I Mistificatori, Volume I.

"È più facile che un Cammilleri passi per la cruna di un ago..." Parte 7

di Biagio M. Catalano.

I brani in corsivo sono tratti da Rino Cammilleri, Fregati dalla scuola - Breve guida di liberazione ad uso degli studenti (da affiancare al normale manuale scolastico di storia), il cui testo integrale è disponibile online


La Grande Guerra
--------------------------------------------------------------------------------

Tutto cominciò, com'è noto, con l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie a Sarajevo. Non era la prima volta che una testa coronata cadeva sotto i colpi di attentati, ma questa scatenò una guerra mai vista. Perché? Innanzitutto si trattava dell'erede al trono austroungarico, e Francesco Giuseppe era molto vecchio. In più l'arciduca era dichiaratamente antiprussiano. Non vedeva, cioè, di buon occhio la supremazia della recentemente unificata Germania, protestante, sull'intero mondo di lingua tedesca. Se fosse salito al trono l'Austria non sarebbe scesa in guerra accanto alla Prussia. I circoli massonici internazionali volevano la distruzione totale dell'Austria.

> Semplicemente infantile. Senza altre giustificazioni incrociate, specifichi, il nostro, di quali "circoli massonici internazionali" trattasi, a parte gli irredentisti serbi (che chiaramente sono ipso fatto "massoni"). E spieghi come mai ora, a rischio d'impelagarsi in questioni di coerenza - ne sono conscio: forse chiedo troppo -, quei tedeschi poc'anzi vittimizzati per colpa degli inglesi, ora perdono magicamente la cammilleriana solidarietà.

Per questo a Sarajevo non uno ma diversi attentatori erano dislocati lungo la strada che l'arciduca avrebbe dovuto percorrere. Il primo attentato, infatti, andò a vuoto, ma i colpi di Gavrilo Princip andarono a segno.
I servizi segreti austriaci non ebbero dubbi: la Serbia aveva tenuto mano alla società segreta di cui il Princip faceva parte. Per questo, dopo reiterate richieste di far giustizia andate a vuoto, fu deciso di lanciare l'ultimatum alla Serbia.

> Una guerra estremamente giusta, specie perché i serbi non avevano nulla da recriminare, dopo la pace di Londra, no? E specie se si tiene in conto la questione turca (che stava a cuore ai cattolicissimi austriaci), di cui certi "neo-tocquevilliani" (o neo-burkiani) non faranno fatica a riconoscere le evidenze collaterali per quanto riguarda l'opera di Venizelos e l'annessione della Bosnia-Erzegovina da parte dei sempre cristianissimi (quindi autorizzati) austriaci dei maneggioni Sisto di Borbone & Carlo I...

Tutti pensavano che le cose sarebbero andate come al solito: le potenze avrebbero mostrato i muscoli, avrebbero effettuato mobilitazioni minacciose, ma poi tutto si sarebbe risolto per via diplomatica.

> Si, se la Prussia non avesse voluto mettere in atto dei piani già preparati sin prima dell'inizio del secolo (palesati sin troppo, e conosciuti sin troppo anche dall'Austria, già prima dei fatti di Agadir)...

Infatti la Russia, autoproclamatasi protettrice dei popoli slavi e dei Balcani, diede l'ordine di mobilitazione. La Francia era alleata della Russia e la Prussia dell'Austria. La Prussia intimò allo zar di smobilitare, lo zar rifiutò e fu la catastrofe. Infatti i tedeschi avevano pronto da sempre il cosiddetto "piano Schlieffen" che prevedeva, in caso di guerra, un velocissimo colpo di maglio sulla Francia per poi rivolgersi verso la Russia, da sempre lentissima a mobilitare tutti i suoi uomini. La Germania, infatti, sapeva perfettamente che avrebbe dovuto combattere su due fronti: si trattava di neutralizzare il primo per poi buttarsi sul secondo.

> Col rischio d'apparire vieppiù monotono: "Ergo"?

L'efficienza raggiunta nel frattempo dalle ferrovie tedesche fece sì che il piano scattasse quasi automaticamente.

> Bene faceva Pio IX, allora, ad essere contrario alle ferrovie, perché uniscono i popoli...

L'Italia era alleata degli Imperi Centrali, ma le pressioni di Francia, Inghilterra (e Stati Uniti) la indussero a temporeggiare. L'Austria, pur di indurla almeno alla neutralità, le offrì ancora una volta gratis le cosiddette "terre irredente". Ma la massoneria internazionale mise in campo tutto il suo peso per portare l'Italia al "ribaltone".

> Tant'è che l'Italia (nonostante allora fosse ancora prevalentemente "massone", quindi guerrafondaia) entrò in certame "un po'" dopo, premurandosi di rispettare i trattati della Triplice...

Francesi e Inglesi promisero all'Italia quasi di tutto, dalla Dalmazia alle colonie africane. A guerra finita, com'è noto, non mantennero e in Italia si parlò di "vittoria mutilata, innescando una serie di instabilità politiche che portarono all'avvento del Fascismo.

> Beh, direi che l'avvento del fascismo sia dovuto a fattori "un tantinello" più complessi: sed sic transeat.

Giolitti, il Papa e parte dei socialisti erano contrari all'intervento dell'Italia in guerra. I socialisti radicali (con Mussolini), i massoni (con D'Annunzio), i mazziniani e lo sparuto gruppetto dei cosiddetti "cattolici democratici erano per la guerra a fianco dell'intesa. Così l'Italia combatté. In ben undici battaglie sull'lsonzo fu una carneficina per pochi metri di terreno. Seicentomila morti costò quell'inutile guerra all'Italia.

> Beh, a parte che tutte le guerre sono inutili, o meglio, evitabili (se proprio dobbiamo metterla con il principio di "guerra giusta" propugnato dal nostro...), non credo proprio che questa fu poi così "inutile", dato quel che successe dopo (e considerando che l'Austria avesse tentato d'imporre come contropartita "soltanto" la cessione delle colonie d'Africa italiane, purchè l'Italia si fosse accontentata solo del Tirolo e spiccioli...); a meno che non gli dispiaccia che l'armistizio fu firmato due giorni dopo il suo genetliaco...

I Tedeschi a un certo punto vennero in aiuto agli Austriaci. Crearono le famose sturmtruppen d'assalto (cui gli Italiani risposero creando gli Arditi) e sfondarono il fronte a Caporetto. La più grossa responsabilità di uno sfondamento che poteva essere contenuto, ma si tramutò in una rotta senza controllo, era di Badoglio, ma venne coperto dalle sue amicizie in alto loco.

> Badoglio, chiaramente massone. Ma si vede che le sue amicizie furono più importanti del vicario di dio in persona, dato che la scampò.

La successiva commissione d'inchiesta stilò un rapporto dettagliato dal quale sparirono le pagine che riguardavano le sue responsabilità. Il deputato che - pare - fu incaricato della cosa morì improvvisamente mentre beveva un caffè.

> Un sistemino che - pare - non è ignoto nemmeno a certi ambientini più vicini a dio, osservando la storia... A meno che Cammilleri non sappia chi sia stato ad ammannire il caffè corretto al malcapitato.

Cadorna pagò per tutti. Figlio del bombardiere di Porta Pia, ma profondamente cattolico, finì capro espiatorio anche se aveva salvato la situazione ordinando l'immediato arretramento del fronte a Vittorio Veneto. Amareggiato, stava per bruciarsi le cervella quando venne salvato da un'apparizione in bilocazione di Padre Pio.

> Beh, ce ne vuole, coraggio, considerando che lo stesso baciapile Cadorna ebbe l'impressione che il papa facesse il doppiogioco. Ma a nulla conta che criticò Pio IX (qui dotato dei medesimi superpoteri di qualsiasi volgare paganissimo tulku tibetano), o che fosse figlio di chi abbatté Porta Pia, o che in fondo non fu poi così abile: evidentemente, essere cattolici purga qualsiasi colpa propria e dei padri fin oltre la settima generazione...

La guerra fu decisa dall'intervento degli Stati Uniti, che nell'ultimo anno di guerra sbarcarono in Europa al ritmo di un milione di uomini al mese. L'opinione pubblica americana non voleva saperne di quella guerra europea, ma il governo la pensava diversamente. Venne artificialmente creato il casus belli del Lusitania, la nave passeggeri affondata da un sottomarino tedesco.

> Quindi, il Lusitania (e poi magari l'Arabic) venne affondato dagli stessi alleati, o si lasciò che lo si affondasse? Ma si: in fondo anche per Pearl Harbour ci sono i medesimi sospetti. E perché non anche nel caso delle Twin Towers? Avranno preso spunto dalle tecniche del Gruppo Stern! Cammilleri dovrebbe semplicemente fare ammenda per questo e per un altro motivo: ossia, che il Lusitania non costituì alcun "casus belli", poiché gli USA levarono semplicemente una protesta formale. E come non avrebbero dovuto farlo, dopo che la Germania finanziava una guerriglia parallela in Messico ai danni degli USA, e aveva tentato persino di accordarsi col Giappone? Entrarono in guerra, come ben saprà il nostro, due anni dopo.

L'Inghilterra aveva decretato il blocco navale delle merci dirette agli Imperi Centrali. Cioè le navi che commerciavano viveri e materiali con la Germania e l'Austria venivano sequestrate.

> E con ciò? Forse Cammilleri crede di poter contare, con quest'ennesima dissimulazione di pathos artefatto, su qualche pargolo che si commuove e ringhia per le sorti dei poveri aggressori affamati?

Poiché gli Imperi Centrali erano praticamente privi di sbocchi sul mare questo sistema di guerra, contrario a tutte le norme di diritto internazionale, li strangolava. Allora risposero allo stesso modo, con la guerra sottomarina. Il Lusitania era una delle tante navi che, sotto l'apparenza di normali transatlantici, rifornivano di materiale bellico l'Inghilterra. Quantunque i Tedeschi avessero cercato in tutti i modi di scongiurare l'entrata in guerra degli Americani non ci fu niente da fare e le sorti del mondo vennero decise.

> Ennesimo cambio di senso di marcia: poco fa i germanici parevano colpevolizzati, ora si solidarizza coi loro problemi... Non capisco se Cammilleri parteggi per il più debole, per quanto aggressore (quindi, anche per il più aggressivo...), o per qualche sorta di "sovraideologia" nella quale fra i due mali egli sceglie il "minore"...

Alla fine di tutto gli Americani si trovarono completamente arbitri della situazione.

> Semplicemente perchè Wilson era un ottimo statista, e nessuno aveva di meglio da proporre, non certo perchè gli yankees vogliono sempre fare i protagonisti.

Venne creata la Società delle Nazioni e, a Versailles, la carta d'Europa fu ridisegnata secondo i desideri della massoneria anglo-americana.

> Non crediamo proprio!

L'unica vera vittima fu l'Austria-Ungheria, completamente cancellata.

> Ah, ecco; l'Austria, cioè gli aggressori (cattolici), in teoria aggrediti, fu vittima di un complotto massone iniziato in Serbia! Tutto per ridisegnare lo scacchiere delle sinergie politico-economiche del tempo, a vantaggio dei soliti noti. Gli USA post-monroisti, specialmente, che se ne fregarono altamente fino all'episodio del Lusitania (che, ricordiamo, fu una montatura).

Quella che fino a pochi anni prima era stata una delle più grandi potenze non esistette più, ed era la prima volta nella storia che accadeva una cosa del genere. Al suo posto (e alla faccia del tanto sbandierato "diritto all'autodeterminazione dei popoli") furono create mostruosità geopolitiche come la Cecoslovacchia e la Jugoslavia. Cioè popoli che si odiavano da sempre vennero accorpati artificialmente e per forza, mentre antichissime entità storiche ed etniche vennero smembrate. Tutti i nuovi stati, Italia compresa, si ritrovarono con minoranze che prima non avevano, cosa che preparava gli irredentismi futuri che puntualmente esplosero alla prima occasione.

> A me pare che, indipendentemente dagli arbitrii di Wilson - che allo stato attuale delle conoscenze non risulta sia stato un massone; quello stesso salutato come "profeta dei popoli" dal primo Mussolini (che allora si ergeva altrettanto convenientemente ora pro ora contro il "bolscevismo") - e "mostruosità geopolitiche" indelebili e inaudite (divide et impera: o soltanto i "romani" hanno questo diritto?), gli italiani si ribellarono, e vivamente, alle sue decisioni, sebbene ottennero finalmente gran parte di quegli agognati territori sulla cui mancata annessione Cammilleri, qualche sproloquio fa, aveva impostato il suo castello di carte.

L'ultimo imperatore d'Austria Carlo d'Asburgo (uomo profondamente cristiano e in attesa di beatificazione da parte della Chiesa), venne deportato e morì di malattia in esilio, separato dai suoi figlioletti. La moglie italiana, Zita di BorboneParma, è scomparsa pochi anni fa.

> Non sò se definire questa una provocazione, o tentativo di sciacallaggio sentimentale a buon mercato; col rischio di rifulgere della medesima goliardaggine cammilleriana, immaginiamo il pathos della scena di questi figlioletti di un futuro beando - martire - cattolico, come "l'occhio della madre" fantozziana sugli scalini de L'incrociatore Potemkin casareccio...

La Russia ormai non esisteva più. Al suo posto c'era l'Unione Sovietica, una immensa carestia creata dal fanatismo comunista di Lenin e il terrore poliziesco scientificamente organizzato.

> A questo punto, dato l'ennesimo salto sintomatico, credo che il problema sia che questo "terrore poliziesco", di cui aveva dato già gran prova lo zar Nicola II al tempo del povero pope Gapon, fosse organizzato scientificamente; creato appunto per dare la caccia a pericolosi dissidenti "ridotti alla fame".

La Germania fu caricata della colpa totale della guerra e costretta a pagare immensi risarcimenti ai vincitori. Aveva perso quasi tutti i suoi uomini attivi ed era letteralmente alla fame. Per essa si aprì un periodo di gravissimi torbidi e di inflazione apocalittica. Rivolte bolsceviche e settimane "rosse" e "di sangue" si susseguivano, mentre ogni partito si muniva di "servizi d ordine" in divisa e armati. Da qui l'ascesa del Nazismo e la volontà di rivincita.

> Anche in questo caso, il metamorfismo a cascata del nostro novello Cicerone, abile - ma non troppo - a miscelare verità alla fandonia più inflata, travalica qualsiasi proscenio di risibile.

Gli Inglesi, per mettere in difficoltà l'Impero turco, alleato degli Imperi Centrali, mandarono in Palestina il famoso Lawrence d'Arabia, col compito di sobillare le tribù arabe. Agli Arabi fu promessa la creazione di uno stato arabo palestinese. Ma verso la fine della guerra analoga promessa era stata fatta dagli Inglesi ai sionisti, cioè a quegli ebrei nazionalisti che volevano creare uno stato ebraico in Palestina.

> Ho capito, finalmente: a Cammilleri preme la giustizia! Non importa se a subire siano arabi, turchi, austriaci: basta che gli oppressori non siano cattolici (meglio ancora se americani, russi, francesi, inglesi...).

L'insanabile conflitto arabo-israeliano ha origine da qui.

> Perché non dire che ha inizio con l'integralismo dei fanatici sionisti di cui il Likud è odierno degno continuatore?

Francesi e Inglesi ridisegnarono a tavolino la geografia della zona, staccando dall'Iraq lo staterello artificiale del Kuwait, ricchissimo di petrolio e unico sbocco al mare. Se ne ricorderà l Iraq, invadendolo nel 1990.

> Ma Saddam ha sempre sostenuto che quella terra apparteneva ai suoi antenati assiri: c'è una premessa più legittima di questa, per qualsiasi sciacallo dell'opportunismo a senso unico?

 

La cosiddetta Rivoluzione sovietica
--------------------------------------------------------------------------------

Come ha ricordato Solgenitsin l'impero zarista era economicamente florido, non aveva praticamente deficit né debito pubblico e i prigionieri politici in Siberia erano in numero molto inferiore a quello poi propagandato dal regime comunista.

> So bene che Solzenicyn (casomai) oggi sia uno dei cavalli di battaglia più sfruttati dai nuovi retrogradi, ma era necessario declassarlo tirandolo in ballo in "cosiddette" righe come queste?

Il paternalismo zarista, anzi, faceva sì che i più venissero graziati. E si trattava in genere di terroristi nichilisti, decabristi, radicali, come descritto nelle opere di Dostojewski.

> Più corretto, Dostoevskij, casomai... Davvero grandi opere "storiche"... Come quelle di Gogol, Turgenev e Tolstoj, per caso? Ma se non sbaglio, i ribelli erano soprattutto ebrei; o no? Anche questa è propaganda?

(!SNIP!) > Disgustato ed annoiato di ripetermi, mi rifiuto persino di abbozzare ulteriori risposte alle usuali contorte inflature raccogliticce sul "comunismo" espresse (peraltro vieppiù volgarmente e puerilmente) nel passo da me qui cassato, che chiunque dotato di una calma maggiore della mia può però andare a riscontrare nella paginetta originale.

Ma la Russia ortodossa era famosa per i suoi periodici pogrom contro gli Ebrei. Moltissimi di questi preferirono emigrare negli Usa, dove divennero banchieri e finanzieri, uniti da un comprensibile astio nei confronti della loro ex patria. Tra essi troveremo diversi finanziatori del bolscevismo, tra i quali quel famoso Armand Hammer, il miliardario "rosso", che sostenne il regime di Lenin con sottoscrizioni e prestiti.

> Quindi, massoneria a parte, comunismo russo e capitalismo americano hanno un... comune denominatore dietrologico: un proteiforme complotto sionista!

Quando, dopo la gigantesca battaglia della Marna, la guerra si impantanò nelle trincee, fallito il piano originario tedesco, lo stato maggiore prussiano si trovò nella necessità di neutralizzare la Russia per non dover trovarsi a combattere su due fronti. Da qui il famoso "treno blindato" con cui Lenin, fino a quel momento personalità di secondo piano e senza futuro in esilio a Zurigo, poté tornare in Russia ben fornito di marchi tedeschi. Com'è noto, dopo essere entrati in un governo di coalizione con i moderati di Kerensky, la tattica leninista dell'egemonizzazione di larghe maggioranze da parte di un gruppetto organizzato "alla giacobina" ebbe successo. I bolscevichi a quel punto fecero un vero e proprio golpe, che poi la propaganda trasformò in "rivoluzione". Le foto che ritraggono il popolo all'assalto del Palazzo d'Inverno sono infatti false: furono costruite dopo, con attori e comparse. Lenin, di origine ebrea, diede vita ad un Soviet centrale in cui la stragrande maggioranza aveva la sua stessa origine.

> Ma sà, Cammilleri... Oramai non ho più parole per commentarla, specialmente per mettere a nudo il nerbo pulsante delle sue sfacciate antinomie convenientistiche. Posso solo dire che, in tempi in cui esistono squilibrati che parlano di uno sbarco sulla Luna girato da Kubrik (comunistoide) - e potrebbe anche essere vero: perché no? -, non mi meraviglio più di nulla... Vero che tutto è possibile, ma lei, ne converrà, mette a dura prova persino la credibilità di chi deve smascherarla; figuriamoci se le interessa la sua, di credibilità.

Il dopoguerra
--------------------------------------------------------------------------------

Con il cinema l'americanismo invadeva l'Europa. Le donne accorciavano i vestiti, tagliavano corti i capelli, guidavano l'aereo e l'auto. L'uomo dinamico e di successo, l'attore, l'affarista diventavano i modelli da imitare. La vita si democratizzava e diventava di massa, così come i modi e il linguaggio.

> Vada bene che certo "cinema" yankee sia davvero patetico, ma mi era sembrato di capire che Cammilleri non fosse contrario alle donnine succinte o alla parità di diritti...

Il mare, prima riservato ai malati, si trasformava in divertimento popolare, così come lo sport

> Ho già letto amenità del genere in qualche sproloquio delirante del suo degno collega Messori...

L'Italia, patria di Machiavelli e della scienza politica, inventava il Fascismo, subito imitato all'estero.

> Mi faccia capire, Cammilleri: come mai ora elogia l'esecrando "ateo" Machiavelli? O si tratta di un semplicissimo, tradizionale anfibolo dei suoi?

Nacquero movimenti fascisti dappertutto anche in America, in Inghilterra e in Francia Mitologie pagane, in Germania specialmente, cominciavano a venire esaltate. Ma non si trattava di un ritorno al passato. Era esattamente quel che i giacobini avevano fatto col mito di Roma, della Grecia di Pericle e di Sparta. In Italia, invece, grazie alla presenza della Chiesa, con la Conciliazione del 1929 il Fascismo adottò il motto "Dio, Patria, Famiglia", nel quale stemperò la sua carica rivoluzionaria.

> Motto ad hoc - come Gott mit uns - specie qualora messo nella bocca di Mussolini il mangiapreti, grande politico, e uomo della provvidenza (post-concordataria)...

Nel frattempo gli Stati Uniti venivano travolti dal crollo di Wall Street e coinvolgevano l'Europa, ormai da essi economicamente dipendente. L'Italia fu la prima a capire che la soluzione consisteva nell'applicare le tesi dell'economista John Maynard Keynes.

> Keynes, l'eretico, inglese ma... cattolico (quindi emendato), più predicatore che economista, discepolo occulto di Prudhon, avido estimatore di Freud (ebreo e ateo) e attento osservatore della pianificazione leninista (chiaramente, da mediare col liberismo...). E soprattutto, promotore della politica - fallimentare - di Bretton Woods...

La crisi economica era stata causata dal liberismo selvaggio, in precedenza l'unica dottrina economica seguita negli Usa. Consisteva nel considerare il lavoro una merce come le altre, soggetta dunque alle variazioni della domanda e dell'offerta.

> Una concezione primitiva, non c'è che dire, sebbene dopo Wilson invero ci fu una ventata di isolazionismo. Ergo?

Ovviamente, quando le cose andavano male, gli industriali non potevano chiedere ai fornitori, industriali come loro, una riduzione di prezzo; l'unica "merce" di cui potevano ridurre il prezzo era il salario degli operai che da essi dipendevano. Ma gli operai licenziati, non avendo più denaro da spendere, finivano col far fallire le industrie che producevano vestiti, case, cibo. Queste a loro volta licenziavano, e così via. Il fallimento delle industrie provocava quello delle banche loro creditrici; queste travolgevano i risparmiatori. Insomma si trattava di una depressione economica che vedeva i magazzini pieni di merci invendute e che nessuno poteva comprare.

> Giusta osservazione. Ergo?

Mussolini ebbe l'accortezza di circondarsi di economisti valenti, anche se non fascisti. Come Beneduce (padre della moglie del finanziere Enrico Cuccia, la signora Idea Socialista, sorella di Vittoria Proletaria), creatore dell'Iri. L'Iri (appunto, Istituto di Ricostruzione Industriale) rilevò le banche fallite e le sottopose allo Stato, il quale le sottomise a una banca centrale e statale, la Banca d'Italia. Il regime, accentrando tutte le funzioni nello Stato, era nella posizione migliore per riavviare l'economia.

> Verissimo; costoro furono in pratica i salvatori dell'economia italiana nel ventennio. Ergo?

Lo Stato, che (diversamente dagli imprenditori privati) non ha fini di lucro, può stampare la moneta con cui pagare gli operai. Questi, ricevendo un salario grazie alla loro attività nei lavori pubblici (cioè quelli intrapresi dallo Stato), possono adesso spenderlo in vestiti, case, cibo. Le imprese, esauriti così i magazzini, rinnovano le ordinazioni alle imprese fornitrici, e così via. Il Fascismo avviò un piano grandioso di opere pubbliche, tra cui la costruzione di intere città. Stessa cosa fecero, poi, i Tedeschi con Hitler. In questa prima fase quasi tutti i premier del mondo si dichiararono ammiratori di Mussolini anche Churchill, Hitler, Lenin, Stalin. L'Unione Sovietica chiese addirittura all'Italia di ricostruirle la flotta da guerra.

> E sin qui non siamo ancora al "nazifascismo cattivo", sebbene, invero, Mussolini si convertì quasi subito al liberismo... Ergo?

Gli Stati Uniti provarono anch'essi, col cosiddetto New Deal, ad avviare una politica economica keynesiana. Ma essa è di fatto un'economia d'emergenza, "di guerra", quale solo una dittatura (avendo un solo centro decisionale e in mano tutte le leve dello Stato) può, in fondo, portare a compimento velocemente e con successo. Negli Usa sostanzialmente fallì. La vecchia ricetta liberista prevedeva che lo Stato dovesse solo fare da "arbitro" tra le parti economiche, perché la "mano invisibile del mercato" avrebbe prima o poi messo a posto le cose da sola.

> Ergo...

Cioè, secondo gli economisti "classici", gli operai avrebbero accettato, pur di lavorare, un salario inferiore; questo avrebbe permesso alle imprese di riprendersi. Nel cosiddetto "lungo periodo", con la ripresa, i salari sarebbero cresciuti di nuovo. Ma giustamente Keynes aveva avvertito: "Nel lungo periodo saremo tutti morti". L'unica soluzione parve, ai vertici americani, il coinvolgimento nel conflitto: lo stato di guerra fa accettare all'opinione pubblica la sospensione dei diritti costituzionali e la concentrazione dei poteri in mano allo Stato, cosa che permette di sostituire i lavori pubblici "di pace" (quasi impossibili in presenza di una forte resistenza "liberista") con quelli "di guerra", cioè gli armamenti e la merce deperibile per eccellenza: bombe e munizioni. Merce che, dovendosi continuamente sostituire, dà lavoro alle imprese e agli operai praticamente finché dura il conflitto. E anche dopo, con la ricostruzione di quanto è stato distrutto.

> Ah, ecco: ora è chiaro tutto il giro... Non vediamo però quale sia il vero problema, a parte il contesto farraginoso e forzoso; la crisi di Wall Street ed il New Deal non costituirono fattori scatenanti fondamentali, di là dei problemi di regolamento dei debiti fra le nazioni europee coinvolte nel primo conflitto e delle problematiche di ristrutturazione dei governi in un senso socialisteggiante. Vada bene, Il New Deal non costituì un successo, ma i contemporanei americani e non la concepirono come un’esperienza riuscita, capace di generare modelli e imitazioni. Quanto a Keynes, arricchitosi con le speculazioni borsistiche - "la ricchezza non è fatta per essere accumulata" -, le sue prime teorie (non certo avulse da integrazioni con i principii marxisti) furono indirizzate contro von Mises e la scuola degli "austriaci", che vi opposero valide argomentazioni; non sono certo trascendentali, dato che già Sraffa, amicone di Gramsci, aveva accennato a qualcosa del genere. Nel caso specifico, questa teoria, nata dopo il 39, geniale senza dubbio e utile per allora (difatti, fu ben accolta dai rooseveltiani), venne congedata negli anni 70 e seppellita da von Hayek negli 80. Ma proseguiamo.

Il martirio del Messico
--------------------------------------------------------------------------------

Nel 1926 il Messico cattolico insorgeva in armi contro il governo massonico e laicista appoggiato dagli Stati Uniti. La guerra civile terminava nel 1929 con la totale disfatta degli insorti.

> Altro giro, altro inserto interstiziale.

I manuali di storia amano insistere, per motivi ideologici, solo su alcune stragi. I "martiri" sarebbero dunque solo quelli che, per certi faziosi manualisti, sono morti militando nella parte "giusta"

> Ma se non sbaglio, è le medesima "tecnica" di cui lei fa uso abnorme, caro Cammilleri...

(quella che è giudicata tale dallo "storico"; purtroppo molti manuali di storia hanno come fonte solo altri manuali precedenti; così le leggende si moltiplicano e le nuove acquisizioni della storiografia restano per decenni lontane dalla scuola.

> Quindi, per Cammilleri gli storici vivono di rendita...

Di più: è invalso l'uso deprecabiie di tacciare di "revisionismo" ogni interpretazione che si discosti da quella "ufficiale", che poi sarebbe quella della maggioranza di volta in volta egemone. Il termine, di origine marxista, basta da solo a far capire che anche i fatti possono essere oggetto di racconto "addomesticato").

> Chiaramente...

Nel secolo precedente Napoleone III aveva sostenuto l'attribuzione della corona messicana a Massimiliano d'Asburgo. Era l'unico sistema per far cessare i golpe continui e le conseguenti rivolte, fomentati dai vicini Stati Uniti.

> A questo punto potremmo anche continuare per inerzia, dato che abbiamo già ampiamente dimostrato in che modo e perché le acrobazie cammilleriane si demistificano da sé. Ma non vogliamo passare per pigri...

Un imperatore straniero, ma cattolico come i messicani, avrebbe pacificato gli animi e permesso a Napoleone III di accontentare l'opinione pubblica francese, che non vedeva di buon'occhio il suo appoggio alla politica anticattolica italiana.

> Cammilleri farnetica; le pressioni provenivano specialmente dal clero interventista, senza contare che ben poco fece comunque per inimicarselo. Tra l'altro, Napoleone aveva deciso di insediare l'Asburgo (cugino dell'imperatore d'Austria) perché, oltre ad aver prestato forti somme alle fazioni in lotta (Juarez pagò Inghilterra e Spagna, che si ritirarono dalla "santa" alleanza di riscossione col nemico francese...), supponeva che il paese fosse ancora devoto al cattolicesimo, e ancora pieno di ricchezze, auspicando che dall'impresa, gradita al papa, ne avesse tratto giovamento la Borsa... Ma il popolo messicano era devoto a Benito Juarez, più che alla madonna di Guadalupe...

Pare che l'eminenza grigia di questa operazione sia stato l'ambasciatore spagnolo, il grande pensatore Donoso Cortés, già artefice del matrimonio dell'imperatore dei francesi con la contessa spagnola Eugenia de Montijo.

> Juan Donoso Cortes, il più stravagante "pensatore" (reazionario) del XIX secolo?

L'avventura messicana- di Massimiliano finì, com'è noto, con la fucilazione di Queretaro per mano dei rivoluzionari.

> Per meglio dire, Massimiliano (semplicemente abbandonato a sé stesso dai suoi stessi mandanti) fu condannato da parte del popolo intero, non già di "rivoluzionarii". Fu vera gloria?

(!SNIP!) > Ennesimo tormentone dell'inesauribile De Maistre siculo, che mette a dura prova persino la noia, tant'è che omettiamo di ripeterci; stavolta il beffardo minestrone di insulsaggini pseudo-vittimistiche è incentrato su Zapata, Villa, massoni (quod mirandum), Lenin, scristianizzazione, PRI, USA, bandiere sataniche... Chi desidera, lo legga nella versione "non purgata", indi compia delle accurate ricerche in merito, se si fida...

La guerra di Spagna
--------------------------------------------------------------------------------

La moda "fascista" dilagò in molti paesi europei Bulgaria, Romania, Portogallo e altri si diedero regimi del genere. Intanto Hitler si riappropriava dei bacini carboniferi della Ruhr e della Saar e dichiarava che la Germania avrebbe cessato di pagare i debiti di guerra. Nel frattempo avviava trattative con l'Urss.

> Sacrosanto.

Si dimentica che è sempre la geografia a farla da padrona, e tutte le ideologie devono farvi i conti.

> Verissimo.

Fin dai tempi dei Cavalieri Teutonici, e poi dello zar modernizzatore Pietro il Grande, la Russia aveva sempre contato sull'intraprendenza tedesca per sfruttare le sue immense risorse. Ingegneri, imprenditori, intellettuali tedeschi venivano letteralmente importati. La tradizionale contiguità tra Tedeschi e Russi era continuata anche col regime sovietico: i Tedeschi, infatti, misero al riparo gran parte dei loro armamenti proprio in Russia per sottrarli alle pretese dei vincitori della Prima Guerra Mondiale. Ma adesso il nazismo considerava il bolscevismo il suo nemico principale, e Stalin non aveva del tutto abbandonato l'idea di esportare il comunismo (l'aveva solo sospesa in attesa di tempi migliori: per questo aveva fatto uccidere Trotzski, teorizzatore della "rivoluzione permanente").

> Certamente.

In più sapeva che comunismo e nazismo, totalitarismi concorrenti, non avrebbero potuto convivere a lungo. La Germania nazista voleva lo sterminato impero dell'est per due motivi: uno, le sconfinate risorse dovevano essere sfruttate dai Tedeschi, con i sovietici, "inferiori", a fare da semplice manovalanza. In più l'immenso territorio era adatto per deportarvi gli Ebrei. Infatti alcuni storici sostengono che la "soluzione finale" consistesse proprio nella deportazione di massa di tutti gli Ebrei.

> Non è una teoria molto supportata, ma comunque qualcuno l'ha avanzata. Vediamo però a cosa prelude tutto questo prologo.

La "prova generale" fu la Spagna. Qui erano andati al potere i repubblicani, uno schieramento composito che comprendeva comunisti, radicali e anarchici. L'aspetto meno noto consiste nella spietata persecuzione anticattolica che il nuovo regime avviò.

> Quod mirandum.

Disse uno storico liberale, Hugh Thomas, che non si era mai visto niente del genere dai tempi di Diocleziano.

> Citazione impopolare, considerate le cifre inflate dei tempi di Diocleziano. Vieppiù controproducente, se consideriamo quel che disse il medesimo autore a proposito dei "mori" impiegati poi da Franco... A me pare, quindi, che Cammilleri stia mettendo in atto il suo usuale processo di mistificazione incrociata. Ma continuiamo.

Più di sedicimila tra preti, vescovi, suore, seminaristi vennero massacrati nei modi più atroci. Oltre a un imprecisato numero di laici credenti. Vennero vietati i nomi cristiani e anche il saluto adios, che conteneva la parola "Dio". Profanati e incendiati chiese e conventi, fucilate anche le statue religiose, sterminati anche i parenti degli ecclesiastici.

> Cosa provocò una reazione del genere nella tradizionale - seconda - culla del cattolicesimo mondiale? Specie dopo il periodo di De Rivera, in seguito alla morte di Seguì per mano del padronato, la situazione della Spagna era caduta, a causa dell'ingerenza delle élites e della chiesa, insostenibile. Con l'avvento di Zamora, si avviarono riforme laiche e progressiste per modernizzare lo stato e ridurre l’influenza del clero e dei proprietari terrieri, provvedimenti che incontrarono l'avversione dei radicali e anarchici, per opposti motivi. Questo portò alla caduta del governo, che fece assurgere i moderati di destra di Lerroux, supportati dai fascisti di de Rivera junior. Esperienza breve, poiché si ha il reimpasto e salgono le sinistre, cui si affiancano cattolici progressisti. Tutto bene fino al tempo in cui Franco proclama il golpe, col supporto, ancora una volta, della chiesa cattolica. Il resto è facilmente consequenziale.

Stalin inviò Togliatti e Longo, agenti del Komintern (struttura dell'Internazionale comunista con compiti di controllo sui partiti comunisti nei vari paesi),

> Non vedo la necessità di precisare cosa fosse il Komintern, dato che è noto a tutti da gran tempo. Tipiche "precisazioni" da estensori indiretti...

i quali organizzarono i comunisti locali e permisero loro di sbarazzarsi della scomoda "sinistra" anarchica, irriducibile alle direttive di Stalin. L'eliminazione (fisica) degli anarchici procedette di pari passo con la guerra civile.

> Anarchici che, si noti, ora diventano martiri, di fronte al "pericolo maggiore" dei bolscevichi. Tra l'altro, è strano che in mezzo a questa folla di oltre 16000 - il suo amico Messori, da cui certamente riprende questa sequenza di inflature, si limita, con più decenza, ad enumerarne "soltanto" 6832... - preti assassinati (forse sommati anche quelli della vicina Francia?), la chiesa ne abbia beatificato soltanto 233, ma v'è da dubitare persino di cifre del genere, a sentire le dichiarazioni di molti ex partigiani italiani che parteciparono alle azioni "combinate" da Togliatti (idest Stalin)... Forse perché fra queste torme di sacerdoti non era possibile distinguere, come ai tempi del buon Amaury, quelli che avevano parteggiato per i proletarii decimati da Franco, da quelli che presero il mitra a suo favore? Discorsi come quello di beatificazione wojtyliano, che Cammilleri ripete verbatim, sono pronunziabili solo di fronte a un popolo di ignari delle vicende storiche, o di condizionati.

L'esercito insorse contro i repubblicani "rossi", aiutato da Italia e Germania. I "rossi" erano più o meno occultamente appoggiati da Stalin, dall'Inghilterra, dagli Stati Uniti e dalla Francia.

> No, no: i "rojos" erano apertamente appoggiati da questi stati! Diciamo le cose come stanno!

La propaganda internazionale sostenne notevolissimamente la parte repubblicana. Intellettuali come Hemingway, Picasso e Orwell vennero mobilitati. Picasso cambiò titolo a un suo quadro che celebrava la morte di un torero e lo dedicò a Guernica (tanto, con l'arte astratta, una cosa può benissimo diventare un'altra),

> Certamente, come pure i miliardi che Mussolini richiese a saldo delle truppe inviate - non richieste - a Franco nel '33, che il caudillo mai saldò...

la città della cui distruzione i rojos incolparono gli avversari, facendone il simbolo della loro presunta "barbarie".

> Cioè, mi si faccia capire: Cammilleri, interrompendo le precedenti righe di buonsenso - forse per seguire altre fonti -, vuol forse dire che i "banditi" invocarono o provocarono la legione Condor ad effettuare un "esperimento perfettamente riuscito" (Göring)?

Orwell, dal canto suo, vide nell'esperienza spagnola cos'era davvero il comunismo e vi concepì la sua opera più nota, 1984. La vittoria del generale Franco concluse la guerra civile. La Spagna, prudentemente, si tenne poi fuori dalla Seconda Guerra Mondiale.

> Diciamo pure, vigliaccamente...

Stalin a quel punto pensò bene di firmare il famoso trattato di non aggressione con Hitler, cosa che gli permise di invadere il Baltico, la Finlandia e spartirsi la Polonia con i Tedeschi. Nel contempo dava ordine ai partiti comunisti nel mondo di collaborare con la Germania, di cui adesso era "amico".

> Atteggiamento men che biasimevole, specie se perpetrato da un "rojo"... e specie se serviva al "compare" nero per preparare l'attacco alla Polonia, alla faccia di un imbarazzatissimo Benito. Che non poteva certo rischiare di far calare dal Brennero i nuovi lanzichenecchi...

La seconda guerra mondiale
--------------------------------------------------------------------------------

L'Italia fu praticamente spinta tra le braccia di Hitler dalla miopia delle democrazie occidentali.

> Ora Hitler diventa il "mostro" (ma per colpa delle ostinate e poco accorte democrazie occidentali, salvognuno).

La questione africana era per l'Italia di vitale importanza, ma Inghilterra e Francia (che, con gli Stati Uniti, praticamente egemonizzavano la Società delle Nazioni), gelose dei rispettivi interessi, ne ostacolarono in tutti i modi l'espansione nel continente nero. L'Italia procedette unilateralmente all'occupazione di Etiopia, Eritrea e Abissinia, e la Società delle Nazioni la "punì" decretandone il blocco economico e commerciale (le cosiddette "sanzioni"). Ma l'Italia, inaugurando un regime autarchico, cioè di autosufficienza, resistette.

> Vuoi mettere, le eroiche Nazionali del "patriota fascista" contro le Lucky strike degli yankees?

E va detto che il popolo collaborò, donando "oro e ferro alla Patria" e impegnandosi nella cosiddetta "battaglia del grano" (in cui si mieteva perfino nelle aiuole pubbliche).

> "Donando"?

Le sanzioni fallirono perché, alla lunga, l'impossibilità di commerciare con l'Italia danneggiava molti paesi, i quali uno alla volta riaprirono le relazioni economiche.

> Certamente, tanta e tale era la potenza commerciale dell'Italia nel Ventennio - con le riserve auree calate quasi sotto l'80% -, divenuto nuovo ago della bilancia dell'economia mondiale... comprando dagli stessi stati plutocrati che misero in atto quella... messinscena imbastita dagli stessi fascisti? Ora capisco quel "punì" fra virgolette!

Questo episodio sancì l'inutilità della Società delle Nazioni e ne determinò la progressiva scomparsa.

> Inutilità già a suo tempo sospettata dall'Inghilterra.

Quando i nazisti eliminarono Dollfuss, cancelliere austriaco, e procedettero all'annessione (Anschluss) dell'Austria, ci fu un momento in cui le sorti di quel paese furono in mano all'Italia. Hitler, ammiratore di Mussolini, era disposto a offrirgli la "nemica storica" su un piatto d'argento.

> Poffare! Perché mai Mussolini non accettò, per compiacere il suo amato modello, di dar vita ad una di quelle altrimenti definite "mostruosità geopolitiche"?

O, quanto meno, le truppe immediatamente inviate da Mussolini al confine avrebbero ben potuto dissuaderlo, se solo le potenze occidentali avessero lasciato mano libera all'Italia in Africa. Invece fu proprio la loro intransigenza a spingere Mussolini all'alleanza con Hitler.

> Non mi attendevo che il poliedrico Cammilleri passasse così presto al suo usuale arsenale di bombe al panzanio!

Scoppiata la guerra, tuttavia, il Duce esitò per un intero anno prima di prendere posizione. Il Papa, Pio XII, lo scongiurò di imitare Francisco Franco e restare neutrale.

> Pio XII non sò (difatti, possiamo solo "congetturare"...), ma fu così anche per i vescovi che salutarono la campagna del Corno d'Africa, o quelli che donarono i loro ori durante il periodo d'autarchia?

Ma ormai le armate del Reich dilagavano incontrastate fino a Parigi e assediavano l'Inghilterra. Mussolini temette di dover assistere a un trionfo tedesco, per poi dover fare da vassallo al padrone d'Europa.

> Ma allora quel birbante di Hitler simulava la sua ammirazione per il duce! E lo sfotteva pure!

Dopo l'invasione della Francia e l'evacuazione degli inglesi da Dunkerque l'Inghilterra era alle corde e temeva uno sbarco tedesco da un momento all'altro. La flotta italiana si ritrovò praticamente sola nel Mediterraneo e sarebbe stato relativamente agevole impadronirsi di Gibilterra e Malta, condizionando notevolmente le sorti della guerra. Invece qualcosa non funzionò a livello di ammiragliato (il cui ministero era allora distinto dagli altri) e non se ne fece nulla. Libri come il famoso Fucilate gli ammiragli di Trizzino gettano una fosca luce sull'intera vicenda. Qualcuno ha ipotizzato che, dati gli stretti legami tra i massoni italiani e l'Inghilterra ("madre" delle massonerie),

> Quindi, fu per colpa dei massoni, non dell'inettituidine di qualche ammiraglio casareccio (beninteso, poiché appartenente ad un ministero distinto dagli altri), che l'Italia fascista rinunziò a sì ghiotta impresa? Forse Mussolini si riteneva l'unico pacifista rimasto in Italia?

si sia messo in moto un perverso meccanismo analogo a quello che, nel secolo precedente, aveva consegnato la flotta borbonica nelle mani dei garibaldini praticamente senza combattere.

> Ma diciamolo pure; pagando qualche mazzetta agli integerrimi ufficiali borbonici! Ma fortunatamente, si augura il nostro, come nel caso di Pio XII, si tratta

di aspetti sui quali probabilmente non verrà mai fatta piena luce. Nel frattempo Hitler risolveva a modo suo il "problema" ebraico. A suo tempo passi più o meno informali erano stati compiuti per "offrire" gli Ebrei tedeschi a chi li voleva. Ma nessun paese si dichiarò disposto ad accoglierli. Avrebbero creato notevoli problemi, forse anche con le rispettive opinioni pubbliche.

> Specialmente in stati nei quali gli ebrei costituivano un'élite plutocratica... (Carino, quell'"offrire"...)

Del resto le teorie razzistiche erano relativamente recenti: erano comparse verso la fine del secolo scorso ed avevano avuto diversi corifei in intellettuali inglesi e americani, oltre che tedeschi.

> La spoletta delle testate cammilleriane inizia ad assumere bagliori direi radioattivi.

(!SNIP!) Insomma non sono poche le voci che si sono levate a condannare l'atteggiamento iniziale, sostanzialmente indifferente, delle democrazie occidentali, teso a minimizzare il dramma ebraico mentre si compiva.

> Fra esse compreso Pio XII. Ma come negare che il fuhrer, una volta occupata la Francia,

credette di aver risolto il problema col Madagascar, isola francese alle coste dell'Africa, nella quale i nazisti pensarono dapprima di deportare tutti gli Ebrei dell'Europa occupata. Ma il progetto dovette essere accantonato per l'impossibilità di trasferire milioni di persone in piena guerra, stante la presenza delle navi inglesi a Suez e nell'Atlantico.

> Accidenti a loro! Non avevano altri posti dove andare ad ormeggiare?

Nel frattempo i Tedeschi avevano attaccato l'Urss ed erano penetrati molto all'interno. Si pensò allora di deportare gli Ebrei in Russia. Ma poi, dopo Stalingrado, le cose andarono diversamente, com'è noto, e la "soluzione finale" fu un'altra. Gli Ebrei, decimati dalle malattie, dalla fame e dallo sfinimento (i nazisti impiegavano il loro lavoro forzato nelle fabbriche), morirono in gran numero. Il numero effettivo di morti è controverso.

> Cammilleri, Cammilleri... Capisco il clima del contesto storico, capisco che "tutti" siano stufi di commemorazioni dello shoà, e capisco anche che gli ebrei - ma si, diciamoci la verità - fossero brutti, sporchi, cattivi e soprattutto schifosamente abili e ricchi, ma non le pare che una Hiroshima sia già stata abbastanza? Ci si mette anche lei a sparare stronzate (mi scuso per l'eufemismo...) atomiche ad alzo zero? Se è questo che vuol fare capire con questa sua ennesima - per sua fortuna - ambigua sconcezza, non le pare giusto "un cincinino" esagerato, che i forni crematoi possano essere magicamente trasformati in altiforni d'acciaieria? E avrei tanto altro da aggiungere, per non passare dalla ragione al torto.

Molti Russi (i Cosacchi, in particolare) si unirono alle truppe tedesche in odio al regime comunista (Stalin aveva aggiunto i suoi massacri a quelli di Lenin, e più di trenta milioni di persone -kulaki soprattutto, cioè coltivatori diretti- erano state eliminate dal comunismo sovietico). La stessa cosa accadde in Jugoslavia. Alla fine della guerra costoro si consegnarono nelle mani degli Alleati. Ma questi, soprattutto gli Inglesi, li restituirono con le loro famiglie a Stalin e a Tito. I quali provvidero a sterminarli. Intere famiglie, pur di non finire nelle mani dei comunisti, si suicidarono.

> Non è chiaro cosa cerchi di rappezzare qua: passi per Stalin, ma Tito applicò il taglione a quegli italiani e reazionarii responsabili delle persecuzioni di mezzo milione di slavi durante la guerra.

Churchill puntò tutto, allora, sull'aiuto americano. Ancora una volta l'opinione pubblica Usa era propensa a non impicciarsi in una guerra europea.

> Avrebbe dovuto? Cioè, mi faccia capire il nostro: prima si lamenta che gli americani si impicciano dappertutto, ora si lamenta del contrario? C'è forse qualche recondito movente per questo ennesimo esempio emblematico di mistificazione? Credo di no: "Vieni e vedi"...

Ma il presidente Roosevelt forzò ancora una volta la situazione. I Giapponesi, provocati in ogni modo e letteralmente spinti (dalle ritorsioni commerciali americane) a risolvere la cosa con le armi, attaccarono Pearl Harbour e distrussero gran parte della flotta americana. I servizi segreti statunitensi da tempo sapevano di quell'attacco, ma ebbero ordine di tacere. Gli Americani, consci della loro debolezza terrestre, puntarono tutto (di concerto con gli Inglesi) sull'arma aerea. Vennero per la prima volta pianificati bombardamenti strategici (prima di allora il bombardamento era stato solo tattico, di appoggio cioè alle manovre della fanteria). Valanghe di fuoco si riversarono sulle città tedesche, allo scopo di terrorizzare la popolazione civile e demoralizzare l'avversario. Centinaia di migliaia di civili inermi morirono nelle più importanti città tedesche. I Tedeschi risposero bersagliando Londra con i missili VI e V2.

> No comment. È avvilente persino perdere tempo a ribattere.

Poi la sconfitta italiana in Africa e l'invasione della Normandia e dell'Italia ribaltarono definitivamente la situazione. L'Italia, con 1'8 settembre, si era chiamata unilateralmente fuori dalla guerra, e poi si era alleata con gli anglo-americani. I Tedeschi si ritrovarono, in Italia, da alleati a occupanti. Man mano che gli Alleati risalivano dal Sud essi si ritiravano. Uno degli scontri più sanguinosi tra Tedeschi e Alleati avvenne a Cassino. L'antichissima abbazia, patria del Patrono d'Europa, era colma di tesori d'arte. I comandanti tedeschi proposero al nemico di risparmiare la rocca, ma quelli non ne vollero sapere. Allora i Tedeschi portarono in salvo tutte le opere d'arte e i preziosi manoscritti in Vaticano. Quando un'incredibile tempesta di fuoco ridusse Cassino a un cumulo di rovine, solo allora i Tedeschi vi si asserragliarono, ed ebbe luogo una delle più cruente battaglie della guerra. Qualcuno ha avanzato il sospetto che certi comandanti alleati, protestanti, abbiano voluto così sfogare un odio atavico verso quel simbolo del "papismo"; ma siamo nel campo delle pure ipotesi.

> Diciamo pure, invece, che possiamo procedere oltre il sospetto di trovarci nel campo delle più genuine imbecillaggini da competizione...

A quel punto si scatenava la cosiddetta Resistenza. Gli Americani erano riusciti a sbarcare in Sicilia praticamente senza colpo ferire. Aveva fatto da battistrada la mafia. Al boss Lucky Luciano, in galera negli Usa, venne promessa l'impunità se avesse agevolato lo sbarco tramite le sue amicizie nell'isola. Così avvenne, ed emeriti mafiosi si ritrovarono, nella Sicilia "liberata", sindaci o addirittura commissari addetti alle distribuzioni degli aiuti alle popolazioni. Il Fascismo aveva di fatto sgominato la mafia inviando il famoso "prefetto di ferro" Mori.

> Camilleri, sempre in vena di sciacallaggi ad effetto, sa benissimo da dove proviene il problema della mafia, e che Mori, in sostanza, fece men che poco.

Questi, munito di pieni poteri, aveva sbarazzato l'isola dei maggiori cápi mafiosi inviandoli al confino. L'"onorata società" aveva fatto i bagagli verso gli Usa, dove aveva imparato a occuparsi di alcool, droga, bische, prostituzione ed aveva perso l' "onore" che pur la cosiddetta vecchia mafia conservava. Tornata in Sicilia con lo sbarco alleato importò il nuovo stile.

> "Ma mi faccia il piacere!", avrebbe detto Totò!

E' ormai acquisito alla storiografia più seria che la Resistenza non fu affatto un'epica lotta di popolo ma riguardò solo una minoranza, e fu un fenomeno localizzato in alcune zone del Nord.

> Si facciano i nomi di codesti esponenti della cosiddetta "storiografia più seria"; siamo ansiosi di sentirli. E di sentire anche giustificazioni sul come mai si trovassero solo al Nord.

La mitologia resistenziale ha invece occultato il ruolo svolto dall'esercito regolare italiano che combatté a fianco degli Alleati.

> I regolari di Badoglio, vuol dire? Sa', Cammilleri, visto l'andazzo, non mi sarei stupito che avesse inteso, mettiamo, i fascisti... Come quegli ex camerati dei gruppi partigiani dell'Abruzzo (comandati da Mattiasevic, "compare" di Tito...), a quattro passi da Roma, ove si installò il CLN, tanto per parlare di resistenza (forse solo armata?) circoscritta solo "al Nord".

I comunisti in breve riuscirono a egemonizzare i comitati di liberazione e, nei cosiddetti "triangoli della morte", ne approfittarono per sbarazzarsi di avversari politici. Oltre a ex fascisti, anche preti, e perfino partigiani non comunisti finirono uccisi in questi regolamenti di conti ideologici, tesi a sgombrare preventivamente il terreno da futuri oppositori. Al confine con la Jugoslavia i partigiani titini procedevano alla "pulizia etnica" degli Italiani nelle famigerate foibe.

> E che avevano fatto mai, questi generici "italiani" (maiuscoli), per meritare simili rappresaglie "titine", nel mentre che i "cugini" italioti facevano il resto in Italia? E come mai, invece, Cammilleri dimentica gli abusi di squallidi personaggi come Pavelic, aborrito dagli stessi nazifascisti, e del suo bieco mandante, il cardinale Stepinac, oggi beato?

L'attentato di via Rasella, a Roma, veniva perpetrato per scatenare, con la rappresaglia tedesca, l'odio della popolazione civile.

> Asserzione più arbitraria che strana, poichè quegli altoatesini erano inquadrati pienamente nelle truppe d'occupazione...

E anche per eliminare quella componente comunista "di sinistra" che non aveva intenzione di obbedire alle direttive politiche di Stalin. Infatti gli attentatori, malgrado le ripetute intimazioni tedesche, non si consegnarono (tra l'altro la bomba aveva ucciso solo Italiani, cioè Altoatesini arruolati a forza dai Tedeschi, nonché alcuni civili, tra cui un bambino) e la rappresaglia riguardò un gruppo di Ebrei e molti partigiani della formazione "Bandiera rossa" detenuti nelle carceri romane.

> Ah, dannati imboscati! Ma perché non si consegnarono!? Fortunatamente, la Resistenza era un movimento circoscritto (e solo al Nord, chissà per quale oscuro motivo)... Viceversa, come al tempo di Robespierre, l'Italia ne sarebbe uscita decimata!

Nel Nord la brigata partigiana "Osoppo" (di cui faceva parte il fratello del regista Pasolini) fu trucidata dai partigiani comunisti.

> Brigata cattolica, integrata con fuoriusciti dell'RSI, rea d'essersi opposta al tentativo annessionistico "titino", e d'essere coinvolta in un tentativo spionistico dell'RSI per conto della X MAS di Borghese... e dalla quale poi nasceranno formazioni anticomuniste. Fu sciolta nel 56, malgrado "annichilita" dai "rojos"... Sarà forse per questo che Pasolini, nonostante "opere" come Teorema, fu sempre osannato dalla chiesa?

Tutto sommato la Resistenza non accelerò affatto la dipartita dei Tedeschi; anzi trasformò in un calvario di rappresaglie (ai danni dei civili inermi) quella che poteva essere una ordinata ritirata. Lo scopo era quello di permettere ai comunisti, che non avevano fino a quel momento alcun ruolo rilevante nella vita politica e sociale italiana, di guadagnarsi un posto di primo piano nel futuro assetto del paese.

> Mi pare di avvertire ancora la sopraffina, usuale tecnica cammilleriana di inversione del paradosso, quella medesima usata anche da Wojtyla, quando disse che i guai Galileo se li procurò da sé, per non essersi voluto piegare al volere della chiesa...

Anzi l'idea era quella di prendere il potere tramite la "rivoluzione", come era stato in Russia (qui, infatti, i bolscevichi approfittarono dello sbandamento cagionato dalle prime disastrose sconfitte russe nella Grande Guerra per sbarazzarsi prima dello zar e poi dei menscevichi). I socialisti, di cui faceva parte il futuro presidente Pertini, prima dell'avvento di Craxi erano praticamente loro succubi. Finita la guerra i comunisti scateneranno la guerra civile in Grecia. L'Italia se la cavò perché ormai Stalin a Yalta vi aveva rinunciato.

> Ennesima serie di pensierini concisi (volutamente), manipolati con la tecnica della minimizzazione, il cui unico fine è oltremodo ognora palese. E perchè non parlare degli accenti grottescamente bolscevicheggianti con cui si ripresentò la RSI?

Intanto esponenti del Partito D'Azione (ora scomparso; ma allora, pur minuscolo, era composto da "gente che contava", con notevoli e privilegiati agganci nell'establishment angloamericano), si accordavano con i servizi segreti inglesi perché gli Alleati bombardassero le grandi città del Nord, onde accelerare la decisione del governo Badoglio ad operare il "ribaltone" dopo l'armistizio unilaterale. Così avvenne. Nell'Italia centrale le truppe di colore (marocchini soprattutto), si abbandonavano a stupri e saccheggi ai danni della popolazione civile (come testimoniato nei film La ciociara e La pelle ).

> Non è necessario rimarcare che si tratti di una classica e poco elegante frecciata a carattere xenofobo, molto trendy di questi tempi, soprattutto supportata dall'alto contenuto documentario (credo l'unico tipo di cui fruisce il nostro) di piéces cinematografiche.

Mussolini, arrestato ma liberato da un colpo di mano tedesco, crea la Repubblica Sociale a Salò, dove quel che rimaneva del regime ritornava ai suoi aspetti più marcatamente "sociali". Non si può negare che, agli occhi degli stranieri, gli Italiani appaiano come eterni "machiavellici" voltagabbana. Ma proprio l'episodio di Sala e la successiva nascita del Msi fanno eccezione. Si tratta, a prescindere dai giudizi ideologici, di un tasso di fedeltà a una causa persa che non ha uguali nel mondo occidentale. E che ancora oggi fa discutere.

> In questo modo si creano i presupposti per la "rivalutazione" di "Sala", chiaramente dei "cammilleriani" e affini (a prescindere da giudizi ideologici, è chiaro).

Il Fascismo, ormai aggiogato al carro nazista, aveva dovuto emanare le cosiddette Leggi Razziali, discriminando gli Ebrei negli uffici pubblici. Ma va detto, a onor del vero, che dagli Italiani gli Ebrei non ebbero il trattamento loro riservato dai nazisti.

> Questo è vero, specialmente considerando i disperati reclutamenti coatti indetti dai fascisti, che vistisi alle strette non disdegnarono neppure di rispolverare ipotetici trascorsi filo-bolscevichi, fra un manifesto di Verona e un altro... Né mi meraviglio, dato che fior di pezzi grossi (compreso quel tal mecenate che gli aveva procurato la sala per il suo primo discorso) da lui protetti e viceversa, erano ebrei, come ve ne furono anche nelle fila del Reich. Ma non è certo la premessa a scagionare gli effetti, di qualsiasi entità essi siano; nonostante le "cosiddette" Leggi per la Razza. Questi razionacinatori non riescono ancora a comprendere - o meglio, lo comprendono: questo è il bello - che non sia né il "giocoforza", né l'ordine quantitativo (scontato, in individui abituati a pensare secondo modelli "ragioneristici"), a sopprimere le responsabilità di qualunque azione. "Dagli uffici pubblici"...

Anzi gli stessi aderenti alla repubblica di Salò non vollero consegnare gli Ebrei italiani nelle mani dei Tedeschi. L'esercito regolare italiano, da parte sua, li protesse come poté, in Jugoslavia e altrove.

> Ma non sarà che Cammilleri ci stia provando di nuovo, a fare "storia" ad usum Delphini? In fondo, non è forse leggenda la storia delle lager, compresi i campi di Fossoli e San Sabba? Come dubitarne, dato che il 10 dicembre 1943 la RSI ordinò l'arresto di tutti gli ebrei con il coadiuvamento degli alleati nazisti, subito dopo le "spedizioni romane" ad Auschwitz? E come dubitarne, visto che i viaggi di sola andata si ripeterono per tutto l'anno fino al 1945?

Qualcuno ancora oggi sostiene che Pio XII tacque sulla persecuzione ebraica mentre questa si svolgeva. E' ingiusto.

> Posso capire che Cammilleri, date le sue elettive omissioni di sostanza e sintomatici salti discorsivi sistematici, non abbia nulla di più incisivo da dire, e lo comprendo: nessun papista ha nulla da giustificare, in merito.

Il Papa aprì le porte del Vaticano e dei conventi di tutta Italia agli Ebrei, e i parroci fornirono falsi certificati di battesimo a quelli che li richiedevano.

> Noto - e non vorrei sembrare cinico - che fra le tecniche covertistiche più subdole e strumentali figura la falsa animosità; vedasi i tentennamenti ad aprire gli archivi storici vaticani dell'epoca. Ma d'altronde, che colpa ne ebbe Pio XII, se quei ben 15000 (sic) ebrei di cui avrebbe concertato il trasferimento con gli Alleati e gli stessi fascisti - come s'è venuto a sapere solo in questi anni - , purtroppo il giorno prima erano già stati trasferiti a Gries dai più tempestivi crucchi? Pio XII ci provò, è vero: ma è forse colpa sua se fu lento ad agire?

La Germania nazista aveva boicottato in tutti i modi il Concordato con la Chiesa cattolica, e aveva trovato una sorda resistenza proprio da parte dei cattolici (il movimento di resistenza tedesca chiamato La Rosa Bianca era composto di cattolici, e cattolico era von Stauffenberg, anima dell'attentato a Hitler del 20 luglio 1944).

> Certamente, quando Hitler decise di ritardare l'azione di respingere il comunismo, come varie volte promesso a Pio XII fra un giuramento e "qualche" mazzetta, al santo padre dovettero non poco girargli le semi-divine ballette! E come dovettero girare a tutti quei vescovi cattolici nazisti, a sentir parlare di "colleghi" dissidenti!

Quando i vescovi olandesi emanarono un documento di condanna della persecuzione antiebraica nazista, il risultato fu un incrudelire della repressione.

> Quando si dice di parlare nei momenti meno opportuni...

Finirono ad Auschwitz la suora Edith Stein, il sacerdote Massimiliano Kolbe e moltissimi cattolici.

> Perchè non dire "milioni"?

A quel punto Pio XII capì che se avesse emanato un'enciclica di condanna avrebbe firmato la morte di un'infinità di innocenti. Tacque, allora, e preferì agire. Sono noti suoi contatti segreti con gli Alleati, nonché il piano hitleriano per arrestarlo e deportarlo.

> Ma a quanto pare, encicliche a parte, di discorsi accuratamente rimasti segreti illo tempore, ne pubblicò parecchi... Com'è che nessuno ne sà nulla, in certe altre circostanze?

Intanto gli americani concludevano la guerra nel Pacifico letteralmente seppellendo Tokio di bombe al fosforo. Le case di legno e carta di riso divennero un unico falò nel quale morirono più di trecentomila civili. Le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki completarono l'opera. Occupato il Giappone costrinsero l'imperatore a dichiarare pubblicamente di non essere figlio degli dèi (cosa che provocò suicidi di massa). Poi si apprestarono a spartirsi il mondo in zone d'influenza con Stalin.

> Cammilleri ci prova sempre, impenitente, a miscelare con "sapienza" gli "antidoti" di un cocktail oramai disgustoso, passando da qualche riga striminzita su argomenti dolenti, ad "altri mali"...

Ambigua rimane, a tutt'oggi, questa politica americana. L'Inghilterra aveva perso tutto il suo impero, la Francia era ai minimi temini, l'Urss aveva praticamente combattuto con materiale e armi americane. Perché -si chiese Solgenitsin- gli Americani decisero di dividere tutto alla pari con l'Urss? Non solo. A che titolo i sovietici sedettero a Norimberga a giudicare i vinti?

> Quali misteri ci vengono proposti con queste domande retoriche?

Tra le altre cose avevano sterminato quindicimila ufficiali polacchi loro alleati (ma anticomunisti) a Katyn e assistito impassibili alla repressione della rivolta ebraica nel ghetto di Varsavia. Interi villaggi tedeschi si erano suicidati per non cadere nelle loro mani. Dall'altra parte Eisenhower aveva fatto internare i prigionieri di guerra tedeschi, dei quali più di un milione morirono nei campi di concentramento americani, privi anche dell'aiuto della Croce Rossa. Problemi rimasti aperti, ma che toccano punti delicati.

> E ai quali si sono già date tante risposte: migliori, chiaramente.

Intanto nasceva lo stato di Israele. Prima della guerra il leader sionista Jabotinski (fondatore del Likud ) aveva preso contatti con Mussolini perché appoggiasse la creazione di uno stato ebraico in Palestina, e il Duce aveva promesso aiuto.

> Il triplogiochista fascista Ze'ev "Vladimir" Jabotinsky (casomai), agente congiunto inglese e dell'Okhrana, e a suo tempo anti-stalinista, fondatore di quel Likud che era - com'è - un partito di destra radicale, come omette di precisare sistematicamente il nostro; non sò che genere di controgiustificazione possa essere questa, soprattutto alla luce del fatto che prese contatti persino con Hitler allo scopo di fargli mutare proposito in merito alla questione ebraica, onde includere il movimento sionista "revisionato" nella prospettiva di un modello fascista... Mussolini semplicemente pensò di sfruttare una "alleanza" con i seguaci di costui per destabilizzare gli avamposti britannici in Palestina e nell'alveo arabo.

Ma poi, malgrado la sua opposizione, Hitler l'aveva coinvolto nella campagna di Russia (gli Italiani, a ragione, proponevano invece di concentrarsi su Suez e il Medio Oriente per tagliare le vie di rifornimento petrolifero all'Inghilterra verso l'India). La campagna di Russia, com'è noto, finì in un disastro, e anche l'Africa fu persa.

> Per estremo dispiacere di nostalgici spudorati come Cammilleri.

Il dopoguerra
--------------------------------------------------------------------------------

Questa volta gli Americani non commisero l'errore del primo dopoguerra, cioè non chiesero riparazioni ai vinti, bensì fornirono tramite il Piano Marshall aiuti per la ricostruzione. Con un'Europa alla fame a chi gli Americani avrebbero venduto i loro prodotti? Il resto del mondo era culturalmente, oltre che economicamente, non all'altezza di acquistare lavatrici, automobili, radio; insomma prodotti di alta tecnologia. Non si può vendere un phon a chi non ha nemmeno la presa di corrente, né film hollywoodiani a chi -pur essendovi abituato- non ha più i soldi per andare al cinema. La miseria dell'Europa avrebbe provocato un'altra crisi di sovrapproduzione negli Usa.

> Tutto fila, ma diciamo che sarebbe stata la prima crisi di dopoguerra seria, non "un'altra".

Così, finalmente, le teorie keynesiane vennero applicate su scala planetaria.

> Per poco, ma con somma contentezza di Cammilleri!

L'Italia e la Germania (pur divisa) compivano una stupefacente rinascita economica. E così il Giappone. L'Italia, che attraverso un ambiguo e controverso referendum era diventata una Repubblica,

> E perché non dire che le votazioni furono plagiate, o magari truccate come al tempo del listone?

si rendeva protagonista di un vero e proprio boom che si incagliava, per motivi politici, all'inizio degli Anni Sessanta. Con l'ingresso dei socialisti nel governo (il cosiddetto centro-sinistra, studiato per cercare di staccare i socialisti dalla sudditanza nei confronti del Pci: il necrologio più commosso per la morte di Stalin fu letto in Parlamento dal socialista Pertini). Dati alla mano il deficit nazionale comincia li, e prosegue per una china vertiginosa. Seguiva il Sessantotto che in Italia, e solo qui, durava ben dieci anni, culminando negli Anni di Piombo e nelle stragi misteriose e ancora impunite.

> Alle quali le varie "Azioni" neofasciste non sono estranee.

Gli Usa contrastavano l'espansionismo sovietico (e cinese) in Asia e in Africa, fino al collasso gorbacioviano dell'Impero sovietico. Ma si può dire che il secondo dopoguerra non sia mai finito, anche dopo la fine della cosiddetta "guerra fredda" Nei seggi permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU siedono ancora Francia e Inghilterra, mentre Germania, Giappone e Italia devono ancora sottostare a limitazioni negli armamenti.

> Su questo non c'è dubbio, salvo che si intuisce il già evidente plauso guerrafondaio già più volte ventilato dal nostro.

Il Medio Oriente rimane una polveriera, anzi una petroliera sulla quale gli americani tengono puntata costantemente l attenzione. Quando lo Scià di Persia, alleato degli Usa e confinante con l'Urss, comincia a chiedere un miglior trattamento nell'utilizzo del petrolio iraniano, l'ayatollah Khomeini lo scalza dal potere. L'idea secondo la cosiddetta dottrina Brzezinski (dal nome dell'allora segretario di stato americano), era quella di creare a ridosso dell'Urss un polo islamico che fungesse da eventuale detonatore per tutte le repubbliche sovietiche meridionali, a maggioranza musulmana (la cosiddetta "cintura verde", dal colore del Profeta). Invece la cosa sfuggì di mano. Allora le potenze atlantiche cercarono di contenere il regime degli ayatollah tramite l'Iraq, stato che intraprese una lunghissima guerra con il confinante Iran.

> Esattissimo. Quindi?

Quando l'Iraq chiese il conto, cioè l'annessione del Kuwait, si scatenò la Guerra del Golfo. Le guerre israeliane hanno messo a tacere, a quanto pare per sempre, l'Egitto. Ridimensionato l'Iraq (forse il solo stato mediorientale in cui i cristiani non sono discriminati),

> Non direi proprio!

i suoi nemici potenziali restano l'Iran e la Siria. Con la Siria Israele ha proceduto praticamente all'occupazione del Libano; il resto è attualità.

> Fortunatamente, un'attualità ben diversa da come a vorrebbero i nostalgici del Medioevo!

Conclusione

Estremamente sconsolato da quel che è possibile ricavare da simili pagine, sarò tanto breve quanto insulso è tutto quanto, mio malgrado, ho commentato.
Dovrebbe già essere oltremodo chiaro, che tipo di personaggi "suggeriscono" di "rivedere" la storia. Cammilleri ci propone, piuttosto, lo spaccato più emblematico di quella che è la mentalità contradditoria, raffazzonata e pedestre di quello stesso italiano medio che, senza biasimo e senza - non paradossalmente - autocritica, egli stesso incarna; è la "mentalità" di personaggi abituati a dover difendere a tutti i costi il loro misero mondo e l'istituzione sui cui "principii" sono stati formattati.
Tutto quel che il nostro ha inteso proporci è essenzialmente un favolello da menestrelli dozzinali, una congerie di dicerie da comari di cortile trattate con tono baccagliante tipico degli alterchi di cavedio, che incita, con la sua provocatorietà, a rispondere confacendosi al suo "stile", per quanto sia uno sforzo estremo resistere e mantenere non tanto la dignità dell'applomb, bensì la calma e la capacità di prodursi in sfoghi, direi, giustificabili. Tutto questo proprio perché la religione "è una questione di coscienza".
Il motivo è semplice; lo facciamo perché questa, per l'appunto, non è storia, ma propaganda, e delle meno attraenti. Anzi, personaggi come questi chiaramente contano sulla malaugurata ignoranza dei più, di chi ancora deve formare la propria opinione (sono sue parole nella premessa), per sproloquiare con tono e metodo infantilistico e semplicistico in merito ad agomenti - lo si spera per lui - volutamente trattati a livello men che elementare, di modo che, qualora ridotti ai minimi termini a seguito d'una critica stretta, chi ne è autore appare addirittura in veste di vittima, di semplice candido entusiasta privo di malizia dialettica. Fortunatamente, Cammilleri è un candido, non un maligno; ma non per questo ciò che tenta di propagare risulta meno pericoloso e censurabile.

 

Introduzione - Parte 1 - Parte 2 - Parte 3 - Parte 4 - Parte 5 - Parte 6 - Parte 7




Questa sezione del sito Kelebek è dedicata al CESNUR, un esempio italiano di think tank politico-lobbistico all'americana.

Le altre sezioni sono dedicate

Gli articoli apparsi originariamente su questo sito possono essere riprodotti liberamente,
sia in formato elettronico che su carta, a condizione che
non si cambi nulla, che si specifichi la fonte - il sito web Kelebek http://www.kelebekler.com -
e che si pubblichi anche questa precisazione
Per gli articoli ripresi da altre fonti, si consultino i rispettivi siti o autori



e-mail


Home