La Chiesa Cattolica di fronte ai NMR



Anche se non condividiamo le idee del GRIS, abbiamo comunque trovato interessante presentare questo articolo della dott.sa Raffaella Di Marzio, dalla sede romana del G.R.I.S. 

Agosto 1998. 

L’offerta delle sètte: realtà o illusione? 

Il fenomeno della adesione a Nuovi Movimenti Religiosi (d’ora in poi NMR) e sette di vario genere è già da alcuni anni oggetto di attento esame da parte del Magistero della Chiesa che ha promulgato alcuni documenti interessanti e pastoralmente significativi. 

In queste riflessioni ci riferiremo in particolare a due documenti: "Il fenomeno delle sette o nuovi movimenti religiosi : sfida pastorale" [1] e la Nota pastorale " L’impegno pastorale della chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sette". [2] Quest’ultimo documento, particolarmente equilibrato e completo, sarà citato spesso e ci farà da "guida". Esso riveste particolare importanza poichè manifesta la posizione dell'intera Conferenza Episcopale Italiana e non quella di un singolo Vescovo

La Chiesa, nella sfida di questi movimenti ha visto una manifestazione dei "segni dei tempi" che interpellano l’intera comunità ecclesiale. Il bisogno di religiosità, che in sé non può che rallegrare i credenti e i loro Pastori, va, tuttavia, attentamente valutato affinché non accada che qualche gruppo pseudoreligioso o qualche leader carismatico possano servirsene per fini moralmente ed umanamente inaccettabili. 

Una prima difficoltà, quando si affrontano questi temi è la terminologia da usare. Per chi sostiene che l’uso del termine "setta" sarebbe, ormai, da escludere, la Nota pastorale chiarifica: "La natura di questa Nota impone però di esprimersi in termini generali e di utilizzare le denominazioni più comuni per indicare la globalità del fenomeno. Il termine ‘setta’ viene usato per motivi pratici, nel sincero rispetto delle persone e senza quella connotazione negativa che, a volte, viene ad esso collegata". [3] 
Faremo nostre queste precisazioni, ogni volta che useremo la parola "setta"

Nella premessa al documento si evidenzia la presenza di questo fenomeno nel nostro Paese come espressione del relativismo culturale secondo il quale tutte le credenze religiose avrebbero la stessa valenza, fino ad affermare che, in fondo, l’una vale l’altra. Un altro aspetto di questo fenomeno è il sincretismo, cioè il tentativo di conciliare credenze spirituali tra loro inconciliabili [4] 

Nella parte prima, lì dove si esaminano i "Fattori e motivi di una crescente diffusione delle sette e dei nuovi movimenti religiosi" si evidenzia come in questo scenario confuso e incerto le sette rispondono al bisogno di sicurezza e di certezza che molte persone hanno. Infatti questi gruppi offrono certezze assolute e un clima di comunità che rassicura chi è debole, o che vive momenti di crisi personale. 

Nell’affrontare la complessa problematica dei motivi dell’affiliazione a questi movimenti il Rapporto provvisorio "Il fenomeno delle sette o nuovi movimenti religiosi: sfida pastorale" aveva già indicato alcune tra le motivazioni più comuni. Le commentiamo sinteticamente. 

Molte persone sono alla ricerca di una religiosità forte, coinvolgente che dia senso a tutta l’esistenza. Questo bisogno, in sé positivo e significativo, prende però spesso la strada di forme religiose atipiche, nate in culture diverse dalla nostra, come quella orientale, che, per il solo fatto di essere "orientali", assumono un fascino particolare ed attraggono chi ricerca il diverso a tutti i costi. Sembra questo un modo per sfuggire alla monotonia quotidiana, per riscoprire valori diversi e arricchenti che "cambino la vita". 

Se è vero che l’oriente è un mondo affascinante e ricco di valori umani e spirituali è anche vero che tanti aspetti della spiritualità orientale in realtà in qualche modo sono già presenti nella cosiddetta cultura occidentale, veicolati in vario modo dal cristianesimo. Eppure il Vangelo, la spiritualità dei Padri della Chiesa e l’insegnamento dei santi passano in secondo piano di fronte alle nuove mode. Questo molto spesso accade perché la spiritualità cristiana e i valori evangelici non si conoscono abbastanza oppure, anche se conosciuti, non sono abbastanza interiorizzati e vissuti. 

Le nostre comunità spesso non hanno il "calore umano" e la disponibilità che si ritrovano in molti NMR o sette di vario genere. Chi è stato in questi gruppi, infatti, racconta che la prima impressione del gruppo è stata molto positiva. Il nuovo adepto si sente accolto con affetto come se avesse sempre fatto parte del gruppo, tutti si mettono a sua disposizione, cercano di capirlo e di farlo sentire a suo agio. In termini più tecnici si definisce questo comportamento come "love bombing" cioè bombardamento d’amore. Esso, in misura diversa e con modalità diverse, viene attuato in tutti questi gruppi. 

Un altro aspetto particolare proprio di chi entra in una setta è quello di essere alla ricerca di risposte definitive e totali alle domande fondamentali della vita. Sembra attrarre molti il fatto di ricevere dal gruppo o dal leader ordini perentori e assicurazioni di assoluta riuscita di qualsiasi attività intrapresa, fino ad arrivare alla certezza assoluta di avere nel gruppo, e solo in esso, la salvezza eterna o la felicità in questa vita o la felicità addirittura anche nelle prossime vite (nei gruppi nei quali si crede nella reincarnazione). Chi aderisce a questi movimenti si sente in essi valorizzato, partecipe di una "grande missione", un eletto, appartenente ad un "gruppo elitario". Per fare solo qualche esempio, sappiamo di persone entrate in una setta perché erano state convinte del fatto che avrebbero "salvato il pianeta" dalla catastrofe, "migliorato il mondo", salvato miliardi di anime dalla "perdizione eterna", ecc. Per conseguire questi "obiettivi" si può arrivare fino ad annullare totalmente la propria volontà consegnandola nelle mani di un altro essere umano. La persona in questo caso sceglie volontariamente di abdicare, è consapevole di aver consegnato il suo intelletto e la sua volontà a qualcun’altro, ma questo non significa che lo abbia fatto liberamente, cioè sapendo tutto ciò che era suo diritto sapere prima di prendere la decisione di affiliarsi al gruppo. 

Forse, paradossalmente, è più semplice smettere di pensare ed obbedire ciecamente che accettare di vivere valori che interpellano ad un cambiamento di vita profondo che non può essere realizzato in una sola volta, ma che va costruito giorno per giorno attraverso insuccessi e talvolta delusioni, nella ricerca continua del dialogo con un Dio che non fa il despota e che vuole essere amato totalmente e, soprattutto liberamente. 

Certe forme "nuove" di religiosità rispondono perfettamente a questa "domanda" perchè si pongono come alternative a quelle istituzionalizzate e funzionano come un ricettario che fornisce la risposta giusta a qualsiasi domanda, trasformando talvolta perfino la Sacra Bibbia in una catalogazione di comportamenti e precetti. 

C’è poi il caso di chi lascia la Chiesa ed entra in uno di questi gruppi spinto dalla convinzione che la Chiesa sia solo una istituzione umana corrotta dal potere. Chi rifiuta la Chiesa cattolica per questo motivo ignora, però, che spesso l’organizzazione di cui è entrato a far parte ha alle spalle ben altri "scheletri nell’armadio" (che si guarda bene dal tirare fuori). [5] 

Un altro aspetto da non sottovalutare nel processo di affiliazione ad un gruppo settario, è il fatto che i meccanismi di "reclutamento" non sempre sono "trasparenti". Ci sono infatti gruppi che attraggono le persone con l’uso di tecniche di guarigione "miracolose", altri con l’allettante offerta di corsi gratuiti di lingue straniere o di studi biblici a domicilio, altri ancora attraverso mostre o conferenze sulla pace e i diritti umani, oppure con l’offerta di esperienze di tipo ecologico e salutista, altri con l’offerta di corsi di preparazione ad un futuro impiego, ecc. In questi casi chi si avvicina al gruppo è totalmente ignaro di quelli che sono gli intenti di chi ha di fronte. Il Rapporto provvisorio indica anche alcune tecniche di "reclutamento": "Certe tecniche di reclutamento e di formazione (training) e certe procedure d’indottrinamento, praticate da numerose sette e ‘culti’, spesso molto sofisticate, sono per buona parte all’origine del loro successo. Nella maggior parte dei casi, le sette attirano, con tali mezzi, individui, i quali, in primo luogo, ignorano che questo approccio è spesso una messinscena e, in secondo luogo, sono inconsapevoli circa la natura della macchinazione che li porterà a farsi convertire e circa i metodi di formazione (manipolazione sociale e psicologica) cui verranno sottoposti. Le sette impongono i loro modi particolari di pensare, di sentire e di comportarsi, contrariamente all’approccio della Chiesa che implica un consenso convinto e responsabile". [6] 

Attenti a questo avvertimento, chiunque ricevesse delle "offerte di prestazioni" non dovrebbe accettarle acriticamente, ma ponderarle bene informandosi sull’organizzazione che offre i "servigi" di qualsiasi tipo essi siano. 

Un ultima riflessione va fatta a proposito di un altro fenomeno che avviene all’interno anche del mondo cattolico: si tratta della cosiddetta "doppia appartenenza". In questo caso la persona che aderisce al movimento o alla corrente di pensiero pseudoreligiosa di tipo orientaleggiante o New Age, oppure si rivolge al guaritore reiki, non pensa di fare qualcosa che contrasta con la sua fede cattolica e per questo non abbandona la pratica religiosa e i sacramenti, almeno all’inizio.   L’esperienza insegna, comunque, che questo cammino si conclude inevitabilmente con l’abbandono della fede cattolica. 

Questo modo di fare sincretista oggi è abbastanza comune e tradisce una certa ignoranza religiosa sia nel campo della dottrina cattolica che in quello della conoscenza della dottrina del guru o del movimento a cui ci si rivolge. A questo proposito la Nota pastorale afferma che la tentazione "sincretista e gnostica" ha sempre accompagnato il cammino delle comunità cristiane. "Essa consiste, in radice, nel misconoscere la singolarità di Gesù Cristo, Verbo di Dio fatto uomo, morto e risorto, e la necessità della grazia dello Spirito Santo per la salvezza. Gesù Cristo viene così ridotto a uno dei tanti profeti di una salvezza che sgorga dal cuore dell’uomo". [7] Da questa confusione nasce l’idea di una sola religione universale che porterebbe tutti alla salvezza. 

E’ questo un pericolo molto grave che serpeggia anche in comunità cattoliche e che va individuato per tempo e corretto fin dal suo nascere facendo chiarezza attraverso la Parola di Dio interpretata dalla Chiesa ed annunciata dai Pastori e dai laici preparati spiritualmente e culturalmente a rispondere alla sfida delle nuove religiosità. Particolarmente vulnerabili alle lusinghe di queste "mode spirituali" sono i giovani, che spesso aderiscono a correnti di pensiero incompatibili con il cristianesimo senza vederne la inconciliabilità. 


Veramente liberi o inconsapevolmente "schiavi"? 

La Nota pastorale che stiamo esaminando, quando affronta il complesso problema delle motivazioni dell’affiliazione alle sette, tra le altre, mette anche quelle di tipo psicologico: "A volte accade che gli adepti a una setta vengano vincolati attraverso forme di coercizione emotiva e psicologica, di controllo e vigilanza, fino ad arrivare a vere e proprie limitazioni delle libertà personali. In questi casi ci si trova di fronte a un successo imposto e tutelato". [8] 

Senza fare generalizzazioni (ogni gruppo, infatti, ha caratteristiche diverse dall’altro e non tutti i gruppi utilizzano tecniche di controllo mentale), è bene puntualizzare, comunque, che, nell’approccio pastorale, queste linee orientative vanno sempre accompagnate dall’esame del gruppo con il quale si ha a che fare e della persona che vi è coinvolta le cui caratteristiche individuali hanno una grande influenza sull’ eventuale condizionamento che il gruppo ed il leader esercitano su di lei. 

Se è vero che qualsiasi ambiente esercita un certo condizionamento sull’individuo è anche vero che tale condizionamento assume caratteristiche particolari all’interno dei NMR. Da alcuni studiosi esso è stato definito "lavaggio del cervello", in seguito "riforma del pensiero" oppure " controllo mentale". Noi scegliamo di utilizzare quest’ultima espressione perchè ci sembra abbastanza esemplificativa.[9] 

Per definire cosa sia il "controllo mentale" possiamo paragonarlo ad un insieme di metodi utilizzati nel gruppo al fine di eliminare le credenze e i valori che la persona aveva prima di aderire al NMR, per sostituirli con altre credenze e valori, quelli del gruppo stesso e del suo leader. 

Questi temi erano già presenti nel Rapporto provvisorio lì dove si parla di "tecniche di reclutamento e di formazione, procedure d’indottrinamento". Dopo aver specificato che i giovani e gli anziani sono le "prede più facili" di queste tecniche e di questi metodi che spesso sono un misto di affetto e di delusione ... [10], si enumerano alcuni elementi tra i quali il "love-bombing", "lusinghe", "distribuzione di denaro", "esigenza di un abbandono incondizionato al fondatore, al leader", "isolamento: controllo del processo razionale del pensiero, eliminazione di ogni informazione o influenza esterna ... che potrebbero spezzare il fascino ...", "sottrazione di coloro che sono stati reclutati alla loro vita passata ...", "metodi di alterazione della coscienza che portano a perturbazioni della conoscenza ...", "sistemi logici chiusi ...", "mantenimento dei reclutati in uno stato di occupazione continua...", "forte concentrazione sul leader ...", e così via. [11] 

Non sono certo questi, come qualcuno afferma, gli stessi elementi della comune conversione ad una religione, nella quale la persona decide di cambiare la sua vita secondo i valori del suo nuovo credo. In alcuni NMR, infatti, il processo di cambiamento non è effettuato nel rispetto della libertà di scelta dell’individuo, ma vengono usate tecniche di persuasione tali da compromettere la libera critica personale. Questo processo è stato chiamato da alcuni studiosi "persuasione coercitiva"

Facciamo un esempio : una persona che decida di convertirsi, diventare cristiano cattolico e di intraprendere la strada della consacrazione vivendo il resto della sua vita in un monastero, prima di prendere la decisione definitiva dovrà fare un certo cammino di formazione durante il quale apprenderà non solo la dottrina cattolica ma anche gli elementi di spiritualità necessari per comprendere quella che sarà la sua futura esistenza nel monastero. In questo periodo preparatorio non gli verrà nascosto nulla nè della dottrina nè della regola che dovrà osservare a seconda dell’ordine religioso scelto. Inoltre, una volta presa la decisione, dovrà fare un periodo di "prova", di noviziato, al termine del quale potrà prendere i voti oppure rinunciarvi. Nel momento della scelta definitiva nessuno farà su di lui o lei pressioni di alcun genere o, peggio, utilizzerà la tecnica del ricatto per evitare che esca dal convento. Dopo aver attentamente riflettuto sarà la persona a decidere e, anche se rifiutasse il convento e l’ordine religioso, nessun vescovo o parroco lo interdirà dalla comunità ecclesiale. A chi si avvicina e aderisce ad una setta accade spesso il contrario: all’adepto vengono tenute nascoste informazioni importanti, viene ricattato in vari modi, viene minacciato di espulsione se ha dubbi o è in crisi, ecc. Nel momento in cui vengono usati questi stratagemmi allora si può affermare l’uso della cosiddetta "persuasione coercitiva": un modo di persuadere, convincere gli altri usando mezzi moralmente inaccettabili, senza rispetto per la persona e compromettendo la sua capacità di libera scelta. 

Ci sono, infatti, molti modi diversi per condizionare gli individui e non esiste individuo sulla faccia della terra che non sia condizionato in qualche modo dalla società, dalla famiglia, dalla scuola, dagli amici ecc. Quello che i genitori fanno con i loro figli attraverso l’uso dei premi e delle punizioni è proprio cercare di condizionarli, meglio, di educarli al bene correggendone i comportamenti negativi. Se questo compito educativo è portato avanti in modo equilibrato e rispettoso, il processo avrà come effetto la formazione di un individuo adattato alla società in cui vive, responsabile ed anche fondamentalmente creativo e libero nelle sue scelte. Un elemento di enorme importanza in questo processo educativo è il fatto che esso avvenga in un clima di amore e accettazione: il bambino deve sentire che, anche quando sbaglia, nonostante la punizione o il rimprovero, i suoi genitori lo amano ugualmente, certi delle sue possibilità di cambiamento. 

Se invece le tecniche di condizionamento vengono utilizzate in un gruppo senza questo quadro di riferimento emotivo positivo, esse possono risultare nocive per la persona, anche se non si tratta di bambini, ma di adulti. La persona potrebbe essere danneggiata dal punto di vista emotivo, affettivo, cognitivo ecc. 

Di fronte a questa triste realtà la Nota pastorale, nella parte in cui sollecita i credenti ad assumere verso il proliferare dei NMR un atteggiamento equilibrato "al di là dell’irenismo e del settarismo", dice: "A ragion veduta si può osservare che le sette e i nuovi movimenti religiosi normalmente appaiono chiusi al dialogo, protesi come sono all’annuncio con metodi di propaganda che si servono della pressione psicologica, tendendo a soggiogare l’interlocutore in modo da raggiungere una adesione acritica e totale, fino a produrre, in taluni casi, il plagio della personalità". [12] 

A questi "metodi" si contrappone quello rispettoso che implica un consenso convinto e responsabile del fedele, che non rinuncia, nell’abbracciare la fede, qualsiasi essa sia, alla sua intelligenza e capacità critica e che ha il diritto e il dovere di porsi tutte le domande che desidera e quindi a "rendere ragione della sua fede" anche di fronte ai non credenti. 

Questo "plagio della personalità" può arrivare al punto da rendere molto difficile anche una eventuale uscita dal gruppo.   Può accadere, infatti, che la "fobia" inculcata nei membri della setta provochi, in misura maggiore o minore a seconda dell’intensità del condizionamento e delle caratteristiche individuali della persona, reazioni di panico al solo pensare di lasciare il gruppo perchè l’individuo non concepisce più la propria esistenza al di fuori di esso. Questo è il motivo per cui anche dopo essersi resi conto degli inganni, incongruenze, maltrattamenti subiti nel gruppo, molte persone non riescono ad abbandonarlo. Se il membro lasciasse il gruppo cesserebbe nello stesso tempo il suo diritto ad esistere e sarebbe dichiarato "morto"

Non è raro sentire dalla voce di persone rimaste nella setta questa espressione rivolta ad un parente o amico che ha lasciato il gruppo: "Da quando se ne è andato per me è come se fosse morto". Queste parole ci aiutano a comprendere come quello che diciamo non sia una esagerazione, ma sia purtroppo una realtà tristissima che si verifica sotto i nostri occhi e ci vede spesso impotenti. C’è poi il caso di coloro che lasciano il gruppo a cui avevano aderito, attraverso un cammino più o meno doloroso. Molti di essi continuano a portare su di sé i "segni" di una esperienza spiritualmente "ambigua", anche a distanza di anni. L’esperienza acquisita nel colloquio e nella vicinanza con queste persone ci permette di affermare quanto sia superficiale un approccio "disinvolto" che vede l’entrata e l’uscita da questi gruppi come l’entrata e l’uscita da un supermercato: si guarda, si "acquista", e poi, una volta provato il "prodotto", se non piace, lo si abbandona per un altro. Se fosse veramente tutto così semplice non saremmo qui a parlarne, non sarebbero sorti in tutto il mondo associazioni di aiuto, non se ne sarebbero occupati i Parlamenti di diverse nazioni, Dipartimenti di Pubblica Sicurezza, non si sarebbe impegnata la Chiesa cattolica, attraverso riunioni, convegni, concistori, documenti pastorali, fino alla approvazione dello statuto di una Associazione specificatamente finalizzata alla prevenzione, informazione e ricerca in questo settore della pastorale (il GRIS - Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette - appunto). 

Siamo convinti che coloro che aderiscono alle nuove forme di religiosità sono persone che ricercano sinceramente Dio o qualcosa che possa estinguere la loro sete di spiritualità. Anche molti leader di NMR sono convinti di fornire al prossimo le risposte giuste alle loro domande fondamentali. Se escludiamo i casi di frode, che pure ci sono, le persone coinvolte nelle sette sono degne del massimo rispetto, come qualsiasi persona sinceramente convinta che il suo credo sia quello autentico. Nessuno può decidere quale strada il Signore debba seguire per portare gli altri alla salvezza. 

Ciò che ci interessa in questo contesto è, invece, fare luce su quel mondo sommerso di cattiveria, strumentalizzazione, meschinità che purtroppo caratterizza un certo numero di gruppi pseudoreligiosi. Non è nostra intenzione, perciò, generalizzare, ma solo fornire qualche informazione che aiuti a riconoscere subito certi "sintomi" dai quali si può diagnosticare la "malattia". Il nostro scopo è prevenire questo fenomeno che ci interpella sì, come cristiani per preservare la purezza della nostra fede, ma che ci interpella anche come esseri umani obbligati da Cristo ad amare il nostro prossimo cercando, per quanto possibile, anche di difenderlo da insidie di cui potrebbe non essere pienamente cosciente.

Ciò che, comunque, va sempre e nonostante tutto salvaguardato è la libertà dei nostri fratelli e sorelle, che, una volta avvisati, sceglieranno secondo coscienza. La nostra speranza è che la loro scelta sia veramente libera e consapevole. 


E allora, che fare? 

A questa domanda la Nota pastorale risponde in maniera esaustiva nello stile di un documento al contempo, chiaro, veritiero e profondamente rispettoso verso le persone coinvolte in questi gruppi.

"Il fenomeno, infatti, va affrontato con spirito di fedeltà alla verità e, allo stesso tempo, di cristiana carità : questo è lo sforzo primario da compiere ed è ciò che intendono fare queste riflessioni pastorali ". [13] 

Nonostante ci sia chi nega l’esistenza di questo problema anche nella Chiesa, la Nota pastorale, al contrario, con lo spirito di verità ed onestà che la contraddistingue, afferma: "E’ comunque da rilevare che ‘lo spirito settario, cioè un atteggiamento d’intolleranza unito a un proselitismo aggressivo, non è necessariamente il fatto costitutivo di una ‘setta’ e, in ogni caso, non è sufficiente a caratterizzarla. Uno spirito del genere può riscontrarsi anche in gruppi di fedeli appartenenti a chiese o a comunità ecclesiali’ ". [14] Questo pericolo era già stato evidenziato nel Rapporto provvisorio dove si suggeriva che "Questi gruppi cristiani di spirito settario possono evolversi grazie a un approfondimento della loro formazione e a contatti con altri cristiani. Possono, così, progredire verso un atteggiamento più ‘ecclesiale’" [15] 

Nel malaugurato caso in cui il gruppo in questione persista nell’atteggiamento settario ed intollerante, magari scantonando nell’aperta eresia, potrebbe acquisire, nel tempo, tutte le caratteristiche negative di cui parlavamo precedentemente. Questo fenomeno purtroppo si è verificato e si verifica ancora oggi. Si tratta di gruppi definiti comunemente "sette pseudocattoliche", nei riguardi delle quali i Vescovi locali sono intervenuti con pronunciamenti ufficiali. E’ una realtà, questa, che ci interpella come cattolici in modo particolare, e che ci spinge a trovare tutti i mezzi possibili per prevenirla. 

Fermo restando l’impegno della Chiesa per fare chiarezza nei confronti di chi per sua volontà si mette fuori dalla comunione ecclesiale, ciò non esime affatto dal rispetto per la libertà di chiunque decida di lasciare la Chiesa, abbracciando un’altra forma di "spiritualità" o aderendo ad un NMR. 

I criteri espressi dal Concilio Vaticano II in materia di libertà religiosa [16] valgono, infatti, anche nei confronti delle sette e dei NMR, "... qualora non venga lesa, al loro interno, la libertà di coscienza ... Occorre però sollecitare anche i propagatori di queste nuove proposte religiose perché siano rispettosi dell’altrui libertà di coscienza e aperti a un sincero atteggiamento di dialogo". [17] Secondo il documento, perciò, è chiaro il principio che non si può intendere la libertà religiosa in senso "assoluto", ma che essa va commisurata e vagliata perché la "libertà religiosa" di qualcuno non vada a discapito dei diritti inviolabili e della dignità di ogni essere umano. L’invito a sollecitare i propagatori di questi movimenti affinchè si aprano al dialogo purtroppo spesso non viene accolto. A questo proposito è interessante notare come, mentre molti NMR si attivano per fare propaganda a tappeto a favore della salvaguardia della libertà religiosa, la quale sarebbe secondo loro in pericolo, al loro interno essi vivano in una atmosfera di risentimento e avversione verso chiunque non sia del gruppo, specialmente se manifesta un atteggiamento di critica. Qualsiasi critica, anche documentata, rispettosa ed obiettiva, non viene accettata perchè la setta è perfetta in sè e nessuno può metterne in discussione la dottrina, la gestione ecc.   Dunque, a fronte di una difesa strenua della tolleranza e della libertà religiosa all’esterno del gruppo, al suo interno (nelle stesse pubblicazioni del gruppo) spesso si persegue una continua, ostinata e programmata campagna di odio verso gli altri.   Fatto, questo, che lascia effettivamente perplessi sul fatto che ciò che si vuole difendere sia veramente la libertà religiosa. 

Per quanto riguarda le indicazioni pastorali per affrontare questa particolare "domanda spirituale" del nostro tempo, vengono enumerati alcuni "criteri di azione pastorale", tra i quali : 

1) Conoscere i fratelli : è importante che il fenomeno delle nuove religiosità sia adeguatamente conosciuto anche con l’ausilio delle scienze moderne e di ricerche scientifiche effettuate senza pregiudizi di alcun genere. Da questo studio "...potremo così essere stimolati a comprendere meglio le ragioni della nostra fede". [18] 

2) Dalla conoscenza al discernimento : la conoscenza deve produrre frutti nel senso che deve produrre atteggiamenti efficaci per la costruzione del Regno di Dio. Il discernimento aiuta a distinguere il bene dal male, il vero dal falso sotto la luce dello Spirito e seguendo l’insegnamento di Pietro. Nessuno pertanto è autorizzato a dare credito a rivelazioni private senza riferirsi a basi scritturistiche e all’insegnamento della Chiesa. 

3) Denuncia profetica dell’errore e dell’inganno: dal discernimento deriva la proclamazione della verità. Questo compito è innanzitutto dei pastori che vigilano sull’integrità della fede e evidenziano quelle religioni e dottrine presenti nel nostro paese le cui basi teoriche contrastano con la Rivelazione biblica. 

4) Nella verità e nella carità : è questo l’atteggiamento da assumere verso gli adepti e i propagandisti di questi gruppi secondo il comandamento dell’amore esteso anche ai propri nemici. Per questo motivo va evitata qualsiasi conflittualità religiosa che scandalizzerebbe il mondo così come è avvenuto nel passato. La verità può essere difesa solo attraverso la carità altrimenti si cade nel fondamentalismo. " Questa è la verità ‘settaria’, che si sostiene contro gli altri, si nutre della denigrazione di coloro che vengono considerati avversari; una verità che giudica e separa, destinata a dividere ...". [19] Agire con carità vuol dire anche usare il richiamo fraterno verso chi è caduto nell’errore, pregare per il ravvedimento, colloquiare, consigliare, dove possibile. Il richiamo può essere "... teso a scuotere la coscienza dell’interlocutore, fatto sempre con il dovuto rispetto, ma fermo ed esplicito...". [20] "E anche là ove si debba denunciare la presenza di un male oggettivo e di un errore evidente, non si deve cedere alla tentazione di giudicare le persone ... mantenendo la debita distinzione tra l’errore e l’errante". [21] 

Oltre ai criteri generali, vengono successivamente enumerate anche alcune linee concrete di azione che sintetizziamo. 

Si raccomanda ai cattolici di testimoniare ed annunciare con coerenza la loro fede in Cristo come unico Salvatore del mondo, di ritornare ad uno studio attento delle Scritture e degli insegnamenti della Chiesa, di vivere con rinnovata fede e partecipazione la liturgia e la preghiera personale, di aiutare a costruire comunità ecclesiali pronte alla solidarietà verso chiunque, ecc. 

Vengono poi indicati quelli che sono gli interventi più specifici per affrontare il problema delle nuove forme di religiosità: 

a) Creare in ogni diocesi gruppi specializzati che studino il fenomeno nel territorio e diano indicazione su come affrontarlo. In una nota vengono indicati alcuni centri specializzati "di studio del fenomeno e di sensibilizzazione delle comunità come il Centro Studi Nuove Religioni (CESNUR) e il Gruppo Ricerca Informazioni Sette (GRIS)". [22] 

Si tratta di due associazioni che si occupano del fenomeno dei NMR a titolo diverso e da diversi punti di vista. Infatti il CESNUR è una rete internazionale di associazioni di specialisti di NMR, ed è indipendente da qualunque gruppo, movimento, denominazione o associazione religiosa. Il GRIS, invece, è una associazione culturale e religiosa che ha richiesto ed ottenuto l’approvazione del suo Statuto da parte della CEI il 25/9/90 ed è ormai presente in molte diocesi italiane. Essa è promossa da cattolici, ma aperta a chiunque possa dare contributi scientifici, seri e religiosamente corretti riguardo alla conoscenza dei NMR.

b) Dare aiuto ai fedeli per affrontare il proselitismo dei NMR e delle sette in uno stile che non sia litigioso, ma fondato sulla dottrina autentica. Questa indicazione spesso risulta difficile da seguire poiché molti adepti di questi movimenti rifiutano il dialogo e interpretano qualsiasi tentativo di discussione franca e pacata come un assalto e una persecuzione. Per questo motivo alcune volte non resta che pregare per questi nostri fratelli. 

c) Prepararsi ad accogliere coloro che dopo essere stati affiliati a questi movimenti decidono di tornare alla Chiesa Cattolica. E’ questo un problema spinoso. Non esiste infatti ancora una pastorale specifica per queste persone il cui ritorno alla Chiesa è diverso rispetto a quello di un non credente o di un agnostico. A questo scopo alcuni gruppi diocesani del GRIS  hanno organizzato centri di ascolto ed altri si stanno attivando per dare aiuto ai familiari di persone affiliate a vari movimenti. 

d) Utilizzare i mezzi di comunicazione sociale in modo costruttivo cioè come mezzi per diffondere informazioni obiettive e chiare che aiutino a tenere vivo il senso critico dei fedeli in modo che siano preparati al confronto con le nuove religiosità. Siamo consapevoli di quanto sia importante l’informazione, in questo campo, e siamo altresì colpiti da quanto possano essere parziali e fuorvianti certe difese ad oltranza (sbandierate sui Mass Media, e, recentemente in particolar modo su Internet) di una "libertà religiosa" che è piuttosto "licenza" di certe "religioni" che sono solo copertura per azioni lesive della dignità umana per scopi molto "terreni". La difesa della libertà religiosa secondo lo spirito del Concilio Vaticano II è un impegno a difendere chi, in buona fede e con retta coscienza, segue il suo "credo", e con mezzi leciti e rispettosi lo pratica e lo divulga nella società. La libertà religiosa non può essere invocata come "copertura" di organizzazioni che di "religioso" hanno solo un appellativo utilizzato a proprio uso e consumo, perché strumentale al raggiungimento di ben altri fini. 

Al termine di queste riflessioni ci auguriamo di aver raggiunto, almeno in parte, il nostro scopo: sensibilizzare tutti (al di là di qualsiasi differenza di credo e fede religiosa) ad un fenomeno che coinvolge molte famiglie e che non di rado è causa di sofferenze, divisioni, drammi anche di dimensioni considerevoli. Poiché sono in gioco le persone e le loro esistenze nessun cristiano dovrebbe sentirsi estraneo al problema anche se non è direttamente coinvolto. Tutti possono interessarsi e fare qualcosa per chi soffre a causa di queste deviazioni "religiose", non solo gli addetti ai lavori, gli specialisti, gli esperti, ma qualsiasi persona di buona volontà che umilmente si metta all’ascolto dei fratelli condividendo le loro angosce. 

Lasciamo ora l’ultima parola alla Nota pastorale che, nella Conclusione, raccomanda: " Nell’atteggiamento di umiltà, che ci spinge ad aprirci vicendevolmente al richiamo alla conversione, facciamoci carico gli uni del fardello di responsabilità della salvezza degli altri. A tutti è chiesto di vivere questo servizio alla verità con atteggiamento di amore e di comprensione, soprattutto, con la coscienza che essere nella verità non deve renderci arroganti possessori di essa : la verità - che pur si è a noi definitivamente rivelata in Gesù Cristo - resta sempre al di là di ogni nostra conoscenza e tutti ci impegna in una continua ricerca". [23] 


Note: 

[1] SEGRETARIATO PER L’UNIONE DEI CRISTIANI - SEGRETARIATO PER I NON CRISTIANI - SEGRETARIATO PER I NON CREDENTI - PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA CULTURA, Rapporto provvisorio Il fenomeno delle sette o nuovi movimenti religiosi, 7 maggio 1986. 

[2] SEGRETARIATO PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO DELLA CEI, Nota pastorale L’impegno pastorale della chiesa di fronte ai nuovi movimenti religiosi e alle sette, 30 maggio 1993. 

[3] Ibid. n. 4. 

[4] cfr. Ibid. Premessa. 

[5] cfr. SEGRETARIATO PER L’UNIONE DEI CRISTIANI - SEGRETARIATO PER I NON CRISTIANI - SEGRETARIATO PER I NON CREDENTI - PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA CULTURA, Ibid. n. 2.1. 

[6] Ibid. n. 2.2. 

[7] SEGRETARIATO PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO DELLA CEI, Ibid., n. 9. 

[8] Ibid. n. 10 

[9] In questa parte accenneremo solo ad alcuni aspetti delle teorie della "manipolazione mentale" o "riforma del pensiero" la cui estesa trattazione non rientra nelle finalità di questo articolo. Tra i maggiori esponenti della elaborazione di queste teorie ci sono: R. Lifton, M. Singer, S. Hassan, ed altri. Ricordiamo anche il recente contributo di B. Zablocki "The Blacklisting of a Concept. The Strange History of the Brainwashing Conjecture in the Sociology of Religion", Nova Religio: The Journal of Alternative and Emergent Religions, vol. 1, n. 1 (ottobre 1997), pp. 96-121 (p. 98). pubblicato nella rivista "Nova Religio". 

[10] SEGRETARIATO PER L’UNIONE DEI CRISTIANI - SEGRETARIATO PER I NON CRISTIANI - SEGRETARIATO PER I NON CREDENTI - PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA CULTURA, Ibid. n. 2.2. 

[11] Ibid.  

[12] SEGRETARIATO PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO DELLA CEI, Ibid., n. 12. 

[13] Ibid.  

[14] Ibid., n. 13. 

[15] SEGRETARIATO PER L’UNIONE DEI CRISTIANI - SEGRETARIATO PER I NON CRISTIANI - SEGRETARIATO PER I NON CREDENTI - PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA CULTURA, Ibid. n. 1.1. 

[16] Cfr. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Dichiarazione sulla libertà religiosa Dignitatis humanae, nn. 2-8. 

[17] SEGRETARIATO PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO DELLA CEI, Ibid., n. 13. 

[18] Ibid., n. 29. 

[19] Ibid., n. 35. 

[20] Ibid., n. 36. 

[21] Ibid., n. 37. 

[22] Ibid., Nota 66. 

[23] Ibid., n. 45 


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