Introvigne prima e dopo
(di Achille Lorenzi)



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Nota: sul rapporto tra Introvigne e i Testimoni di Geova, si veda anche "La Società Torre di Guardia smercia i libri di Introvigne".





testimoni di geova

Confronto tra alcune parti del libro I Testimoni di Geova, pubblicato nel 1991, nella serie Oscar Mondadori (Collana "Uomini e religioni") e quello del 2002 Testimoni di Geova: già e non ancora, Elledici, Leumann, Torino. 


Un recente libro di Massimo Introvigne contiene parecchie pagine pressoché identiche ad un altro suo lavoro sui Testimoni di Geova, pubblicato nel 1991. Vi si notano tuttavia alcune differenze che vengono evidenziate nella tabella sottostante. Si tratta nella maggior parte dei casi di omissioni di alcune frasi in cui l'Autore esprimeva significative osservazioni sul contenuto dell'ideologia geovista. Non sempre si trattava di osservazioni personali o soggettive - e che quindi potevano anche esulare dall'impronta "sociologica" del nuovo libro - ma di dati di fatto che riguardano la vita e le convinzioni dei TdG e che quindi, a mio parere, potevano essere riportate anche nel libro più recente. Personalmente trovo che il libro del 1991 fosse più interessante ed offrisse maggiori spunti di riflessione.
 Le parti omesse ed altre differenze sono evidenziate in azzurro.

Argomento

Testo del 1991

Testo del 2002

Dio e il suo nome (testo del 1991, pag.63).

Il nome di Dio (testo del 2002, pagg. 82,83).

«I testimoni di Geova sono anzitutto conosciuti per la loro insistenza sul fatto che Dio ha un nome, Geova, e che l'uso di questo nome è necessario per la salvezza. A differenza di quanto avveniva ai tempi di Rutherford, oggi le pubblicazioni dei Testimoni - specialmente quelle per uso interno - danno atto della circostanza che la pronuncia esatta del tetragramma ebraico di sole consonanti che rappresentava il nome di Dio, YHWH, non è nota, ma è molto probabile si trattasse di "Yahweh". Affermano soltanto che c'è incertezza al riguardo, e che gli studiosi non sono concordi e che "Geova" è stato utilizzato per secoli in varie lingue. Non sempre naturalmente ci si serve di tutte queste cautele nell'accostamento missionario di porta in porta: ci si può imbattere in propagandisti che affermano semplicemente che Geova è il vero nome di Dio che le chiese cristiane, non senza malizia, tengono nascosto ai loro fedeli». «I testimoni di Geova sono anzitutto conosciuti per la loro insistenza sul fatto che Dio ha un nome, Geova, e che l'uso di questo nome è necessario per la salvezza (i brani di riferimento sono Esodo 3,14-15; Romani 10,13) [1]. Le pubblicazioni dei Testimoni danno atto della circostanza che la pronuncia esatta del tetragramma ebraico di sole consonanti che rappresentava il nome di Dio, YHWH, non è nota, è che la forma "Yahweh" è legittima dal punto di vista ebraico. Affermano soltanto che c'è incertezza al riguardo, e che gli studiosi non sono concordi e che "Geova" è stato utilizzato per secoli in varie lingue». 

 

Dio è "collocato in un luogo" nei "cieli" (testo del 1991, pag.65; testo del 2002, pag83). «Una particolare cura viene posta nell'affermare che Dio non rimane ozioso in Cielo, ma si interessa veramente di quanto accade agli uomini e guida, secondo il suo disegno la storia. Qualche differenza con la nozione cristiana tradizionale emerge a proposito degli attributi di Dio, definito "onnipotente", ma insieme collocato in un luogo preciso dell'universo, peraltro considerato ignoto (oggi: Rutherford pensava alla costellazione delle Pleiadi) e ritenuto dotato di un "corpo spirituale", grande, certo, ma di "forma ben definita"».[2] «Una particolare cura viene posta nell'affermare che Dio non rimane ozioso in Cielo, ma si interessa veramente di quanto accade agli uomini e guida, secondo il suo disegno la storia. Dio è definito "onnipotente" e collocato nei "cieli"».
Gesù Cristo (testo del 1991, pagine 65,66);

Il ruolo di Gesù Cristo (testo del 2002, pagine 83,84).

«Il brano di San Paolo, Colossesi 1,15 ("per mezzo di Lui sono state create tutte le cose"), viene tradotto - in modo del tutto discutibile quanto al testo biblico - parlando di "tutte le (altre) cose" (con "altre" tra parentesi), per significare che Dio si è associato la sua prima creatura, Gesù, nella creazione». «Il brano di San Paolo, Colossesi 1,15 ("per mezzo di Lui sono state create tutte le cose"), è tradotto parlando di "tutte le (altre) cose", per significare che Dio si è associato la sua prima creatura, Gesù, nella creazione».
Morte e resurrezione di Gesù (testo del 1991, pagg, 67,68).

Morte e resurrezione di Gesù (testo del 2002, pagg, 84,85).

«Il 14 del mese di Nisan dell'anno 33 dell'era volgare i nemici di Gesù lo fecero morire su un palo di tortura: non su una croce, che sarebbe stata un simbolo pagano incompatibile con la missione di Gesù Cristo. I Testimoni di Geova argomentano che l'espressione greca stauros e quella latina crux possono essere tradotte anche come "legno" (e quindi come "palo di tortura"), mentre l'uso di questi termini per "croce" sarebbe tardivo. La ragione dell'esclusione della croce è tuttavia sopratutto simbolica, e deriva dal fatto che la croce è un simbolo precristiano, pagano, che non può essere associato alla missione di Gesù. Per quanto riguarda i cristiani di oggi sarebbe del resto assurdo, argomentano i Testimoni, venerare il simbolo della croce anche se fosse veramente legato alla morte di Gesù, perché nessuno farebbe oggetto di onore lo strumento con cui una persona cara è stata uccisa (i critici cristiani dei Testimoni rispondono, naturalmente, che qui non si tratta soltanto di un assassinio, ma anche di un sublime e volontario sacrificio)».[3] «Il 14 del mese di Nisan dell'anno 33 dell'era volgare i nemici di Gesù lo fecero morire su un palo di tortura: non su una croce. I Testimoni di Geova argomentano che l'espressione greca stauros e quella latina crux possono essere tradotte anche come "legno" (e quindi come "palo di tortura"), mentre l'uso di questi termini per "croce" sarebbe tardivo. La ragione dell'esclusione della croce è tuttavia non solo filologica, ma anche simbolica, e deriva dal fatto che la croce è un simbolo precristiano, pagano. Per quanto riguarda i cristiani di oggi sarebbe del resto assurdo, argomentano i Testimoni, venerare il simbolo della croce anche se fosse veramente legato alla morte di Gesù, perché nessuno farebbe oggetto di onore lo strumento con cui una persona cara è stata uccisa».
La Cena del Signore
(testo del 1991, pag. 84); (testo del 2002, pag. 97).
«Gli "emblemi" [il pane e il vino] passano di persona in persona, ma ne "partecipano" soltanto gli "unti" che sentono di aver ricevuto il "battesimo con lo Spirito Santo" e di far parte dei 144.000 (questo significa che, in molte congregazioni, nessuno "partecipa" degli emblemi). Dopo aver insegnato per molti anni che gli emblemi significano il corpo e il sangue di Gesù Cristo in senso simbolico (cioè rappresentano la chiesa, i 144.000) dal 1956 la "Torre di Guardia" mantiene la dottrina che gli emblemi rappresentano rispettivamente il corpo e il sangue fisico di Gesù offerti in sacrificio per l'umanità». «Gli "emblemi" [il pane e il vino] passano di persona in persona, ma ne "partecipano" soltanto gli "unti" che attestano così di aver ricevuto il "battesimo con lo Spirito Santo" e di far parte dei 144.000 (questo significa che, in molte congregazioni, nessuno "partecipa" degli emblemi)».
La questione del sangue (testo del 1991, pagina 81).

La questione del sangue (testo del 2002, pagina 95).

«Quanto alle trasfusioni vere e proprie, i Testimoni non ne hanno praticamente parlato fino al 1937, ma il loro rifiuto è diventato obbligatorio dal 1945. Dagli anni cinquanta la posizione è rimasta dura, e i Testimoni che accettano la trasfusione per sé o per i loro figli minori vengono esclusi dall'organizzazione. Tutto questo ha portato a una serie di iniziative giudiziarie contro i testimoni di Geova in numerosi paesi, soprattutto dopo decessi di minori che - secondo i giudici - sarebbero stati salvati da trasfusioni di sangue ostinatamente rifiutate dai loro genitori». «Quanto alle trasfusioni vere e proprie, i Testimoni non ne hanno praticamente parlato fino al 1937, ma il loro rifiuto è diventato obbligatorio dal 1945. Dagli anni cinquanta la posizione è rimasta rigida e ha portato a una serie di iniziative giudiziarie contro i testimoni di Geova in numerosi paesi».
La cronologia (testo del 1991, pag.87).

La cronologia (testo del 2002, pag.99).

«Il termine di partenza per i "tempi dei Gentili" a cui si riferirebbe la profezia viene tuttora fissato all'ottobre del 607 avanti Cristo, quando, - continuano a dire i Testimoni (benché la maggioranza degli studiosi non sia d'accordo) - Gerusalemme cadde nelle mani dello stesso Nabucodonosor».[4] «Il termine di partenza per i "tempi dei Gentili" a cui si riferirebbe la profezia è tuttora fissato all'ottobre del 607 avanti Cristo, quando, - continuano a dire i Testimoni - Gerusalemme cadde nelle mani dello stesso Nabucodonosor».
Il 1975 (testo del 1991, pag.50).

L'attesa del 1975 (testo del 2002, pagina 73).

 «...a partire dal 1966 [viene suggerita] una nuova data profetica: il 1975. Ricordando le delusioni del 1914 e del 1925 l'annuncio - riferito alla convinzione che nel 1975 sarebbero scaduti 6000 anni calcolati a partire dalla creazione di Adamo e si sarebbe entrati nel "settimo giorno" della creazione - fu dato inizialmente con molta cautela ma divenne più chiaro nel 1968. Le affermazioni categoriche vennero per quanto possibile evitate - soprattutto da parte di dirigenti come Knorr e Franz, che avevano vissuto la delusione del 1925 - ma la maggioranza dei Testimoni era effettivamente convinta che avvenimenti straordinari si sarebbero verificati nel 1975».[5] «A partire dal 1966, pubblicazioni dei Testimoni di Geova ipotizzano la possibile fine del presente ordine di cose per una  una nuova data profetica: il 1975. Nel libro Life Everlasting in Freedom of the Sons of God, ... si fissa al 1975 la scadenza di seimila anni dalla creazione di Adamo e si ipotizza come "appropriata" una manifestazione di Dio per quell'anno, che segnerà l'entrata nel "settimo giorno" della creazione. L'annuncio è dato con qualche cautela ma genera grande entusiasmo soprattutto a partire dal 1968. Le affermazioni categoriche sono evitate e l'ipotesi non è mai presentata come certa - dirigenti come Knorr e Franz avevano del resto vissuto la delusione del 1925 -, ma molti Testimoni sono effettivamente convinti che avvenimenti straordinari si verificheranno nel 1975». 
La grande apostasia
La morale
(testo del 1991, pagine 76, 77).

La grande apostasia
La morale
e i rapporti tra uomini e donne (testo del 2002, pagine 91, 92).

 «Una caratteristica fondamentale dell'Organizzazione Universale di Geova consiste nel seguire letteralmente la Bibbia...».

«I Testimoni di Geova devono, naturalmente, spiegare perché il "resto degli unti" abbia potuto ingannarsi - per esempio a proposito delle date del 1874, 1914, 1925, 1975 - e abbia modificato la dottrina anche su punti essenziali».

«L'atteggiamento dei Testimoni di Geova nei confronti della morale ricorda quello del fondamentalismo protestante. Per ogni problema si cerca di ricavare letteralmente una soluzione dalla Bibbia».

«Una caratteristica fondamentale dell'Organizzazione Universale di Geova consiste nell'attenersi coerentemente alla Bibbia...». 

«Come è possibile, tuttavia, che il "resto degli unti" possa (come è avvenuto) modificare una dottrina?».

 

«L'atteggiamento dei Testimoni di Geova nei confronti della morale ricorda quello protestante conservatore. Per ogni problema si cerca di ricavare una soluzione dalla Bibbia».

Armaghedon
(testo del 1991, pag. 90).

L'attesa escatologica
(testo del 2002, pagina 100).

«Chi sarà "distrutto" ad Armaghedon? Tutti i "regni della terra" con i loro governanti ... Anche per quanto riguarda i bambini - affermano i Testimoni -, non ci si può fidare della loro apparente innocenza, perché la Bibbia rivela che quando Dio distrusse i malvagi, distrusse pure i loro figli piccoli. Si tratta, in questo caso, di un problema su cui le Scritture  - a giudizio dei Testimoni di Geova - non forniscono risposte precise, ma certo i malvagi rischiano di esporre alla distruzione non solo se stessi ma anche le loro famiglie. Da qualche testo del giudice Rutherford sembra di potersi ricavare che ad Armaghedon sopravvivranno solo i Testimoni di Geova. Qualche pubblicazione più recente presenta le cose in modo meno drastico. I Testimoni di Geova fedeli ed ubbidienti possono confidare con ragionevole sicurezza di essere salvati». «Chi sarà "distrutto" ad Armaghedon? Tutti i "regni della terra" con i loro governanti e tutti gli essere umani che Dio, e non qualche uomo, considererà malvagi impenitenti: ma le pubblicazioni dei Testimoni invitano a riflettere sul fatto che il punto di vista di Dio per identificare chi è "malvagio" non è necessariamente quello corrente e può riservare delle sorprese. A differenza dell'escatologia tradizionale prevalente nel mondo protestante evangelical, i Testimoni desumono dalla Bibbia che ad Armaghedon ci saranno dei superstiti. I Testimoni di Geova fedeli ed ubbidienti possono confidare con ragionevole sicurezza di essere salvati».

Charles Taze Russell

Uno straordinario sviluppo organizzativo (testo del 1991, pag. 31)

Gli anni dell'autorevolezza (testo del 2002, pag. 37).

 «Nello stesso senso si muoveva il culto della personalità di Russell, considerato nel movimento il servo fedele e prudente di Matteo 24, 45 sulla base di tesi esposte per la prima volta dalla moglie Maria verso il 1895. Benché Russell fosse personalmente cauto sul punto, al tempo della sua morte nel 1916  la sua identificazione con il servo fidato e prudente era pressoché unanime presso gli Studenti Biblici».[6] «In questo processo sociologicamente inevitabile gioca un ruolo, all'interno degli studenti biblici, la moglie di Russell, Maria, che proclama il marito il servo fidato e prudente di Matteo 24,45. Russell si mostrerà sempre personalmente cauto sul punto, precisando anzi che il servo è piuttosto l’“intero corpo di Cristo, senza mai accettare in pubblico un titolo che alcuni seguaci gli conferiranno in privato».

 Joseph Franklin Rutherford

Testo del 1991, pagine 41,42.

Testo del 2002, pagine 62,63.

 «Gli storici indipendenti non mettono in dubbio, oggi, che Rutherford bevesse troppo, e si è parlato addirittura a suo proposito di "un serio caso di alcolismo". Se altre accuse - come quella di indulgere in divertimenti profani - sono meno documentate, è certo che il giudice amava la vita lussuosa e manteneva residenze degne dei capitani d'industria che denunciava a New York, Staten Island, Londra e Magdeburgo. Nel 1929 cominciò a far costruire la residenza di Beth Sarim, presso San Diego, per accogliere i principi e i patriarchi dell'Antico Testamento quando fossero tornati sulla terra, ma che - nel frattempo - era destinata ad ospitarlo fino alla morte, avvenuta l'8 gennaio 1942. Anche la morte di Rutherford, come quella di Russell, fu circondata da polemiche: i Testimoni di Geova avrebbero voluto costruirgli una tomba imponente presso la residenza di Beth Sarim, ma le autorità locali negarono il permesso e il giudice dovette essere seppellito più modestamente a Rossville, nello Stato di New York».  «Negli ultimi anni della sua vita, Rutherford è tormentato da problemi di salute che culminano nel cancro. Così, quando nel 1929 gli viene donato il denaro per costruire una residenza a san Diego, in California - a Beth Sarim -, Rutherford la prepara per accogliere i principi e i patriarchi dell'Antico testamento quando risusciteranno, ma anche per trascorrere nel più temperato clima californiano i mesi invernali, sottraendosi ai rigori dell'inverno di Brooklyn, dove nel frattempo la sede centrale dei Testimoni di Geova si arricchisce di nuovi edifici. A Beth Sarim Rutherford muore l'8 gennaio 1942, e li avrebbe voluto essere sepolto: ma le autorità locali negano il consenso, e la tomba del giudice si trova nel cimitero di Rossville (New York)».
La fine

Testo del 1991, pagina 95.

Testo del 2002, pagina 102.

 

 «Una volta eliminato Satana e il suo potere, gli uomini "vengono alla vita" - secondo l'espressione di Apocalisse 20,5 - e raggiungono uno stato di perfezione insieme alla Terra, che diventa "paradisiaca" in un senso ancora più perfetto di quanto non fosse avvenuto durante il Millennio [...] Non mancano propagandisti che, nella predicazione di casa in casa, fanno notare che il paradiso terrestre geovista è più interessante di quello "celeste" promesso da altre denominazioni e chiese, in cui non si comprende bene cosa si potrà fare in Cielo. Tuttavia è precisamente questo stesso paradiso celeste che - secondo la dottrina dei Testimoni - Geova riserva ai suoi eletti, i 144.000 "unti"».  «Una volta eliminato Satana e il suo potere, gli uomini "vengono alla vita" - secondo l'espressione di Apocalisse 20,5 - e raggiungono uno stato di perfezione insieme alla Terra, che diventa "paradisiaca" in un senso ancora più perfetto di quanto non fosse avvenuto durante il Millennio. In questo trionfo della gloria di Dio si chiude finalmente il cerchio tra purezza e pericolo. Sulla Terra paradisiaca, per definizione regno della purezza, il pericolo è ultimamente abolito».

Note:

[1] Nella nota in calce l'Autore sottolinea che questi passi vengono citati secondo l'interpretazione che i Testimoni danno degli stessi.

[2]  Per quanto riguarda l'idea che Dio dimorasse nelle Pleiadi, si veda questa pagina.

[3] Per una considerazione sulla veduta dei TdG in merito alla croce si veda in questa pagina ed i links interni.  Questo cambiamento nel libro di Introvigne mi ha colpito in modo particolare. Ricordo che durante il mio "processo" (link) uno degli "anziani" che componevano il Comitato mi chiese se avessi per caso consultato o letto scritti di "apostati". Mostrai loro il libro di Introvigne del 1991. La reazione degli "anziani" fu molto negativa: "Hai letto per caso  in quel libro un'esposizione chiara e corretta della verità? Tu pensi che qualcuno leggendolo sarebbe incoraggiato a diventare testimone di Geova?". Risposi di no, ma dissi che comunque il libro conteneva delle informazioni corrette e delle riflessioni interessanti. "Per esempio?", mi chiesero gli "anziani".  Ricordo che citai il punto in cui Introvigne osservava che la croce non è solo uno strumento di morte ma anche il simbolo di un sacrificio volontario. Per quegli "anziani" comunque, anche per queste sue parole, Introvigne era da considerare quasi alla stessa stregua di un "apostata". Ora il nuovo libro di Introvigne viene addirittura pubblicizzato nelle Sale del Regno, e si invitano i "fratelli"ad acquistarlo!

[4] Introvigne, nel 1991, scriveva che la "maggioranza degli studiosi" non accetta il 607 a.C. come data della caduta di Gerusalemme. In realtà, tutti gli studiosi sono concordi nel riconoscere che quell'evento ebbe luogo nel 586/7 a.C., e questo invalida in maniera irreparabile l'intera impostazione cronologica dei TdG che quell'evento ebbe luogo nel 586/7 a.C., e questo invalida in maniera irreparabile l'intera impostazione cronologica dei TdG che quell'evento ebbe luogo nel 586/7 a.C., e questo invalida in maniera irreparabile l'intera impostazione cronologica dei TdG che conduce al 1914.  Si veda un esaustivo studio sull'argomento in questa pagina (link esterno).

[5] Nel 1991 Introvigne è più corretto. Era la  maggioranza dei TdG ad essere  convinta che la fine fosse alle porte nel 1975. Nel nuovo libro si legge ora che solo "molti" TdG pensavano questo. Questa nuova formulazione fa pensare al modo di esprimersi della Torre di Guardia, quando vengono cambiate vedute ed "intendimenti" che erano e dovevano essere accettati da tutti i TdG come verità indiscutibili: "Alcuni fratelli pensavano..", "era opinione di molti che...". Nel  libro del 1991 Introvigne riportava anche le parole di M. James Penton - definito dall'Autore "uno dei maggiori storici del geovismo", p.49  - che fu testimone oculare degli avvenimenti del 1975: «Uomini d'affari misero in vendita aziende prospere. Professionisti abbandonarono il loro lavoro. Famiglie misero in vendita le loro case per trasferirsi "dove il bisogno era più grande". Giovani coppie rimandarono il loro matrimonio o almeno si astennero dall'avere figli se si erano già sposate. Le coppie di anziani, qualche volta, smisero di pagare i contributi per la pensione. Molti - giovani e vecchi, uomini e donne - rimandarono operazioni o cure mediche necessarie»  (pp.50,51). Altre informazioni in questa pagina.

[6] Ci si potrebbe chiedere come mai Russell non abbia rifiutato, con chiarezza e decisione, il  ruolo di "schiavo fedele e discreto", che gli veniva attribuito da "alcuni seguaci",  se egli non avesse ritenuto di  essere veramente tale "servitore". Come scriveva Introvigne nel 1991, la sua identificazione con il “servo fidato e prudente” era pressoché unanime presso gli Studenti Biblici.  La Società Torre di Guarda, nel libro I Testimoni di Geova nel proposito divino, pagina 69, ha scritto in merito a quanto accadde subito dopo la morte del “pastore”: «L’insistenza circa il fatto che Russell fosse stato ‘quel servitore’ indusse molti a considerare Russell in un modo che infine condusse all’adorazione della creatura. Essi credevano che tutta la verità che Dio aveva ritenuto appropriato di rivelare al suo popolo, lo fosse stata tramite Russell, e adesso non ne sarebbe più stata rivelata alcuna in quanto ‘quel servitore’ era morto». Nel libro Il millenario regno di Dio si è avvicinato, alle pagine 349, 350, si legge: «Comunque, il senso di apprezzamento e gratitudine verso Russell spinse molti suoi associati a considerarlo come l’adempimento dello ‘schiavo fedele e discreto’. Questa veduta fu preminentemente rappresentata nel libro edito nel 1917 dall’Associazione del Pulpito del Popolo di Brooklyn, in New York». Fu soltanto con La Torre di Guardia del 15 febbraio 1927, in un articolo intitolato “Servitore buono e malvagio”, che il “giudice” J.F. Rutherford cominciò a insegnare che l’intera chiesa, il “corpo di Cristo” e, perciò, l’intera comunità degli Studenti Biblici, costituivano lo “schiavo” e non Russell. Il libro Proclamatori, a pagina 626, ammette che dopo la morte di Russell «La Torre di Guardia stessa per alcuni anni espresse questa idea. Dato il ruolo di primo piano avuto dal fratello Russell, gli Studenti Biblici dell’epoca pensavano che le cose stessero così». Oltre al fatto che egli era considerato il servitore fedele di Matteo 24:45-47, egli fu identificato anche con “l’uomo con il corpo da scrivano” di Ezechiele 9, ed il “settimo messaggero” di Rivelazione 1:20. In quel versetto, il glorificato Gesù Cristo è rappresentato con sette stelle nella sua destra che rappresentano sette “angeli” o “messaggeri”. Russell era considerato una di quelle stelle, la settima. Per questo egli divenne noto come il “settimo messaggero”. Tale titolo venne inciso anche sul cippo funebre, visualizzabile nel libro Proclamatori, pag. 63 (cliccare qui per vedere la foto)



Circolare della Società 
Mentre la lettura del precedente libro, proprio per via delle numerose osservazioni critiche che vi erano riportate, veniva "sconsigliata" ai Testimoni, quest'ultimo libro di Introvigne è stato invece ampiamente pubblicizzato nelle congregazioni dalla stessa Società Torre di Guardia, la quale ha invitato i "proclamatori" ad acquistarne una copia.

 

 

Telefono (06) 87941    CONGREGAZIONE CRISTIANA      c/c postale17428004
DEI TESTIMONI DI GEOVA
VIA DELLA BUFALOTTA 1281 00138 ROMA RM, ITALIA

 

4 febbraio 2002-03-30

A TUTTI I RAPPRESENTANTI STAMPA

Cari fratelli,

   A seguito della richiesta che ci è stata fatta da alcuni fratelli, vi informiamo che è di prossima pubblicazione il libro "I Testimoni di Geova: già e non ancora", il cui autore è il Prof. Massimo Introvigne, direttore del CESNUR. è una pubblicazione di 144 pagine. è la prima volta pubblicazione [sic!] scritta da un autore italiano di prestigio in cui i testimoni di Geova sono presentati sotto un profilo basilarmente positivo. Pensiamo che questo libro possa divenire un'utile fonte di informazione specialmente per i media, ma anche per i fratelli. Il libro sarà disponibile dal prossimo mese di maggio.

  Con questo non vogliamo darvi l'impressione che desideriamo promuovere la diffusione di questo libro. Non è questa la nostra intenzione. Ci è stato chiesto se, come in passato, l'ufficio ha intenzione di acquistarne un certo quantitativo per metterlo poi a disposizione delle congregazioni. Non lo faremo, ma coloro che desiderassero ottenere una o più copie dovrebbero inoltrare la loro ordinazione secondo le informazioni che vi comunicheremo di seguito. Non informeremo direttamente le congregazioni ma vi invitiamo a informare gli anziani delle congregazioni in cui servite affinché sappiano della prossima pubblicazione del summenzionato libro. Se a loro volta, essi informeranno i proclamatori delle rispettive congregazioni sarà data a coloro che lo desiderano la possibilità di acquistare il libro in questione.

  Per quanto riguarda l'ordinazione del libro si dovrebbe procedere in questo modo. Il segretario di ogni congregazione potrebbe raccogliere le ordinazioni dei vari proclamatori e quindi inviare a voi l'ordinazione con il quantitativo di libri che la congregazione vorrebbe ordinare. Una volta che avrete raccolto le ordinazioni di tutte le congregazioni della circoscrizione dovreste compilare le parti in giallo. L'ordinazione dovrà essere inviata direttamente al seguente indirizzo di posta prioritaria:

[viene riportato l'indirizzo di una persona collegata alla ELLEDICI, la Casa Editrice del libro, n.d.r.]

   Non inviate ordinazioni al nostro ufficio. I libri vi saranno inviati per posta con pagamento in contrassegno. Dovrebbe essere inviata una sola ordinazione per circoscrizione. Quindi assicuratevi di avere ricevuto le ordinazioni delle singole congregazioni prima di inoltrare l'ordinazione. La data ultima per l'ordinazione è il 15 marzo 2002. Assicuratevi di rispettare questa data.

 

 

 

   Naturalmente, con l'ordinazione il segretario della Congregazione dovrebbe consegnarvi anche il denaro per l'acquisto del libro, comprensivo delle spese di spedizione. Come potete notare dall'acclusa lettera di ordinazione, le spese di spedizione potranno essere calcolate sulla base del numero di libri ordinati. Qualora la congregazione non dovesse inviare il denaro non dovreste tener conto dell'ordinazione che eventualmente vi dovesse essere fatta.

   Sta a voi decidere se farvi pervenire le pubblicazioni al vostro indirizzo o se usare un'Associazione locale della circoscrizione. Una volta deciso, avendo anche consultato il presidente dell'Associazione, vi regolerete di conseguenza nella compilazione della lettera di ordinazione. Siate certi di aver compilato la lettera di ordinazione in ogni sua parte.

   Una volta ricevuti i libri ordinati dovrete provvedere a informare le congregazioni affinché possano ritirare il quantitativo di libri richiesti.

   I rappresentanti stampa del Piemonte, Valle d'Aosta e forse Lombardia o parte d'essa potrebbero decidere di ritirare la loro ordinazione direttamente e non riceverla mediante posta. Naturalmente in questo caso si dovrà informare il Dott. [omissis (viene indicato lo stesso nominativo riportato sopra, con numero di cellulare ed indirizzo e-mail)] in merito al ritiro dell'ordinazione affinché non sia spedita per posta.

   Invitiamo i coordinatori dei rappresentanti stampa a seguire la cosa tenendosi in contatto con i loro rappresentanti stampa assegnati ad ognuno di loro affinché non si creino delle difficoltà e tutti i fratelli abbiano la possibilità, se lo desiderano, di ordinare il libro in questione.

   Per qualsiasi chiarimento sentitevi liberi di consultarci. Vi inviamo i nostri saluti fraterni.

Vostri fratelli

Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova

Allegato


 

La lettera originale in formato jpg:

Cliccare qui
 per visualizzare il modulo di ordinazione

 


Sorgono spontanee alcune domande: cosa ha indotto Introvigne a riscrivere un libro, sostanzialmente identico in molte sue parti ad un suo lavoro precedente, tranne l'omissione di ogni minimo spunto critico che avrebbe potuto risultare sgradito ai lettori TdG? Introvigne era al corrente che il suo lavoro sarebbe stato pubblicizzato nelle congregazioni geoviste, cosa che gli avrebbe garantito la vendita assicurata di decine di migliaia di copie? Una prassi seguita da molti culti e sette, che mira ad acquisire maggiore rispettabilità agli occhi dell'opinione pubblica, consiste proprio nel commissionare ad esperti di fama dei lavori nei quali si riporta la storia e la dottrina del gruppo in una chiave positiva. è avvenuta la stessa cosa con questo lavoro di Introvigne?


è interessante anche osservare che qualche mese fa in un newsgroup alcuni TdG hanno cercato astutamente di negare che la Watch Tower Society avesse pubblicizzato questo libro nelle congregazioni.

Io avevo osservato che nella Sala del Regno era stato «fatto un annuncio ufficiale, reclamizzando il libro di Introvigne e suggerendo ai "fratelli" di acquistarlo» e che le ordinazioni potevano essere effettuate «tramite la congregazione». Al che un TdG anonimo aveva replicato:

Si è diffusa la voce che il libro di Introvigne si ordina tramite la congregazione. Questo E' FALSO. Forse in qualche congregazione qualcuno ha pensato di suggerire il libro dal podio ma la compilazione del libro, la sua pubblicazione e la sua distribuzione non sono collegati e collegabili IN NESSUN MODO con i Testimoni di Geova. E questo non è affatto avvenuto in tutte le congregazioni. Questa espressione «le ordinazioni possono essere fatte tramite la congregazione» è assolutamente fasulla. Chi la fa a presentare prove documentali che attestino che la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova abbia disposto di fare annunciare ufficialmente la pubblicazione di questo libro e lo faccia ordinare tramite il reparto letteratura.
...

Un altro TdG (nick "Ugo il Terribile") aggiungeva:

Tu puoi pensare quello che vuoi, che a me non me ne frega nulla, però il libro di Introvigne non è certo stato ordinato in nessun reparto Letteratura, e non è stato ordinato da nessuna congregazione a nessuna Betel. Questi sono i fatti.

(Si veda il thread completo cliccando qui). Si noti che non si nega che il libro sia stato pubblicizzato nelle congregazioni e che la WTS abbia scritto una circolare invitando i proclamatori ad acquistarlo. Questi TdG dicono solo, con un'astuzia deliberata, che il libro di Introvigne non è stato "ordinato in nessun reparto Letteratura" (e questo è vero) e che "non è stato ordinato da nessuna congregazione a nessuna Betel" ed anche questo è vero. Il libro è stato ordinato, infatti, alla casa editrice Elledici, ma solo dopo che gli anziani hanno invitato i proclamatori ad acquistarlo. E questo invito è stato fatto, ovviamente, per volontà della WTS. Cambia quindi la forma ma la sostanza rimane la stessa. 

Questi post rivelano come molti TdG siano abili nel "mentire" strategicamente e nel cercare di sviare i loro interlocutori, ricorrendo a delle mezze verità. Leggendo i loro interventi si potrebbe pensare, infatti, che la Società non abbia in alcun modo pubblicizzato questo libro od invitato ufficialmente i "proclamatori" ad acquistarlo. La realtà è un'altra, come emerge chiaramente dalla circolare riportata in questa pagina.





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