepaccio alla Verna in cui San Francesco dormiva tra il frusciare delle foglie; oppure al suono del sistro nelle messe copte.

E poi pensare, per contrasto, a chi oggi si permette di parlarci di noi, di Dio, d'Occidente: il conquistatore; l'eletto - per ritornare all'immagine del dio d'Amway; il signore nelle cui mani i missili diventano denaro e gli uomini diventano cadaveri.

Colui che si è disegnato un dio che lo giustifica e che stermina i suoi nemici. Il volto dal sorriso fissato nell'immagine di una finzione costruita ad arte da innumerevoli e servizievoli tecnici del dominio e signori dei media. Illuso di possedere un'eterna giovinezza, con il diritto di vita e di morte su un mondo che è sua private property








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