La "smentita" di Massimo Introvigne




Padre Torquemada 

Da Sodalitium n. 39, pp. 20-28.

 

Introduzione 

C’è una novità nel "caso" Introvigne. Per i nuovi lettori di Sodalitium ricordo di cosa si tratta. Pubblicai un primo articolo sul n. 35 della rivista intitolato "Massimo Introvigne e la Massoneria", ponendo il problema dell’appartenenza di Introvigne al comitato scientifico della rivista para-massonica Ars Regia. Ritornai sull’argomento nel n. 38, dato che erano di pubblico dominio due altri fatti che potevano lasciare perplessi alla luce della morale cattolica: la partecipazione di Introvigne alle cosiddette "Messe nere" praticate nelle "chiese" sataniste, e l’appartenenza dello stesso ad un gruppo vicino alla massoneria, e che comunque si riunisce nelle sale del Grand’Oriente di Francia, il "Gruppo di Tebe". 

Ad Introvigne, nella sua qualità di militante cattolico, dirigente di Alleanza Cattolica, del Cesnur, del Gris [ora non più, ndr] e collaboratore del quotidiano cattolico Avvenire, di rassicurarci tutti, smentendo queste notizie, o di correggersi da tante deviazioni. Infine, ricordo che la polemica in quesitone non è stata aperta da me o da Sodalitium, quanto piuttosto dall’Introvigne stesso, che include sistematicamente ed abusivamente l’Istituto Mater Boni Consilii tra le sètte o, in altri termini, i "nuovi movimenti religiosi", persino in un articolo pubblicato (ed è il colmo) sulla rivista para-massonica Ars Regia. Fin qui, il passato. La novità è questa: mentre Massimo Introvigne aveva taciuto dopo il primo articolo, ha ritenuto opportuno rispondere dopo la pubblicazione del secondo. Amore della verità o segno di debolezza? Vediamo… 

Domus Aurea Informazioni 

In realtà, non è Massimo Introvigne in persona a rispondere o smentire. Coll’espressione "smentita di Massimo Introvigne" faccio riferimento a 4 pagine, senza firma d’autore, diffuse da "Domus Aurea Informazioni", "Bollettino a circolazione interna della Commissione Domus Aurea di Alleanza Cattolica per l’informazione e lo studio della nuova religiosità" (n. 5/10 settembre 1994). Le quattro paginette sono intitolate: "Attacchi da parte della rivista Sodalitium" e sono destinate, suppongo, ai militanti di Alleanza Cattolica per rispondere a quei "lettori di Sodalitium – più o meno bene informati sulle attività del Signor Massimo Introvigne – che potrebbero richiedere precisazioni." (Cf. D.A.I., n. 5, p. 1). Checché ne sia del redattore materiale di queste pagine, non è arbitrario, mi pare, far risalire a Massimo Introvigne la paternità morale dello scritto. Naturalmente questo bollettino non ci è stato inviato da Alleanza Cattolica, data la sua natura di "bollettino a circolazione interna", e possiamo pertanto darvi una risposta con cognizione di causa solo grazie ad un lettore di Sodalitium al quale un militante di Alleanza Cattolica, probabilmente privo di buona memoria, ha lasciato il bollettino con le sue "precisazioni". Nella fiduciosa attesa di una risposta pubblica, magari su Cristianità, come viene preannunciato dai militanti di Alleanza Cattolica, non posso far altro che commentare quella a "circolazione interna", ovverosia le quattro pagine divise in 5 punti del bollettino D.A.I. (mia abbreviazione per "Domus Aurea Informazioni"). Pur non potendo, per ragioni di spazio, pubblicare tutto il documento, esso verrà inviato in fotocopia a chi lo richiedesse o, ancor meglio, può essere richiesto direttamente alla fonte, ovvero ad Alleanza Cattolica. 

Primo punto: le fonti di Sodalitium 

Il D.A.I. eccepisce sul metodo. Cito integralmente: "Sui temi della nuova religiosità Massimo Introvigne ha pubblicato come autore o curatore quindici volumi e oltre un centinaio di articoli. Non solo il metodo scientifico, ma la stessa pratica giornalistica ispirata a princìpi di correttezza imporrebbe che le sue opinioni in materia venissero desunte dai suoi scritti piuttosto che da articoli di un giornale di tipo sensazionalistico [Epoca, n.d.a.] o – nel caso di Serge Faubert, giornalista comunista militante in un gruppuscolo trotszkysta e noto in particolare per le sue posizioni anti-cattoliche e anti-religiose in genere – dichiaratamente faziosi". 

Respingo l’accusa di scorrettezza, e mi permetto di osservare: 

    a) il mio intento non era di presentare al lettore il pensiero e le opere di Massimo Introvigne, argomento forse interessante ma certamente arduo, dovendo rincorrere la massa continuamente crescente di libri ed articoli pubblicati a getto continuo dal Nostro (sia detto en passant ed amichevolmente: tanta prolificità non rischia di nuocere alla scientificità?). Se tale fosse stato, lo avrei precisato. Il mio intento era più circoscritto: appurare la veridicità di tre fatti ben precisi: 1) Appartenenza di Introvigne al Comitato Scientifico di Ars Regia; 2) Appartenenza di Introvigne al "Gruppo di Tebe"; 3) Presenza di Introvigne a cerimonie sataniche. Si tratta di una questione ben circoscritta e facilmente appurabile, tanto più dopo la risposta del D.A.I. che ha sostanzialmente confermato i tre punti in quesitone. Le conclusioni che si possono trarre dalla veridicità appurata di questi fatti sono un’altra questione, più opinabile, è vero, e sulla quale infatti non mi sono pronunciato categoricamente. Non è scientificamente scorretto pertanto (ed ancor meno giornalisticamente) non aver studiato e riferito al lettore tutta la pubblicistica del dott. Introvigne dato che non era questo il punto in discussione. 

    b) Se il dott. Introvigne concede interviste a "giornali di tipo sensazionalistico" (con conseguente pubblicità alle sue opere scientifiche) non si lamenti poi se esse vengono citate da Sodalitium. Il problema è: Epoca ha falsato i fatti ed i detti di Introvigne? Assolutamente no (giacché D.A.I. non lo dice in nessun modo). Cosa c’entra allora il sensazionalismo? 

    c) Quanto a Serge Faubert, il problema non è sapere se appartiene ad un "gruppuscolo trotszkysta" (tanto più che Introvigne non si offusca di trovarsi nello stesso comitato scientifico con dei marxisti) ma se, e dove, il signor Faubert mente nell’articolo summenzionato. Questo, D.A.I., non lo precisa minimamente, neppure una sola volta e su di un solo particolare, in tutte le quattro pagine! 

Nel punto 4c (che anticipo) D.A.I. scrive: "Se qualche cosa, in tutta la vicenda, desta stupore è precisamente il fatto che una pubblicazione come Sodalitium prenda per oro colato le farneticazioni di un giornalista comunista come Serge Faubert, senza rendersi conto che tutto l’articolo ha una intentio, che è precisamente quella di mostrare come tutte le correnti di "destra" – "lefebvriani" compresi – sono segretamente solidali fra loro e complottano contro la laicissima Repubblica francese". Vi sono, in queste cinque righe, alcune bugie e tanto fumo, ma nessuna risposta. Non ho affatto preso "per oro colato" lo scritto di Faubert e non mi è sfuggita la finalità del suo articolo: scrivo infatti a pagina 46: "Premesso che lascio a Serge Faubert (notoriamente progressista) la responsabilità di quel che scrive (…)" e "Se ci dobbiamo fidare di Serge Faubert…". Infatti, prima di scrivere, anch’io mi informo (e neppure scrivo tutto quello che so). Proprio Massimo Introvigne però, che pratica "l’osservazione partecipante" dei gruppi più strani e dialoga coi personaggi più riprovevoli (come i satanisti) ci permetterà di prendere in considerazione (seppur critica) anche le affermazioni di Faubert, malgrado i suoi due difetti principali (agli occhi di D.A.I.): essere un giornalista e far parte di un gruppuscolo… 

A Introvigne il compito di smentire non parlando genericamente di "farneticazioni" ma precisando chiaramente se sono vere o false (e quali vere e quali false) le singole affermazioni di Faubert. Quanto alla finalità (o intentio) dell’articolo di Faubert, essa non esclude che vi possa essere del vero in quel che dice; come ad esempio sono innegabili, note e documentate le collusioni di una certa "destra" politica con l’esoterismo (e persino le collusioni di alcuni lefebvristi con l’esoterismo). 

    d) Notiamo infine che D.A.I., in questo paragrafo, parla degli articoli di Epoca e dell’Evenement du jeudi, ma non di Ars Regia. Infatti in Ars Regia non si parla di Introvigne; è lui che ci scrive direttamente, per cui l’osservazione di D.A.I. non ha nessuna presa: sono andato direttamente alla fonte! 
  
 

Secondo punto: Introvigne e la Massoneria 

"Dagli scritti di Massimo Introvigne (…) si evince con assoluta chiarezza la sua posizione del tutto negativa a proposito della massoneria come insieme di organizzazioni e del massonismo come metodo e mentalità, come pure la sua continua attività d’illustrazione e di propaganda degli insegnamenti del Magistero cattolico (…) secondo cui non si può essere nello stesso tempo cattolici e massoni" (Cf. D.A.I., p1.n. 2). 

Non si offuschino Alleanza Cattolica e Massimo Introvigne dei nostri dubbi: se uno appartiene al Comitato Scientifico di una rivista controllata da massoni e fa parte di un Gruppo che si riunisce nella Gran Loggia di Francia di Rue Cadet è inevitabile che il sospetto cada su di lui. A questo punto il pasticcio lo ha combinato lui (chiedo venia per le espressioni poco accademiche) ed è un bel pasticcio perché, in questioni di affiliazioni massoniche, è assai difficile ogni prova, sia per dimostrare l’avvenuta affiliazione, sia per smentirla. Il motivo è chiaro: la massoneria, o le massonerie, se preferite, sono associazioni segrete di cui si ignorano i membri (almeno alcuni di essi) i quali hanno il diritto di negare l’affiliazione e persino, in certi casi, documentati, di dichiararsi avversi al massonismo. 

Lo stesso Guéon non scriveva forse su riviste cattoliche? E Julius Evola non ha forse scritto contro la massoneria? Certo il caso di Introvigne è diverso, poiché egli è dichiaratamente cattolico, ma il problema posto dalle sue discutibili frequentazioni resta. Comunque, prendo atto che D.A.I., pur non smentendo esplicitamente l’appartenenza di Introvigne a qualche massoneria, affermi che la posizione di Introvigne sulla massoneria è "del tutto negativa". Sorge peraltro un nuovo dubbio: ammesso che Introvigne non sia massone, e la sua posizione sia "negativa" nei riguardi della massoneria, ci chiediamo: 1) Fino a che punto sia negativa la sua posizione. 2) Nel caso in cui lo sia veramente "del tutto", come egli afferma, come sia possibile che i massoni siano diventati improvvisamente tutti scemi (chiedo nuovamente venia per i termini poco accademici). Mi spiego: 
  
    1) Fino a che punto la posizione di Introvigne è negativa nei confronti della massoneria? Leggerò con attenzione il suo libro al proposito, Massoneria e religioni, "previsto per l’inverno 1994-1995". Nel frattempo D.A.I. riassume così quello che, dato lo scopo dello scritto tutto testo a innocentare Introvigne da sospette connivenze con la massoneria, dovrebbe essere il massimo dell’antimassonismo di Introvigne: "non si può essere nello stesso tempo cattolici e massoni". Se è tutto qui, è un po’ pochino (tanto più che molti massoni sarebbero d’accordo). Chiedo pertanto a Introvigne e/o Alleanza Cattolica (e mi scuso se per caso la risposta c’è già nelle centinaia di articoli ecc.): credete ancora agli "insegnamenti del Magistero cattolico" (che non ha, per quel che ne so, data di scadenza) contenuti, ad esempio, nell’enciclica Humanum genus di S. S. Leone XIII? Insegnate nelle vostre conferenze, libri e articoli che i massoni "insorgono con estrema audacia contro la sovranità di Dio; lavorano (…) a rovina della Chiesa" e che la massoneria è un "capitale nemico che" esce "fuori dai covi di tenebrose congiure"; una "setta (…) sorta contro ogni diritto umano e divino"; che "le sètte Massoniche" sono "nemiche della giustizia e della naturale onestà" il "cui supremo intendimento" è "distruggere da capo a fondo tutto l’ordine religioso e sociale, quale fu creato dal Cristianesimo" e "perseguire con odio implacabile il Cristianesimo" con "insigne follia e sfrontatissima empietà"? Dite ai vostri ascoltatori e lettori che "in questo pazzo e feroce proposito pare quasi potersi riconoscere quell’odio implacabile, quella rabbia di vendetta, che contro Gesù Cristo arde nel cuore di Satana"? Cercate di "estirpare questo veleno" della massoneria col "togliere alla sètta Massonica le mentite sembianze e renderle le sue proprie" quali sono "la perversità delle dottrine e la disonestà delle opere"? Vi ricordate non solo di non iscrivervi alle Logge, ma anche di "non aiutarle in qualsivoglia maniera"? Dite che in queste "empie sètte (…) si vedono chiaramente rivivere l’orgoglio contumace, la perfidia indomita, la simulatrice astuzia di Satana"? Tenete a mente che i massoni hanno "l’astuzia e l’ipocrisia dei settari" e che è per aver dialogato col serpente che Eva cadde in peccato? Prendete "di mira la stessa società Massonica nel complesso delle sue dottrine, dei suoi disegni, delle sue tendenze, delle sue opere, affinché, meglio conosciutane la malefica natura, ne sia schivato più cautamente il contagio"? Sarò molto contento se D.A.I. o Cristianità mi rassicureranno al proposito. 

    2) Ma se questo è l’insegnamento del Magistero cattolico, e quindi anche di Introvigne, come mai i Massoni lo invitano a frequentare le Logge e a far parte del Comitato Scientifico delle loro riviste? Se Mons. Benigni, Mons. Jouin, Léon de Poncins o Henri Coston avessero chiesto la pubblicazione dei propri scritti su Ars Regia, o il nulla osta per curiosare nel Grande Oriente, avrebbero avuto risposta positiva? Se Massimo Introvigne combatte e danneggia la massoneria, come deve, com’è che i massoni gli danno via libera in Loggia e nelle riviste? Sono diventati matti? Oppure bisogna credere che la presentazione "del tutto negativa" (secondo il nuovo stile) che Introvigne dà della Massoneria non gli dispiaccia poi più di tanto? L’articolo di Introvigne che ho letto su Ars Regia, ad esempio, non aveva nulla di ostico per un massone (mentre metteva i "tradizionalisti" cattolici tra le "nuove religioni" pullulanti a Torino, il che a un massone fa certamente piacere…). 

Punto 3a: i metodi della sociologia 

Dove la smentita di D.A.I. si fa circostanziata, dettagliata e rigorosa è proprio qui, al punto 3a. Devo fare ammenda: ho scritto che Massimo Introvigne è un giornalista. In realtà è un "sociologo della religione". Leggete voi stessi la doverosa precisazione: "… Massimo Introvigne (…) ha titolo a essere qualificato come ‘sociologo della religione’ in quanto, fra l’altro incaricato fino al 1993 di un insegnamento attinente alla Sociologia della Religione presso l’Istituto di Scienze Religiose della sede di Foggia [diocesi di Mons. Casale, presidente del CESNUR, n.d.a.] della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale [quella del famigerato Bruno Forte, n.d.a.] e dal 1994 di analogo insegnamento presso l’Ateneo Regina Apostolarum di Roma, nonché membro ordinario della Association for the Sociology of Religion, della Società Internazionale di Sociologia della Religione e della American Academy of Religion, mentre in effetti non ha titolo a essere qualificato come ‘giornalista’…" 

Riparo dunque al mio errore: Introvigne non è un giornalista, è un sociologo e (benché non ne parli, lo si legge tra le righe, che i miei dubbi sulle sue qualifiche lo hanno disturbato) pur non essendo docente universitario insegna negli Atenei. Questo però non ha niente a che vedere con i legami massonici del Nostro, tanto più che, è risaputo, le Logge non sono generalmente frequentate dal proletariato. 

Reso il debito onore all’autorevolezza scientifica di Introvigne, passiamo al vero problema. Ed invero, specificare la qualifica di "sociologo della religione" di Massimo Introvigne non era motivato da un desiderio di mettersi in mostra, ma dal tentativo di spiegarci i procedimenti scientifici della sociologia. "Lo studio dei nuovi movimenti religiosi a tavolino raramente ha dato buoni risultati" scrive D.A.I. È quindi del tutto infondata, e ci tengo a precisarlo pubblicamente per distinguere le mie responsabilità da quelle altrui, l’ipotesi di un nostro lettore, secondo il quale "ci sarebbe anche qualcosa da dire sulla qualità ‘scientifica’ dell’opera di Introvigne, costituita quasi interamente da lunghi plagi della "Encyclopedia of American Religion" di Gordon Melton". Questi, in effetti, sono gli infortuni nei quali incorre chi lavora a tavolino su notizie di seconda mano. Non così lavora Introvigne. "Si deve osservare" – scrive D.A.I. – "che il principio metodologico fondamentale della sociologia dei movimenti religiosi è quello dell’osservazione partecipante, o diretta, del maggior numero possibile di gruppi che si intendono descrivere (…) Se – com’è generalmente ammesso e per molti versi ovvio – gli studi di Massimo Introvigne portano alla luce numerosi particolari inediti su gruppi poco noti – massonerie comprese – è precisamente perché questi gruppi sono stati osservati direttamente sul campo". 

Senza dubbio, per fare un esempio, il "pentito" Buscetta conosce la Mafia meglio del sottoscritto. Un "sociologo della Mafia", per continuare nel nostro esempio terra terra, sogna dunque di avere del suo soggetto di studio la stessa conoscenza diretta del mafioso senza, beninteso, aderire alla Mafia. E qui vengono le difficoltà, perché dubitiamo che la cosa sia fattibile, a meno che la mafia non voglia farsi propaganda o far opera di disinformazione tramite l’ingenuo studioso. Se D.A.I. ci spiega i metodi della sociologia, ciò è per giustificare la presenza di Introvigne ai riti satanici e nel "Gruppo di Tebe". Non posso certo negare che molti studiosi possano spingersi fino a questo punto per inoltrarsi nei loro studi: si sa che la sete di sapere dell’uomo è illimitata. Ma il problema è questo: è lecito ed è prudente, per uno studioso cattolico, seppur sociologo, non porre limiti al "metodo dell’osservazione partecipante o diretta"? La sociologia e le sue esigenze, prevalgono anche sulla Teologia Morale? A quali compromessi, con gli altri e con la propria coscienza, può scendere il sociologo cattolico? Sembra difficile che, per soli motivi sociologici, si possa presenziare a riti empi e/o osceni. E se pure fosse lecito, non è imprudente? Ciò non sola a causa del rischio di strumentalizzazioni da parte dei "gruppi" che con così tanta compiacenza di fanno studiare, ma anche a causa della difficoltà di provare le proprie (oneste) intenzioni. E faccio un esempio pratico. Christian Bouchet è noto ai nostri lettori: nello scorso numero di Sodalitium, citando Faubert, precisavamo che egli era un "nazional-bolscevico", ex membro del Grece di Alain de Benoist e "membro dell’Ordo Templi Orientis (OTO), l’obbedienza fondata dal mago inglese Ailester Crowley (1887-1947), che si autoproclamava la ‘Gran Bestia 666’". Per di più Bouchet sarebbe stato uno dei membri del "Gruppo di Tebe" coinvolto nel litigio che finì per svelarne le attività. Ora, vediamo la smentita inviata da Bouchet alla rivista Secrets et Sociétées (n. 10, p. 6)…: 

"È con sorpresa e tristezza che ho scoperto nel n. 8 di Secrets & Sociétés, una nota che mi descrive come discepolo di un satanista inglese (e quindi, senza dubbio, nello spirito del vostro redattore, un satanista io stesso). Questa affermazione può causarmi un torto grave. Vi sarei quindi grato di voler precisare ai vostri lettori: 

1 – che non sono satanista per la semplice ragione che non credo né in Dio, né nel Diavolo, né nei maghi, né nei demoni. 

2 – che Aleister Crowley al quale mi collegate, non è mai stato un satanista, ma fa parte della magia cerimoniale e della massoneria di frangia. Il suo pensiero, neo-gnostico, è caratterizzato da un misticismo ateo nel quale non c’è spazio per Dio o per il Diavolo. 

3 – che non sono dicepolo di nessuno, di Aleister Crowley tanto quanto di Monsignor Lefebvre o di Ronald Reagan. Al contrario, nel quadro dei miei studi in etnologia/antropologia/storia delle religioni, effettuo un lavoro sui nuovi movimenti magici, e più particolarmente sulla personalità di Aleister Crowley, al quale è dedicata la mia tesi. A questo scopo, pratico da una diecina d’anni quella che William Baibridge chiama "l’etnologia d’immersione"; come alcuni si recano nella foresta vergine per vivere in mezzo ad una tribù primitiva e ne ricavano, dopo alcuni anni, la materia per una tesi, così io frequento dall’interno la massoneria di frangia, il martinismo, le chiese gnostiche e la corrente crowleyana. Sono così spinto a pubblicare alcuni testi di questa corrente, a partecipare alle sue riviste o alle sue riunioni. D’altra parte, il mio lavoro è ufficialmente riconosciuto dall’Università e pertanto sono intervenuto per esporre le mie ricerche a Jussieuz o a Louis Lumière (Lione), come pure nei colloqui del cattolicissimo Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto dal signor Massimo Introvigne". 

Cari lettori, ammettete anche voi che questo testo è impressionante: a parte l’ateismo dichiarato e la maggior franchezza nelle arole, gli argoment idi Bouchet sono gli stessi di quelli di Introvigne: l’uno ricorre all’etnologia, l’altro alla sociologia, entrambi al metodo d’immersione nella realtà che si studia, alla serietà dei propri studi accettati dall’Università… e, per Bouchet, un’arma in più: la "copertura" cattolica offertagli da Introvigne stesso con i suoi inviti. Così un tizio può far parte della peggior massoneria, quella di Crowley ("frequento dall’interno la massoneria di frangia") e, nello stesso tempo, una volta "scoperto", presentare il "tesserino" del sociologo e dell’etnologo, e trovarsi così bianco che più bianco non si può! Ecco i rischi a cui si espone Massimo Introvigne. Perché la gente dovrebbe credere a lui piuttosto che a Christian Bouchet? E ammettendo anche la sincerità di entrambi, certe frequentazioni, che non turbano la coscienza dell’ateo Bouchet, non pongono dei problemi a quella del Nostro sociologo? 

Il punto 3a si conclude con 12 righe riguardanti la liceità di collaborazione con pubblicazioni acattoliche. Poiché D.A.I. ritorna sull’argomento al punto 4a, vi faremo riferimento una sola volta, abbordando questo punto. 
 
  

3b: la natura del CESNUR 

D.A.I. prosegue la sua esposizione dilungandosi sulla natura del CESNUR. Ringraziamo per gli schiarimenti. Il CESNUR non è un movimento "anti-sètte", ma "contro le sètte". Potrei fare della facile ironia, se non fosse che i due termini, sostanzialmente sinonimi, sono ora utilizzati con un significato ben preciso: "anti-sètte" i movimenti laici, "contro le sètte" quelli religiosi (di varie confessioni). 

Nel n. 38, p. 47 di Sodalitium ho utilizzato, riferendomi anche al CESNUR, il termine "antisètte" che, alla luce delle precisazioni suddette, va corretto in "contro le sètte". Si rilegga, con questa correzione, la mia proposizione, e si vedrà che il problema che solleva permane: alle riunioni dei movimenti "contro le sètte" partecipano dei settari (e, alle riunioni settarie, partecipano gli esponenti, come Introvigne, dei movimenti "contro le sètte"). 

Abbiamo visto al punto 3a come un membro della massoneria "di frangia" si fa forte della sua partecipazione ai convegni del CESNUR per dichiararsi estraneo a un certo mondo tenebroso; e come gli studiosi del CESNUR possono addurre i loro studi come facile giustificazione per la loro presenza all’interno di vere e proprie "sètte" (o nuovi movimenti religiosi e/o magici). L’impressione che si ricava è che si crei una sorta di simbiosi, se non di complicità, tra studiosi delle "sètte" di tutte le confessioni religiose e alcuni "settari": partecipano agli stessi convegni "a porte chiuse", e si fanno scambievole pubblicità. Per cui ci si chiede, ed era la domanda che ponevo in Sodalitium, se davvero movimenti come il CESNUR lavorano "contro [tutte] le sètte". Se così fosse, otterrebbero l’attiva collaborazione di alcune di esse? 

Punto 4a: Ars Regia o le dimissioni congelate 

Il punto 4 di D.A.I. cerca di spiegare ai militanti di Alleanza e ai lettori di Sodalitium i comportamenti di Introvigne a riguardo di Ars Regia (4a), le "messe" nere (4b) ed il Gruppo di Tebe (4c). 

Incominciamo dal fatto che il nome di Massimo Introvigne figura nel Comitato Scientifico della rivista para-massonica. Avevo denunciato questo fatto, e D.A.I., impossibilitato a fare altrimenti, lo conferma: Introvigne fa parte del Comitato Scientifico di una rivista il cui titolo stesso ricorda la Massoneria, ovvero l’Arte Regale. A quanto da noi denunciato, non solo D.A.I. non può obbiettare nulla ma, tutta presa dal desiderio di opporre l’"autorità scientifica" di Introvigne alla nostra ignoranza, rincara la dose: "Fra i laici – scrive – a Sodalitium è fra l’altro sfuggita la presenza di una figura attualmente prominente nell’organigramma del Grande Oriente d’Italia, a riprova che "l’ignoranza" delle cose massoniche paradossalmente addebitata a Massimo Introvigne è invece tutta da attribuire al redattore di Sodalitium". Quindi D.A.I. riesce solo a provare che Ars Regia è ancora più massonica di quanto Sodalitium pretenda! Davvero un bel risultato… Un risultato che si potevano risparmiare, se solo avessero letto più attentamente (o più spassionatamente) i miei articoli. So bene, e D.A.I. me lo conferma, che Massimo Introvigne conosce la Massoneria meglio di me (sfido io, visto che gira per le Logge!). Rileggiamo quanto scrivevo: "Ho lasciato passare del tempo, in attesa di nuovi elementi che scagionassero Massimo Introvigne. Ho atteso una sua smentita o, piuttosto, una sua precisazione, nella quale dichiarasse che la sua buona fede (ed ignoranza) era stata ingannata e che ritirava pertanto il suo nome dal comitato scientifico di Ars Regia…" (n. 38, p. 44). Chiunque non sia offuscato dalla passione nel proprio giudizio, capisce il senso della mia frase. Volevo dare a Massimo Introvigne, caritatevolmente, la possibilità di uscire, nel migliore dei modi, dalla faccenda: dichiarando che sì, era nel Comitato Scientifico (impossibile negarlo) ma che lui non si era accorto che questa rivista era legata alla Massoneria. Per non accorgersene, però, non si può allegare come scusa che l’ignoranza, per lo meno sulla natura di Ars Regia. Ma ora Introvigne, tramite D.A.I., tiene a far sapere che non era per nulla ignorante della natura di Ars Regia e sulla personalità dei suoi compagni di viaggio; ci tiene a far sapere che è scientemente che egli ha dato il proprio nome (corredato dal suo prestigio accademico, culturale e scientifico) ad una rivista legata alla Massoneria, e ci tiene pure a far sapere che non se ne pente. 

Infatti, è solo per una curiosa coincidenza che, proprio dopo gli articoli di Sodalitium, Massimo Introvigne abbia dato, come gli avevamo chiesto, le dimissioni dal comitato scientifico di Ars Regia (assieme ad altri colleghi; una curiosità: ci sarà pure Franco Cardini?) e ci tiene a far sapere che queste dimissioni non sono legate ai nostri articoli (non sia mai!) e neppure (questa è grossa) "all’impostazione ideologica della rivista" (impostazione pesantemente massonica, come si può constatare leggendo il n. 35 di Sodalitium), ma solo "per la difficoltà di organizzare incontri del comitato"! Quindi è la mancanza di organizzazione della rivista, e non l’esoterismo ed il massonismo anticristiano della stessa, che disturba Introvigne. Ars Regia non è troppo massonica, ma troppo poco scientifica per godere della "collaborazione di Massimo Introvigne o di altre personalità culturalmente qualificate". Così, le dimissioni di Introvigne (e di altri) non sono neppure definitive e irrevocabili, ma "congelate" (un maligno mi ha detto: "si è messo in sonno") in attesa che Ars Regia diventi una "rivista di considerevole diffusione all’interno di una impostazione pluralista". 

In questo caso, secondo D.A.I., la collaborazione di Introvigne a Ars Regia sarebbe del tutto lecita per un cattolico. Le motivazioni di questa liceità sono esposte da D.A.I. nella conclusione dei punti 3a e 4a e si riassume in queste righe conclusive di 3a: "la possibilità di portare un punto di vista diverso da quello che leggono di solito i lettori di pubblicazioni non cattoliche, mettendo a profitto la propria autorevolezza scientifica, è un’occasione da non perdere". Cerchiamo di inquadrare il problema morale sollevato dalla partecipazione di un cattolico a pubblicazioni non cattoliche. Si tratta di un caso classico di azione a "doppio effetto": uno buono (approfittare di un’occasione per esporre la dottrina cattolica ai non cattolici) e uno cattivo (cooperare alle cattive dottrine espresse dagli stessi in queste pubblicazioni). Perché questa azione sia lecita occorre: 1) volere l’effetto buono e non quello cattivo, 2) che l’effetto cattivo non sia un mezzo per ottenere quello buono, 3) avere una causa proporzionatamente grave per permettere l’effetto cattivo. In questo caso, mi sembra che le condizioni della liceità morale dell’azione posta da Introvigne collaborando a Ars Regia non sussistono. Innanzitutto, il CESNUR "non ha scopi direttamente apologetici o pastorali" (D.A.I., punto 3b, p. 2) e lo si vede dagli articoli di Introvigne su Ars Regia, ove nulla fa capire al lettore che il suo pensiero è specificamente cattolico e/o contrario alla massoneria, come invece, date le circostanze, sarebbe stato doveroso precisare. L’effetto buono (presentare la dottrina cattolica ai non cattolici) pare, nel caso, del tutto evanescente. Né si vedono le cause proporzionatamente gravi che possano giustificare, nel caso in questione, due effetti cattivi indubitabili: lo scandalo che un cattolico dà nel collaborare con i massoni, e l’aiuto concreto che, con la sua collaborazione e la sua "autorevolezza scientifica", Introvigne accorda ad una rivista chiaramente orientata in favore della massoneria e dell’esoterismo. Anzi, si può pensare che far parte del comitato scientifico di una simile rivista non sia assolutamente lecito per un cattolico, in nessun caso. 

Gli esempio addotti da D.A.I. non sono calzanti. Non c’è paragone, infatti, tra delle interviste concesse da Introvinge all’Unità, al Corriere della Sera o alla Rivista Massonica e la collaborazione fissa, anzi, molto di più, l’appartenenza al comitato scientifico di Ars Regia. È pacifico, infatti, che concedere un’intervista ad una pubblicazione non vuol dire spartirne obbligatoriamente l’impostazione; diversamente per la collaborazione abituale ad una rivista, specie se ben definita ideologicamente, e diverso ancora è il caso di chi fa parte della pubblicazione stessa, aderendone al comitato scientifico. Né vale il raffronto con l’appartenenza a un "comitato editoriale di programmi della RAI", che pure può porre dei problemi morali a un cattolico, ma non quanto l’appartenenza al comitato scientifico di Ars Regia: una cosa infatti è un ente pubblico, di per sé neutro, ed una cosa è una rivista chiaramente legata al nemico mortale della Chiesa cattolica, la Massoneria. 

Chiudo qui il mio commento al punto 4a, aggiungendo solo due precisazioni secondarie. D.A.I., per una volta in maniera chiara e categorica, smentisce che Introvigne conosca l’editore massone di Ars Regia. L’informazione contraria mi è stata data direttamente da dei collaboratori di Ars Regia. O loro, o D.A.I., mentono. In ogni caso, ecco cosa accade a frequentare certi ambienti: si rischia di essere calunniati. Dopodiché, .D.A.I. afferma che Sodalitium ha lodato "il bollettino antimassonico" Secrets et Sociétés, al quale ha collaborato anche Introvigne. L’affermazione è falsa, e semmai è più esatto il contrario (Cf. Sodalitium, n. 38, p. 47, ove è chiaro che siamo perplessi su questo bollettino). 

Punto 4b: i satanisti e Introvigne 

Che Introvigne ci rinvii al suo recente libro sul satanismo (ove, penso, condanna il satanismo) non elimina i problemi morali che ho posto. È lecito a un cattolico assistere (ripetutamente) a queste cerimonie abominevoli, solo per sapere quanti sono i satanisti e simili inezie (e poi scriverci un libro edito da Mondadori)? Come mai i satanisti di Torino, che sono un gruppo segreto e non vogliono pubblicità, a detta stessa di Introvigne, lo invitano ai loro riti? A chi giova tutto ciò? 

Punto 4c: il Gruppo di Tebe. Introvigne c’era! 

Ma arriviamo al punto cruciale, l’appartenenza di Introvigne al "Gruppo di Tebe" (quali che siano le finalità di questa appartenenza). Punto cruciale, dico, sia per la gravità del fatto, superiore agli altri due che gli ho contestato, sia per la non evidenza del fatto. 

Che Introvigne assistesse ai riti satanici, lo ha dichiarato lui stesso. Che facesse parte del comitato scientifico di Ars Regia, stava scritto su Ars Regia stessa. Che egli fosse membro del "Gruppo di Tebe", l’ho letto solo in un articolo di Faubert, eco a sua volta delle indiscrezioni apparse su Secrets et Sociétés. Poiché io stesso non ho mai "preso per oro colato" le affermazioni di Faubert, come afferma invece D.A.I., mi attendevo, su questo punto, una vera e propria smentita di Introvigne. Niente di tutto questo. Pur definendo "farneticazioni" le affermazioni del giornalista de L’Evenement du jeudi, non solo il suo racconto non viene smentito in nessuno dei suoi punti, ma viene, anzi, sostanzialmente confermato. 

Innanzitutto, il "Gruppo di Tebe" esiste(va). "Il Gruppo di Tebe – scrive D.A.I. – era nato come luogo di incontro in cui i rappresentanti di diverse decine di nuovi movimenti magici e di massonerie ‘di frangia’ europee presentavano brevemente e periodicamente le loro rispettive attività ai loro ‘colleghi’ e nello stesso tempo a un piccolo gruppo di studiosi accademici di nuovi movimenti religiosi e di esoterismo, a porte chiuse". Il "Gruppo di Tebe" era (o è) quindi composto da maghi, massoni e studiosi di maghi e massoni. Tra queste tre categorie il confine è confuso, come l’attesta la lettera di Christian Bouchet che avete letto in questo articolo… Tra gli studiosi, D.A.I. per pudore non lo dice ma lo si capisce, anche Massimo Introvigne. Poiché Introvigne fa parte del "Gruppo di Tebe" (come studioso, naturalmente) l’unica difesa possibile resta quella di presentare il "Gruppo" non come una Loggia, ma come un gruppo di studio. Ma c’è un problema: Faubert ha pubblicato la fotografia di un documento originale del "Gruppo" in cui il Gruppo stesso si presenta come una società segreta, estranea al mondo "profano". E di questa società fa(ceva) parte, come studioso, Massimo Introvigne… Per questo, senza far riferimento a quel documento, prova schiacciante, a mio parere, D.A.I. cerca di spiegare che il segreto del "Gruppo di Tebe" era un… "segreto di Pulcinella". Così D.A.I. giustifica Introvigne: "Non solo le attività del Gruppo di Tebe – denominato nella sua breve storia anche Gruppo di Alessandria – erano largamente note agli studiosi di movimenti esoterici [sfido io, ne facevano parte! n.d.a.] ma lo stesso Massimo Introvigne ne fece oggetto di commenti di carattere sociologico nella relazione introduttiva al seminario del CESNUR di Lione, del 1992 [quello in cui erano presenti quattro membri del "Gruppo di Tebe" tra i quali Bouchet! n.d.a.] di fronte a oltre duecento studiosi e a una buona dozzina di giornalisti". Introvigne dimentica un dettaglio… Anche la massoneria regolare, non "di frangia", è una società segreta, poiché non si conoscono le sue vere finalità né i nomi di tutti gli affiliati; eppure tutti sanno che esiste la Massoneria, dove ha sede il Grande Oriente, chi ne è Grande Maestro, ecc. Anche in questo caso, bisogna dire che il "segreto massonico" è un "segreto di Pulcinella"? Già Leone XIII nella sua enciclica sulla massoneria Humanum genus scriveva: "Le quali [sètte massoniche] sebbene ora facciano sembianza di non voler nascondersi e tengono alla luce del sole e sotto gli occhi dei cittadini le loro adunanze, e stampino effemeridi proprie, ciò nondimeno, chi guardi più addentro, ritengono il vero carattere di società segrete". Cosa dire allora delle riunioni "a porte chiuse" dei nostri maghi & studiosi? 

Infatti, se tutto era alla luce del sole, come mai "la naturale rissosità (…) ha portato alla fine dell’esperimento e alla trasmissione di informazioni, peraltro imprecise, da parte di un partecipante, al giornalista Serge Faubert [che io sappia ciò non è vero! Le informazioni furono passate ai redattori di Secrets et Sociétés, il bollettino su cui scriveva anche Introvigne. Faubert ha solo ripreso la notizia da S. & S. Qui, D.A.I. confonde le piste per screditare il più possibile la fuga di notizie accoppiandola al nome del "trotszkysta" Faubert, n.d.a.] con obiettivo danno per gli studiosi che partecipavano agli incontri del Gruppo, da cui ricavavano informazioni su movimenti discreti e poco noti e irreperibili altrove". Dunque è vero! Un membro del "Gruppo" (poiché "partecipante" vuol dire "membro"…; anche Introvigne era un "partecipante") ha parlato. Evidentemente ha detto cose che Introvigne non aveva detto al Congresso del Cesnur, altrimenti, che bisogno c’era di rivelare segreti… di Pulcinella? E "parlando" il membro del "Gruppo" ha detto cose che hanno danneggiato gli illustri studiosi (tra i quali, Introvigne, che non osa smentire), che malgrado la discrezione di certi movimenti, partecipavano ai loro lavori a porte chiuse. Ma cosa avrà detto di imbarazzante chi ha parlato? Faubert, ad esempio, scrive che Introvigne ha partecipato alla riunione di fondazione, a Parigi, il 3 giugno 1990, del "Gruppo di Tebe". Questa, e simili notizie, lo hanno danneggiato? E perché mai, se il Gruppo era una seriosa congrega di accademici? Studiosi che, a quanto pare, se il caso di Christian Bouchet può essere generalizzato, studiavano se stessi. Si iscrivono alla massoneria, fondano gruppi magici… tutto per studio, e poi studiano quello che essi stessi hanno fondato. Tutto molto misterioso, tranne una sola cosa: Introvigne non ha smentito, e ha anzi implicitamente ammesso, la sua partecipazione alle riunioni del "Gruppo di Tebe". Ai lettori il giudizio. 

Punto 5: l’Istituto Mater Boni Consilii. 

I miei articoli sull’attività di Massimo Introvigne sono nati, come ho detto, da un fatto ben preciso. Sodalitium non ha un interesse particolare per la tematica "sètte e/o nuovi movimenti religiosi". Non ha neppure un interesse particolare a polemizzare con Alleanza Cattolica, associazione che fin dal 1981 è praticamente divenuta estranea ai temi che, istituzionalmente, trattiamo su Sodalitium. Questa stessa mia risposta ruba tempo e spazio a temi dal nostro punto di vista ben più interessanti. È solo l’indignazione di aver visto i miei amici dell’Istituto messi tra le sètte (non si nasconda dietro un dito Introvigne; accademicamente preferisce il termine "nuovi movimenti religiosi": ma il lettore capisce che di "sètte" si parla, come d’altra parte dice esplicitamente il nome stesso del GRIS cui Introvigne collabora [non più]) sulla rivista Ars Regia, ovvero su di una rivista legata a quella Sètta per eccellenza che è, secondo Leone XIII, la Massoneria. Solo allora, solo dopo quell’articolo, Sodalitium ha risposto a Massimo Introvigne. Dispiace che D.A.I. attacchi una nuova volta l’Istituto, forse "con rispetto delle persone" ma non certo riportando "fedelmente" le nostre posizioni. 

[…] 

Considerazioni finali 

Chiudo questa mia risposta, già fin troppo lunga. Per ben cogliere il punto che è in discussione, occorre a mio parere eliminare ogni questione che non lo concerne realmente. La natura ecclesiale dell’Istituto Mater Boni Consilii, le opinioni politiche di Serge Faubert, la competenza scientifica di Massimo Introvigne, le differenze tra i movimenti "anti-sètte" e quelli "contro le sètte", la differenza tra i termini "sètta" e "nuovo movimento religioso" ecc. sono tutti temi interessanti ma secondari rispetto all’oggetto della discussione. Esso, lo ricordo, concerne tre fatti, e solo questi: 
  
    1) È vero, sì o no, che Introvigne fa parte (o ha fatto parte) del comitato scientifico di Ars Regia? 

    2) È vero, sì o no, che Introvigne ha assistito a dei riti satanici col permesso dei satanisti stessi? 
  
    3) È vero, sì o no, che Introvigne ha partecipato agli incontri del "Grupppo di Tebe" svoltisi nella sede del Grand’Oriente di Francia? 
  
Mi sembra che, anche e soprattutto dopo le precisazioni apportate da "Domus Aurea Informazioni" si possa senza ombra di dubbio rispondere di sì a tutte e tre le domande. 

Quanto alla valutazione morale di queste tre azioni, essa è di ragione innanzitutto di Dio, e poi della coscienza di Massimo Introvigne ed, eventualmente, del suo confessore. 

Quanto alle conclusioni che si possono trarre sul piano pratico e oggettivo, esse sono affidate alla prudenza di ciascuno: non solo la nostra, ma anche e soprattutto quella dell’arcivescovo di Foggia, del Rettore dell’Ateneo Regina Apostolorum di Roma, del direttore di Avvenire, del reggente nazionale di Alleanza Cattolica, e, in generale, di quanti desiderano avere contatti con Introvigne. 

Quanto alle riflessioni generali che si possono fare, Sodalitium sottolinea i rischi insiti in una eccessiva curiosità culturale, nel passaggio dall’entrismo all’ecumenismo ormai ampiamente realizzato anche in Alleanza Cattolica, adottando la pratica conciliare del "dialogo" con le realtà ostili alla Chiesa, soprattutto con la Massoneria. 

Infine, Sodalitium rinnova il suo auspicio di una pulizia intellettuale degli ambienti di "destra", specie cattolici, ove purtroppo, contrariamente a quanto incredibilmente affermato da Introvigne nella sua recente intervista a L’Italia settimanale (5 ottobre 1994, n. 39, p. 37) abbondano, almeno quanto negli ambienti di "sinistra", le influenze e le infiltrazioni esoteriche e massoniche. Come proprio il "caso" di Introvigne abbondantemente e paradossalmente conferma!




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