Introvigne confessa: 

"Il CESNUR è stato  ' fondato e animato' da 'militanti di Alleanza Cattolica' nel quadro della  'lotta tra Rivoluzione e  Contro-Rivoluzione'

  

Analisi critica di Alessia Guidi, maggio 2000   

  

Questo articolo è comparso per la prima volta  sul sito di Alessia, strumento indispensabile di informazione in lingua italiana su questioni attinenti alle cosiddette "sette". 

 Ringraziamo  l'autrice per averci permesso di ripubblicarlo. 

Una delle parti più interessanti dell'articolo di  Alessia è l'analisi che lei fa degli scritti in cui Massimo Introvigne afferma esplicitamente che il CESNUR è tato fondato nel quadro della "lotta tra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione";  "Così militanti di Alleanza Cattolica, con altri, hanno fondato e tuttora animano il CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni."  

Per aver detto proprio ciò che  Introvigne afferma qui, il nostro sito è stato censurato, siamo stati minacciati da avvocati e siamo stati il bersaglio di un'incredibile campagna di oscenità e di insulti. 

  
  

Introvigne, scienza e ideologia  

Il sito del GRIS Roma ha recentemente pubblicato una interessante intervista della radio svizzera a due noti ricercatori che si occupano di tematiche legate ai Nuovi Movimenti Religiosi (NMR nel testo): la Dott.ssa Raffaella di Marzio e Massimo Introvigne, direttore del CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni) – Torino [1] 

Ho letto con vivo interesse le dichiarazioni di quest'ultimo, che mi permetto di riprendere in seguito, soprattutto alla luce di un libretto da poco portato alla mia attenzione e intitolato: “La questione della nuova religiosità”, di Massimo Introvigne, edizioni Cristianità, 1993 (ISBN 88-85236-14-6). Una lettura senz'altro interessante che mi dà l'occasione di fare, in generale, alcune considerazioni su operato e affermazioni del direttore del CESNUR.  

Ma vediamo che cosa questi dichiara alla radio svizzera:  

«domanda: Professor Introvigne, prima di rispondere a queste critiche, vuole dirci da quali presupposti parte la sua ricerca?  

Massimo Introvigne: Per gli studiosi di Scienze Sociali si parla di un approccio che prescinde dai valori personali del ricercatore e che cerca di descrivere una situazione senza né partire da una posizione dottrinale propria del ricercatore. Per esempio: io sono cattolico e potrei dire che un movimento è lontano dalla fede cattolica, ma questo è un compito che lascio volentieri ai teologi, né da posizioni ideologiche proprie dell'osservatore, per esempio un laicista poterebbe dire che la concezione del mondo di un movimento si oppone alla concezione laica e razionalista che, a suo avviso, deve essere promossa. Io credo che questi due approcci di tipo, come si dice nelle scienze sociali, religionista, rispettivamente, e ideologico, abbiano un loro campo legittimo di applicazione nelle opere dei polemisti ma cadono al di fuori della scienza.»

Tenentelo a mente. Al capitolo 4, pag. 44 e seguenti del sopra citato libretto del 1993, un certo Massimo Introvigne, che suppongo sia la stessa persona che parlava alla radio svizzera, scrive [le citazioni sono prese in realtà dalle pagine 48 e 49, la pagina 44 è solo l'inizio del capitolo]:  
«Alleanza Cattolica è stata certamente fra le prime realtà che, nel mondo cattolico italiano, abbia avuto consapevolezza della portata del problema [della nuova religiosità] e si sia adoperata, con uno sforzo pluriennale, perché in Italia, e non solo in Italia, venissero posti in atto sforzi adeguati a tutti e tre i livelli di intervento e insieme perché i tre livelli non venissero confusi [vedi qui]. Così militanti di Alleanza Cattolica, con altri, hanno fondato e tuttora animano il CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni [2], ormai riconosciuto come uno dei maggiori centri di studio scientifico, a livello internazionale, sui problemi delle nuove religiosità. Così, ancora, militanti di Alleanza Cattolica si impegnano, ovunque possibile, nei gruppi di ricerca, d'informazione e d'intervento pastorale, che operano in ambito cattolico su scala diocesana o nazionale, di cui, in alcune diocesi italiane non di secondaria importanza, sono i principali animatori. Così, infine, da oltre un decennio Alleanza Cattolica, con la propria sigla e sotto la propria responsabilità, ha promosso diverse centinaia di incontri, di seminari e di conferenze, dove i problemi dei nuovi movimenti religiosi in generale - e anche in particolare, come nel caso dei testimoni di Geova - vengono esposti nelle loro linee essenziali e nel contesto di una risposta apologetica, che non trascura mai di risalire al quadro più ampio della lotta drammatica fra evangelizzazione e anti-evangelizzazione, quindi, nel linguaggio della scuola cattolica contro-rivoluzionaria a cui Alleanza Cattolica più particolarmente si ispira, fra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (nota 35: Cfr., per l'esposizione di molte tesi di questa scuola, PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 3° ed. it. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977), quadro la cui esposizione tematica costituisce uno dei principali scopi dell'associazione. Se da parecchi secoli in Occidente le coordinate globali del quadro tendono a rimanere le stesse, Alleanza Cattolica si sforza di seguire nella storia le modifiche dei suoi elementi più specifici e concreti, concentrando la sua attenzione, di volta in volta, sugli aspetti dell'anti-evangelizzazione e del processo rivoluzionario che appaiono più rilevanti. Non deve pertanto meravigliare se - a mano a mano che l'azione dei nuovi movimenti religiosi è cresciuta d'intensità e di rilevanza, sia quantitativamente sia qualitativamente nel quadro generale degli ostacoli all'evangelizzazione - Alleanza Cattolica ha sempre più concentrato la sua attenzione su questo aspetto del processo rivoluzionario, pur senza trascurarne altri che non sono meno preoccupanti. La tradizione di pensiero a cui Alleanza Cattolica si richiama ha sempre insegnato che è autentico militante contro-rivoluzionario chi è capace di rivolgere la sua attenzione alla Rivoluzione di oggi senza attardarsi a combattere la Rivoluzione di ieri - quasi che a quest'ultima si fosse ormai abituato e paradossalmente "affezionato", consapevole del fatto che la Rivoluzione cambia continuamente. Identificando nei nuovi movimenti religiosi un aspetto cruciale della Rivoluzione di oggi, Alleanza Cattolica non si limita a seguire le analisi di questo o quello studioso, ma si ispira - anzitutto e soprattutto - alle indicazioni del Magistero della Chiesa.» (neretto aggiunto).
Introvigne ci sta forse dicendo che il CESNUR è stato creato da militanti di Alleanza Cattolica per lottare drammaticamente «fra evangelizzazione e anti-evangelizzazione» quindi «nel linguaggio della scuola cattolica contro-rivoluzionaria a cui Alleanza Cattolica più particolarmente si ispira, fra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione»? E che un militante è «chi è capace di rivolgere la sua attenzione alla Rivoluzione di oggi senza attardarsi a combattere la Rivoluzione di ieri»? Sì, sembra proprio che ci stia dicendo questo. In sostanza l'operato del CESNUR Italia sarebbe l'espressione ideologica della scuola contro-rivoluzionaria del padre ispiratore del movimento di cui Introvigne è dirigente, cioè di quel Plinio Corrêa de Oliveira fondatore della TFP, Tradizione, Famiglia e Proprietà [3]. E qual è la «rivoluzione di oggi»? Ha qualcosa a che vedere con il laicismo scaturito dalla «rivoluzione di ieri»?  

Nello stesso libretto Introvigne ci parla anche di altre cose interessanti:  

«b. L'uomo a suo modo "religioso" o alla ricerca di un contatto con il sacro - per quanto sviato o addirittura pervertito - del mondo della nuova religiosità non è identico all'uomo vittima o promotore delle ideologie antireligiose che la Chiesa ha avuto - e in certe regioni del mondo ancora ha - di fronte e non può essere trattato simpliciter nello stesso modo. La sua aspirazione "religiosa" può contenere elementi genuini, che meritano rispetto, "semi del Verbo" che - evitando ogni sincretismo e ogni relativismo - devono essere aiutati a maturare attraverso il dialogo.»
In sostanza Introvigne si dice convinto che l'uomo che afferma di essere “religioso”, non importa se segue un gruppo «pervertito» o «sviato» o, aggiungo io, seguace del “dio” denaro o assassino come evidenziato dai recenti fatti ugandesi, ha dentro di sé i «semi del Verbo», cioè la parola di Dio, e pertanto va rispettato perché ritenuto soggetto sensibile all'evangelizzazione. Al contrario, chi è «vittima o promotore» di «ideologie antireligiose», che Introvigne in altri scritti identifica con il laicismo principalmente di matrice francese, e di cui accusa i «movimenti anti-sette», non ha speranza, non può essere trattato allo stesso modo. rivista diocesi milano  

Perciò chi sono i maggiori nemici dell'evangelizzazione contro cui il bravo militante deve impegnarsi per la sua contro-rivoluzione di scuola pliniana? Non certo chi ha in rivista diocesi milano sé il «seme del Verbo» come i “religiosi” scientologisti, i “religiosi” gasatori di metropolitane giapponesi o chi massacra poveri contadini ugandesi. No, loro hanno le carte in regola. Prima o poi, immagino sia il pensiero del bravo militante di Alleanza Cattolica impegnato nel CESNUR, li evangelizziamo, li convertiamo. Meglio un fanatico RELIGIOSO che una persona ragionevole ma NON CREDENTE, sembra essere il pensiero di Introvigne. I veri nemici sono i laicisti, in modo particolare gli “anti-sette” che, secondo il direttore del CESNUR, sarebbero sostanzialmente motivati da intolleranza religiosa e odio per la religione, e raffigurati sul sito della diocesi di Milano né più né meno che come satanassi [4]. Del resto chiunque abbia letto Introvigne si sarà reso conto e domandato come mai infili ovunque, anche a sproposito, ciò che pare essere la sua personale guerra contro “gli anti-sette”. Credo che questo scritto del 1993 di Introvigne confermi che la sua è, di fatto, una guerra santa, motivata principalmente dalla sua ideologia contro-rivoluzionaria.  

Torniamo all'intervista radiofonica:  

«Io credo che questi due approcci di tipo, come si dice nelle scienze sociali, religionista, rispettivamente, e ideologico, abbiano un loro campo legittimo di applicazione nelle opere dei polemisti ma cadono al di fuori della scienza.»
In breve, Massimo Introvigne sostiene che Massimo Introvigne è un polemista e ricade al di fuori della scienza.  

Alla luce di quanto Introvigne sostiene nel libretto del 1993, la risposta a precisa domanda che dà al giornalista svizzero mi sembra abbastanza “imbarazzante”:  

« CS: Diversi documenti sostengono che il CESNUR è legato al movimento tradizionalista cattolico Alleanza Cattolica che difende le sette non per ragioni scientifiche ma perché teme che la battaglia contro i movimenti alternativi travolga le stesse religioni ma anche i movimenti controversi interni alla Chiesa che sarebbero legati ad Alleanza Cattolica. Che cosa ne pensa?  

MI: Alleanza Cattolica è un movimento cattolico riconosciuto in numerose delle diocesi dove opera. Io ne faccio parte. Ne fanno parte alcuni altri delle centinaia, ormai migliaia di studiosi che hanno partecipato a iniziative del CESNUR. Io sono peraltro l'unico membro del Consiglio di amministrazione del CESNUR Internazionale che fa parte di Alleanza Cattolica. Ci sono tre cattolici. Gli altri sono ortodossi, metodisti, calvinisti e anche semplicemente atei. Quindi presentare il CESNUR come una istituzione legata ad un movimento cattolico mi sembra risibile.»

Ma come, il CESNUR non è stato creato, per stessa ammissione di Introvigne 1993, «da militanti di Alleanza Cattolica» per lottare drammaticamente «fra evangelizzazione e anti-evangelizzazione»? Qui c'è solo da chiedersi se le «centinaia, anzi migliaia» di studiosi che hanno preso parte alle iniziative del CESNUR fossero consapevoli di stare portando avanti la guerra santa ideologica di Introvigne, e se lo sono i membri del consiglio di amministrazione. Resta comunque il fatto che Introvigne non risponde alla domanda, ma svia l'attenzione.  

Introvigne, l'uomo dai mille volti  

Mi viene alla mente Robert Vaughn Young, critico di L. Ron Hubbard, fondatore della “religione a pagamento” di Scientology. In un suo articolo sosteneva che per capire la vera natura di Hubbard bastava semplicemente leggere i suoi scritti e metterli a confronto, confrontare cioè i vari “abiti”, le “personalità” di Hubbard basandosi sui suoi stessi scritti. Hubbard l'umanitaro contro Hubbard l'anticomunista, Hubbard il pedagogo contro Hubbard il guru, Hubbard poeta contro Hubbard condottiero.  

Direi che la stessa “tecnica” si potrebbe tranquillamente applicare a Introvigne. Introvigne lo “scienziato sociale” contro Introvigne “militante di Alleanza Cattolica”.  

Potrei concludere qui, ma le affermazioni di Introvigne alla radio sono troppo ghiotte perché io possa trattenermi, e meritano senz'altro ulteriori e ben più articolati commenti.  

«Io ho sempre sostenuto che l'analisi scientifica delle testimonianze degli ex membri è importante, ma qui c'è un grosso equivoco nell'opinione pubblica. Cioè, per ex membri si intendono solo gli ex membri che sono diventati oppositori di professione del movimento. La ricerca di tipo quantitativo sugli ex membri mostra che gli apostati sono un'importante minoranza, dal 10 a 15% però poi c'è un 85% di ex membri che non vanno a proporsi ai giornalisti o alle organizzazioni antisette, ma che la ricerca deve scovare perché questi ex membri sono ex membri che hanno delle reazioni molto più miste. Ci diranno che nel movimento c'erano aspetti buoni e aspetti cattivi.»
Facciamo alcune riflessioni. Come ben sappiamo, e mi auguro lo sappia anche uno studioso di NMR del calibro di Introvigne, molti gruppi controversi (e sono controversi ANCHE per questo motivo) tengono un atteggiamento per così dire “bizzarro” nei confronti degli ex membri, soprattutto verso chi si esprime in modo manifestamente critico. Queste “bizzarrie” possono includere minacce fisiche e/o psicologiche, ricatti morali e materiali, molestie, ostracismo dichiarato, cose comunque non sempre inquadrabili in precisi reati. Tanto per fare qualche esempio comprensibile:  
  • Che dire di quei gruppi accusati di scremare le “confessioni pubbliche” a cui sottopongono i membri per ricavare materiale ricattatorio? Dichiarazioni compromettenti? 
  •  
  • Che dire di quei gruppi che promuovono l'ostracismo dei familiari, vale a dire “i tuoi cari rimasti nel gruppo d'ora in avanti avranno il divieto di parlarti”? 
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  • Che dire di quei gruppi che fanno firmare “promesse” in presenza di testimoni, in cui il membro si impegna a non rivelare XY o YZ (e si va dalle dottrine “segrete” a pratiche moralmente inaccettabili, anche se legali), pena “multe” milionarie altrimenti “noi andiamo dall'avvocato”? 
Che effetto può avere tutto questo sulla psiche degli ex-membri? Introvigne, per quanto ne so, non ha mai chiarito se queste persone appartengono alla «importante minoranza» che va «a proporsi ai giornalisti o alle organizzazioni antisette» o a quell'85% che dice che «nel movimento c'erano aspetti buoni e aspetti cattivi».  

Ho avuto conoscenza diretta di alcune persone, non certo nella imponente quantità che avrà contattato Introvigne nel corso delle sue ricerche che, seppur fermamente critiche nei confronti del gruppo che avevano abbandonato, non sono mai andate «a proporsi ai giornalisti o alle organizzazioni antisette». Hanno semplicemente lasciato il gruppo e si sono leccate le ferite in solitudine. Perché? Ecco, lo scienziato sociale Introvigne potrebbe spiegarcelo in uno dei suoi prossimi lavori. Vorrei anche sapere da Introvigne se possiamo capovolgere la sua affermazione, cioè che chi parla apertamente del gruppo in modo favorevole è un “amico professionale” che si va a proporre a “giornalisti e organismi pro-sette”. Se la prima ipotesi è vera, logica vuole che sia vero anche il suo contrario, cioè che esistano “associazioni pro-sette” che trattano con “amici professionali”.  

«Ci diranno che nel movimento c'erano aspetti buoni e aspetti cattivi». È vero. Vorrei però sapere da Introvigne, che ha sostenuto in diverse occasioni che questi movimenti sono come grandi stazioni con gente che viene e gente che va continuamente, se in questo 85% è stata fatta una ulteriore distinzione in base al periodo di appartenenza e al grado di coinvolgimento, e se gli stessi parametri sono stati applicati al restante 15% di «nemici professionali», cioè quelli che «si vanno a proporre a media e organizzazioni antisette», in breve che parlano in modo apertamente critico e apparentemente non temono di farlo.  

Per esempio, che cosa potrà dire una persona, poniamo, che ha fatto un semplice “studio biblico” e ha deciso che non faceva al caso suo? O chi ha fatto un “corso di comunicazione” o di “anatomia della mente umana” e s'è fermato lì? «Che ci sono aspetti positivi e aspetti negativi». Ben diverso il caso di una persona che ha raggiunto, all'interno del gruppo a cui apparteneva, livelli di responsabilità molto elevati con conoscenze approfondite delle dinamiche del gruppo, e ha portato alla pubblica attenzione documenti fino a quel momento riservati e/o sconosciuti.  

Capisco come una semplice intervista radiofonica sia troppo limitata per esporre chiaramente la metodologia di ricerca su cui si basano le percentuali riportate da Introvigne. Il fatto è che neanche in saggi ben più articolati l'ho mai trovata esposta, suppongo mi sarà sfuggita. Ci si deve semplicemente fidare delle parole di Massimo Introvigne, che conferma nell'intervista di dedicare «la metà» del suo tempo «ad un'altra professione», cioè a quella di legale.  

Introvigne l' ”avvocato”  

Uno scienziato sociale, proprio perché scienziato, dovrebbe tendere alla verità come concetto universale. Un legale, un avvocato, è pagato per porre in evidenza quella parte di verità che interessa al suo cliente e/o alla causa che sta patrocinando.  

Ma già Massimo Introvigne sembra aver detto che Massimo Introvigne è «al di fuori della scienza», inutile dilungarsi. Sarebbe però opportuno che Introvigne, quando rilascia interviste o scrive articoli per la stampa o saggi, indicasse in apertura che cappello sta indossando in quel momento: quello di esperto di NMR, di legale, di polemista o di militante. Così ci sapremmo regolare.  

«Quanto al lavaggio del cervello rimane vero che è una nozione che è condivisa da una piccola ma combattiva minoranza di studiosi a livello accademico e che è dichiarata non corrispondere a nessuna realtà empirica dalla grande maggioranza.»
Nel 1993, il militante di Alleanza Cattolica Massimo Introvigne sosteneva [5] 
«La teoria del "lavaggio del cervello" ha perso parecchio terreno negli ultimi anni – dopo una lunga indagine, nel 1987 l'Associazione degli Psicologi Americani l'ha dichiarata “non scientifica” in quanto applicata a gruppi religiosi (10) – e oggi i movimenti antisette cercano di ripresentarla con etichette meno controverse come “controllo mentale” o “manipolazione mentale”. – (10) Cfr. BOARD OF SOCIAL AND ETHICAL RESPONSABILITY , AMERICAN PSYCHOLOGICAL ASSOCIATION, Memo al comitato DIMPAC, dell'11.5.1987;[…]» (enfasi in originale). 
La stessa posizione, nei medesimi termini, è stata mantenuta fino a circa la metà del 1998, e non solo su pubblicazioni militanti. Che cos'è accaduto verso la metà del 1998? Che i ricercatori del GRIS Roma hanno dimostrato, carte alla mano, che quanto Introvigne aveva sostenuto per circa 10 anni in libri, interviste, saggi, apparizioni televisive e davanti ad una commissione parlamentare tedesca era incompleto [6]. Mi viene spontanea una domanda: se Introvigne, come sembra, ha presentato in modo incompleto un semplice memorandum emesso dall'APA per sostenere la sua opinione a proposito di "lavaggio del cervello", come possiamo fidarci su ricerche complesse o “osservazioni partecipanti” dove il controllo delle affermazioni è sicuramente più difficile? Comunque è divertente notare come, nonostante in diverse occasioni Introvigne abbia sostenuto che chi sbagliava erano i ricercatori del GRIS Roma [7] alla fine abbia cambiato idea, e quanto fino a metà 1998 era a suo dire una «teoria non scientifica» oggi è una «nozione controversa». Insomma, lo scienziato sociale Introvigne pare un po' confuso, e sembra sempre più un azzeccagarbugli.  

Introvigne e gli “antisette”  

Questo è senza dubbio uno dei capitoli più complessi della carriera di Introvigne, dove credo affiori tutta la sua convinzione ideologica a discapito dell'erudizione che nessuno gli nega nel campo dei NMR. Introvigne sembra perdere il controllo di sé e divenire davvero compulsivo. Prendo spunto dall'intervista alla radio svizzera per analizzare anche altri documenti pertinenti, appena due gocce nell'oceano di parole che il direttore del CESNUR ha scritto sull'argomento.  

«CS: Tornando alle valutazioni della Dottoressa Di Marzio, non c'è il rischio che un approccio al problema come quello del CESNUR offra una immagine incompleta, snaturata, innocentista di certi movimenti religiosi?  

MI: Ma noi non siamo un movimento antisette. Il CESNUR ha gli stessi standard metodologici della maggior parte delle grandi organizzazioni internazionali di storia e sociologia delle religioni. Certo oggi è molto difficile aprire un dialogo con i movimenti contro le sette e antisette perché costoro si sono accorti che un ostacolo ai loro progetti, soprattutto sul piano della traduzione in proposte di legge o in proposte politiche delle loro idee è rappresentato dagli studiosi e, quindi, in genere, attaccano gli studiosi come apologisti delle sette o pistole in vendita al soldo delle sette e cose di questo genere.»

Il polemista Introvigne sfodera la spada della sua Buona Battaglia ideologica e parte all'attacco. Cerchiamo di decifrarne il messaggio. Il giornalista fa una domanda precisa: non c'è il rischio di fornire un'immagine incompleta? E come risponde Introvigne? Io non sono un movimento antisette, infatti uso i metodi (sottinteso scientifici) di questo e quell'altro. Che potrebbe essere interpretato come “la Di Marzio è una antisette e non può capire come funziona la scienza che invece io rappresento”.  

In sostanza è un atteggiamento che ho notato spesso in Introvigne, così come nei seguaci di Hubbard: non rispondere, sviare l'attenzione e gettare discredito sul prossimo ricorrendo ad etichette, a slogan.  

Secondo Introvigne, quanti da lui definiti come "antisette" non userebbero metodi scientifici, non sarebbero studiosi o professionisti e complotterebbero contro gli “studiosi” che percepiscono come ostacoli ai loro fini. Mi sembra davvero di sentire gli scientologisti che, di fronte a legittime e sacrosante critiche, partono con la robotica spiegazione del complotto planetario psichiatrico-comunista, dell'eterna lotta tra bene e male, dove loro rappresentano il bene della “libertà totale” e il resto del mondo, che non è d'accordo con i loro metodi, è criminale. La giusta critica non esiste, esistono solo criminali che temono che le loro azioni possano venire scoperte dalle scientifiche e mirabolanti tecniche messe a punto da L. Ron Hubbard, ed è per questo che si oppongono a Scientology.  

Per Introvigne il discorso di base sembra parallelo: chi critica gli “studiosi” sarebbe un ignorante che non sa quel che dice, lo farebbe per paura che questi mandino all'aria progetti segreti e ambizioni politiche e, come ha lasciato a intendere in altri scritti, il vero deus ex machina sarebbe in realtà da ricondurre a qualche servizio segreto straniero, possibilmente francese o belga, in combutta con islamici, massoni e, ovviamente, comunisti [8]. Un complotto, insomma. Pare non essere ammissibile, per lo “scientifico” Introvigne, che qualcuno avanzi critiche legittime. Allo stesso modo in cui non era possibile per l'altrettanto “scientifico” Hubbard.  

Ciò che Introvigne sottace è che esistono associazioni di critica e informazione sui NMR in cui lavorano fior di studiosi e professionisti. E che non si tratta di essere “anti-“ qualcosa, che siano sette o l'evangelizzazione cara ad Alleanza Cattolica. Si tratta di fornire informazioni che si spingono oltre la semplice analisi della credenza, ma analizzano anche la prassi che da quella credenza deriva, con potenziali e impliciti pericoli. Cioè quanto Introvigne sembra fingere di non vedere. Come giustamente dice la Di Marzio, «tutti gli uomini [devono] essere liberi nella loro scelta religiosa […] e soltanto nel momento in cui mi accorgo che dietro la religione possono essere esercitati, con la scusa della religione, abusi sulle persone, allora mi sento coinvolta, non solo come cattolica, ma come persona, nel tentare di risolvere queste difficoltà, se possibile.»  

Per Introvigne la mancanza di un dialogo che pare auspicare sarebbe da ascrivere unicamente e genericamente agli “anti-sette” e non, come è più logico pensare, all'estremismo che elementi dell'una o dell'altra parte dimostrano o hanno dimostrato. Se certi studiosi vicini alle posizioni di Introvigne, o meglio, il cui pensiero Introvigne ha importato e in un certo senso imposto in Italia come unico esistente, vengono criticamente definiti "apologisti delle sette" è semplicemente perché è questo che fanno. L'apologia delle sette. E non piuttosto un'informazione equilibrata. Non si capisce poi come chi si occupa di NMR in modo critico debba essere obbligatoriamente etichettato come ”antisette”, mentre chi se ne occupa in modo acritico debba essere uno “studioso”.  

Anche tra chi si dedica a tematiche legate ai NMR, come in tutti i gruppi umani, esistono persone con visioni estreme e persone con visioni moderate ed equilibrate. Le prime, forti della loro ideologia, certo non accettano un dialogo, hanno ragione e basta. Le seconde ritengono importante dialogo e confronto. Ma Introvigne dimostra di amare la dicotomia bianco-nero, buono-cattivo, in breve: l'estremismo. Nella sua “scientificità sociale” pare ignorare che esistono molte posizioni moderate che non sono né “antisette” come lui intende e presenta alla sua platea militante, né “apologeti delle sette”. Per lui sembrano esistere solo due fazioni: da una parte ci sono i cattivi, cioè gli “antisette” che per definizione non sono studiosi, e dall'altra gli studiosi, cioè i “buoni” di cui condivide il pensiero e in cui si inserisce di diritto. Un modo di pensare davvero semplicistico, che sarebbe piaciuto ad Hubbard e che di scientifico non ha nulla, ma ha molto dell'ideologico.  

Un esempio lampante di queste posizioni è il suo saggio "Il ritorno dei giacobini: il rapporto della commissione parlamentare belga d'inchiesta sulle sette", lettura che consiglio vivamente e di cui condivido pienamente le basi critiche fondamentali. Nel senso che Introvigne accusa la Commissione parlamentare belga di fare quello che lui fa di solito.  

Il documento esordisce così:  

«Riprendendo e peggiorando i contenuti del rapporto sulle "sette" di una commissione parlamentare francese, del 1996, un'analoga commissione d'inchiesta della Camera dei Rappresentanti belga adotta in modo sostanzialmente acritico le tesi dei movimenti anti-sette. Elenca fra le "sette" realtà del mondo cattolico - fra cui l'Oeuvre, l'Opus Dei e il Rinnovamento nello Spirito - e propone la prigione per chi "attenti ai diritti fondamentali" del cittadino persuadendolo dell'"esistenza (...) di un potere immaginario o di futuri avvenimenti chimerici". "Saranno puniti con la reclusione da due a cinque anni (...) coloro che attraverso (...) manovre di costrizione psicologica contro un individuo avranno attentato ai suoi diritti fondamentali (...) abusando della sua credulità per persuaderlo dell'esistenza di false entità, di un potere immaginario o di futuri avvenimenti chimerici". Questa norma penale non risale ai tempi del Terrore e della repressione giacobina della "superstizione", cioè della religione.»
Da una scorsa alla bibliografia di Introvigne sul sito del CESNUR non pare trattarsi di un articolo pubblicato su una rivista scientifica, come le 66 note a piè di pagina lascerebbero pensare, ma sul più modesto organo di Alleanza Cattolica, cioè Cristianità. Veramente notevole il parallelo tra Opus, Rinnovamento e galera che Introvigne cerca di lanciare nell'immaginario cattolico.  

Personalmente, pur in tutto il mio laicismo, non avrei mai pensato di accostare la religione così come comunemente intesa a «coloro che attraverso (...) manovre di costrizione psicologica contro un individuo avranno attentato ai suoi diritti fondamentali (...) abusando della sua credulità per persuaderlo dell'esistenza di false entità, di un potere immaginario o di futuri avvenimenti chimerici», quanto piuttosto a misure per punire tutta quella serie di ciarlatani e falsi profeti che abusando della credulità popolare traggono beneficio proprio a danno dell'individuo e della società. In sostanza, io non amo la dietrologia e le teorie del complotto di cui Introvigne sembra nutrirsi. Ma lui pare davvero scandalizzato. Certo è che se misure come quelle proposte dalla commissione belga fossero state prese, per esempio, in Uganda, si sarebbero potute forse risparmiare le vite di molte persone, tra cui un centinaio di bambini. Ciò che Introvigne dice solo in chiusura, dopo nove pagine (nella mia formattazione in Arial 10) di veleno contro gli «antisette» che avrebbero «influenzato» la commissione, è che: «secondo giuristi belgi [questa proposta] non ha nessuna possibilità di essere tradotta in legge e urta contro obiezioni insormontabili di carattere costituzionale» e che la lista dove compaiono anche i movimenti cattolici «è presentata come una semplice "enumerazione" di movimenti segnalati […La commissione …] dichiara di non assumere alcuna responsabilità sul fatto che ciascuno dei movimenti elencati sia una setta e, a fortiori, che sia pericoloso». Insomma, com'è nel suo stile l'importante è creare un forte impatto nell'immaginario della platea, atteggiamento in cui di scientifico vedo molto poco, ma che assomiglia molto alla mera propaganda.  

Molto interessanti sono i commenti di Introvigne a proposito dello «sproloquio» [sic] dello psichiatra francese Jean Marie Abgrall:  

«Secondo lo psichiatra francese […] "le sette hanno creato una struttura parallela, il CESNUR". Il dottor Abgrall è convinto che "oggi l'Europa ha di fronte a sé due pericoli principali: l'estrema destra e i movimenti totalitari settari". Fornisce pertanto come "prove" delle affiliazioni settarie del CESNUR il fatto che il sottoscritto, che del CESNUR è direttore, insegni al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum e sia "responsabile" di "Alliancia Catholica" (sic). Il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum è stato fondato dai Legionari di Cristo. Per il dottor Abgrall - che di questa congregazione religiosa di origine messicana evidentemente conosce solo il nome - "i Legionari di Cristo sono un movimento molto vicino all'estrema destra europea, in effetti un'estrema destra cattolica integrista. È attraverso questi circuiti che tutte le sette europee cercano di ottenere una cauzione morale, pubblica e politica". Quanto ad Alleanza Cattolica sarebbe semplicemente "l'equivalente romano di Tradizione, Famiglia, Proprietà, che è una setta di estrema destra". Si tratta, evidentemente, di farneticazioni che si commentano da sole. Questo genere di attacchi rivela piuttosto quale sia il "rigore" e la "professionalità" con cui si muovono certi personaggi. Il loro discorso si situa alla periferia della cultura e del semplice buonsenso, ma riesce incredibilmente a farsi prendere sul serio dai mezzi di comunicazione, dai tribunali e perfino dalle commissioni parlamentari.»
Francamente, leggendo i testi ispiratori di Alleanza Cattolica e gli articoli di Magister sui Legionari di Cristo credo si possa legittimamente parlare di cattolicesimo integrista, che solitamente va molto d'accordo con la destra, più o meno estrema. Se poi quelle di Abgrall sono farneticazioni e sproloqui [«oggi l'Europa ha di fronte a sé due pericoli principali: l'estrema destra e i movimenti totalitari settari»], credo si dovrebbero considerare allo stesso modo anche gli scritti di Introvigne in cui parla di laicismo, “antisette” e complotti vari. Vale a dire che «Questo genere di attacchi rivela piuttosto quale sia il "rigore" e la "professionalità" con cui si muovono certi personaggi. Il loro discorso si situa alla periferia della cultura e del semplice buonsenso, ma riesce incredibilmente a farsi prendere sul serio dai mezzi di comunicazione, dai tribunali e perfino dalle commissioni parlamentari». Ma già Introvigne ha detto che Introvigne si situa al di fuori della scienza, quindi inutile confermarlo.  

Più avanti Introvigne accusa la Commissione belga di aver sposato la tesi dei soliti “antisette” secondo cui le credenze del movimento religioso non hanno importanza, ciò che conta sono solo le loro azioni. Personalmente credo che in un discorso più ampio entrambe le cose debbano essere considerate con la stessa importanza. Ciò che però sembra sfuggire a Introvigne è che la commissione belga risponde ad un preciso bisogno dei cittadini, cioè alla loro richiesta di tutela contro azioni criminose commesse in nome di un credo. Lo Stato, come più volte ribadito, non ha il diritto di esprimersi sulle credenze (deve in sostanza tutelare la libertà di pensiero ed espressione), ma ha il dovere di prevenire, reprimere e punire comportamenti criminali. E tutto questo riguarda azioni, non credenze. Se in un discorso intellettuale tutto deve essere considerato, in un discorso pratico si deve guardare unicamente al lato pratico. La Commissione belga non era stata chiamata a disquisire di teologia o escatologia, quanto a cercare soluzioni accettabili per la tutela e dei cittadini, e dei movimenti religiosi.  

« Esaminare alcune azioni o comportamenti a prescindere dal loro contesto e dalle loro motivazioni significa, semplicemente, considerare le attività di persone umane come se fossero poste in essere da robot senza psicologia e senza anima. Ragionare in questo modo significa creare un'autentica cortina di ferro che impedisce l'apprezzamento dell'esperienza di ciascun gruppo nel suo contesto globale, dove gli elementi dottrinali giocano un ruolo di primo piano. Beninteso, questo apprezzamento non porta affatto a giustificare tutti i movimenti religiosi. In alcuni casi, anzi, la valutazione globale sarà negativa, e potrà anche implicare che il movimento rappresenta un pericolo per la società nel suo insieme. Ma questo giudizio eventualmente negativo costituirà un punto d'arrivo, non un punto di partenza. Non potrà essere seriamente pronunciato se non al termine di un itinerario che esamini pazientemente la storia, la dottrina, gli scopi e le modalità operative di ciascun movimento o gruppo nella loro interazione con il contesto socio-religioso in cui opera.»
Su questo passaggio, per esempio, sono d'accordo. Resta il fatto che non si può invocare l'impunibilità di azioni criminose perpetrate da un gruppo solo perché all'origine c'è un credo religioso. Naturalmente mi chiedo se Introvigne applichi le stesse belle parole e analisi rigorose anche nei confronti di movimenti non religiosi, vale a dire i perfidi “antisette”, o le persone che lui definisce «terroristi antisette» (che sarebbero ancora più tremendi dei già tremendissimi “antisette" correnti). Infatti non ho mai letto prese di posizione così nette nei confronti di chi percepisce “nemico” dei gruppi dei quali tesse l'apologia.  

A questo proposito è illuminante quanto si legge in un comunicato stampa del 6 agosto 1998 reperibile sul sito del CESNUR: Dr Introvigne testifies at home Washington briefing. Lasciando perdere le sottili disquisizioni a lui care in altri scritti, elargisce consigli pratici niente di meno che ai «funzionari di alto livello specializzati in problemi religiosi degli uffici preposti a far rispettare la legge» americani. «Il Dott. Introvigne ha suggerito l'esistenza di violenza non solo da parte di, ma anche contro movimenti religiosi, e la necessità di monitorare i movimenti antisette per possibili violazioni della legge a livello nazionale e internazionale». Abbiamo quindi questi non meglio identificati "anti-sette" che commetterebbero azioni illegali su cui non ci rende edotti, e che secondo Introvigne andrebbero monitorati.  

Io credo che se situazioni del genere si sono verificate o si verificano andrebbero illustrate nello specifico, nominando anche chi si sarebbe macchiato di tali crimini. Parlare in questo modo serve solo a gettare discredito su chiunque si dimostri critico verso i NMR, che nell'immaginario costruito da Introvigne in tutta la sua carriera corrisponde precisamente al “movimento anti-sette”. Non capisco poi perché Introvigne urli all'intolleranza religiosa quando i cittadini chiedono allo Stato di monitorare le attività di gruppi religiosi che già hanno dimostrato la loro pericolosità e propensione a infrangere la legge, e al contempo suggerisca l'applicazione ai "movimenti anti-sette" delle stesse misure che altrove condanna. O meglio, posso capirlo se mi rifaccio all'Introvigne militante di Alleanza Cattolica, quello che dice «L'uomo a suo modo "religioso" [...] per quanto sviato o addirittura pervertito [...] non è identico all'uomo [...] promotore delle ideologie antireligiose [...] e non può essere trattato simpliciter nello stesso modo». Ragionamento che di scientifico sociale non ha nulla, ma ha molta ideologia.  

Il comunicato stampa continua illustrando un incontro di Introvigne con una denominazione protestante: «Il Dott. Introvigne ha lodato gli sforzi della denominazione per la libertà religiosa, e ha discusso il fatto che esistono due modi che le minoranze religiose hanno per rispondere all'attuale crisi europea di libertà religiosa. Uno è accettare lo status quo generale e negoziare una etichetta di “non-setta” con gruppi anti-sette privati [cioè: voi non ci chiamate più “sette”, ma noi continuiamo a chiamarvi “anti-sette”…ndA], chiese principali e agenzie governative. Ciò potrebbe portare benefici a breve termine, ma è estremamente pericoloso sul lungo termine perché continua a lasciare la libertà religiosa alla mercé di gruppi in definitiva ostili al pluralismo religioso e all'accresciuta presenza della religione in luoghi pubblici». Ecco che Introvigne s'è tolto il cappello di consigliere della sicurezza nazionale e internazionale e ha rimesso quello dell'ideologo. Anti-sette, chiese principali e agenzie governative sarebbero «ostili al pluralismo religioso».  

Ma torniamo alle critiche al rapporto belga:  

«Colpisce, piuttosto, il carattere raffazzonato e aneddotico della presentazione. Ci si limita ad elencare alcuni aneddoti che mettono in una luce negativa il movimento. Tuttavia non ci si chiede quali siano le sue caratteristiche salienti, la sua origine, la sua storia, la sua dottrina, le ragioni per cui è riuscito a convertire milioni di fedeli.»
Già. La stessa cosa che penso io quando leggo il carattere raffazzonato e aneddotico della presentazione che Introvigne fa dei "movimenti anti-sette” e di come, tutto sommato, siano riusciti a convincere pubblica opinione, media e istituzioni sulla pericolosità di certi movimenti. Introvigne, teorie del complotto a parte, se lo spiega? Ce lo spiega?  

Parlando delle audizioni il cui testo è stato reso pubblico, Introvigne afferma:  

«Essi mostrano l'inconsistenza e la povertà culturale del discorso delle associazioni anti-sette, che ignora totalmente la letteratura scientifica in materia di nuovi movimenti religiosi e si limita a citare testi che emanano dai suoi stessi ambienti e ritagli di giornale.»
Nonostante l'articolo di Introvigne abbia ben 66 note a piè di pagina, nulla da rilevare a questa voce. È comunque interessante notare come citare testi che “emanano dai suoi stessi ambienti” sia un dato di scarsa scientificità. È quello che solitamente fa Introvigne, fermo nella sua posizione che gli “antisette” non sono scientifici, quindi non citabili, e gli unici citabili sono quelli di cui condivide le posizioni, cioè il suo ambiente.  
«La commissione cade poi in un errore di fondo per quanto riguarda il dibattito scientifico in corso su scala internazionale in tema di nuovi movimenti religiosi. Afferma che "il mondo accademico si divide singolarmente sul modo di considerare le sette. Esistono pochi campi di investigazione dove gli specialisti si oppongano come in questo", fino ad arrivare a "regolamenti di conti piuttosto personali - a viva voce o per iscritto - tra certe personalità dei due campi. Sono soprattutto i `teorici' - sociologi e storici delle religioni - e i `pratici' - le persone che si occupano di assistenza e in particolare quelle che sono attive in seno ai movimenti anti-sette - che si affrontano. Il conflitto oppone ugualmente (...) i sociologi citati a un certo numero di psicologi e di psico-terapisti che effettuano lavori clinici (e scientifici) presso (ex-)adepti di sette". […] Tuttavia la commissione belga si sbaglia profondamente sull'oggetto di questi dibattiti. Se è certamente vero che questo o quel movimento religioso sono diversamente valutati dagli specialisti, l'opposizione al modello anti-sette fondato sulle teorie della manipolazione mentale e del lavaggio del cervello rasenta l'unanimità sia fra gli psicologi sia fra i sociologi della religione. Nel 1987 l'American Psychological Association – probabilmente la più autorevole organizzazione del mondo nel settore delle scienze psicologiche - ha pubblicato un documento dove si afferma che le teorie della manipolazione mentale e del lavaggio del cervello applicate a nuovi movimenti religiosi mancano di "rigore scientifico" e non devono essere presentate come scientifiche.»
Secondo Introvigne la Commissione sbaglierebbe nel ritenere che esiste un dibattito scientifico sul tema tra “teorici” e “pratici”. E sbaglierebbe perché l'Apa ecc. ecc. Secondo la mia modesta opinione di non studiosa il dibattito è più che mai aperto, come dimostrano gli scritti di Kent, Krebs, Zablocki, Singer, Lalich, Abgrall, Langone, Zimbardo, Martin, Pile, Burks fino alla nostra Di Marzio. E come si evince chiaramente dall'articolo I combattenti della guerra delle sette si incontrano ad un convegno di pace. Chiaro che se Introvigne parte dal presupposto che chi parla in modo critico di NMR è un “antisette" non scientifico e/o accademico, e la scientificità sta solo in chi ne parla in modo positivo, allora il discorso si chiude prima di iniziare. Alla questione APA ho già accennato in precedenza.  
«Una volta eliminate le forme religiose poco simpatiche come "pseudo-religiose", tutte le religioni diventano - quasi per definizione - di uguale valore. Certo, le questioni dell'autenticità, della legittimità e anche della moralità degli innumerevoli cammini spirituali che sono proposti in una società pluralista sono delicate e difficili. Ma non le si risolve certamente con i giochi di parole sulle "sette", né offendendo gli studiosi che a questi giochi rifiutano di prestarsi.»
Non si capisce perché il discorso debba valere solo per le “sette” e non anche per gli “anti-sette”. Se le sette non esistono, ma esistono solo NMR legittimi anche se a volte condannabili, che senso ha parlare di “antisette”? Voglio dire, mi sa tanto di nozione socialmente costruita di una categoria da etichettare e criminalizzare di conseguenza, di uno slogan che Introvigne ama usare per definire immediatamente senza ombra di dubbio chiunque non la pensi come lui.  
«In via generale si può rilevare che espressioni come "lavaggio del cervello" o "manipolazione mentale" sono utilizzate da numerosi testimoni come se si trattasse di mantra. E' sufficiente pronunciarle perché magicamente un'associazione o movimento sia classificata come "organizzazione settaria nociva", e non sia più necessario dare troppe spiegazioni.»
In sostanza, quello di cui lui accusa i testimoni sentiti dalla commissione belga a proposito di "lavaggio del cervello" viene ripetuto roboticamente da Introvigne ogniqualvolta ci sia da denigrare l'avversario ideologico. Se leggete i suoi scritti, interviste, saggi e libri non ne trovate uno in cui non si ripeta il mantra degli “anti-sette”.  

Introvigne lo dimostra continuamente in questo scritto e lo ripete nella risposta alla domanda del giornalista svizzero. La dicotomia tra “antisette” da una parte e “mondo accademico” dall'altra è sempre netta. Stimati professionisti smettono di essere tali quando espongono idee diverse dalle sue, e al contrario chi si esprime in modo condivisibile per Introvigne diventa un esperto, uno studioso, un accademico. Usando il suo stesso metro, mi chiedo se dobbiamo considerare Introvigne un esperto, studioso, accademico visto che dichiara di non essersi «mai presentato come docente di sociologia» ed è laureato in giurisprudenza. Per quanto mi riguarda lo considero studioso di NMR ed esperto, sicuramente il maggiore del nostro paese. Questo non significa però che io debba condividere gran parte delle sue tesi. Credo che conoscenza ed esperienza di Introvigne in questo campo siano davvero vaste, addirittura più vaste di quello che pubblicamente dice. Credo, in sostanza, che non dica tutto quello che sa, e mi chiedo perché.  

Basti pensare, tanto per fare un esempio, alle sue dichiarazioni durante il Maurizio Costanzo Show del maggio 1998 in cui è andato in soccorso al portavoce di Scientology messo in difficoltà dalle domande degli intervenuti, sviando l'attenzione.  

Nel suo "Il Ritorno dei Giacobini" Introvigne prosegue dissertando di "lavaggio del cervello" e “manipolazione mentale”. Immagino si sia tolto il cappello di legale per indossare quello di esperto in salute mentale. Negando con veemenza l'esistenza di una cosa chiamata “manipolazione mentale” prosegue:  

«Non mancano tecniche - infine - illecite per il soggetto su cui si esercitano (minore o debole mentale) o per l'oggetto della persuasione (suicidio, omicidio, violenza carnale). In tutti questi casi il fatto che non ci si trovi in presenza di tecniche presunte "magiche" o irresistibili di lavaggio del cervello o di "manipolazione mentale" non esclude la presenza di attività di persuasione disoneste o, a vario grado, illecite.»
«Attività di persuasione disoneste o, a vario grado, illecite». Se questa non è manipolazione mentale che cos'è? Come si fa a stabilire la «debolezza mentale» precedente l'atto violento commesso (suicidio, omicidio, violenza carnale)? O dobbiamo automaticamente supporre che le persone che commettono questi gesti, quando appartenenti a NMR, erano comunque deboli mentali in precedenza? Non potrebbero invece essere stati indeboliti durante il tragitto? E da chi? Come? Tutti gli oltre 1000 morti ugandesi erano deboli mentali perché lo dice Introvigne? Anche la nota N. 42 a cui questo passaggio fa riferimento, comunque, non chiarisce su che basi si fonda la sua convinzione. Rimanda a «due noti specialisti protestanti, Irving Hexham e Karla Poewes» che dicono «Rifiutiamo la nozione di "lavaggio del cervello" perché è fondata su una nozione dell'essere umano che nega la scelta e la responsabilità. La nozione del lavaggio del cervello è da un lato anticristiana, dall'altra contraria a tutta la tradizione occidentale filosofica, politica e sociale». A quanto ne so Hexham non è psichiatra, ma sociologo della religione. Non conosco la Poewes. Il fatto poi che loro rifiutino «la nozione del "lavaggio del cervello"» sulle basi espresse, credo equivalga a dire che io rifiuto la nozione di “eccesso di velocità”. Sulla questione della presunta anticristianità del concetto, si veda: La chiesa cattolica di fronte ai NMR di Raffaella di Marzio; A proposito di controversie sul "lavaggio del cervello" di Raffaella di Marzio e Vincere la schiavitù della rivittimizzazione, Una difesa logico/empirica della riforma del pensiero , AA.VV.  

Naturalmente questo, come tutti i testi di Introvigne, meriterebbe critiche ben più lunghe e specialistiche delle mie, che si basano su semplice riflessione e buon senso. L'unica cosa che mi chiedo è: dove stanno i “movimenti antisette” che secondo Introvigne sarebbero onnipresenti, in modo particolare quelli italiani? Mi pare si tratti di un caso di “non c'ero, e se c'ero dormivo” perché le uniche critiche che sono riuscita a trovare, formulate a nome di qualche associazione istituzionalizzata, provengono unicamente da Amitrani/Di Marzio, GRIS Roma, e stanno sul sito GRIS ROMA, non GRIS NAZIONALE come sarebbe auspicabile. Lì, al più, si trovano gli orari delle SS Messe. Quindi, cari “movimenti antisette” italiani, che aspettate per svegliarvi? Il bacio della principessa? Oppure semplicemente non esistete? E dire che Introvigne, non più tardi di un mese fa, a proposito dell'intesa tra Stato e testimoni di Geova affermava: «Le intese, pure sottoscritte, dovranno ora passare al vaglio del Parlamento, dove ci si può attendere una certa opposizione all'intesa con i Testimoni di Geova, fomentata da ambienti anti-sette»[9]. Sareste addirittura in grado di “fomentare” un'opposizione a livello istituzionale, e non riuscite a smontare le sciocchezze che a volte dice Introvigne?  

Introvigne e la critica  

Dall'intervista alla radio svizzera:  

«CS: Su un Sito Internet ci sono anche pesanti attacchi alla sua persona. In particolare si dice che lei non è un sociologo, ma un avvocato, che lei flirta o ha flirtato con la massoneria e con altri movimenti religiosi controversi, che, addirittura, lei è adepto al vampirismo e altre cose del genere. Cosa ne dice?  

MI: Ma evidentemente quando uno prepara un Sito Internet spazzatura e dedito alla diffamazione c'è un po' di tutto. Lei ha dimenticato che sono amico di omosessuali e… molte altre cose di questo genere. Il Sito Anticesnur cosiddetto ha fatto del bricolage prendendo tutto quello che nemici di varie estrazioni, da neonazisti a veterocomunisti, hanno scritto contro il sottoscritto, contro Alleanza Cattolica e contro il CESNUR. Sono poi realtà diverse. Se si vuole, poi, per quanto mi riguarda, io ho pubblicato 30 volumi e un centinaio di articoli su riviste scientifiche internazionali che chiunque può leggere. Non mi sono mai presentato come docente di sociologia. E' vero che io dedico la metà del mio tempo ad un'altra professione. Credo che i miei studi, che sono stati pubblicati su riviste peerreviewed, cioè dove gli articoli sono rivisti da studiosi di quasi tutti i principali paesi del mondo, parlino da soli.»

Introvigne sostiene che “il sito ANTI-Cesnur” (deve avere una particolare predilezione per questo prefisso…) è niente di meno che dedito alla diffamazione. E che chiaramente … suvvia ragazzi, si tratta del solito complotto. Come da copione non risponde e svia altrove l'attenzione prima screditando chi lo critica, poi sciorinando le sue pubblicazioni.  

Le critiche a Introvigne e al CESNUR provengono da svariati siti, non solo italiani, e da svariate persone. Quel che maggiormente conta, però, è che in generale si tratta di critiche molto più documentate delle evasive risposte di Introvigne.  

Il sito CESNUR: pagina critica curato dal Dott. Martinez (e immagino che per diffamante e «sito spazzatura» Introvigne intenda proprio quello – cioè quello che ha cercato vanamente di zittire) solleva molti punti e domande che vanno ben oltre i pettegolezzi da lavandaia che Introvigne vorrebbe farci credere. E chiunque l'abbia letto può rendersene conto. Sono punti e domande a cui Introvigne, come in questa occasione, non ha mai risposto. Per esempio: perché, fino a un certo punto della sua carriera di esperto Introvigne era collocabile in una visione “anti-sette” e poi ha virato di 180°? Svolta che è stranamente coincisa con i crescenti problemi sudamericani della TFP, accusata di essere una setta, messa fuorilegge dal Venezuela e condannata dall'episcopato brasiliano? Quanto la sua ideologia di militante e dirigente di Alleanza Cattolica, che si rifà agli insegnamenti del fondatore della TFP, incide sulla sua visione d'insieme della problematica legata ai NMR? Il dott. Martinez nella sua replica “Gli agenti segreti del Parlamento Belga” espone a Introvigne «sette semplici domande». Domande che fino ad oggi sono rimaste, a quanto mi consta, senza risposta. Credo però che queste critiche, a cui immagino non possa contrapporre spiegazioni adeguate, abbiano lasciato il segno. Nell'agosto del 1999, infatti, Introvigne ha presentato ad un convegno in America e pubblicato sul sito web del CESNUR un articolo che trattava di «terroristi antisette». La mia critica a quel lunghissimo l'articolo è qui 

Introvigne e il cyber-terrorismo  

«io ho pubblicato 30 volumi e un centinaio di articoli su riviste scientifiche internazionali che chiunque può leggere.»
No. Pochi in realtà possono leggere quegli articoli su quelle riviste. Molti, invece, possono leggere ciò che Introvigne scrive su quotidiani e riviste più popolari come Avvenire (104 articoli dal 1983 a marzo 2000), Corriere di Saluzzo (? - 30 articoli dal 1988 a oggi), Cristianità (70 articoli dal 1975 a oggi) [10], negli interventi che i suoi fans inviano ai forum di discussione Usenet italiani oppure sul sito del CESNUR, quando questi si degna di pubblicare materiale in italiano. Sono davvero pochi gli articoli e/o documenti di interesse generale nella nostra lingua che il sito del CESNUR pubblica a beneficio di chi contribuisce massicciamente ai suoi progetti [11]. Tra questi compaiono le opinioni personali di Introvigne, direttore del CESNUR, quelle più connesse alla sua ideologia come per esempio questo testo: Francia - "Soluzione finale" contro i "culti" e le "sette"? - Il Senato approva una legge draconiana (16 dicembre 1999) , e “Il Ritorno dei Giacobini” di cui sopra, e non si tratta di articoli pubblicati su riviste specializzate e sottoposti a peer-review, ma di articoli pubblicati su Cristianità, organo di stampa ideologica di Alleanza Cattolica.  

Introvigne, nel suo “So many evil things: anti cult terrorism via the Internet” parla di presunti «cyber-terroristi anti-sette», quegli oscuri personaggi, probabilmente pagati da qualche potenza occulta, che diffonderebbero in rete informazioni finalizzate a distorcere la pubblica percezione sulla fenomenologia inerente ai NMR. Che cosa dire, allora, di ciò che la pubblica opinione percepisce dagli scritti di Introvigne?  

Il militante di Alleanza Cattolica e moderatore di it.politica.cattolici David Botti, riferendosi alla sopra citata opinione “accademica” di Introvigne in merito ad una mera proposta di legge francese «finalizzata al rafforzamento della repressione di gruppi che devono essere considerati, per le loro attività criminali, un disturbo all'ordine pubblico o un pericolo maggiore per la personalità umana», indipendentemente dal fatto che alcuni di essi possano definirsi religiosi, così titolava alcuni suoi interventi sui newsgroups italiani:  

  • it.cultura.religioni: Legge contro le religioni (testo completo
  • it.politica.cattolici: Francia: approvata una legge contro le religioni (testo completo
  • it.politica.polo: Legge contro i nuovi movimenti religiosi (testo completo
  • it.cultura.cattolica: Legge contro i nuovi movimenti; anche cattolici (testo completo
Alessandro Nicotra, all'epoca moderatore di it.cultura.cattolica su cui si è svolto un interessante dibattito proprio su questo tema, si diceva addirittura convinto che, con l'approvazione di questa legge, «”Io che sono di Rinnovamento penso che..." Arrestato! Trovate 5 persone tutte schedate come Opus Dei riunite a pregare: arrestate!» dimostrando di aver percepito esattamente il messaggio di Introvigne del suo “Ritorno dei Giacobini” laddove crea, a mio avviso volutamente, confusione tra rapporti governativi, stati, elenchi di “sette” e così via per sostenere le sue tesi ideologiche. Altri frequentatori del newsgroup cattolico pare si siano bevuti questa visione distorta, come dimostrano ulteriori interventi. E chi ha cercato di chiarire i punti controversi è stato velocemente etichettato dal sopra menzionato Botti come troll anticattolico [troll in gergo Usenet significa grossomodo “provocatore”] e lo scambio di battute chiuso d'ufficio.  

Di David Botti e del suo newsgroup ho già parlato alla nota 4. A volte però travalica i confini del suo territorio, e probabilmente anche quelli della privacy, e in barba a regole di etichetta e manifesti dei newsgroups moderati rende edotto il mondo intero sul pensiero del suo maestro: Massimo Introvigne.  

Da un intervento di Botti su it.cultura.cattolica apprendiamo infatti che l'Introvigne che disserta accademicamente di terrorismo, liste nere, persone da colpire e notizie che i «terroristi antisette» diffonderebbero a piene mani in Rete, scrive ai suoi «Dear Friends», non si sa chi e quanti, cose davvero inquietanti [12]. Per esempio che una delle «più attive cyberguerriere anti-Scientology» avrebbe postato in Rete l'indirizzo del legale e segretario del CESNUR USA Michael Homer (per altro, come riferito dalla “cyberguerriera” in oggetto, reperibile sull'elenco del telefono della sua città…) e che «come conseguenza immediata Mike Homer ha ricevuto minacce minatorie per telefono, non solo in ufficio ma anche a casa». Introvigne conclude la missiva ai suoi «Dear Friends» con «Questi incidenti confermano che l'espressione “terroristi anti-sette” è assolutamente appropriata per designare una frangia fanatica dell'anti-settarismo, che non deve essere confusa con la maggioranza dei critici delle sette». In sostanza l'accademico Introvigne lascerebbe a intendere ai suoi Dear Friends, e di conseguenza al mondo intero grazie al camerata Botti, che:  

  1. la «cyberguerriera» citata per nome e cognome sarebbe direttamente responsabile delle minacce minatorie; 
  2. le suddette minacce proverrebbero senza dubbio alcuno da «terroristi antisette».
Considerato che Michael Homer è un avvocato immagino ci sia qualche persona che per un motivo o per l'altro non lo trova particolarmente simpatico. Su che cosa si basa l'accademico Introvigne per sostenere che le minacce indirizzare a Homer provengono proprio da quei «terroristi antisette» che lui ha così ben delineato ed evidenziato nel suo scritto? [13]. Quante minacce sicuramente ascrivibili a «cyberterroristi antisette» ha ricevuto il CESNUR il cui sito riporta indirizzo e numero di telefono? E perché mai i «cyberterroristi antisette», che come ci dice Introvigne sono prevalentemente europei, dovrebbero telefonare al povero Homer che sta nello Utah e non al più vicino CESNUR di Torino, Italia?  

Purtroppo per Introvigne i suoi amici militanti hanno poco rispetto del concetto di privacy, e rendono pubblico ciò che, probabilmente, doveva restare privato. Una conferma a posteriori che i «cyberterroristi antisette» esistono davvero e non solo nella sua fantasia… È questa la scholarship di Introvigne?  

Nel suo “Anticult Terrorism via the Internet”, Introvigne recita: «Studiosi autorevoli di terrorismo informativo via Internet come Denning (1999, 101-129) [elencano tra le operazioni “terroristiche”] bugie e distorsioni sistematiche».  

Dopo il breve esame dell'impatto degli scritti di Introvigne sui newsgroups cattolici italiani, Introvigne dice alla radio svizzera: «Non mi sono mai presentato come docente di sociologia». Sorvolando sul fatto che pare aver frainteso il senso delle osservazioni rivoltegli dai critici, e cioè che: a) come può definirsi sociologo se ha una laurea in giurisprudenza e nei suoi studi manca approfondimento sociologico sui gruppi, mentre abbondano recensioni dottrinali? b) una docenza di tre giorni l'anno è sufficiente per definirsi “professore”?, leggo una interessante affermazione sul sito del CESNUR, dove si presentano brevemente Centro Studi e suo direttore. Il tutto, naturalmente, solo nella versione in inglese: «Il suo direttore, professor Massimo Introvigne, ha avuto incarichi di docenza nel campo della sociologia e della storia della religione in numerose università italiane». Si tratta di quelle «bugie e distorsioni sistematiche» a cui si riferisce Denning? Il file a cui mi riferisco è stato scaricato dalla Rete in diverse date: luglio 1999, dicembre 1999, marzo 2000, l'ultimo prelevamento è del 7 aprile 2000, e tutti i file indistintamente riportano la medesima affermazione. Non escludo però che, come altri testi pubblicati sul sito web del CESNUR, possa subire modifiche e potreste non trovare questa cosa quando la cercherete per controllare. Sarò comunque ben lieta di inviarvene copia.  

La presentazione dice inoltre che: «negli anni '90 è diventato evidente che attivisti associati al movimento anti-sette internazionale hanno diffuso ai media e ai poteri pubblici informazioni inaccurate [sul CESNUR]».  

Credo che chi stia diffondendo informazioni inaccurate sul CESNUR non siano gli “antisette”, e neppure i «cyberterroristi antisette». Le responsabilità è da cercare altrove.  

Così come credo che chi diffonde informazioni e analisi critiche su NMR, CESNUR o il suo direttore Introvigne non sia per definizione né “antisette” né terrorista, ma credo dia sicuramente fastidio sia ai NMR criticati, sia al CESNUR che a Massimo Introvigne.  

La critica, in quando uso del proprio intelletto, è un esercizio che molti NMR cercano di reprimere e scoraggiare tra i propri membri, e pare che il direttore del CESNUR condivida questo ideale. Nell'impossibilità di tappare la bocca a chi solleva legittime domande, sembra da sempre impegnato alla costruzione di etichette da affibbiare al prossimo per creargli intorno un alone di discredito, quando non a chiedere la censura del sito fastidioso, così come da sempre fa Scientology. Sono sistemi che a me, personalmente, non piacciono, e che naturalmente esulano anche dal più elastico concetto di scientificità.  

Ciò che forse i NMR più criticati e controversi e il direttore del CESNUR non riescono a vedere, impregnati come sono dall'ideologia che si fa guerra santa, è che nessuno, salvo forse personalità disturbate che ovunque esistono, vuole “attaccarli” o “distruggerli”. Che non esistono improbabili “complotti”. Ciò che si chiede è un comportamento onesto per il bene di tutti. Credibilità e rispetto non si guadagnano gettando discredito sui critici o celando parti importanti di verità. Si guadagnano comportandosi in modo corretto e credibile, nel pieno rispetto di diritti e libertà altrui.  

In varie occasioni critici di NMR si sono comportati in modo eccessivamente parziale , e credo che certe analisi "anti-sette" siano da buttare perché non contengono che accuse e poco rispetto per la persona e le sue legittime credenze. Ma questo non significa che chiunque si esprima in termini critici verso i NMR sia un «antisette antiscientifico e antireligioso» come Introvigne vorrebbe farci credere.  

Solo operando in modo corretto si può sperare di trasmettere una percezione corretta del problema, ma fare pulizia non significa gettare il bambino con l'acqua sporca, che mi sembra ciò a cui Introvigne tende, così come alcuni critici di NMR.  

Alessia Guidi, 7 maggio 2000  

 
 
Note:  

1. Successivamente l'intervista è stata pubblicata in versione integrale dal “Corriere del Ticino”, e ripresa dallo stesso GRIS Roma  

2. Davvero curioso. Alla pagina http://www.cesnur.org/about.htm del sito del CESNUR, ma solo nella versione inglese, si legge: «CESNUR, il Centro Studi Nuove Religioni, è stato fondato del 1988 da un gruppo di studiosi di religioni di università importanti d'Europa e d'America». Non capisco da chi è stato fondato il CESNUR, se da militanti di Alleanza Cattolica o se da studiosi vari. Introvigne potrebbe risolvere l'enigma? Oppure questi studiosi sono di fatto militanti di Alleanza Cattolica, contraddicendo la seguente affermazione di Introvigne alla radio svizzera secondo cui: «presentare il CESNUR come una istituzione legata ad un movimento cattolico mi sembra risibile»? Credo che anche gli studiosi che siedono nel consiglio di amministrazione delle varie entità del CESNUR dovrebbero porsi questa domanda, visto che il pubblico italiano che legge i titoli pubblicati da Cristianità potrebbe a buon titolo associarli ad Alleanza Cattolica.  

3. Per un'analisi critica dell'ideologia e dei rapporti che legano Introvigne, Alleanza Cattolica e TFP si veda CESNUR: pagina critica 

4. Si può verificare quanto affermo qui. Cercare: autori è Maggioni è Rapporto sui Nuovi Movimenti Religiosi. Si tratta di un riassunto, assolutamente non documentato, delle tesi introvignane riscritto da Mons. Giuseppe Maggioni. Insomma, una riedizione della vecchia storia dei comunisti che mangiano i bambini cara alla DC degli anni '50. Così come negli anni '50 qualcuno credeva a quella storiella, ancora oggi qualcuno potrebbe credere alla visione satanassa dei “movimenti anti-sette”, soprattutto se sostenuta da personaggi di spicco come il direttore del CESNUR e un monsignore di una delle Diocesi più importanti d'Italia.  

Curioso notare come le stesse posizioni si ripresentino in ambiti apparentemente diversi, ma che sono legati dallo stesso filo ideologico. Nella gerarchia it.* di Usenet, per esempio, ritroviamo un newsgroup chiamato it.politica.cattolici il cui manifesto recita: «Scopo del News Group (NG) è scambiare informazioni, esprimere pareri o fornire indicazioni inerenti la situazione politica e ai "segni dei tempi" e i problemi dell'ora presente (secolarizzazione, difesa della vita, riforma della scuola, ecc.) [...].». Apparentemente, quindi, un luogo di scambio di informazioni ed opinioni che riguarda tutto il mondo cattolico. Il gruppo è “moderato”, ovvero i messaggi inviati vengono prima vagliati da un “moderatore” che ne accerta la conformità al manifesto.  

Moderatore del forum è tale David Botti, che, scopriamo sul numero 290-291 di Cristianità - organo di Alleanza Cattolica - ne è militante. Il forum Usenet da lui moderato, ben lungi dall'essere “luogo di scambio” aperto a tutto il mondo cattolico, è in realtà una cassa di risonanza delle attività legate al CESNUR e all'ideologia del Pensiero Forte a cui i militanti alleatini si rifanno. Come sa chi ha provato a seguire it.politica.cattolici, e magari ha cercato di intervenire, si tratta di un gruppo soggetto a censura sistematica di tutto quanto non sia conforme. Conforme al manifesto ufficiale? No, quello pare carta straccia. L'allineamento deve essere con l'ideologia del moderatore Botti. In pratica, uno strumento propagandistico travestito da “luogo di discussione aperto a tutto il mondo cattolico”.  

David Botti gestisce un suo sito personale davvero interessante. Possiamo constatare come siano presenti le stesse tematiche portate avanti da Introvigne (tramite CESNUR) e da altri gruppi più o meno noti:  

Cristianità,IDIS,Una Voce grida…!  

Insomma, la Buona Battaglia cara al bravo militante.  

5. “La questione della nuova religiosità” - Massimo Introvigne - Edito da Cristianità, 1993 (ISBN 88-85236-14-6) pag. 14 e nota N. 10.  

6. Si vedano i quattro articoli della sezione “Controllo Mentale” del sito del GRIS Roma.  

7. Si vedano: Carta canta, comunicato stampa del CESNUR e “Bugiardo bugiardo” di Massimo Introvigne.  

8. Si vedano i divertenti commenti del dott. Miguel Martinez: “Gli agenti segreti del parlamento belga” e “Quando la critica diventa terrorismo 

9. Il governo italiano firma l'intesa con Buddhisti e Testimoni di Geova. Successivamente il testo è stato modificato in: «Le intese, pure sottoscritte, dovranno ora passare al vaglio del Parlamento, dove ci si può attendere una certa opposizione all'intesa con i Testimoni di Geova, sostenuta anche da ambienti anti-sette». Immagino Introvigne si sia reso conto di aver esagerato.  

10. Come elencati nell'imponente bibliografia pubblicata sul sito del CESNUR.  

11. Il CESNUR International, che gestisce il sito web, riceve fondi pubblici italiani, «che attualmente sono il maggior contribuente ai suoi progetti». Così si legge nella sua pagina di presentazione, ma stranamente solo nella versione inglese: «mentre nel 1988 è stato fondato prevalentemente da studiosi cattolici, il CESNUR fin dall'inizio ha avuto nel suo consiglio direttivo studiosi di molte confessioni religiose. È indipendente da qualsiasi Chiesa, denominazione o movimento religioso. ll CESNUR International è stato riconosciuto nel 1996 come entità no-profit dalle autorità italiane, che attualmente sono il maggior contribuente ai suoi progetti».  

Viene spontaneo chiedersi:  

  • che fine hanno fatto i militanti di Alleanza Cattolica, o sono stati elevati in toto a livello di studiosi? 
  • Chi non apparteneva ad Alleanza Cattolica era consapevole di entrare in un piano di battaglia militante inteso a lottare «drammaticamente» «fra evangelizzazione e anti-evangelizzazione», cioè tra «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione» come insegnato dal dottor Plinio della TFP?
Inoltre, dalla corrispondenza intercorsa tra lo stesso Introvigne e Tilman Hausherr si legge che le denominazioni del CESNUR previste dal suo statuto sono: “CESNUR", "CESNUR International", "CESNUR Piemonte" e "CESNUR Torino". Ma quando Introvigne parla a nome del CESNUR e in qualità di suo direttore, di quale CESNUR sta parlando? Internazionale, Italia, Piemonte o Torino? Quello fondato da militanti di AC o quello fondato da «studiosi di varie università europee e americane»?  

12. Il post originale di Botti (Message-ID: 3.0.5.32.19990810194938.007a6a90@popmail.iol.it), inviato a it.cultura.cattolica in data: 11 Agosto 1999, ore 17:50:38 +0200, e approvato da: it-cultura-cattolica@beatles.cselt.it (demone di moderazione) è scomparso da dejacom (poi assorbito da Google). A quel che mi risulta solo il mittente può cancellarlo. Il messaggio, che io stessa ho visto con i miei occhi, è stato ripostato verbatim su alt.religion.scientology, e ne rimangono vistose tracce su it.cultura.cattolica, dove è stata pubblicata anche la lettera che la “cyberguerriera” ha inviato a Introvigne e a M. Homer.  

13. “So many Evil Things: Anti-cult terrorism via the Internet", Massimo Introvigne, agosto 1999.  

 
 

 
Testo analizzato: “La questione della nuova religiosità” - Massimo Introvigne - Edito da Cristianità, 1993 (ISBN 88-85236-14-6)  
« f. L'analisi del fenomeno e delle sue cause deve essere anche il punto di partenza per una corretta identificazione dei soggetti degli sforzi pastorali indispensabili in questo settore, senza confondere tre livelli diversi, che non dovranno assolutamente contrapporsi ma coordinarsi armonicamente fra loro:  

- il livello dello studio scientifico del fenomeno, dove le conoscenze sono ancora molto ridotte e il numero degli studiosi inadeguato rispetto alle dimensioni di questa realtà, tanto che solamente una collaborazione fra studiosi cattolici e non cattolici, che raccolga tutte le competenze scientifiche e accademiche disponibili può, allo stato, permettere di tracciare mappe il più possibile precise di un terreno su cui l'assenza di cartografia è fra le prime cause delle difficoltà li movimento;  

- il livello dell'intervento pastorale sul fenomeno, sia attraverso la divulgazione di informazioni essenziali, sia attraverso il concreto aiuto alle persone in difficoltà: un livello al quale non ci si potrà limitare a fornire descrizioni li tipo scientifico, ma occorrerà introdurre elementi di giudizio e quindi di vera e propria apologetica, così che - a differenza del primo livello - la collaborazione con non cattolici dovrà essere guardata con molta cautela;  

- il livello della riflessione e, quindi, della divulgazione di analisi e di ipotesi a proposito del ruolo che il fenomeno dei nuovi movimenti religiosi svolge nel quadro più ampio degli ostacoli che si frappongono alla missione evangelizzatrice della Chiesa, e della lotta nella storia fra la Chiesa e le forze che a vario titolo si oppongono al suo progetto di evangelizzazione.»







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