Le buffe avventure
di Aldo Torchiaro (I)
 



Miguel Martínez   

Per agevolare la lettura, il testo è stato diviso in undici parti.
Alla prossima parte.





luned́, 29 agosto 2005

Chianciano, una vittima relativa

Mentre gli americani in Iraq sparano sui carabinieri italiani, Gianfranco Fini, ironicamente a capo di un partito dal nome Alleanza Nazionale, spiega la sua decisione di subire il diktat dei 44 deputati americani che hanno ordinato di impedire il convegno "Lasciamo in pace l'Iraq" (Chianciano, 1-2 ottobre), dicendo che lo avrebbe fatto "a tutela della sicurezza nazionale ed europea."

Ritorneremo sull'argomento, comunque nel frattempo pare che la crisi di Chianciano abbia già fatto la sua prima vittima in Italia. A differenza, però, del povero elettricista brasiliano assassinato nella metro di Londra, questa volta è difficile negare che la vittima se la sia andata a cercare.

aldo torchiaro

Aldo Torchiaro

Si chiama Aldo Torchiaro, fa il giornalista per L'Opinione e Il Riformista, dove si dedica da alcuni giorni a fare anche lui da tappetino umano ai 44 deputati americani. Sul suo blog, ha scritto un post intitolato "Altrimperialisti. Il relativismo del tritolo", dove ha descritto gli organizzatori del convegno di Chianciano come persone che raccolgono soldi per "comprare tritolo, kalashnikov e berette nostrane".

Sembra che sia già partita una pesante denuncia. Non tutto, evidentemente, è relativo.


domenica, 04 settembre 2005

Il Pentacolo dell'Odio e la paura della legge

Da due giorni, è in corso una pittoresca mobilitazione dei blog neocon, che si invitano a vicenda a non cedere alla paura della legge.

La cosa richiede qualche riga di spiegazione.

In Italia viviamo in una situazione che somiglia per alcuni versi a quella della Germania degli anni Trenta. Certo, per arrivare al genocidio di massa dovrebbe cambiare radicalmente una situazione economica ancora relativamente tranquilla; ma le premesse psicologiche di xenofobia ci sono tutte, come ci spiega molto bene Sherif nel suo blog.

La colpa di questa situazione, per il 30 percento, è dei normali problemi che sorgono ovunque tra comunità dalla diversa storia. Per il 70 percento, è dei media.

Una volta, il razzismo dichiarato era il patrimonio di un ristretto e relativamente innocuo gruppo di individui tatuati e ruttanti.

Nel 2001, il razzismo e la xenofobia sono stati resi rispettabili da Ferruccio de Bortoli, allora direttore del Corriere della Sera, che ha approfittato del triste caso umano di Oriana Fallaci, nella maniera che ben conosciamo.

E' allora che nasce il Pentacolo dell'Odio. In cima, molto in alto, Ferruccio de Bortoli e Magdi Allam.

Sotto, quattro quotidiani, di cui due praticamente virtuali: Libero, L'Opinione, La Padania e Il Riformista.

Le caratteristiche fondamentali del Pentacolo dell'Odio sono una sfrenata fantasia e la demonizzazione collettiva dell'Altro.

Ecco qualche impresa del Pentacolo dell'Odio, giusto perché tutti abbiano ben chiaro di cosa stiamo parlando.

Sul principale quotidiano d'Italia, Oriana Fallaci può vantarsi di aver avuto intenzione di bruciare vivi alcuni somali rei di aver manifestato in una piazza di Firenze.

Un pacifico insegnante no global di Roma si trova citato, con tanto di nome e cognome, come autore della frase "Hitler non aveva tutti i torti". Una frase inventata di sana pianta, sparata così a centinaia di migliaia di lettori.

Il sottoscritto, traduttore di manuali tecnici, si trova accusato di voler devastare gli Uffizi di Firenze e di voler decapitare il David di Donatello.

Un ragazzo viene fermato per strada dalla polizia, che gli trova nella macchina una borsa piena di spiccioli, il frutto di una colletta fatta nella moschea per i poveri. Il fatto viene presentato come prova che le "moschee finanziano il terrorismo".

Una donna Rom chiede l'elemosina per strada a Lecco a una madre italiana con un bambino. Non tocca il bambino, ma viene processata e condannata per sottrazione di minore, perché - spiega l'avvocato d'ufficio - con il clima che hanno creato i media, non è possibile oggi far assolvere una zingara, e quindi ha dovuto patteggiare la pena.

Un'antropologa viene intervistata, con evidente approvazione del giornalista, mentre spiega che la legge dovrebbe vietare agli stranieri di comprare casa in Italia.

E così via, moltiplicato per mille, una pioggia incessante di odio. Esiste gente in Italia che ha fatto di tutto per creare le premesse di un immenso pogrom. Possiamo solo sperare che l'economia tenga, e che le masse non abbiano bisogno di un capro espiatorio, perché il capro è già pronto.

Esiste un solo modo per difendere la civiltà, in queste condizioni. E consiste nell'usare la legge. Che, sostanzialmente, vieta di demonizzare collettivamente persone la cui unica colpa è quella di essere nate con la pelle di un colore diverso, o in una religione diversa.

E punisce le menzogne quando queste danneggiano la vita delle persone.

Il Pentacolo dell'Odio ha finora goduto di un'impunità quasi completa, perché muratori clandestini, zingari che vivono in campi precari tra i topi, operai che parlano male l'italiano, non hanno la minima idea di come difendersi. Ritengono che sia più saggio chinare la testa o spostarsi altrove, piuttosto che ricorrere alla legge, che pure starebbe dalla loro parte.

La I slamic Anti-Defamation League è nata, sul modello dello storico Jewish Anti-Defamation League, per difendere la comunità più esposta di tutte. Usando un'arma potenzialmente devastante - la Costituzione italiana.

I casi seguiti dall'IADL li potete trovare sui blog di Sherif. Hanno cominciato mandando un gran numero di lettere a persone che ritengono normale scrivere, ad esempio, che le donne musulmane dovrebbero essere fatte abortire a calci in pancia. Poi sono passati alle denunce. E alla fine istituiranno un numero verde, dove tutti quelli che il Pentacolo dell'Odio ritiene non abbiano diritti, potranno scoprire di averne.

Qualcuno ci rimane molto male a scoprire che in Italia non è permesso istigare all'aborto calcistico, e si sente perseguitato per questo. Pazienza, una sentenza di tribunale farà sempre meno male che un aborto a calci in pancia.

L'ultima "vittima" dell'IADL si chiama Aldo Torchiaro, un giornalista che parla di "libertà" e chiede regolarmente che vengano messe fuorilegge le persone che non condividono le sue idee politiche. E fin lì, pazienza.

Ma Aldo Torchiaro ha superato ogni limite legale, chiamando un movimento che opera liberamente e alla luce del sole "relativisti del tritolo" e accusandolo di comprare "berette nostrane" (le "berette" si comprano con gli "euri"?) per al-Zarqawi.

Per capirci, io trovo perfettamente legittimo dire che Aldo Torchiaro è un cialtrone. Non troverei legittimo dire che Aldo Torchiaro è un cannibale e un serial killer. Forse lo è, ma non mi sognerei di dirlo in mancanza di qualunque prova. Al massimo potrei dire, "non so se Aldo Torchiaro sia o meno un cannibale o un serial killer".

L'IADL ha fatto presente in un lungo e ironico messaggio sul blog di Torchiaro, che Torchiaro aveva superato il confine che separa l'idiozia dalla balla penalmente rilevante.

Aldo Torchiaro ha preso il tutto come una "minaccia", anzi... una "fatwa". Evidentemente, per lui la legge vale solo per gli Übermenschen, quindi l'idea che l'Altro possa ricorrere alla legge è semplicemente impossibile.

Se volete ridere, andate sul suo blog, dove lui scrive:

Se i difensori della sharia dovessero arrivare a me prima che la polizia li raggiunga, ricordatevi che chi esalta la violenza non va solo contro ogni religione, ma contro ogni umanità.
Il cialtrone (grande esaltatore, sia detto tra parentesi, della violenza dell'esercito americano) non ha capito che sarà lui a essere raggiunto dalla polizia. Non da qualche corpo speciale, ma da un anziano e pacifico maresciallo che gli recapiterà a casa la denuncia.

maresciallo

Capisco la sorpresa di Aldo Torchiaro. Probabilmente non lo sapeva che non esiste, ancora, una legge, che vieti ai meticci di avere giustizia.

Chi sa, ad esempio, se Aldo Torchiaro è al corrente del fatto che un suo collega di Pentacolo, Dimitri Buffa, è stato condannato dal tribunale di Monza quest'estate, per avere scritto che un pacifico medico di origine arabe voleva comprarsi le acque potabili d'Italia allo scopo di avvelenarle. Questa è una giustizia a cui, purtroppo, non si potevano rivolgere gli ebrei nel Medioevo, quando venivano accusati di aver avvelenato i pozzi.

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