Gli Avventisti e la storia mondiale
Una risposta originale
 



Dal sito degli Avventisti


Che scopo ha l'esistenza? è la domanda per eccellenza, quella che ogni generazione si pone, cercando una risposta soddisfacente. Fino a cinquant'anni fa, queste domande non si potevano eludere come spesso, invece, avviene oggi, e le riposte andavano ricercate nella sfera religiosa e nella vita collettiva quotidiana. La religione era il perno intorno al quale ruotavano tutte le attività umane. Questa centralità della religione caratterizzava l'occidente cristiano. Anche la Chiesa Avventista nasce dalla ricerca di una risposta a queste domande esistenziali. Essa è sorta dalla riflessione, in alcuni punti del tutto originale, di un gruppo di credenti provenienti da varie denominazioni protestanti. Essi riscoprirono nella Bibbia le risposte di Dio agli interrogativi impliciti nella domanda iniziale: Chi è l'uomo? Da dove viene? Qual è il suo destino?
La Chiesa Avventista è una chiesa giovane. Come molte chiese evangeliche, non è una chiesa tradizionale e nazionale. Non si identifica con la cultura di un popolo o di una nazione come, ad esempio, la Chiesa Cattolica Romana, in Italia, la Chiesa Cattolica Ortodossa, in Russia o la Chiesa Luterana, in Svezia e in Germania. Tuttavia la sua nascita è legata alla mentalità e alla cultura di un popolo e di una nazione: gli Stati Uniti d'America.


L'America puritana: il mito della Terra Promessa

Il mito americano è stato plasmato da una generazione di uomini fortemente radicati nelle idee protestanti: erano calvinisti e puritani, repubblicani e umanisti. L'appellativo «Nuovo Mondo» ne è la testimonianza più evidente. Essi erano convinti di operare per la fondazione un mondo nuovo secondo la volontà di Dio.
Quando nel 1620, i Padri Pellegrini sbarcarono sulle coste della Nuova Inghilterra, avevano una convinzione e una speranza. Si sentivano «chiamati» a essere il popolo di Dio ed erano convinti di dover collaborare a stabilire il suo regno nel mondo. Un regno di libertà, di giustizia, fondato sui principi intramontabili della Parola di Dio. Essi nutrivano la speranza di poter vivere liberamente la propria fede e costruire, sul fondamento della Bibbia, una società nuova, diversa dalle nazioni intolleranti della vecchia Europa, dalle quali erano fuggiti.
Identificando la propria storia con quella del popolo d'Israele, essi erano convinti che il continente che li ospitava fosse la Terra Promessa. In essa Dio creava un Nuovo Mondo, una nuova società che sarebbe diventata una luce per le altre nazioni, un esempio da seguire.


I risvegli

Con le generazioni successive, la tensione spirituale dei primi coloni del Nuovo Mondo si affievolì. Anzi, per fattori diversi, il fervore religioso e l'ottimismo si raffreddarono: l'arrivo di nuovi immigrati, la diffusione delle idee deiste ispirate dalla Rivoluzione francese e soprattutto le crisi politiche di una nazione in crescita (guerre di indipendenza e conseguenti difficoltà economiche). Per circa tre secoli in America si alternarono periodi di freddezza religiosa e grandi ritorni collettivi alla fede, definiti «Great Awakenings»: grandi risvegli. In particolare questi fenomeni collettivi caratterizzarono il XVIII e il XIX secolo con due grandi movimenti che vennero chiamati il «Primo Grande Risveglio» intorno al 1740 e il «Secondo Grande Risveglio» nel 1800. Diverse Chiese «evangelical» (evangeliche) vennero alla luce come conseguenza di questi risvegli.


Il risveglio del 1800

In questi movimenti largamente popolari, tramite lo studio della Bibbia gli americani riscoprivano il significato della loro missione e della storia condito da un notevole senso patriottico. La convinzione che la nazione americana fosse stata eletta da Dio per una missione mondiale era incrollabile. Dalla fine del 1700 fino a tutta la prima metà del 1800 per ben due generazioni il «Secondo Grande Risveglio» protestante percorse la nazione unendo negli sforzi per cristianizzare l'America credenti protestanti di varie estrazioni: battisti, congregazionalisti, metodisti, presbiteriani e quaccheri. Nei vari Stati fiorirono le leggi in favore della temperanza dei costumi, in particolare per quanto riguardava il rispetto del giorno di riposo e il divieto del consumo di alcol. Le riunioni su tematiche e riflessioni religiose raccoglievano migliaia di persone, anche per diversi, giorni in grandi accampamenti sotto le tende chiamati «Camp-meetings».


Il millenarismo

Il termine millenarismo definisce la fede di coloro che aspettano il secondo avvento del Signore in terra, studiando nelle profezie della Bibbia le epoche e i tempi di questa venuta. Le profezie relative al ritorno di Gesù sono sempre state al centro dell'attenzione dei credenti, e più o meno in ogni secolo dell'era cristiana il millenarismo ha avuto i suoi rappresentanti. Tuttavia, nel secolo a cavallo fra il 1700 e il 1800, un numero consistente di studiosi della Bibbia, nell'occidente cristiano, rivolse la propria attenzione alle profezie relative alla fine del mondo. Anche all'interno del Secondo Grande Risveglio americano si sviluppò una forte componente millenarista.


William Miller e il ritorno di Cristo

Un agricoltore del Massachussetts, William Miller, turbato dalla violenza e dalla drammaticità della guerra contro gli inglesi (1812-1814), nella quale aveva combattuto con i gradi di capitano, non si ritenne soddisfatto delle convinzioni deiste fin lì sostenute e decise di cercare nella Bibbia le risposte alle domande sul senso della vita umana. Si prefisse quindi di trascorrere due anni a studiare la Sacra Scrittura e ad approfondirne il messaggio.
Nel suo studio applica un principio semplice e razionale: la Bibbia si spiega con la Bibbia. Cioè essa costituisce un'unità e contiene in se stessa tutto quanto è necessario e sufficiente per comprenderla. Influenzato dalla preoccupazione generale sul senso della storia e la fine del mondo, Miller rivolse la sua attenzione ai libri del profeta Daniele e dell'Apocalisse. Dal libro di Daniele in particolare dedusse, sulla base di calcoli cronologici precisi, che il ritorno del Cristo e la conseguente fine del mondo si sarebbero verificati fra il 1843 e il 1844.


Il risveglio millerita

A partire da quel momento si trovò al centro di un importante movimento di risveglio, nella scia del «Second Great Awakening». L'annuncio dell'imminenza del ritorno del Cristo era in sintonia con la sensibilità spirituale dell'epoca e induceva gli ascoltatori a prepararsi in vista di quell'evento. Miller fu invitato a predicare nelle chiese della maggior parte delle denominazioni religiose.
Il numero delle persone che accolsero favorevolmente il suo messaggio aumentava rapidamente e ben presto Miller fu affiancato nella predicazione da diversi pastori provenienti dalle comunità battiste, metodiste e presbiteriane. Il movimento adottò un minimo di organizzazione, soprattutto per gestire la pubblicazione dei periodici con i quali diffondeva il suo messaggio. Nel frattempo, approfondendo lo studio delle profezie, Miller e i suoi discepoli fissarono una scadenza finale per l'evento da loro annunciato: il 22 ottobre 1844.
Nell'imminenza di questa scadenza le conferenze si moltiplicarono e in alcuni incontri si radunarono fino a cinquemila ascoltatori. Il successo del movimento però provocò una reazione di rigetto da parte delle chiese protestanti tradizionali. Le posizioni di intolleranza reciproca si radicalizzarono e coloro che avevano aderito al movimento dell'avvento, chiamati poi «milleriti», furono espulsi dalle chiese ufficiali. A loro volta i milleriti tacciarono le chiese di essere cadute nell'apostasia. Secondo i calcoli degli storici centomila persone attesero l'avvento il 22 ottobre 1844; circa un milione di americani (su diciassette milioni) e mille pastori furono coinvolti nel movimento (cfr. R. Lehmann, Les Adventistes du septième jour, éditions Brépols, 1987, p. 14).


La delusione del mancato ritorno

Ma il 22 ottobre 1844 non successe nulla. La delusione dei milleriti fu cocente. Con una dichiarazione pubblica Miller e i responsabili del movimento ammisero il loro errore. William Miller non perse la fede e continuò a nutrire la speranza dell'avvento senza fissare però altre date. Morì cieco, il 20 dicembre 1849. Molti degli aderenti al movimento dell'avvento ritornarono alle chiese di origine. Gli altri formarono vari gruppi: alcuni, persuasi che Miller avesse commesso un errore nel computo profetico, continuarono a fissare delle date per il possibile avvento. Altri, invece, giunsero alla convinzione che Miller si fosse sbagliato nell'interpretare la natura dell'evento che si era verificato nel 1844: il santuario da purificare non era la terra ma il santuario celeste nel quale secondo la lettera agli Ebrei (capp. 8,9) Gesù si trovava fin dalla sua ascensione.
All'interno di questo secondo gruppo maturarono anche altre convinzioni relative all'etica cristiana: l'importanza della salute fisica come valore spirituale, il rispetto integrale dei comandamenti di Dio - incluso il comandamento relativo al giorno di riposo, la convinzione che la delusione di cui erano stati protagonisti fosse un passaggio obbligato e Dio stesso guidasse la loro esperienza di fede attraverso l'ispirazione di una giovane donna, Ellen G. Harmon.


Nuove convinzioni tratte dalla Bibbia

Il gruppo di milleriti che si saldò intorno alla sintesi di questi quattro elementi diede vita alla Chiesa Avventista del 7° Giorno. La speranza dell'avvento era rimasta in tutti molto forte e nel 1848 riunì intorno a un tavolo gli esponenti di queste correnti di pensiero. Erano: Joseph Bates, fautore di una riforma nel campo della salute e del rispetto del quarto comandamento nel quale era prescritto di osservare il settimo giorno; Hiram Edson, sostenitore dell'idea che il santuario purificato alla fine dei 2.300 anni della profezia di Daniele non fosse la terra;James White ed Ellen G. Harmon persuasi che l'esperienza millerita fosse stata guidata da Dio il quale continuava a indicare il cammino da seguire attraverso il dono profetico riconosciuto in Ellen; e diversi altri credenti.
Con grande umiltà confrontarono le proprie convinzioni, scoperte o riscoperte tramite lo studio della Bibbia, e, tramite un'esperienza di conversione reciproca alle verità scoperte nella Sacra Scrittura giunsero a formulare le basi del «credo» della Chiesa Avventista del 7° Giorno.


La nascita della struttura organizzativa

Trascorsero ancora alcuni anni prima che questo gruppo maturasse la decisione di darsi un nome e adottasse una struttura organizzativa. Nel 1860 essi scelsero il nome di Chiesa Avventista del 7° giorno e nel 1863 posero le basi di una struttura ecclesiastica rappresentativa sul modello presbiteriano. Nacque così una delle chiese più attive del mondo evangelico sul piano dell'evangelizzazione e dell'impegno sociale.
Dagli Stati Uniti lo spirito missionario degli avventisti raggiungerà la maggior parte delle nazioni del mondo, portando il messaggio di speranza contenuto nella certezza che Dio guida la storia. In questo messaggio è contenuto un invito a prepararsi per la seconda venuta del Signore attraverso l'adozione di sane abitudini di vita e il rispetto della volontà di Dio espressa nella sua Parola. Che senso ha la vita? La risposta degli avventisti è: il senso che Dio le dà. Egli ha creato l'uomo, lo ha salvato e ora si prepara a ridargli definitivamente la felicità iniziale che aveva perso. Quando? «Nell'ora che non pensate il Figlio dell'uomo verrà» (Matteo 24:44).







questo articolo è tratto da un elenco di documenti riguardanti i "neoconservatori" o "neocon" americani presenti sul sito di Fisica/Mente. Non rispecchia quindi necessariamente l'opinione del curatore del sito Kelebek. Fare clic qui per la pagina principale di questa parte del sito, dedicata ai neoconservatori.




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