I Mistificatori, Volume I.

"È più facile che un Cammilleri passi per la cruna di un ago..." Parte 6

di Biagio M. Catalano.

I brani in corsivo sono tratti da Rino Cammilleri, Fregati dalla scuola - Breve guida di liberazione ad uso degli studenti (da affiancare al normale manuale scolastico di storia), il cui testo integrale è disponibile online


Nascita della Massoneria
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Il 24 giugno 1717, festa di san Giovanni Battista nonché equinozio estivo,

> Mi rendo conto che non sia elegante - e forse potrebbe apparire prevenuto o pignoleggiante, esordire immediatamente con un appunto su una sola riga di un nuovo blocco -: capirei l'amore del nostro per l'occultismo, ma qual è il motivo dello specificare che si tratti dell'equinozio dell'estate? Rigurgiti astrologici "caldei", reminiscenze della paganissima astralità dei festivals cattolici, semplice enciclopedismo di riflesso o inconscia allusione subliminale - che scarterei, poiché, con tutto il rispetto, stenterei a riconoscere al Cammilleri una capacità di sintesi del genere - al culto del Baphomet?

a Londra veniva creata la Massoneria moderna o "speculativa". Si tratta di un fenomeno della più grande importanza per il mondo moderno: merita un cenno a parte. Il termine si rifà alle corporazioni dei costruttori medievali, muratori in italiano, maçons in francese e masons in inglese. Tali corporazioni erano quelle che avevano edificato le cattedrali, monumenti "unitari" del Medioevo ("unitari" perché in essi tutte le discipline confluivano: l'architettura, la scultura, la pittura, la musica, e anche l'astrologia, l'alchimia, la matematica, oltre naturalmente alla religione: insomma si trattava di vere e proprie "summae" del sapere); perciò erano considerate un po' l'élite dei lavoratori.

> Quindi, si tratta dei discendenti di coloro i quali, sottoponendosi a "problemi pazzeschi", edificarono le tanto decantate catedrali gotiche? Mi pareva strano che si fosse trattato di pii cristiani.

(!SNIP!) Per avere le spalle coperte da ingerenze governative, man mano che le monarchie diventavano assolute, tali corporazioni presero l'abitudine di ammettere nel loro seno personaggi altolocati come "muratori onorari". Molti nobili e letterati di corte ottennero questo onore, in cambio della loro protezione. Finì che essi stessi chiesero di far parte della corporazione, specialmente quando la magia rinascimentale divenne lo sport preferito dalle classi colte.

> Fra le quali "maghi" - in "closet" - moltissimi pontefici ed alti prelati.

Si sparse la voce che il segreto alchemico della Pietra Filosofale, dell'Elisir di Lunga Vita, del Graal e della possibilità di fabbricare oro era detenuto dalle corporazioni muratorie. Non era vero, ma i "segreti" del mestiere finirono con l'essere interpretati così.

> Concordiamo che ogni tanto Camilleri pare mostrare un pò di buonsenso.

All'inizio del Settecento le corporazioni muratorie avevano ormai perso ogni carattere "operativo", e vi restavano solo gli "speculativi", cioè quelli che col mestiere muratorio non avevano proprio nulla a che fare. Nel 1717 le quattro principali logge inglesi si unificarono nella Gran Loggia di Londra e si diedero degli statuti. Il ricordo dei massacri delle guerre di religione e il positivismo scettico ormai imperante fece sì che la Massoneria moderna si venisse a configurare come una specie di nuova religione, una "religione dell'umanità" di tipo deista. Cioè: esiste un Grande Architetto dell'Universo al di sopra delle religioni e delle chiese; basta riconoscerlo e, a qualsivoglia religione si appartenga, si può operare per il bene dell'umanità sotto la guida di alcuni saggi. Nasce qui il moderno concetto di "tolleranza", che non ha nulla a che vedere col significato etimologico del termine.

> Vuol dire, col concetto di "tolleranza" in base al quale a partire da Innocenzo III vennero massacrati tanti innocenti?

In sé significa infatti "sopportazione", e così era inteso in precedenza. Ogni credo religioso ha la pretesa di essere "la verità" e al massimo "sopporta" chi la pensa diversamente, sperando di convincerlo a convertirsi. Ora invece si parlava di "relativismo": ogni credo era relativamente vero, essendo in realtà solo parte di una verità più alta. Questa verità era posseduta dalla Massoneria, di cui chiunque poteva far parte, a patto che abbandonasse la pretesa alla verità assoluta delle sue credenze. Pochi anni dopo la sua nascita la Massoneria ricevette la prima delle quasi seicento condanne da parte della Chiesa Cattolica, la quale vi vide subito una pericolosa religione alternativa e concorrente.

> Non è un caso isolato...

D'altra parte la Massoneria si rivestì immediatamente di riti e di miti fondanti, come quello di Hiram (il leggendario costruttore del Tempio di Salomone) e dei Templari (supposti antesignani della Massoneria speculativa).

> Ma se non vado errato, Hiram non dovrebbe avere nulla di leggendario, a meno che la Bibbia, nella quale vi si accenna, non sia magna cum parte leggenda anch'essa.

(!SNIP!)

L'illuminismo e la cosiddetta Rivoluzione americana
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Abbiamo detto la "cosiddetta" Rivoluzione americana, culminata nella Dichiarazione d'Indipendenza del 4 luglio 1776, perché si trattò in realtà di una guerra d'indipendenza delle colonie d'America contro l'Inghilterra, guerra scoppiata soprattutto per motivi fiscali. Le colonie chiedevano semmai una "restaurazione" dei loro antichi diritti.

> Cammilleri, al suo solito, tenta di usare "sottili" tecniche sofistiche, ma vi rimane miserabilmente impantanato. Dunque, occorre rivedere la storia datosi che la rivoluzione americana ("cosiddetta"), mirata all'indipendenza delle colonie americane dall'Inghilterra (altrimenti culla dell'anglicanesimo), per Cammilleri tale non è; anzi è "cosiddetta" poiché in verità, si tratto di una... per l'appunto, guerra d'indipendenza delle colonie americane dall'Inghilterra (in fondo, scoppiata per "semplici motivi fiscali"...).

Poiché, però, Franklin, Washington, Jefferson e gli altri "padri" degli Stati Uniti erano tutti massoni (infatti erano in stretto collegamento con i "fratelli" francesi: la Francia, per motivi coloniali, appoggiava gli insorti contro l'Inghilterra), e poiché le colonie erano popolate di emigrati europei appartenenti a tutte le varianti del Cristianesimo, il credo massonico fu scelto dai "padri della patria" come l'unico capace di tenere insieme la nuova realtà politica.

> Fu vera gloria?

Tutti i presidenti degli Usa da quel momento furono massoni (il capo onorario della Massoneria mondiale è, per tradizione, il fratello del re d'Inghilterra, il duca di Kent). I simboli massonici (come la stella a cinque punte) entrarono a far parte della bandiera americana e della moneta (il dollaro, sulle cui facce campeggiano ancora oggi quasi tutti i simboli massonici: dal colore verde alla piramide tronca, dal triangolo all'"occhio" divino). La pianta della capitale fu disegnata appositamente a forma di squadre e compassi e molte istituzioni filantropiche di carattere internazionale presero impulso da "fratelli" americani.

> Quindi, il loro filantropismo è chiaramente farisaico, mi pare d'arguire.

L'atteggiamento elitario tipico delle logge si trasfuse nella filosofia illuminista. Coloro che capivano i "lumi" (che consistevano nel razionalismo "liberatore" dalle "superstizioni" del passato, cioè dal Cattolicesimo "papista"; il Protestantesimo e l'Ebraismo non ebbero affatto a soffrire dalla successiva Rivoluzione Francese)

> Per ragioni note non solo a tutti gli storici - seri -, bensì a qualsiasi uomo di buona bolontà - vera -.

avevano il dovere di ''illuminare" gli altri e guidarli sulla via del Progresso. Tutte queste idee vennero divinizzate ed esasperate, cominciando con lo scriverle maiuscole: Progresso, Ragione, Scienza, Libertà, Eguaglianza, Nazione, Popolo.

> Così come Cammilleri e soci scrivono Papa, Re, Fede, Dio, Cristo?

Chi aderiva ai Lumi era nel giusto; chi non voleva aderirvi si condannava alla cecità. Gli illuministi cominciarono così a dividere l'umanità in due: se stessi, gli "intelligenti" o "illuminati", e gli "oscurantisti". Poiché i secondi erano dannosi per l'Umanità andavano neutralizzati.

> "Neutralizzati"? Perché non dire "eliminati"? Forse perché, come sa Cammilleri, non fu così? E perché non dire che a richiedere la soppressione di pensioni e benefici economici, fino alla depotazione in Guyana, per tutti i preti ostili al giuramento, fu il vescovo Fouchet? E perché non aggiungere che buona parte dei 25000 fuoriusciti che non vollero piegarsi a questi provvedimenti, trovarono asilo nella "perfida Albione"?

La Rivoluzione francese, diversamente da quella americana, fu una vera rivoluzione, nel senso che cambiò completamente il volto della Francia, poi dell'Europa. Solo chi la pensava come gli illuministi era provvisto di Ragione e operava per il bene e il progresso dell'Umanità. Per la prima volta nella storia l'ideologia faceva il suo ingresso sanguinoso. Per la prima volta, cioè, una filosofia si armava e distruggeva tutto per riedificare secondo la sua visuale. Gli illuministi accusarono la religione (cattolica) di essere causa di discordia e di guerre, e finirono per fare la stessa cosa in peggio.

> Il problema, che il nostro eccelso novello "Gorgia" - senza offesa per quest'ultimo - travisa, è che questo "bagno di sangue", già ampiamente sperimentato nei recessi cattolici sin dai tempi di Ursino e Damaso, venne provocato dai reazionarii, come tutti (forse quei "pochi" pilotati da una storiografia "giacobina") ben sanno.

I Sanculotti prima e i Giacobini poi, definiti da uno storico contemporaneo "banda di fanatici armati",

> Sa dirci, il Cammilleri, chi fosse quello storico? Senza chiederlo a coloro dai quali sta scopiazzando queste "dichiarazioni", beninteso.

non si limitarono a prendere il potere in Francia, ma pretesero di fare tabula rasa della concezione cattolica (o di quel che ne restava) per costruire un mondo pensato a tavolino secondo le loro idee.

> Oh, ma che birbanti!

Per questo usarono la ghigliottina e il Terrore organizzato.

> Il Terrore di quel Robespierre armato da un bagaglio ideologico e "morale" di tipo cattolico "puritano", e oppositore della scristianizzazione, forse? Quella stessa ghigliottina poi usata nei territorii papali? Quando si dice che la chiesa non è restìa ad accettare nuove forme di progresso!

In più, come nel caso della Vandea, inventarono il primo genocidio "scientifico" della storia. Dalla Rivoluzione francese nascono tutti gli "ismi" che hanno sconvolto i due secoli successivi: il nazionalismo, il liberalismo, il comunismo.

> È estremamente curioso come certuni diventino "ecumenicamente preoccupati" anche nei confronti di problemi - marginali, ma qui chiaramente unica pezza d'appoggio mistificata ed ingigantita - scaturiti in terra straniera, probabilmente per il fatto che ivi mancava l'apporto della santa ideologia cattolica. Ma il Cammilleri ecumenico non farà fatica (o si?) a ricordare da dove avesse avuto origine - da quali "preti scellerati che sobillano il popolo, predicando il massacro in nome del cielo", per dirla con le parole del vescovo Gregoire - il problema della Vandea.

(!SNIP!) Essa distrusse il Cattolicesimo (ma, come si è detto, lasciò in pace i Protestanti e gli Ebrei), inventò la carta moneta,

> Ma non dice, la critica reazionaria, che gli illuministi furono anche "antisemiti? Comunque sia, a parte il fatto che la carta moneta venne semplicemente riscoperta - poiché nei secoli precedenti i lungimiranti papi preferivano il soldo pesante al "virtuale"... -, forse sarà "esecrabile" poiché fu "inventata" dagli illuministi? In che modo ricevono i loro guiderdoni, oggi, gli apologeti di santa madre chiesa cattolica apostolica romana? Forse in polli ruspanti e indulgenze? O ancora in baiocchi?

la prima inflazione cartacea e la prima carestia artificiale della storia. Reintroducendo il concetto romano di "proprietà privata", abolì tutti gli antichi diritti feudali e consuetudinari, le corporazioni operaie, col risultato di trasformare in salariati i contadini e gli artigiani.

> Non capiamo: quello stesso Diritto di quel popolo prededentemente decantato come esempio seguìto dai cristiani?

I beni dei nobili e della Chiesa, incamerati dallo stato, vennero svenduti ai ricchi borghesi (gli unici che potevano pagarli). Questi recintarono le loro proprietà (la Dichiarazione "universale" dei diritti dell'Uomo e del Cittadino, dice che la proprietà privata è "sacra e inviolabile")

> Capisco che il nostro aneli ai bei tempi in cui, armati di "maschia prevaricazione", vigeva la legge del più forte, ma press'appoco così dice anche il diritto odierno. Ma è chiaro che la civiltà attuale sia tutta di radici giacobine...

(!SNIP!)

Effetti della Rivoluzione Francese
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Servendosi del segreto delle logge massoniche, nonché della loro efficiente rete di collegamenti su tutto il territorio, i club riuscirono a prendere il potere in Francia. Si trattò di un vero e proprio colpo di Stato operato da soli seimilacinquecento uomini circa. Avendo ormai la monarchia accentrato tutti i suoi pur scarsi poteri a Parigi bastò loro impadronirsi della capitale. Dal centro la rete clandestina dei club eseguiva immediatamente gli ordini in tutto il paese. I primi ad accorgersi che la Rivoluzione li metteva alla fame furono gli operai.

> No: piuttosto, a parte il fatto che dichiarazioni del genere non tengono conto di "problemi marginali" come le carestie e le incette dei preti e dei nobili - così come accadrà nelle campagne dell'Italia meridionale -, gli "uomini di dio" facevano credere loro questo.

Vietate per legge le loro associazioni non ebbero più alcuna difesa contro lo sfruttamento. A Lione ed altrove le manifestazioni spontanee furono represse a cannonate.

> Che tipo di "manifestazioni spontanee"? Promosse e composte da quali personaggi? Represse da quali altri per quali motivi?

Il "mito di fondazione" fu creato con la cosiddetta Presa della Bastiglia. Una settantina di insorti, tra delinquenti comuni, disertori e prostitute, si recarono alla fortezza, sperando di trovarvi armi.

> No: la attaccarono in primo luogo perché costituiva un simbolo reazionario. Ma questo - è noto - lo propaganda solo la storiografia giacobina. Non parla, il Cammilleri, della morte di molti "pezzenti" caduti sotto il fuoco reazionario di Launay alle 17 di quel giorno...

Essa era presidiata da invalidi svizzeri, e deteneva alcuni falsari, un giovane depravato (fatto internare dalla famiglia) e due pazzi.

> Aurea ambiguitas? Un "giovane depravato", internato dalla famiglia: famiglia di credo gallicano o cattolico? Nobile o plebea? Poco importante se fosse l'uno o l'altro; basta che si mistifichi la prospettiva. Falsari (quattro, di documenti)? Due "pazzi" (non era meglio dire, cristianamente, "malati di mente"), ossia proprio il giovane depravato di cui sopra, di nobile famiglia, e un altro nobile, anch'egli internato per via delle famigerate lettres de cachet, poi abolite? Che fine fanno, costoro? I falsari in galera, dopo equo giudizio; il "folle" in sanatorio; l'incestuoso riaffidato alla famiglia, sotto la custodia del padre. Si pensa anche ve ne fosse un ottavo, un suddito del cattolico Regno di Napoli, ivi fatto rinchiudere dal cattolico Luigi XVI, per motivi abbastanza inquietanti. La Bastiglia, fatta costruire dal cattolicissimo Carlo V, presidiata da "invalidi svizzeri" (o meglio, per la precisione trenta svizzeri e un'ottantina di invalidi...), era quindi una prigione più schifosa e brutale delle galere papali e filo-papali perché si trovava sul suolo francese, o perché conteneva solamente pochi prigionieri? Camilleri pretende forse di fare sottile eristica in questo modo, cadendo sotto i colpi della decostruzione dei suoi miseri contorsionismi "ad usum Delphini"?

Poiché l'autorità monarchica era ormai paralizzata (Luigi XVI era massone, e davvero credeva nei Lumi), il governatore della Bastiglia invitò a pranzo gli assedianti, ma finì decapitato.

> Lo stesso Launay che mezz'ora prima aveva aperto il fuoco, talmente umano e fidato da essere stato ucciso un suo ex attendente? Il problema non era che il debole Luigi XVI fosse massone, o "credeva davvero nei Lumi", bensì nelle pressioni che i ceti privilegiati esercitati su di lui.

Il pittore David fu incaricato di dipingere un quadro che creasse il mito della Bastiglia. Da quel momento la prima superpotenza del mondo finì travolta dalla follia, con la ghigliottina che lavorava a tempo pieno contro i "sospetti", i "traditori", i preti.

> Notasi che in questo caso, essendo basata sul connubio demagogico di stampo post-mazzariniano, è possibile dire che la Francia regale di allora, fosse prima potenza del mondo!

Senza il golpe che a un certo punto eliminò Robespierre nessun francese sarebbe rimasto vivo.

> Poffarbacco! Il Robespierre (filo-cristiano), di sinistra, era peggio di un virus, a quanto pare!

Liberté: e mai le galere di Francia furono così piene;

> Piene di chi? Di innocenti? O di reazionarii?

anzi venne inventato il penitenziario, cioè il carcere come pena, cosa che prima non esisteva.

> E difatti, i criminali cristiani dei "bei tempi" godevano di piede libero, a meno che non si eliminava "l'errore" alla radice...

Egalité: tutti divennero "cittadini", ma si inaugurò l'ineguaglianza più odiosa, quella tra ricchi e poveri.

> I "ricchi" e i "poveri", eterno refrain dei "nuovi" filantropi... Come nel caso del Comitato della mendicità? Può il Cammilleri essere un pò più specifico?

Fraternité: ma solo per gli appartenenti ai club; gli altri non erano nemmeno considerati uomini. La canzone La Marseillaise (oggi inno nazionale francese) era tutto un'invito ad ammazzare quelli che non la pensavano come i giacobini.

> A me pare, invece, a leggere simili scempi di parvenza enfatica, che il Cammilleri non possa credere di puntare sul "pathos" onde camuffare la conoscenza men che approssimativa che ha della storia, Illuminismo inter pares. Quanto alla Marsigliese (scritta da un simpatizzante della monarchia), credo che Cammilleri debba evitare di considerare di visitare la Francia, a questo punto...

Lo sfacelo delle finanze statali francesi era cominciato con ministri illuministi come Say, Necker, Turgot, Condorcet, i quali erano infatuati delle nuove teorie economiche inglesi (Smith, Stuart Mill, Ricardo).

> Ma guarda! Quello stesso Necker che denunziò lo sfacelo cui avevano portato le spese ingiustificate della corte reale e i benefici clericali?

Solo che queste teorie "del libero mercato" erano calibrate sulle necessità commerciali britanniche (l'Inghilterra aveva un'economia fondata sullo scambio con l'oltremare, e teneva come essenziale appunto la libertà di commercio).

> Sacrosanto; ma il nostro "storico" dimentica che molto speso i momenti problematici sono direttamente proporzionali ai problemi creati sotto le "ammistrazioni" precedenti; e nella fattispecie, non che la Francia luigina fosse poi così florida.

Un'economia di terraferma, però, era altra cosa. E' un errore pensare che il capitalismo sia nato dalle teorie liberiste inglesi, anche se i manuali fanno cominciare da esse la cosiddetta economia politica. In realtà il capitalismo nacque in Italia nel Medioevo, epoca in cui i banchieri italiani e le repubbliche marinare dominavano economicamente tutta l'Europa.

> Quindi, quel medesimo capitalismo contro cui si scagliano gli "illuministi" clericali, è chiaramente valido sin quando si tratta di "scoprirlo" a partire dal Medioevo, inventato a quel tempo per iniziativa dei soliti monaci imprenditori.

La potenza economica si spostò al Nord quando i capitalisti italiani cessarono di produrre "cose" per dedicarsi alla più proficua speculazione finanziaria.

> Sia ben chiaro, in quel caso i "capitalisti" sono si ancora italiani, ma non si specifica se fossero ancora cattolici, ebrei, "eretici" o che altro...

Così l'Italia, che aveva inventato le assicurazioni, i noli, i contratti, l'assegno, la cambiale, la banca moderna, vide emigrare la ricchezza verso i luoghi dove il lavoro costava meno e gli imprenditori investivano in produzioni e non in titoli.

> Specifichi il Cammilleri, se queste "invenzioni" erano state inventate da cristiani (potrei capire i mercanti giudei, ma i "cristiani"...), o se devono ricevere lustro semplicemente per il fatto che possono essere state inventate "dall'Italia"...

La nuova teoria economica partiva dalla "razionalità" del comportamento economico, definendo tale solo "il massimo risultato ottenuto col minimo sforzo".

> Beh, quanto a questo, la chiesa da millenni riesce proprio a corroborare la validità di tale assunto in maniera egregia!

Va da sé che chi non cerca di arricchirsi, chi cerca solo la gloria o, peggio, la santità tramite la carità, non si comporta "economicamente". Di fatto era solo la razionalizzazione dell'egoismo e la teorizzazione dello sfruttamento.

> Cammilleri è semplicemente patetico, e demerita persino l'assecondamento. Inutile discutere seriamente di necessità progressive di un mondo oramai molto più vasto rispetto al Mediterraneo in cui l'aveva confinato una chiesa sin troppo pavida della vastità, per poter parlare di controllo diretto.

No ai monopòli che intralciavano la "libertà": dunque no al monopòlio del lavoro rappresentato dalle corporazioni. No alla beneficenza, no al clero, "inutile" perché non produttivo.

> Indichi, il Cammilleri, cosa produce il clero; forse benedizioni? È estremamente facile parlare di "irriverenza" (nei confronti di cosa?) provocando il buonsenso di chi il cervello riesce ad usarlo...

Ma l'uomo non vive di soli beni, né vive solo per i beni.

> Specialmente quando non li condivide coi "ministri dell'anima".

E quando si accorge di essere considerato solo una cosa, un'unità di produzione e consumo, si disaffeziona al lavoro.

> Ovvero, lavora male, quindi rende poco... Come quei poveracci del Medioevo, cui toccava una parte irrisoria dei beni da loro prodotti a vantaggio dei soliti noti cari al Cammilleri, che glissa peraltro sulla rivoluzione industriale (quella vera) iniziata proprio durante l'Illuminismo grazie all'incremento della ricerca tecnologica?

Tuttavia è tipico di tutti gli utopisti, cioè di quelli che "ri-creano" la società a tavolino secondo le loro idee, cercare di adattare i fatti alle loro teorie, perfette sulla carta. Chi non ci sta è un "nemico del popolo e del progresso".

> Pare che Cammilleri ventili pure delle velleità autobiografiche; ed è anche tipico dei massimi utopisti, come i papi, credersi infallibili e di dover essere mantenuti a spese altrui in virtù dell'essere vicarii di una mera proiezione della debolezza umana.

Insomma la Francia si impoverì, e fu necessario convocare i famosi Stati Generali.

> Orbene, questo fu un po' prima della Rivoluzione, vale a dire ancora al tempo di re (e che re!) Luigi... Cammilleri fa forse parte di quegli utopisti ricreativi che tentano di ri-creare la storia a tavolino?

I cahiers de doléances contenevano sì lamentele (come sempre, quando le cose vanno male e si chiedono riduzioni fiscali) ma non richieste rivoluzionarie.

> Io credo che Cammilleri, onde poter presentare simili baggianate con una parvenza di credibilità perlomeno inconscia, debba ricercare meglio fra i suoi "cahiers", e soprattutto fra le righe delle tecniche dei retori, qualche altro sistema più sottile, ma non tanto, di modo che non cadano con un filo di vento. Innanzitutto, addossare la premessa della protasi su un'apodosi tale per cui i cahiers avrebbero dovuto implicare "premesse rivoluzionarie", costituisce un sillogismo assai balzano, dato che essi non furono di certo il motivo per cui la controparte scatenò una reazione (semmai ci fu a medio termine...). Due di questi, quello di Vallerague e Aigues-Vives, chiedevano sgravii d'imposta e una ricompensa per i parroci, pur se richiedevano l'abolizione della decima. Quindi, non vedo dove voglia "parare" Cammilleri. Forse, invece, vuole tentare di minimizzare che qualche provocazione ci fu comunque?

Anzi si chiedeva semmai di tornare all'epoca in cui si stava meglio, prima cioè delle "novità" introdotte da ministri scriteriati.

> Tanto meglio che 150 rappresentanti del basso clero si unirono ai 600 del Terzo Stato nella sala della pallacorda? Tanto meglio che fu il curato Du Mont, a guidare i fatti della notte del 13 luglio? Come mai questi sacerdoti popolani non vengono decantati alla stregua dei vari "missionari" "martirizzati" da governi "atei" perché furono a favore del popolo? O forse a Cammilleri rincresce che l'incameramento dei beni ecclesiastici venne effettuato in data del suo genetliaco?

Ma i rappresentanti agli Stati Generali, a Parigi, erano, in gran parte e logicamente, gente di penna e di lingua, cioè avvocatuzzi di provincia (come Robespierre) e letterati senza arte né parte ma in cerca di fortuna.

> Come il nobile doppiogiochista "Philippe Egalitè" o Thomas de May? O forse come Condorcet e Laplace?

Costoro, imbevuti di idee illuministiche, discutevano nelle "società di pensiero" ogni notte fino all'alba, per settimane.

> Quale spreco di tempo, quale contrasto, con i nobili asceti che digiunavano e vegliavano pregando per settimane (almeno, così dice l'agiografia di certuni di loro)!

I più, stufi dell'inconcludenza demagogica, a un certo punto se ne tornarono alle loro case e al loro lavoro. Restarono solo gli "arrabbiati", che avevano tutto da guadagnare in un sommovimento sociale. Abbiamo visto qualcosa del genere nell'assemblearismo permanente e parolaio del Sessantotto (anche qui gli slogan iniziali poco a poco si trasformarono in "lotta armata").

> Su questo gradiremmo che il reazionario nostalgico di destra Camilleri rivedesse le sue, di radici, anziché parlare a Vanvera.

Ridotta, con il Terrore, la Francia ai minimi termini, si sostenne che la Dichiarazione dei Diritti era "universale". Si inventò -letteralmente- la "patria in pericolo" e si aggredì, per depredarlo, il resto d'Europa.

> Ma non mi pare... Forse allude alla riannessione di Avignone e Venassino, tolti al Vaticano, la vera causa scatenante delle dichiarazioni di guerra da parte di Prussia e Austria?

Avendo introdotto la leva di massa e obbligatoria (il mito del Popolo in Armi, così come facevano i Romani),

> Ah, i bei tempi in cui i placidi e pacifici cristiani impinguavano (dice il nostro) "spontanamente" gli eserciti dell'Urbe!

la Francia scatenò sull'Europa milioni di uomini armati, controllati allo spasimo da "commissari politici". In un'economia essenzialmente agricola la leva di massa toglieva le braccia migliori alla terra. Per questo la Vandea si sollevò.

> Ripetiamo: la Vandea si sollevò perché i preti - come loro uso - istigarono il popolo a farlo, ingigantendo i problemi socio-economici.

Non solo. Gli stati europei, invasi,

> Cammilleri vuol dare prova dell'ennesima sconcezza perpetrativa, o avrebbe preferito tacere anziché attirarsi lo sdegno di chi la storia la conosce bene? Cassiamo il resto: non crediamo di fare un torto al lettore...

(!SNIP!)

Le insorgenze e la Restaurazione
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A questo punto accadde una cosa mai vista. I popoli d'Europa, cioè i civili e la gente comune, si sollevarono spontaneamente contro i Francesi.

> Fa bene a premettere quello "spontaneamente", poiché conosce i sobillatori di queste "reazioni spontanee".

Si tenga presente che, prima, le guerre avevano riguardato solo i militari e si erano risolte o con un cambiamento dinastico o con qualche aggiustamento di confini.

> "Qualche 'aggiustamento' di confini"? La cosa inizia ad essermi più chiara: Cammilleri ha l'uso d'introdurre ogni nuovo capitolo con una facezia, tanto per sdrammatizzare.

Gli Italiani, per esempio, erano abituati a vedere sui troni degli stati in cui erano politicamente divisi dinastie spagnole, austriache, francesi.

> Quegli stessi antenati degli italiani odierni che altrove il nostro taccia di mancanza di spirito nazionalistico?

Ma, per il popolo, di fatto non cambiava niente. Il nuovo re, o duca, o principe era giudicato solo sulle capacità amministrative; se il benessere era garantito e le particolarità dei popoli rispettate, nessuno aveva da ridire.

> Sarebbe quindi stato giusto che l'Italia fosse rimasta spezzettata in tanti staterelli rivali, così da permettere più agevole controllo da parte del papato.

Ma ora era diverso: chiese saccheggiate e profanate, la religione irrisa, le monache violentate, i giovani arruolati per forza;

> Quod erat demonstandum. A parte che Cammilleri dovrebbe avere almeno la serietà e la deontologia - sono conscio di chiedere troppo - di specificare a quale periodo si sta riferendo (almeno fornire, che sò, un anno, un decennio, un cinquantennio), mi pare che tutto stesse immutato da sempre, salvo che in questo caso Cammilleri ingigantisce la cosa portandola a livello universale.

e poi rappresaglie, fucilazioni indiscriminate, ruberie di oggetti sacri, di opere d'arte, requisizioni forzate (anche le scarpe tolsero ai cittadini, perché le casse francesi, svuotate dalle follie giacobine, non potevano vestire adeguatamente milioni di armati). Così il popolo insorse, spontaneamente.

> No: il popolo insorse perché, come nel 9 e 20 aprile (se si riferisce ancora al periodo iniziale, nei territorii controllati dalla Francia), fomentati da cattolici come il conte d'Artois.

Le campane di ogni villaggio suonarono a martello chiamando la gente alla riscossa. Così fu in tutta la Spagna, così in tutta l'Italia e altrove. La prima (ed unica) vera "resistenza" dell'intero popolo italiano, dalle Alpi alla Sicilia, fu questa. La storiografia liberale ha però invertito i ruoli: collaborazionisti come Ugo Foscolo e traditori come Vincenzo Monti sono stati chiamati "patrioti", mentre eroi come il mitico Fra' Diavolo furono definiti "briganti".

> No comment, onde evitare che mi pronunzi in qualche - giusta, giustissima, sacrosanta - scarica di improperii, poiché non è nel mio stile abbassarmi al livello di "personaggi" come questo "signor" Cammilleri, "patriota" reazionario, che meglio avrebbe fatto se avesse acquisito cittadinanza vaticana. E, personalmente parlando, sto già facendo più del dovuto, a mantenere quel savoir-faire che, in casi come questi, potrebbe venir meno a chiunque.

L'epopea di popolo del Sanfedismo, che quasi senza versare sangue riconquistò il Regno di Napoli, venne etichettata come "masse fanatiche". Insomma il "popolo" è buono se plaude all'invasore straniero francese; è "plebe fanatizzata" se insorge per difendere la religione dei suoi padri, il suo modo di vita, le sue sostanze e il suo lavoro.

> Oh, no; mi sembra di capire che il popolo è buono anche e soprattutto quando plaude a qualsiasi invasore, purché sia filo-papale! E se non sbaglio, Pio VI agli inizi fu propenso al dialogo; ma si rifiutò di aprirsi - è naturale - a concetti repubblicani, dato che, chissà per quale motivo, il popolo maltollerava le coccarde esibite "presuntuosamente" da Basville e de Flotte... Dopo gli assalti della carrozza, non vide di meglio che voltarsi contro gli ebrei, considerati "conniventi"; mi chiedo, ripeto, da quale mentalità scaturissero simili comportamenti...

Specialmente in Italia da quel momento abbiamo vissuto di propaganda, e la storia nazionale che ci è stata insegnata è totalmente spostata di angolo visuale: essa non è vista dalla parte del popolo, quello vero; bensì con gli occhi di quelle minoranze élitarie che di volta in volta si sono autoproclamate "la parte migliore" del popolo.

> Vedasi ad es. il caso degli "Eletti", i Lazzaroni, Capece e Pignatelli: o Cammilleri vuole alludere a Paggio e Michele il Pazzo?

L'invasione napoleonica fu sostenuta da una minoranza di intellettuali in combutta con le logge massoniche d'oltralpe; minoranza che il popolo ben conosceva e che, come nell'effimera Repubblica Partenopea, combattè con tutti i mezzi.

> Ma va da sé che certi esempi siano tutti reazionarii, di un popolo inneggiante a san Gennaro istigato da reazionarii, vittima di quella stessa propaganda che sembra piacere assai a Cammilleri. E dica pure, il nostro, se questa "Repubblica Partenopea" che lui cita ambiguamente (probabilmente poiché ripete parole altrui), fosse cattolica o si rifacesse ai dettami illuministi... "Nell'anno 1791 questo re e questa regina, impauriti dalle idee di Francia, eccitarono contro di esse l'odio delle turbe ignoranti, a ciò usando dell'opera dei preti e dei frati, i quali a più potere predicavano contro ogni ordine di libertà, e mutavano in tribuna i pergami e i confessionali. Anche le spie s'affaccendavano: la regina conferiva con esse nella reggia; e magistrati, nobili e sacerdoti si prestavano all'opera infame. Ed effetto di tutto ciò erano le persecuzioni agli uomini più dotti e più riveriti dalla nazione, perché credeansi fautori dei nuovi ordini. I libri di Filangieri furono sbanditi e bruciati: vietati i giornali stranieri, vietate le adunanze dei sapienti. Contro alcuno creduto amante delle cose francesi adoprarono anche la frusta, usata già contro i più abietti furfanti. Questo tristo re e questa trista regina si argomentavano di fermare il Sole colle loro braccia di pigmei: e il Sole, non curando quella grande stoltezza, continuava il suo libero cammino, e diffondeva sugli uomini la sua luce benefica", scriveva Atto Vannucci, cattolico cristiano sfegatato, ma non per questo forzatamente idiota come certi altri.

Purtroppo le rivolte veramente popolari mancano sempre di organizzazione. I contadini e la gente comune, pur se coraggiosi, non possono competere con gli eserciti professionali. Così, malgrado i prodigi di valore e gli eroi che non hanno avuto diritto nemmeno al ricordo grato, le insorgenze vennero schiacciate dovunque.

> Il giusto ricordo ce l'hanno, nella storia del brigantaggio.

E questo durò fino alla disfatta di Napoleone. Gli insorgenti, i sanfedisti, i lazzari napoletani sono stati semplicemente dimenticati.

> Non credo proprio, a giudicare dagli elogi di Championnet; piuttosto, proprio l'episodio di Porta Susciella ci fa capire quanto autonomo fosse il convincimento dei popolari a combattere. Come si vede ad es. in certi altri stelloncini della nostalgica Angela Pellicciari, pronta ad ammettere, pur di palesare che "il Risorgimento è stato realizzato anche facendo sistematico uso di propaganda menzognera", che essa fu "diffusa ad arte tra la popolazione cattolica, ingenua e credulona"...

O, quando si era costretti a nominarli, affiancati da aggettivi di ordine ideologico ("fanatici", "plebaglia", "arretrati", "briganti") che inducono lo studente a parteggiare per i "buoni" (gli invasori francesi e i loro collaborazionisti, come Eleonora Pimentel Fonseca, il generale Pepe, Vincenzo Cuoco, eccetera).

> Parlare di personaggi come Cuoco in certi termini, è veramente sacrilego, da parte di un tale "storico" come Cammilleri.

La cosiddetta Restaurazione in realtà non restaurò un bel niente: solo le vecchie dinastie.

> Cammilleri dovrebbe essere grato a questo processo reazionario.

Ma le "novità" introdotte dalla Rivoluzione francese rimasero, così come le logge ormai disseminate anche dove prima non erano. Si tenga presente, per esempio, che a condurre le trattative per la Francia di Luigi XVIII fu Talleyrand, l'ex vescovo che aveva operato in posizioni di primissimo piano fin dall'inizio della Rivoluzione.

> Si, conosciamo Maurizio Talleyrand, "grande statista e pacificatore", nonché voltagabbana da Nobel... Ma non tema, il signor Cammilleri; con questo passo ambiguo non perorerà una causa adeguatamente ambigua...

(!SNIP!)

La Guerra di Secessione
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Gli Stati Uniti nel frattempo si liberavano del "problema" indiano e iniziavano la loro ascesa economica. Con una tattica che poi Garibaldi userà nella spedizione dei Mille, quella cioè dei corpi di volontari "liberatori", si impadronirono della California, del Texas e di tutti gli stati appartenenti al Messico.

> Che era stato, ricordiamo, in mano agli spagnoli, cattolici; quelli di Davy Crockett, per intenderci. Infatti...

Parliamo un attimo del Texas, su cui, come al solito, è stato costruito il mito.

> Un mito di cui - ma non voglio presumere troppo - Cammilleri è molto sicuramente fra gli ultimi a poter dire la sua, data la straordinaria difficoltà che dimostra già con la storia dell'Europa e della "sua" Italia... Ma chiaramente, egli cerca di apportare più esempi possibili per la sua causa; quella dei buoni (cioè tutti i servi di un dio cattolico) e dei cattivi (gli atei, i protestanti, i comunisti, gli illuministi, etc.).

Il Messico, cattolico, aveva abolito la schiavitù dei negri nei suoi stati, tra i quali c'era l'immenso Texas. Una minoranza, finanziata dagli Usa, dichiarò l' "indipendenza" e si arroccò nella missione cattolica di Alamo. Gli Usa inviarono "volontari", tra cui il famoso Davy Crockett, senatore e (ovviamente) massone.

> Comprendiamo che a certuni il "dono" della sintesi riesca a tratti favorevole, ma detta così, pare che le cose precipitarono nel giro di una settimana. Invece, la cosa è estremamente complessa e si sviluppò da strascichi decennali, non come nel riassuntino cammilleriano. Da tempo i texani ventilavano una secessione a favore degli americani, preferendo la "schiavitù" alla "umanità" dei cattolici messicani, in un Messico talmente "unito" da essere spaccato fra centralisti e federalisti, tanto che le rivolte interne si susseguirono senza sosta.

Com'è noto i Messicani del presidente Santa Ana ripresero il controllo della situazione, ma gli Americani intervennero in "fraterno" aiuto agli insorti, annettendosi il Texas e ripristinandovi la schiavitù.

> Non capiamo se esempi del genere servano a Cammilleri allo scopo di riempire di "qualcosa" le sue paginette, o se debbano essere inseriti nel quadro, più ampio, di certa propaganda a "doppio senso unico" intessuta sul contro-mito dell'America anti-cattolica, tipico dei momenti più bassi del fascismo, ma utile, per altri versi, pure all'ideologismo comunista. Fu un episodio sporco, non lo nega nessuno (forse qualche "Voltaire" moderno o antico lo nega? Qualche anticlericale lo difende? Non capiamo che abbia mai Cammilleri da lamentarsi), ma non meno sporco di tante invasioni di "confine" avallate direttamente o meno in nome della "guerra giusta" filo-cattolica.

Da quel momento i "pacifici" Stati Uniti non cessarono più con gli interventi "fraterni" all'estero:

> A questo punto, devo pensare che il risentimento di Cammilleri nei confronti degli yankees sia dovuto al fatto che il nostro non riesce a concepire che il primato bellicista e schiavista venga alienato ai beneamati cristiani.

nei due secoli della loro storia, a tutt'oggi hanno combattuto più di duecento guerre e tutte (tranne quella Civile) fuori casa. Nel secolo scorso strapparono Cuba, Santo Domingo e altro alla Spagna, ridussero ai minimi termini il Messico,

> Il Messico era già ridotto "ai minimi termini" per buon conto suo, persino prima di Santa Ana. Quanto a Cuba "e altro", il governo venne in aiuto ai ribelli per contrastare la repressione degli spagnoli.

imposero il loro protettorato a tutto il Sudamerica, combatterono di nuovo contro l'Inghilterra (ma questa volta le presero), ammonirono l'Europa a lasciare "l'America agli Americani"; (cioè a loro).

> Ah, ma questa volta le presero... Comprendo il coerentissimo Cammilleri, impastoiato nel più infantile dei singhiozzi di rivalsa, giungendo persino a non peritarsi di citare l'Inghilterra, varie volte anch'essa esecrata più del diavolo! Fra i due mali... E difatti, fa ancora una volta l'ennesimo salto a pie' pari di una suite storica raccogliticcia.

La Guerra di Secessione non fu dovuta, come la propaganda fece credere, alla volontà di liberare gli schiavi negri.

> Nessuna propaganda dice cose del genere. I problemi sono stati riconosciuti di carattere politico, territoriale ed economico sin da prima che nascesse il nostro nuovo Gorgia. Già al tempo dell'affare texano vi furono degli abolizionisti che attaccarono la politica di Polk, a comprova del fatto che il problema dello schiavismo, primario o meno, fosse sentito.

Si trattava esclusivamente di un motivo economico. Il Nord ormai si era industrializzato, mentre il Sud restava legato all'agricoltura e ai campi di cotone.

> Con grave penalizzazione per il flusso commerciale del continente, diviso e sbilanciato, direi.

Quando il problema della secessione si pose (perché il Sud rischiava di finire strangolato dal Nord), la liberazione degli schiavi non era affatto all'ordine del giorno. Dichiarata la guerra al Sud Lincoln proclamò la liberazione degli schiavi, ma non negli Stati che si erano schierati col Nord.

> Credo di si, se magari qualche fanatico gliene avesse dato il tempo.

La guerra fu spietata e tesa, alla giacobina,

> Ah, "alla giacobina"...

all'eliminazione totale dell'avversario. Apparvero alcune novità che avrebbero fatto scuola: la mitragliatrice, le trincee, le corazzate, il filo spinato e i campi di concentramento. Il Sud fu schiacciato, raso al suolo e semisterminato. I negri, dichiarati "liberi", furono solo liberi di restare disoccupati in un mondo meccanizzato che aveva sempre meno bisogno di braccia.

> V'era da dubitare che l'industrializzazione del Medioevo fosse una balla?

In più si accorsero che anche i nordisti li tenevano per "inferiori": solo al tempo di Kennedy cessò l'obbligo per i negri di avere un asterisco accanto al loro nome sugli elenchi telefonici.

> Perché non parlare anche del fatto che il termine "deicida" apposto agli ebrei non venne cassato dai "testi di culto" cattolici fino a tempi non sospetti, o che l'apartheid finì molto più tardi? Forse che i boeri e gli afrikaneers erano anch'essi un tantinello lontani dall'ideologia cattolica "purista", o forse che Cammilleri e soci non hanno null'altro da sbucciare, per quanto riguarda una denigrazione ideologica dei "modelli sociali" sudaficani? Ma comprendiamo che è impossibile portare molti esempi; specialmente nei "capitoli" interstiziali.

Il cosiddetto Risorgimento
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La liberazione dallo "straniero" austriaco era la cosa che interessava meno alla casta liberal-massonica che teneva Carlo Alberto praticamente in pugno.

> Come al solito, Cammilleri mostra piena padronanza della scorrettezza dialettica, dacché non esita persino a fare il pistolotto sul mancato intervento dei "massoni" contro lo "straniero" (notasi le virgolette), pur di denigrare i primi ed il "cosiddetto" Risorgimento.

La Massoneria, a quel tempo fanaticamente anticattolica (ricordiamo che era stata trapiantata in Italia dai rivoluzionari francesi) teneva soprattutto a distruggere l'Austria "papista".

> Cammilleri vorrà forse farci credere che, dietro questa ulteriore vilificazione della massoneria ("allora anticattolica"), si cela un doppio legame con la "fifa" nei confronti dell'oppressore austriaco, quello stesso della Napoli del 1821?

Nel Sudamerica, con la complicità interessata degli Usa, aveva promosso una serie di guerre d'"indipendenza" che avevano tolto tutto alla Spagna e al Portogallo e gettato quel continente, un tempo prospero, in braccio allo sfruttamento americano e inglese.

> Beh, certamente ci volle un pò di tempo prima che quei territorii si risollevassero dalla fame e dall'ingiustizia in cui li avevano gettati i parassiti cattolici, ma non tanto tempo, tant'è che oggi il Texas e la California sono fra gli stati più ricchi degli USA. Ma non capisco una cosa: Cammilleri si riferisce forse all'azione efficiente dei massoni italiani (dato che di questi ha parlato nell'esordio) o in generale? Poiché, nell'uno e nell'altro caso, si sbaglia di grosso.

Nell'Ecuador, per esempio, il presidente Garcìa Moreno, cattolico, aveva consacrato la Costituzione al Sacro Cuore, ma aveva anche dimezzato le tasse e triplicato i salari, arrivando a concedere il voto anche agli indios. L'Ecuador fu l'unico stato a mandare un modesto aiuto economico al papa Pio IX, dopo l'invasione di Roma da parte dei piemontesi. Garcìa Moreno venne assassinato mentre usciva di chiesa.

> Sarebbe interessante che Cammilleri ci dicesse chiaramente chi uccise il pio guerrafondaio Moreno, esecutore di minorenni, l'umano golpista che reinstaurò i sistemi inquisitoriali e privilegi straordinarii per il clero, il corruttore di Arboleda, che aveva persino provato a stringere un protettorato con la vile Francia, e che represse nel sangue le rivolte di quei popolari che, secondo certi teneri entusiasti, avrebbe beneficiato. Congiurati massoni, forse? Si: la voce che venne fatta circolare fu questa. La storia di Moreno, ennesimo esempio-cuscinetto interstiziale cammilleriano, viene fatta vagare per tutto internet nei soliti siti, copiata e ricopiata verbatim da ben individuate fonti anglofone e spagnole, a comprova dell'eclettismo di certi ambienti.

Alla Prima Guerra d'Indipendenza italiana, com'è noto, parteciparono tutti gli stati della penisola, anche i borbonici e perfino un contingente pontificio. Ma quando si accorsero che non si trattava di unire l'Italia in una confederazione secondo i progetti di Gioberti e Cattaneo, ma di star prestando man forte all'espansione del Piemonte, tutti si ritirarono. Carlo Alberto, resosi conto di essere stato di fatto il burattino di un progetto massonico internazionale, cambiò idea e da quel momento venne beffeggiato come "il re tentenna".

> Occorre introdurre il concetto di "massoneria" o di "carboneria" - per alcuni ramo dissidente della prima, d'origine francese, la charbonnerie - in maniera più rigorosa di come lo dipinge il nostro Gorgia. Innanzitutto, la carboneria, per quel che riguarda la "massoneria" risorgimentale, si rifaceva ad un santo fanatico di Gesù dell'XI secolo, il "martire" Teobaldo, emblema della lotta contro qualsiasi tirannia: è quindi falso che non avesse in sé dei modelli religiosi, seppure il suo unico obiettivo era rivolto alla risoluzione del problema delle tirannie, vaticana in testa, dato che in essa vedeva la causa primaria del malessere in Italia, tant'è che alla carboneria aderirono persino religiosi, prevalentemente cappuccini. In secondo luogo, l'assetto conciliante dello Stato Pontificio post-riforma fu dovuto all'opera di Consalvi, uno dei pochi uomini di chiesa privi di quel fanatismo elettivo, a quanto pare, anche in certi laici; il Consalvi riuscì a capire i tempi che cambiavano e le istanze positive degli strascichi dell'Illuminismo. Purtroppo, tutto ciò venne vanificato con Leone XII e Pio IX. Non meglio andò a quei 12000 (dodicimila) sacerdoti puniti aspramente da Pio IX nel 1862, per avergli consigliato di accettare i tempi che correvano. Ma continuiamo, e introdurremo anche il resto dei personaggi coinvolti.

Suo figlio Vittorio Emanuele, invece, stette al gioco dei massoni Palmerston e Napoleone III. Pura propaganda era l'idea di "'unità d'Italia", tant'è che l'italiana Corsica fu lasciata fuori, e Nizza e la Savoia tranquillamente barattate.

> A me pare, piuttosto, che certi stereotipi denigratorii non si discostino poi tanto da una certa qual mentalità di luoghi comuni che contrapponevano, nell'immaginario collettivo dei "sudisti" disinformati, la questione meridionale alle mire di "sfruttamento" piemontesi: pagine vergognose di certa propaganda volta alla mistificazione dell'Unità. Molto rispettoso per la chiesa, Carlo Alberto, a suo tempo vastamente beneficiato da Napoleone, non può essere certo paragonato ad individui come Francesco II, né era un fesso qualunque - sebbene agli effetti non sospettò un bel nulla di concreto; anzi, fece un doppiogioco coartato -, ma le sue vicende di giovinezza, indiretta vittima di un periodo di trapasso drastico, ne avevano pilotato il carattere su un atteggiamento abbastanza incerto. Fatto sta che non fu certo plagiato dai massoni (che costituivano oltre il 90% dei suoi consiglieri), né dagli ambasciatori russi e francesi. Più che altro, furono le vicende politiche collaterali (troppo estese per essere qui riferite), i problemi con Carlo Felice, le condizioni del suo regno, a determinare il suo atteggiamento; che, per quanto esecrabile agli occhi di chi confidava in lui, Cammilleri dovrebbe piuttosto ammirare, specie dopo i fatti del Trocadero ed il supporto a carlisti e miguelisti. Per quanto riguarda il resto, è chiaro che la realpolitik sia un conto, il facile disfattismo "sintetico" un altro, considerando specialmente la delicata situazione del dopo-Villafranca, non certo voluta da "massoni" (eccetto uno, filo-papale, che risponde al nome di Napoleone III; quello di Mentana!).

Con le leggi Siccardi il Piemonte carbonaro gettò la maschera e cominciò un'aggressione anticattolica senza precedenti.

> Mascherata sotto la garanzia del fatto che il cattolicesimo venne dichiarato religione di stato, nonostante Pio IX da Gaeta avesse a suo tempo incitato i principi reazionarii ad abbattere la repubblica e reinstaurare il papato... Va da premettersi che Vittorio Emanuele II non accettò la Siccardi di buon grado, ma era sin troppo conscio che i privilegi ecclesiastici fossero stati una delle chiavi fondamentali delle sperequazioni alla base del Problema Italia.

Gli ordini religiosi furono espulsi, i vescovi incarcerati, i beni ecclesiastici confiscati, i conventi divennero prigioni e caserme. Le processioni vennero vietate e si procedette a un'epurazione degli impiegati statali "papisti". L'assassinio di Pellegrino Rossi e poi l'effimera Repubblica Romana inaugurarono l'era dei cortei massonici con gli stendardi neri raffiguranti Satana che schiacciava la testa all'arcangelo Michele.

> Altri dettagli "subliminali" che lasciano stupiti, più che infastiditi; come dire, che l'Inno a Satana sia indirettamente un proclama satanista, e che Rossi fu vituperato da Cavour, malgrado il suo programma non fosse altro che l'ennesimo provvedimento di ritardo dell'unificazione a vantaggio del Vaticano, che sfociò (con comprensibile soddisfazione di Cammilleri) nella effimera esperienza romana, conclusasi a cagione di temporaneamente ritrovata coscienza cristiana dei... francesi. Cammilleri dovrebbe ringraziare che non fossero più i tempi d'oro dell'Inquisizione, e che i suoi beneamati se la cavarono soltanto col carcere (nei favolosi conventi), il confino (altrettanto bentrattati) e qualche graffio. E deve ringraziare che quegli stessi piemontesi inibirono Garibaldi dal prendere decisioni risolutive contro il clero.

Le chiese assaltate, le tipografie cattoliche devastate, i gendarmi che intervenivano per arrestare i "provocatori" cattolici.

> E in effetti, di provocatori cattolici si trattava, come ai bei tempi di Ferdinando e compagni.

Con i soldi inglesi e le truppe francesi Cavour e compagni scatenarono una serie di guerre tutte regolarmente perse (la Seconda Guerra d'Indipendenza fu di fatto vinta dagli zuavi francesi). Le sole campagne vittoriose furono quelle contro altri italiani: il Papa e il Sud.

> Non mi pare proprio che Cavour fu il promotore della guerra di Crimea, iniziata dal pio cristiano rege Nicola I grazie alle velleità sovversive dei cristiani di Turchia... Il problema dello "scandalo" che si trattasse di finaziamenti stranieri (ora l'obiettivo si sposta dai francesi giacobini agli inglesi puritani... massoni entrambi, s'intende), non dimostra nulla se non la completa estraneità di certuni ad elementi di politica reale. La perdita delle battaglie, casomai, può farci capire che il bilioso "stridor di denti" del nostro sia piuttosto motivato dal fatto che la guerra fu comunque vinta (gli zuavi francesi? Alleati del Piemonte, se non erro...). Quanto agli altri "italiani", sempre per certuni in certe circostanze sarebbe più consigliabile serbarsi in un decoroso silenzio.

La Terza Guerra d'Indipendenza finì col disastro di Custoza e Lissa, malgrado l'Austria avesse offerto gratis il Veneto e il Trentino purché l'Italia si ritirasse dall'alleanza con la Prussia.

> Notasi il terrore che gli italiani avevano nei confronti degli austriaci... e l'ennesimo salto di dati sensibili del Cammilleri, che va in palese visibilio di fronte alle due uniche sconfitte italiane al tempo di Bismark, ma aveva dimenticato in precedenza episodi come San Martino, Palestro, Solferino, Montebello, Magenta, Goito. Quanto al Veneto ed al Trentino (anzi, solo il primo venne offerto dagli austriaci...), i fattori furono casomai trasversali e dovrebbero considerare gli atteggiamenti presi nei confronti dell'unificazione da parte di chi abitava queste regioni, dato che, vista la situazione dell'esercito piemontese (complice anche la scarsa integrabilità con l'ufficialità borbonica; se non fosse stato per Garibaldi...) ed i problemi che provenivano dall'atteggiamento francese oltreché i patti con la Prussia, fu già una fortuna che, quantomeno dopo Sadowa i sabaudi riuscirono ad ottenere il Veneto.

I "plebisciti" sancirono l'annessione forzata di tutti gli ex stati italiani. La gente doveva votare all'aperto, mettendo le schede in due urne: su una stava scritto "sì", sull'altra "no". A Napoli si dovette votare passando tra due ali di garibaldini armati.

> Eh si, specialmente dopo le sobillazioni del clero e dei nostalgici borbonici del 1866...

Malgrado ciò i voti sommati risultarono pure molto superiori all'effettivo numero dei cittadini (segno che ogni "liberatore" aveva votato più volte). La spedizione dei Mille venne finanziata dagli Inglesi e dai protestanti americani e tedeschi. Ai Mille man mano si aggiunsero soldati piemontesi travestiti Molti alti ufficiali borbonici, massoni, cedettero senza combattere (alcuni finirono linciati dalle loro stesse truppe). Quando i borbonici poterono combattere davvero, al Volturno, Garibaldi a stento riuscì a salvare la pelle. A Gaeta Cialdini continuò a cannoneggiare per ore (anche l'ospedale) dopo che era stata issata la bandiera bianca. Lo stesso farà Cadorna alla breccia di Porta Pia. Diversi ufficiali piemontesi, cattolici, preferirono dimettersi.

> Summa raccogliticcia di pensierini disarticolati che segnalano un approccio convergente alla "questione meridionale".

Il floridissimo Regno delle Due Sicilie in brevissimo tempo fu portato al tracollo finanziario, e i meridionali per la prima volta nella loro storia furono costretti a emigrare all'estero per poter mangiare. Il Sud dovette pagare le guerre del Piemonte, anche quella combattuta contro i meridionali stessi.

> Non credo proprio che il Regno fosse stato così floridissimo, a giudicare dalle continue rivolte dei popolani affamati ed angariati dai borboni. E pare sia normale che chi rompe paga, se Cammilleri si riferisce a debiti di guerra.

Arrivarono tasse anche sul macinato,

> La tassa sul macinato era già stata abolita durante la prima unificazione; semmai, venne ripristinata temporaneamente per sanare il gettito, e non se ne contemplò un'eterna applicazione. Dunque, il problema di lamentazioni del genere è semplicemente strumentale; nessuno nega che persino i dirigenti sabaudi capissero la loro impreparazione alla gestione di un esperimento così vasto (e si vide sia in campo militare che politico ed economico), data anche la diversità di mentalità di tessuti sociali che, diversamente dall'esperienza americana, gravitavano su una comune miseria sia al nord che al sud, con l'aggravante che ci fu per gran tempo una fondamentale incomprensibilità di mentalità e retaggio fra i due "tronconi" (separati da un terzo, lo Stato Pontificio; per tal motivo - e non certo per anticattolicesimo - si tentava di equilibrare l'unità territoriale spostando la capitale a Roma). Né il problema di alienazione vaticana fu dovuto alle velleità di Pio IX, che perlomeno agli inizi, prima di imbestialire nel dopo-Gaeta, tentò di configurare un abbozzo di liberalità, se non fosse stato sconfessato dai soliti noti; fu dovuto all'ingerenza di Napoleone, che per sanare la sua immagine in Francia tentava di farsi vedere come paladino di cristo... in casa altrui, spesso senza nemmeno riceverne richiesta. Situazione in cui l'oramai irriconoscibile Pio IX dei primi tempi continuò a fomentare col rifiuto delle guarentigie e col non expedit. Eppure, personaggi come Cammilleri non trovano di meglio che addossare in toto le colpe sui sabaudi, limitandosi a citare il massone Napoleone III in qualche branetto incidentale...
A causa di fondamentali fattori di malintegrazione e miscomprensione reciproca fra due "mondi" molto diversi, sorsero e perdurarono per lungo tempo gravi problemi di sperequazione, corruzione e sfruttamento, ma non credo proprio che fossero esclusiva prerogativa di "massoni" anticlericali, così né irreparabili... tanto più che quella stessa classe dirigente "riformata", in seguito fu responsabile, sotto Beneduce e Cuccia, di una ripresa abbastanza notabile.

sulle porte e le finestre (le case cominciarono così ad avere un sola apertura, con conseguenti epidemie di tubercolosi, il male del secolo), arrivò la leva obbligatoria che durava anni e toglieva braccia a popolazioni prevalentemente agricole. Per dieci anni il Sud fu trattato come una colonia da sfruttare; sorse per reazione il cosiddetto "brigantaggio" (i partigiani dell'ex Regno, come al solito, vennero definiti banditi).

> I "partigiani" dell'ex Regno erano banditi strumentalizzati tanto quanto per i romani lo erano gli zeloti - finanziati dai pàrti, tanto quanto questi moderni erano finanziati dai borboni -, al pari dei quali erano prevalentemente dei fanatici religiosi, oltreché dei "patrioti" nostalgici dei "bei tempi". Usufruivano spesso della copertura del Vaticano, che concedeva loro "asilo politico" (tranne "casi sfortunati" come ad es. quello di Carmine Donatelli...).

Metà dell'esercito piemontese era di permanenza nel Sud, con uno stato di emergenza continuo: fucilazioni di massa, rappresaglie, stermini, incendi. Nacque così il problema del "mezzogiorno", da allora mai più risolto. Nel nuovo regime burocratico e accentrato i meridionali, privati delle industrie e delle terre ecclesiastiche e statali su cui lavorare, presero il vizio di far carriera nella pubblica amministrazione.

> Il problema - nel quale parzialmente concordo - qui sintetizzato da Cammilleri, meriterebbe un discorso molto più elaborato e meno soggettivo su un argomento in fondo assai semplice nelle sue origini. Ripeto, non è serio "spiegare" la questione meridionale col rifarsi alle trite e ritrite opinioni particolaristiche che fanno capo allo stereotipo del Sud sfruttato (nella fattispecie, stavolta dai Savoia come prima da greci, romani, arabi, normanni, angioini etc.) ed incapace di risollevarsi, specialmente quando si pretende di poter propugnare impunemente che si stava meglio quando si stava peggio. "Sparate" simili, a mia opinione - e, osservando il generale andazzo dei "sofismi" cammilleriani, posso avere la presunzione di dire di non sbagliare -, mi sembrano semplicemente sciacallaggio sulla questione meridionale, incentrata su un unico pivot: meglio i sovrani (cattolici) e i loro padroni vaticani, che i "liberatori" "padani"... Questo non considera gli strascichi inevitabili di una guerra mirata, piuttosto che al servilismo del Sud, all'unificazione di uno stato preda di stranieri a vantaggio di élites (care a Cammilleri ed altri suoi pari), ora scaricata su oligarchie "laiche" nordiste e i loro tirapiedi d'oltralpe. Conviene proprio tentare lo sciacallaggio ideologico su una questione del genere, appellandosi al "pristino benessere" dovuto alla mentalità religiosa? A questo punto, preferisco Zitara, se non altro proporzionalmente molto più serio di quattro guitti allineati conto-terzi.

Lo scrittore Ippolito Nievo, cassiere dei Mille, morì in un misterioso naufragio mentre tornava al nord con le ricevute delle somme erogate. Cominciarono gli scandali: l'appalto dei tabacchi, quello delle ferrovie, lo scandalo della Banca Romana. Cominciarono i cadaveri "eccellenti" e le "insabbiature" di cui non si sarebbe mai saputa la verità.

> A dire il vero, questa pratica e questo tipo di scandali non furono ignoti nemmeno nello Stato Pontificio sia prima che dopo.

Alla breccia di Porta Pia, dopo i bersaglieri, il primo ad entrare fu un carretto di Bibbie protestanti, tirato da un cane chiamato "Pio Nono". Tra i patti che Cavour aveva fatto con gli inglesi, "padrini" dell'espansione piemontese, c'era anche l'appoggio alla divulgazione protestante contro l'odiato "papismo".Garibaldi si ritirò a Caprera con un sacco di grano (secondo la leggenda) e con una cassa di Bibbie protestanti (secondo la storia vera).

> E con ciò? Tra l'altro, ricorda il Cammilleri come fu facile corrompere i puri ed integerrimi funzionari borbonici, con lo "sporco danaro" erogato dagli inglesi?

Anche i soldati italiani in Crimea vennero inondati di Bibbie protestanti. Quando Pio IX morì il suo corteo funebre venne assaltato da fanatici massoni che cercarono di gettare nel Tevere la bara.

> A me risulta che i liberali si sentirono provocati dagli stessi "ex" sudditi, quelli stessi che non avevano voluto lasciarlo partire a suo tempo (e che comunque a suo tempo si ritirarono dalla lotta, lasciandola alle guardie straniere), che lo avevano salutato al grido di "viva il papa-re!"... A questi si aggiunse, man mano, una folla di gente comune, forse destatasi dalla momentanea trance mistica.

Ogni venerdì santo le logge organizzavano giganteschi banchetti all'aperto in Roma, a base di carne di maiale.

> Non avrei mai sospettato che il poliedrico Cammilleri si preoccupasse dei pericoli del colesterolo.

Il sindaco di Roma, duca di Torlonia, che aveva osato fare gli auguri a Leone XIII, venne destituito.

> E aggiungo: da quel massone di Crispi...

Il sindaco più ricordato del tempo è il massone Ernesto Nathan, figlio dell'amante inglese di Mazzini, il quale poté fare il sindaco della capitale d'Italia pur essendo cittadino inglese. Del resto solo meno del 2% della popolazione aveva diritto al voto.

> Altre storielle zibaldonee di cavedio, cui Cammilleri sembra aver fatto il callo, dimenticando pure che il voto mancava anche e soprattuttoa causa di "cosette" come il non expedit.

Gli inglesi avevano appoggiato l'invasione del Sud anche con le loro navi. Il Regno delle due Sicilie deteneva il monopolio dello zolfo, essenziale per i battelli a vapore, e l'Inghilterra voleva metterci sopra le mani. In più gli industriali piemontesi avevano tutto l'interesse nella distruzione delle industrie borboniche, molto quotate internazionalmente e fortemente competitive.

> Ripeto: e con ciò? Non credo proprio che l'apertura di uno stato - unitario - a realtà internazionali, necessitasse la distruzione di "industrie competitive", o concorrenti, al Sud reazionario, nemmeno a scapito della loro conversione, qualora i proprietarii ne fossero stati interessati.

Quando i siciliani che avevano appoggiato i Mille, credendo che i "liberatori" avrebbero provveduto a una redistribuzione di terre, si appropriarono di alcuni appezzamenti a Bronte e a Villalba, Bixio ricevette l'ordine di procedere a una spietata repressione. Quelle terre appartenevano a Inglesi. Una, in particolare, al padre delle scrittrici Charlotte ed Emily, appunto, Bronte.

> Garibaldi non aveva nessuna intenzione di tollerare iniziative popolari non autorizzate, tendenti a sovvertire i diritti di proprietà; i fatti della ducea di Nelson non hanno spiegazioni "spiritistiche", sebbene, scrivendo alla moglie, Garibaldi lamentava che gli fosse stata affidata una "missione maledetta".

Ultima stranezza (ma non troppo): Garibaldi, Mazzini, De Amicis e molti dei "padri della patria" erano spiritisti. A chiarire che si trattava esattamente di un'espansione piemontese il nuovo Re d'Italia, Vittorio Emanuele, non fu "primo", ma rimase "secondo". Vittorio Emanuele II, Re (adesso anche) d'Italia.

> Conclusione della risibile collettanea cammilleriana. E mi fa piacere che abbia avuto il "buonsenso" di non aggiungere null'alto in merito a eroi come Garibaldi e Mazzini - e non poteva... -, sui quali parecchi altri suoi colleghi si sono lasciati andare in illazioni non meno risibili ma più dettagliate: "Anche noi ci prodigavamo in arti magiche", diceva Giustino a proposito di sé e dei suoi amici apologeti.

Il colonialismo
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L'ultima parte del secolo scorso vide l'affermarsi delle colonie in Africa e in Asia. Protagonista assoluta l'Inghilterra. Costrinse l'impero cinese, con le armi, ad acquistare per forza l'oppio che essa commerciava. Questo produsse sentimenti xenofobi che culminarono nella lotta clandestina a tutto ciò che era europeo. Ne fecero le spese i missionari e i cattolici cinesi. Fino a quando la rivolta cinese (cosiddetta rivolta dei Boxer) fu repressa nel sangue dalle potenze occidentali con una spedizione congiunta cui parteciparono anche Stati Uniti, Italia, Giappone e Russia.

> Giusta punizione per i reati compiuti contro gli innocenti missionarii - non estranei al commercio d'oppio e tante altre amenità analoghe -, testa di ponte della penetrazione coloniale bianca, da parte di "pagani simili a bestie", come li chiamava un loro noto collega nel Ventennio... Non mi stupisce cge, quando si tratta dei "miti cristiani", lo spirito d'identità nazionale (altrui) difeso contro gli invasori diviene magicamente "cosiddetto".

In Africa gli Inglesi schiacciarono i Boeri del Transvaal e del Sud, applicando il sistema dei campi di concentramento. Il governatore del Sudan, Gordon, cattolico, fu abbandonato alla sua sorte e lasciato massacrare dai musulmani del Mahdi (uno dei tanti "messia" islamici ottocenteschi).

> Quello stesso George Charles "Chinese" Gordon (inglese si, ma cattolico...) al soldo dei turchi e già impiegato nella guerra di Crimea, che si guadagnò il nomignolo proprio nei fatti della Cina? Quello stesso Mahdi che cercava di opporsi allo schiavismo del Sudan, proprio come Gordon? Che, nonostante avvertito di evacuare da Khartoum, volle "fare l'eroe"? Cos'ha, Cammilleri, da lamentarsi?

L'Italia cercò la sua fetta di Africa, ma le venne lasciata la parte peggiore. Infatti Abissini, Eritrei e Somali non erano affatto come gli africani tribali del resto del continente. Erano innanzitutto cristiani,

> O meglio, cristiani copti. E tanto avversi agli italiani, che a tuttora in quei luoghi li rimpiangono ed esaltano come civilizzatori!

poi erano ben armati e addestrati da "consiglieri militari" francesi e russi.

> Che stavolta riescono simpatici, pare.

Finita la Guerra di Secessione americana i soldati pontifici avevano acquistato un partita di fucili a ripetizione Remington, che vennero confiscati dai Piemontesi dopo l'invasione di Roma. Questi fucili furono venduti agli abissini, che li usarono per l'unica grande disfatta di un esercito europeo in Africa: il nostro, ad Adua.

> Va da sé che se avessero lasciato che i fucili - frutto del commercio con gli ignobili yankees - venissero usati dai papalini, costoro ne avrebbero fatto miglior uso, e magari tutto ciò non sarebbe avvenuto!

Tuttavia dobbiamo sfatare un mito. Quello della "oppressione" coloniale.

> Siamo tutt'orecchi.

A conti fatti i risultati della cosiddetta "decolonizzazione", avvenuta dopo la seconda guerra mondiale, sono deludenti.

> Non capisco: Cammilleri prima premette di "sfatare" un mito, poi nel seguito lascia capire di convalidarlo?

Dopo aver contribuito a cacciare le potenze europee dall'Africa, Usa e Urss hanno sfruttato tutti i locali "movimenti di liberazione" possibili, cosa che ha trasformato il continente nero in un perenne campo di battaglia. I regimi "democratici" africani hanno ripristinato, con le armi e i "consiglieri" delle due superpotenze, le vecchie satrapie tribali. I massacri etnici, tra Hutu e Tutsi, tra Zulu e Xhosa (eccetera) sono ancora sui giornali.

> Se è per questo, e se è a questo che si riferisce casomai il nostro, figurarono nei giornali (stranamente, per poco tempo) anche le notizie dei genocidii in Rwanda, capeggiati da suore e preti cattolici, giusto qualche decennio or sono.

I culti animisti e stregonici sono stati ripristinati quasi dovunque e la morte per fame e malattie ha ridotto i neri d'Africa ai minimi termini. Gli aiuti cosiddetti umanitari dell'Occidente (e solo dell'Occidente cristiano, la cui opinione pubblica spinge di continuo i governi a interessarsi della sorte dei più sfortunati: i pur ricchi giapponesi, coreani, arabi, israeliani non sono presenti in queste operazioni)

> Ciò è estremamente vero; ammirevole che ogni tanto Cammilleri ammetta disinteresse persino da parte del "popolo eletto di dio". Ma non capisco in che modo si possa parlare di ritorno all'animismo, dato quel che dice dopo.

vengono di fatto requisiti dai tirannelli locali e finiscono rivenduti al mercato nero o dati alla tribù del capo.

> Sacrosanto. Ma non dovrebbero le varie associazioni - prevalentemente cattoliche, a questo punto - garantire un minimo di sicurezza negli aiuti?

La mancanza di infrastrutture adeguate (magazzini, silos, ferrovie, autocarri) impedisce, per esempio, adeguate forniture di grano o di generi alimentari deperibili.

> Perchè non costruire questi, anziché inutili sfavillanti specchietti per le allodole come quelli di Yamoussoukro?

E le infrastrutture mancano perché i tirannelli locali preferiscono comprare armi e costruirsi regge fiabesche.

> Non tanto sacrosanto; vedi sopra. A meno che non siano i "tirannelli" a gestire direttamente i fondi...

Le "culture" locali spesso ostacolano anche moderni interventi medici e terapeutici. In molte zone la nascita di gemelli viene considerata infausta e orrende mutilazioni rituali vengono ancora inferte soprattutto alle donne.

> Il caso dell'infibulazione e dei gemelli non credo siano congrui, o definiscano un serio movente d'abominio (specie qualora considerate certe altre superstizioni del civilissimo mondo cattolico), se non strumentale e accentuato. A meno che non vengano giustapposti onde costituire - risibilmente - nota di biasimo accentuativo.

Le potenze coloniali europee erano invece costrette dalle loro opinioni pubbliche a farsi precedere dai missionari, i quali insegnavano prima di tutto il Cristianesimo e quel che comporta: rispetto per le persone, per i bambini, i vecchi, le donne, i sofferenti; eliminazione dello sciamanesimo e delle superstizioni; cultura del lavoro e apertura alle novità tecnologiche; scuole e università, perché l'istruzione sconfigge l'ignoranza e la paura.

> Tutto il contrario di quel che fanno quei poveri missionarii abbandonati al loro destino. O forse tutta questa pericope serve proprio per giustificare il fatto che gli aiuti arrivano solo negli spot televisivi?

Così istruiti i nativi erano in condizioni migliori nei confronti dei bianchi, con i quali potevano relazionarsi in modo proficuo per entrambi. I bianchi, dal canto loro, avevano un preciso interesse a imporre l'ordine e pacificare i conflitti tribali, a costruire strade, ponti, ferrovie, città, porti, dighe, centrali elettriche.

> Mi sorge un dubbio: i bianchi come gli afrikaans? I belgi del Congo? I portoghesi dell'Angola? Gli spagnoli del Sahara spagnolo? C'è qualche potenza europea (tranne il Vaticano) che non abbia cercato di sfruttare i territorii africani dopo il congresso di berlino?

Certo i colonizzatori godevano di uno standard di vita superiore a quelli dei locali, ma per tutto il tempo del colonialismo l'Africa non conobbe mai la fame, né gli assurdi massacri etnici. Di più: i bianchi stroncarono davvero e definitivamente lo schiavismo, intervenendo duramente contro i razziatori e mercanti arabi (cui i capi locali vendevano i prigionieri di guerra delle tribù nemiche).

> Non mi pare proprio che le cose stessero perfettamente così, caro Cammilleri.

Il famoso Novecento
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II ventesimo secolo ha fatto più morti ammazzati di tutte le guerre precedenti, dall'età della pietra (se mai c'è stata) in poi.

> Stupidaggini del genere demeritano persino il no comment, se non fosse che Cammilleri ci ha ormai abituato ad esordi faceti.

Esso si aprì con una specie di euforia per il Progresso, per il Futuro, che sarebbe stato sicuramente meraviglioso perché illuminato dalla Scienza. Esposizioni Universali e Balli Excelsior punteggiavano quella che si autodefiniva Belle Epoque, cui avrebbero fatto seguito gli Anni Ruggenti. Il romanticismo, che aveva disseminato di suicidi "per amore" o "alla Werther" e "alla Ortis" il secolo precedente, aveva ormai travolto anche re e prìncipi. In tutte le epoche i coronati avevano tenuto amanti, ma non si erano mai sognati di perdere la testa, la dignità, la corona, la vita anche, per una ballerina di can-can o per spogliarelliste come la Bella Otero o Mata Hari. Quelli che non si suicidavano a Mayerling, come l'erede al trono austriaco, finivano ammazzati dagli anarchici. Come Sissi, moglie di Francesco Giuseppe, o Umberto I re d'Italia.

> Continuano le amenità - di chiaro stampo reazionario - il cui unico scopo è quello di prendere dati come minimo controversi e raccogliticci, assemblarli in un contesto "organico" e caricarli di significato peggiorativo.

Ma era l'intera Europa, che aveva dominato tutta la storia precedente, a preparare il suo suicidio. La Prima Guerra Mondiale fu realmente apocalittica. Per la quantità di nazioni che vi parteciparono fu ben più "mondiale" della seconda. L'intero pianeta scese in armi e, per la prima volta, scendeva in guerra anche la Scienza.

> E con ciò? Cammilleri parla forse di un tipo di scienza diverso da quella che aveva costruito gli "aratri meccanici" e gli arcioni dei cavalieri medievali da lui esaltati?

Non solo. Per l'immenso sforzo necessario anche le popolazioni civili vennero coinvolte. Tutti gli uomini erano al fronte, così nelle fabbriche dovettero andare le donne.

> Encomiabile il costante intercalare anacenotico a riguardo della condizione della donna.

E divise, munizioni, viveri, medicinali non bastavano mai. Per mantenere il consenso dei popoli stremati si dovette far ricorso all'arma più micidiale di tutte: la propaganda.

> Ma anche oggi, per tentare di rimbecillire i creduli, si ricorre al medesimo basso espediente... E anche prima.

E il nemico non fu più l'avversario da battere, ma un "mostro" da distruggere per il bene dell'umanità.

> Non vedo che differenza ci sia rispetto agli "eretici", alle "streghe", ai musulmani contro cui si rivolsero le attenzioni dei figli di dio.

Gli Inglesi, per esempio, inventarono che i Tedeschi in Belgio avevano commesso stupri, stragi di civili e addirittura avevano mangiato i bambini.

> "Pare" che le medesime voci circolarono ininterrottamente a proposito degli ebrei dal Medioevo in poi.

E a poco servirono le proteste tedesche. Ormai l'odio doveva essere fomentato con tutti i mezzi. La guerra "cavalleresca", quella con le regole d'onore, era un ricordo: le uniformi mimetiche sostituirono i pennacchi colorati, le giacche rosse e i calzoni blu, gli alamari d'oro e le spalline d'argento.

> Capisco che Cammilleri adori le amenità, ma credo che ogni tanto concedersi una pausa non possa far altro che bene. Soprattutto nei confronti di chi lo legge.
Avvertiamo che da questo momento in poi il nostro tono potrebbe assumere accenti più irridenti, per due motivi: in primo luogo, poiché, aumentando la complessità della storia contemporanea - e di parallelo i dettagli delle fonti consultabili a tutti - le astrazioni cammilleriane diventano sempre più concise e distorte, quasi a voler prendersi gioco della complessità e drammaticità degli eventi reali; ed in secondo luogo perché, per il primo motivo, riteniamo più acconcio esprimerci nella maniera più consona a simili scempi, piuttosto che perder tempo ad integrare puntualmente le sistematiche "amnesie" del nostro novello Gorgia - senza offesa per quest'ultimo -. Nulla di personale: è la "ideologia" ad essere fastidiosa.

(!SNIP!)

 

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