Le buffe avventure
di Aldo Torchiaro (II)
 



Miguel Martínez   

Per agevolare la lettura, il testo è stato diviso in undici parti.
Alla prossima parte
All'introduzione





marted́, 06 settembre 2005

Un giornalista impara la buona educazione

Una delle grandi soddisfazioni della vita consiste nel sapere di aver contribuito a far crescere qualcuno.

E' quello che dobbiamo provare tutti nei confronti di Aldo Torchiaro, il giornalista dell'Opinione e del Riformista di cui si è parlato tanto qui in questi giorni.

Aldo Torchiaro se l'era presa con un gruppo di persone che si batteva (con lo sciopero della fame, non con le alabarde spaziali) per far ascoltare anche in Italia la voce dell'opposizione irachena. Per attaccare questo gruppo di persone, ha scelto di chiamarli "relativisti del tritolo" e li ha accusati di acquistare "berette nostrane" (presumibilmente con euri nostrani).

Ora, ci sono cose che non si devono fare. Ad esempio, istigare a bruciare vivi i somali, come ha fatto Oriana Fallaci. Dire, come ha detto un ammiratore della Fallaci, che le "vacche musulmane" vanno fatte abortire a calci in pancia. Oppure dire che un gruppo di persone che opera in piena legalità sta mettendo da parte pistole.

Va da sé che Aldo Torchiaro è stato denunciato. Quando la dottoressa Halima Barre gli ha scritto un lungo messaggio in cui gli spiegava il motivo della denuncia, ha reagito in modo piuttosto impacciato: sembrava non capacitarsi che la legge potesse valere anche per lui.

Invece stamattina, ha dimostrato di aver capito perfettamente.

Sull'Opinione, Aldo Torchiaro ha scritto infatti un articolo in cui ironizza sull'affermazione del Campo Antimperialista che i soldi raccolti per la resistenza irachena sarebbero andati in medicinali ("La resistenza irachena è una sorta di grande ospedale, di struttura sanitaria sul territorio, si apprende").

Non so se vi rendete conto: è passato dalle affermazioni diffamatorie, folli e senza prove, alla legittima critica alle affermazioni fatte da altri.

Io credo che l'educazione di Aldo Torchiaro abbia fatto passi da gigante. Da quando si è accorto che persino i meticci hanno il diritto di ricorrere ai tribunali, e che qualche meticcio ha anche la grinta per farlo, deve essere successa una splendida trasmutazione alchemica nella sua personalità.

Il giornalista serio, ovviamente, cerca di far capire i fatti ai lettori. Purtroppo sono pochi.

Il giornalista cialtrone campa di ironie, di ammiccamenti e di complottismi, ma sempre nei limiti della legalità.

Il giornalista da denuncia spara frasi come "relativisti del tritolo" e "berette nostrane". Anche se nessuno ha ancora superato lo sfortunato collega di Aldo Torchiaro, Dimitri Buffa, condannato per aver scritto che un pacifico medico di origini arabe si stava comprando tutta l'acqua potabile d'Italia per avvelenarla.

Aldo Torchiaro è salito di categoria. Almeno di un gradino, e certamente sopra Dimitri Buffa.

La cosa non lo aiuterà molto di fronte ai magistrati per quello che ha già fatto, ma gli servirà sicuramente in futuro, per evitare altri processi.

All's well that ends well...

Una beffa favolosa

Una cosa che mi sorprende sempre è l'ottusità di certi "nostri" avversari, mettendo nel concetto di "noi" una raccolta molto vaga e informale di individui che si oppongono liberamente e diversamente all'orrore imperiale.

Si corre anche il rischio di montarsi la testa.

Il punto però non è che "siamo meglio noi", più intelligenti o dotati di maggiore senso dell'umorismo. Purtroppo, a essere realisti, siamo noi a essere nella media, o se preferite, mediocri.

Sono loro ad essersi privati deliberatamente di pezzi importanti di cervello.

E' che per essere ammessi alla corte del Sovrano, occorre fare un po' quello che doveva fare un ambizioso giovane contadino del Caucaso nel profondo Medioevo: farsi castrare e vendersi come schiavo, sperando di fare carriera nell'harem del Sultano. A uno su mille gli riusciva, ma qualunque cosa era sempre meglio che fare la fame tra le rocce dell'Ossezia.

Fatta questa premessa, date un'occhiata qui...



aldo 

torchiaro


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